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Autore: Dorothea    19/05/2008    3 recensioni
Con la scusa di voler distruggere gli Horcrux e salvare il mondo, anziché frequentare il settimo anno, Harry parte in cerca di (dis)avventure.
Non sarà solo però, a rendere le sue peregrinazioni ancora più deliranti di quanto non siano già ci saranno uno svitato membro dell'ordine, una capra puzzolente, una cinesina in cerca di vendetta, un bulgaro dal vestito imbarazzante e ovviamente Ron ed Hermione. Senza contare l'intelligence decisamente poco intelligente di stanza a Hogwarts.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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Capitolo 4


Capitolo 7
Il capitolo più tardone nella carriera di Dorothea

    Per la seconda volta in vita sua l’autrice si mette a scrivere il capitolo sette di questa fanfiction, in quanto la versione precedente è andata perduta in un crash del disco rigido, crash che l’ha fatta andare fuori di testa e l’ha costretta a delirare in marziano antico per ben tre giorni di seguito.
    L’autrice inizia a scrivere questo capitolo alle cinque e mezzo di un pomeriggio di dicembre pensando alla polenta che mangerà più tardi quella sera e ascoltando un cd degli Aerosmith a volume così alto da far lamentare un sordo. E lo finirà il maggio seguente, stendiamo un velo pietoso. Ma siccome ai lettori di queste informazioni non gliene frega un bel nulla (e vorrei anche vedere!), passiamo a vedere cosa combinano i nostri tre personaggi preferiti.
    Harry, Ron ed Hermione avevano appena appreso che colui che aveva buone probabilità di avere con se il medaglione era Mundungus, e che questi era rinchiuso in una cella di massima sicurezza alla prigione di Azkaban, per un crimine che non aveva commesso.
    Ron ed Hermione sedevano su di un paio di sedie nella cucina di Grimmauld Place osservando Harry che camminava avanti e indietro.
    « Andremo ad Azkaban » disse poi fermandosi e fissando gli amici con aria risoluta.
    « Hai infine deciso di costituirti? » gli chiese Ron.
    « Andiamo lì a parlare con Mundungus, non a farci arrestare » gli spiegò Hermione « E poi per quale crimine dovrebbe costituirsi Harry? Non ha fatto nulla! »
    « Come non ha fatto nulla? Ma era o non era lui il vandalo misterioso che imbrattava i corridoi di Hogwarts con la scritta “Viva Milan”? E non è sempre stato lui a mettere quel candelotto di dinamite nella sala insegnanti? E non è stato lui che si è intrufolato in cucina per aggiungere la marijuana al tè al gelsomino? »
    Hermione si voltò a fissare Harry sconvolta.
    « Ehm, solo voci di corridoio » spiegò Harry sorridendo affabile.
    Più che altro per allontanare il pensiero dalle dicerie di Ron, Harry decise che era ora di partire subito per Azkaban. Riempito lo zaino coni panini al prosciutto e un termos di tè al gelsomino, salutarono Lupin e partirono nella notte.
    Ammantellati come dei Mangiamorte o come l’autrice quando fa l’imbecille con la sua mantella, i nostri eroi giunsero ad Azkaban nel cuore della notte. La prigione si trovava su di un isolotto roccioso in mezzo al mare del nord, isolotto che Harry Ron ed Hermione raggiunsero a bordo di un traghetto che minacciava di affondare ogni tre secondi. Dopo i primi due minuti di viaggio divenne chiaro che le sue erano solo minacce a vuoto, così il triumsvitato si rilassò e cercò di godersi la traversata. Ron ed Harry si misero perfino il costume e cercarono di prendere il sole sul pontile, ma, vuoi perché era bravo a non farsi prendere o perché la giornata era decisamente schifosa, pioveva tirava vento e c’erano due gradi sopra lo zero, i due più che abbronzarsi si presero il raffreddore.
    Giunti alla prigione vennero accolti da un carceriere gobbo che si era aggiudicato il posto dopo che i dissennatori erano stati licenziati. Comunicando a gesti e smorfie (il carceriere era infatti, sordo, muto e cieco all’occhio sinistro), Harry riuscì finalmente a far capire che voleva fare visita a Mundungus. Il carceriere afferrò una lanterna e li condusse lungo i corridoi, sorpassando una ad una tutte le porte delle celle, dalle quali i prigionieri lanciavano improperi e bestemmie.
    All’improvviso una paio di braccia spuntarono tra le sbarre di una cella poco illuminata ed afferrarono il lembo della veste di Harry.
    « Ah, mi ha preso! » cominciò a strillare il ragazzo « Mozzategli gli arti prima che mi attacchi qualche malattia! »
    « Aiutami, ti prego aiutami! » implorò Lucius Malfoy stringendo sempre più convulsamente le vesti di Harry « Aiutami ad uscire da questo posto orribile! »
    « Ah, sei tu, brutto pezzente! » esclamò Harry una volta che ebbe riconosciuto l’aggressore « Perché mai dovrei aiutarti ad uscire? Mica son così deficiente! »
    « Si sta male qui! Non mi servono mai il caviale, non ho lenzuola di seta nel letto, neppure ho il letto e come se non bastasse mi costringono a mettere questo abito a righe bianche e nere che non mi dona per niente! »
    « T’arrangi! » e ridendo sguaiatamente Harry fece cenno al carceriere di continuare il cammino. Finalmente giunsero alla prigione di Mundungus, che se ne stava rannicchiato in un angolo della cella buia e muffita.
