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Autore: Matilde di Shabran    25/12/2013    1 recensioni
Come la vita di una ragazza come tante può cambiare in una sera
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Tonight '
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“Buonasera, sono Victoria O'Connor”  si presentò al direttore di sala, che stava al bancone posto all'ingresso del locale. C'era un sacco di gente. La fila arrivava ben oltre la porta d'ingresso. In molti cercavano di entrare, visto che in città si era fatto un gran parlare di quel posto, ma l'impresa era disperata: tutti i tavoli erano prenotati e i presenti non davano l'impressione di voler lasciare liberi così presto i loro posti.

“Per fortuna mio cugino ha prenotato” commentò Viky, mentre guardava l'uomo davanti a sé controllare sul computer se il loro nome fosse effettivamente tra le prenotazioni “altrimenti non saremmo entrate mai! Questo posto è fantastico” strepitò eccitata. “Guarda quanta gente! E che bei ragazzi! E l'arredamento è fantastico! Chissà chi è il designer! E poi guarda la...”

“Trovata!” la interruppe l'uomo. “Un tavolo per quattro. Vi stanno aspettando. Nella sala tre” concluse, indicando l'arco subito dietro alle loro spalle, che conduceva appunto alla sale numero tre.

Ringraziarono e salutarono educatamente e si avviarono verso il loro tavolo.

Dopo neanche dieci passi Francesca afferrò l'avambraccio dell'amica con la delicatezza di uno scaricatore di porto. Cercava di esprimere in qualche modo il suo sbalordimento, ma le parole non volevano mettersi in ordine nella sua testa e uscirle dalla bocca: era troppo scioccata.

"Cosa c’è?"

"Q-quello" balbettò strabuzzando gli occhi, finalmente in grado di costruire una frase, anche se non proprio una degna di Manzoni "quello è Shane dei Westlife o ho le allucinazioni?"

Victoria, spostandosi di qualche centimetro per evitare una colonna che le stava ostruendo la visuale e avendo individuato il punto che l’amica stava indicando, rispose "Sì, eccolo lì. E anche Nicky è già arrivato" e detto questo si diresse verso il tavolo dove i due ragazzi erano seduti, trascinando l’amica per un polso.

"Ciao, siamo in ritardo? Vi abbiamo fatto aspettare tanto?"

"Non ti preoccupare" rispose Nicky, alzandosi in piedi non appena le vide comparire "io sono arrivato in anticipo e Shane si è appena seduto… ma non ci presenti la tua amica? "

Francesca se ne stava immobile, al fianco di Victoria, con gli occhi spalancati per lo stupore, neanche avesse davanti a se una legione di alieni con tanto di testone e dito luminoso. 

Se fosse stata in se, avrebbe rilevato che quel locale non incontrava affatto i suoi gusti: illuminazione scarsa, soffitti bassi, quasi opprimenti, stampe di dubbio gusto alle pareti, musica non abbastanza alta da impedire ai commensali di sentirsi mentre parlavano, ma sufficiente a dare fastidio, tavoli troppo vicini l'uno all'altro e sedie metalliche che davano l'idea di essere scomode da morire. Invece quel poco della sua razionalità che le era rimasta, benché decisamente attenuata a causa del frastuono che nella sua mente stavano provocando tutte le diverse sensazioni che stava provando, dalla felicità, alla sorpresa, allo sconforto per non essersi vestita poi così bene, per essersi appena truccata e per aver lasciato, a suo parere, i capelli “allo stato brado”, riuscì a farle notare che, al loro arrivo, i ragazzi si erano alzati, e non poté fare a meno di apprezzarlo: evidentemente qualcuno aveva insegnato loro la buona educazione.

"Starò sicuramente sognando..." pensò "risento ancora dei postumi dell’emozione da concerto. Li vedo da tutte le parti, ormai. Magari li somigliano solo e io sono stanca e lavoro di fantasia. Non è possibile che Viky mi abbia portato a cena con “metà” dei Westlife invece che con suo cugino!