    « Ehi, testa di rapa, voltati! » lo apostrofò Harry.
    « Harry! » sibilò Hermione scandalizzata « Ti sembra il modo? Si più gentile! »
    « Hai ragione, scusa. Ehi, testa di rapa, voltati per favore! »
    Mundungus o non diede segno di aver sentito o era infine morto di stenti perché non fece il minimo movimento. Per nulla scoraggiato Harry prese una grossa pietra e gliela scagliò in testa.     « Ahio! » pianse il mago svegliandosi di soprassalto « Non basta essere imprigionati in una cella putrescente senza luce e senza cibo all’infuori delle croste di pane, dove ogni dieci secondi il carceriere ti tira un petardo acceso o un secchio di letame, ora ti lanciano perfino le pietre quando ti addormenti! »
    « Mundungus, siamo noi, Hermione, Ron ed Harry » gli disse Hermione sforzando gli occhi per vedere nell’oscurità.
    « Ragazzi! » esclamò Mundungus d’improvviso eccitato. In fretta e furia attraversò la cella e si aggrappò alle sbarre « Che gioia vedervi! Siete venuti a liberarmi? »
    « Oh Mundungus, mi dispiace, ma non abbiamo il potere di cambiare la decisione dei giudici… » cominciò dispiaciuta Hermione.
    « Allora non voglio vedervi! » disse Mundungus incrociando le braccia e voltando loro la schiena.
    « Ehi ciccio, rivoltati da questa parte che ci devi dire dove hai messo un certo medaglione! » lo richiamò Harry.
    « Io non vi dico un bel niente se prima non mi liberate. »
    « Se non parli riveleremo agli Auror dove… dove… dove si trova il tuo nascondiglio segreto con tutta la refurtiva da te rubata, così rimarrai qui dentro per altri trent’anni! »
    « Che cosa?» farfugliò Mundungus voltandosi a guardare Harry con occhi spaventati « Mi state dicendo che avete scoperto che tengo tutta la refurtiva in quel capanno da pescatori sulla costa della Cornovaglia? »
    « Ah perché è lì che la tieni? Io in realtà stavo bluffando, ma ora posso fare benissimo sul serio » disse Harry.
    « Ti prego no! Se scoprissero quello che ci tengo lì dentro, mi condannerebbero all’ergastolo! »
    « Allora rispondi: hai per caso messo le tue sudice mani su un medaglione con inciso un Serpente durante i tuoi saccheggi a Grimmauld Place? »
    « Parli di quel maledetto aggeggio impossibile da aprire? Altroché se l’ho preso, immaginavo sarebbe dovuto venire una fortuna, solo che poi nessuno lo voleva comperare per quel difetto di non aprirsi. »
    « Quindi non l’hai venduto e l’hai ancora tu? » si intromise Ron.
    « Che son scemo? Nella mia filosofia tutto si può rubare e tutto si può vendere, pensa che una volta sono riuscito a convincere due babbani ad acquistare un biglietto per uno spettacolo teatrale che era stato messo in scena già da tre anni e in un continente diverso! » rise Mundungus con gusto.
    « Chi se ne frega di ‘sta storia, dicci a chi hai venduto quel medaglione » lo interruppe Harry.
    « Eh, ricordarselo, mica posso tenere a mente tutti gli acquirenti di tutta la roba che rubo! E vi assicuro che ne rubo tanta. »
    « Di questo non dubitavamo » sospirò Hermione « Cerca di fare uno sforzo, si tratta di un medaglione importantissimo! »
    « Vuoi dire che avrei potuto venderlo a di più che a un boccale di Whisky Incendiario? »
    « Se l’hai scambiato per un bicchiere di Whisky Incendiario allora dovevi essere in un pub! » disse Hermione logicamente.
    « Adesso che me lo dite è vero. Vediamo, chissà dove mi trovavo… di sicuro non ai Tre Manici di Scopa perché è un posto troppo rispettabile per me, non al Paiolo Magico perché in quel periodo era chiuso per disinfestazione… potevo solo essere alla Testa di Porco. »
    « Vuoi dire che l’hai venduto ad Aberforth Silente? » chiesero i ragazzi stupefatti.
    « Mi sa proprio di si. Anzi, credo di esserne proprio sicuro, adesso che ci penso mi sembra lo volesse regalare alla sua fidanzata. »
    « A Billie? La fantomatica capra? »
    « Mi state dicendo che la sua fidanzata è una capra? » chiese Mundungus a occhi spalancati « Se lo avessi saputo prima avrei cercato di vendergli anche del sale. »
    « Scusa, ma non eri stato bandito dalla Testa di Porco? » gli chiese Hermione.
    « Mi sono presentato travestito! Sembravo una adorabile bambina di sette anni.»