Dov'è l'irlandesotto bianco slavato con lentiggini i capelli rossi e la pancetta da birra che mi aspettavo? Probabilmente tra due secondi mi sveglierò e dovrò ancora decidere cosa mettermi per uscire. Ma sì! Sarà di certo così! Adesso salterà fuori un cameriere uguale a Brad Pitt e al tavolo di fianco si siederà Madonna. A quel punto suonerà la sveglia e io mi ritroverò nel mio lettino con le coperte tutte raggomitolate al mio fianco e le gambe all'aria."

 

Flashback

 

"Guarda, sono a Dublino proprio in questi giorni."

Un pomeriggio, mentre le due ragazze passeggiavano assieme per le vie del centro, Francesca vide un grande manifesto che pubblicizzava il tour dei Westlife.

"Ti piacerebbe sentirli? "

"E me lo chiedi? Certo! Ma non credo che si trovino biglietti con così poco preavviso, anzi, mi pare di aver letto che le date di Dublino siano già tutte sold out da settimane…" disse con tono rassegnato. Lei adorava letteralmente i Westlife, conosceva tutte le loro canzoni a memoria, possedeva poster, cd, dvd, singoli: una vera venerazione!

"Tu non ti preoccupare, ho il mio aggancio, ricordi?"

Francesca le sorrise speranzosa, rimuginando su quale dei suoi milioni di amici potesse essere “l'aggancio”, con il vago sospetto che la stesse prendendo in giro o che comunque tutto si sarebbe risolto in un buco nell'acqua. Conosceva i suoi “agganci”. Il più delle volte finiva per restare delusa. “Li trovo io i biglietti per il musical”, “non ti preoccupare, il mio amico x lavora nel locale y: lui ci farà entrare di sicuro”, “non serve che prenotiamo, Tizio ci tiene il posto” erano frasi che aveva sentito infinite volte. Si erano recate sul posto certe della prenotazione, magari vestite di tutto punto, salvo poi ritrovarsi con un pungo di mosche, costrette a cenare da McDonald's invece che in un locale carino, o finire a guardare un film a casa, al posto dello spettacolo a teatro che avevano programmato...

E invece quella volta non andò così. L’indomani Victoria tornò a casa con due biglietti per ottimi posti, per giunta vicini tra di loro, a sole tre file dal palco. Francesca era al settimo cielo.

Partendo non aveva pensato alla possibilità di assistere ad un loro concerto, pur sapendo che in quel periodo si sarebbero esibiti a Dublino, e, a causa dei preparativi per il viaggio, se ne era del tutto scordata!

I biglietti erano per la sera successiva. Meno di 24 ore e li avrebbe visti per la prima volta dal vivo.

L’emozione in lei iniziò a montare fin da subito e andò in costante crescendo man mano che passavano le ore, neanche fosse lei quella che doveva salire sul palco a cantare.

Il concerto fu straordinario: fin dalle prime note si avvertiva un clima di grande euforia. L’arena era piena fino all’orlo e i ragazzi le sembravano ispirati come non mai. Un crescendo di emozioni; da “My love” a “Queen of my heart”, passando per “Written in the stars” e “Tonight”, per concludere in gloria con una struggente “Unbreakable”.

Tornata a casa, quella sera, non riusciva a prendere sonno: si sentiva ancora l'adrenalina guizzarle nelle vene e la musica risuonarle nelle orecchie. Passò la notte a ripercorrere mentalmente tutto il concerto, ma non le pesò affatto, era troppo felice.

 

Fine del flashback

 

"Sì, scusa" disse Viky "che stupida! Allora ragazzi, vi presento Francesca, la mia coinquilina secchiona e perfettissima."

Francesca desiderò ardentemente che un fulmine la incenerisse all'istante per non dover sopportare l'imbarazzo di venire presentata in quel modo. Secchiona... sì, forse un po' lo era. Purtroppo non faceva parte di quella ristretta cerchia di eletti che imparavano le cose leggendole una volta. Lei aveva bisogno di trascorrere le sue buone ore a sgobbare sui libri per ottenere i risultati. Certo, i voti erano ottimi, perché l'intelligenza non le mancava, ma non le piovevano di certo dal cielo. In quanto al perfettissima... beh, niente di più sbagliato! Era una frana nel parcheggiare la macchina e non sapeva nemmeno nuotare! Per non parlare di come si era vestita quella sera. Le sembrava di essere una profuga con addosso un vestito comprato al mercato e tirato fuori dall'armadio senza neanche stirarlo, con i capelli pettinati senza nemmeno guardarsi allo specchio e il trucco fatto in due minuti...

Così si vedeva lei, perlomeno...

Il fulmine di cui sopra non si fece vedere e così restò lì impalata, indecisa sul da farsi, finché Nicky si protese verso di lei per stringerle la mano, facendole ancora di più apprezzare la sua cortesia.

"Molto piacere, io sono Nicky, il cugino della tua tutt’altro che secchiona e perfettissima coinquilina".

Il suo gesto e le sue parole, se non di calmarla, sortirono almeno l’effetto di farle sparire dal viso l'espressione tra il furente e l'esterrefatto, sostituendola con un titubante sorriso, più imposto dalla circostanza che dal suo reale stato d'animo.

Il ragazzo indossava una camicia azzurrina, con i primi due bottoni sbottonati, il cui colore esaltava il profondo celeste dei suoi occhi e, soprattutto, i luminosissimi capelli biondi, che lei aveva sempre immaginato soffici e simili alla seta, tanto da farla spesso fantasticare sul tipo di sensazione che si potesse provare nel toccarli. E quel sorriso, quel sorriso assassino faceva il paio con quegli occhi sfavillanti che si ritrovava e gli donavano un'espressione costantemente radiosa, ma anche vagamente sfacciata, perché lui era, in effetti, decisamente bello, e se ne rendeva perfettamente conto.

"Gesù Maria!" pensò "Nicky Byrne mi ha dato la mano… E l'ho sentita. È una mano vera! Shane Filan è ad un metro da me… Respirano. Si muovono. Parlano. Non sto sognando… Uuuh, quando lo dirò alle mie amiche… Maledetta Viky! Doveva dirmi di vestirmi bene! E di truccarmi! Questi orecchini, poi, fanno a pugni col vestito..."

"Ma come" disse voltandosi verso l’amica, ormai certa di non trovarsi tra le braccia di Morfeo, e anzi, ritrovandosi perfettamente lucida e consapevole della situazione, fulminandola con lo sguardo "LUI è tuo cugino?"

"Certo, chi pensavi che fosse?"

"Non lo so, un ragazzo qualunque, magari simile a tuo fratello…lui no di certo…" rispose indispettita mentre si avvicinava a Shane per salutare anche lui.

"Ma scusa, secondo te come sarei riuscita a procurarmi due biglietti per posti vicini (e che posti!) con così poco preavviso?!"

"Non ne ho idea" rispose sedendosi "credevo che avessi qualche amico nel loro staff, o che lavora in qualche rivendita di biglietti..."

"Quindi lei non sapeva che sarebbe venuta a cena con noi!" intervenne Shane, un ragazzo di media statura con dei vivaci occhi marroni, i capelli castani e un'espressione gioiosa sempre appiccicata in faccia "Viky, le avrai fatto prendere un colpo povera, visto che, tra l’altro, ci hai detto che è una nostra fan!!!"

Si stava creando un bel clima. I ragazzi si erano dimostrati molto alla mano e propensi alla chiacchiera, mentre l’imbarazzo di Francesca andava scemando man mano che la serata proseguiva, ed era una fortuna! "Pensa che figuraccia avrei fatto se fossi rimasta a fissarli come un pesce lesso" pensò, tirando mentalmente un sospiro di sollievo.

 

"Allora, come ti trovi in Irlanda?" le chiese Shane per ravvivare un momento in cui la conversazione si era arenata.

"Piuttosto bene. Credevo che avrei sentito di più la lontananza da casa, perché sono molto legata al mio paese ed ai miei amici, invece il tempo qui sta trascorrendo così velocemente che non ho ancora avuto la possibilità di sentire davvero una forte nostalgia, anche se ogni tanto vorrei teletrasportarmi a casa e poter riabbracciare tutti. E comunque l’Irlanda è magnifica, mi ci trovo davvero bene!"

"Poi parli davvero bene l’inglese" intervenne Nicky.

"Davvero?" chiese arrossendo "Quando sono arrivata credevo che non avrei capito nulla. A scuola andavo bene, ma non ho mai avuto esperienze di vita quotidiana in un paese anglofono. Cioè. All'università ci fanno parlare di letteratura, di storia... Ma nessuno si è mai premurato di spiegarci come comportarci al bar o al supermercato! Insomma, saper disquisire su Shakespeare o Wordsworth, ma andare in crisi se devi comprare un paio di scarpe è piuttosto inutile... Quindi non sapevo cosa aspettarmi. Invece non è stato poi così terribile."

"Infatti" disse Viky "parlavi molto bene anche appena arrivata, adesso ti sei solo velocizzata. E parli un po' meno come un libro stampato!"

Francesca ricominciò ad arrossire: immaginava se stessa andare in giro per la Dublino del 2000 parlando come un personaggio di Orgoglio e pregiudizio. E già che la sua fantasia stava correndo, si stava figurando anche vestita come una donna dell'epoca vittoriana che passeggia per Grafton Street, mentre tutti i passanti la fissano pensando di avere le allucinazioni.

"La tua voce suona molto bene in inglese.” Aggiunse Nicky, divertito dal fatto che i complimenti la mettessero così in imbarazzo “Hai un'inflessione molto musicale! Non sembri…".

"Basta!" lo interruppe Francesca, coprendosi il viso con le mani "mi state mettendo in imbarazzo!"

Viky scoppiò in una fragorosa risata che contagiò tutti i commensali e salvò l’amica dal disagio di sentirsi al centro dell’attenzione; quando poi, però, si scoprì il volto notò che Nicky la stava osservando ed i loro sguardi si incrociarono per qualche istante, prima che la timidezza la cogliesse nuovamente e le facesse indirizzare l’attenzione verso l’amica.

"E poi dovete sapere che Francy è una bravissima cuoca!" riprese Viky, ponendo particolare enfasi su bravissima.

"Finiscila!"

"Scusami, ma è la pura verità! Quando ha un momento libero va in cucina."

"Non come te" intervenne il cugino ridacchiando malignamente “che alla prima occasione vai a fare shopping!"

"Sei proprio un infame! E comunque non si stava parlando di me… Dicevo che si piazza in cucina e prepara dei piatti eccezionali: mi sta facendo ingrassare!"

"Ti ricordo che tu mangi per libera scelta, io non ti obbligo di certo!"

"Sì, ma se ti ostini a preparare tutte quelle prelibatezze io non posso resistere: tu mi corrompi!"

"Io li preparo perché piacciono a me, non perché ho l’ambizione di farti ingrassare!"

"Ok. Però vuoi farmi impazzire!"

"Prego?"
"Con la tua fissazione per l’ordine e la pulizia: se non studi o non cucini ti metti a lavare vetri e pavimenti o a spolverare e mi sgridi perché la mia camera è in disordine!"

"Ecco Viky, impara, altrimenti non troverai mai un uomo! La ragazze da sposare sono così!" affermò guardando Francesca negli occhi e indicandola con un cenno del capo.

"Oh dai! Ho anche una vita, faccio anche altro! Da come mi descrive lei, sembrerei una casalinga disperata…Hai presente Bree?"

Tutti scoppiarono a ridere di gusto inducendo qualche altro cliente del locale a voltarsi in loro direzione lanciando occhiate assassine.

 

"Ma sei fidanzata?" le chiese Nicky dopo qualche minuto, una volta che la sua attenzione fosse caduta sulla fascetta di oro bianco con dei piccoli zirconi disposti a fiore all’anulare della mano sinistra della ragazza dai capelli scuri, seduta di fronte a lui.

"Dici per l’anello?" chiese guardandosi la mano. "Ah, no. È un regalo di una zia, non ha un significato particolare, è solo un vezzo."

Viky fulminò con lo sguardo il biondo, che intanto si era voltato nella sua direzione.

"Perché le hai fatto questa domanda?" gli chiese con lo sguardo.

Lui rispose facendo spallucce e subito si tuffò in un battibecco con Shane.

 

 

   
 
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