    Il triumsvitato si domandò come avesse fatto Mundungus a passare per un’adorabile bambina di sette anni e come avesse fatto Aberforth a non insospettirsi vedendo una bambina entrare nel suo pub e ordinare un bicchiere di Whisky Incendiario, ma preferirono non approfondire. Salutato Mundungus, i tre si precipitarono a Hogsmeade sfruttando la materializzazione accompagnata. Corsero per le strade fino a che non incontrarono Victor Krum che se ne stava accampato nel crocevia del villaggio.
    « Victor, che ci fai qui in mezzo alla strada alle quattro di mattina? » gli chiese stupita Hermione.
    « Harry a me avere detto di aspettave lui qui » spiegò il bulgaro.
    « Ah, è vero! » si ricordò improvvisamente Harry « Beh, per fortuna sei qui, ci potresti sempre essere utile d’ora in poi. »
    « Il mio impegno e obiettivo è aiutave te a sconfiggeve le fovze del male » disse solennemente Krum alzandosi e facendo la mossa della gallina che depone l’uovo.
    « Ti prego, smetti di fare quella mossa imbarazzante tutte le volte » implorò Ron.
    « Io dovere fare, quella essere mossa segveta dei cavalieri sailor. »
    « Si, ma se è segreta ci sarà un motivo no? » ribatté Ron con voce ovvia.
    « Sentite, è molto piacevole stare qui a chiacchierare e tutto il resto, fosse per me imbastirei una tavola con te e pasticcini, ma dobbiamo andare da Aberforth a recuperare quel maledetto medaglione! » disse stizzito Harry.
    « Oh Harry, hai ragione! » disse a sua volta Hermione « Mi fa piacere vederti prendere seriamente la tua missione e impegnarti al massimo per portarla a termine. »
    « E certo, prima la porto a termine e prima Voldemort si leva dai coglioni, e prima Voldemort si leva dai coglioni e prima io posso vivere una vita in pace e portarmi finalmente a letto Ginny. »
    « La Ginny di cui stai parlando è per caso mia sorella? » chiese Ron minaccioso estraendo una mazza da golf dal borsone che si portava sempre sulle spalle.
    « Ehm, certo che no! » si frettò a rispondere Harry « E’… è… è la sorella di tuo fratello Bill. »
    « Ah, ok » disse Ron sollevato e riponendo la mazza « Allora è un problema di Bill proteggere le virtù di sua sorella » e rise di gusto.
    « Ma Ron, se la Ginny di cui parla Harry è la sorella di Bill e Bill è tuo fratello, allora per la proprietà invariantiva è anche tua sorella. »
    « Eh? » chiese Ron mentre Harry malediva Hermione e le sue spiegazioni « Mi stai dicendo che Bill è mia sorella?! Ma allora Bill è una donna! Chissà se Fleur se ne è mai accorta! »
    « Ma no, che hai capito! » ricominciò Hermione, ma Harry la interruppe prontamente.
    « Ora basta con ‘sti discorsi, chi capisce bene, chi non capisce si arrangia! »
    « Cevto che a stave con voi non ci si annoia » disse Krum che per tutto il tempo aveva ascoltato i discorsi deliranti sgranocchiando pop-corn.
    Lasciato solo Krum, i tre si catapultarono come furie dentro il pub. Il pub era vuoto, fatta eccezione per Aberforth che, in piedi sul tavolo, con la camicia aperta e con una bottiglia di tequila in mano, ballava sulle note dei Village People, applaudito da una capretta estasiata.
    « Aberforth, spegni ‘sta roba, è importante! » gli urlò Harry afferrando la radio e gettandola fuori da una finestra.
    « Ehi, ti sembra il modo? » protestò Aberforth fermandosi a metà di una mossa danzante.
    « Dove hai cacciato il medaglione che ti ha venduto Mundungus? » gli chiese Harry. Aberforth lo fissò con sguardo interrogativo.
    « Mundungus ci ha detto di averti venduto un medaglione con sopra un serpente, un medaglione che tu avevi intenzione di regalare a Billie » spiegò Hermione.
    « Ah, quello! Ehi, mi state dicendo che quell’adorabile bambina bionda era Mundungus? Ecco perché imprecava peggio di uno scaricatore di porto! »
    « Lascia perdere le miracolose capacità del travestimento di Mundungus e concentrati sul medaglione! » lo riprese Harry.
    « Vediamo, chissà che fine avrà fatto… » disse Aberforth pensieroso « a Billie non piaceva, lo trovava troppo vistoso così alla fine le ho regalato un paio di pendenti d’oro e smeraldi » così dicendo indicò Billie che scosse graziosamente il capo per mettere in mostra gli orecchini che le penzolavano dalle orecchie.
    « Sono felice per Billie, anch’io ho sempre desiderato orecchini così » disse Harry con impazienza « Ma preferirei tu ricordassi una buona volta dove hai ficcato quel maledetto medaglione. »
    « Mhhh, vediamo… » Aberforth si strinse il mento in una mano e rimase dieci minuti pensieroso fissando il soffitto « Ah si, la sera stessa in cui regalai gli orecchini a Billie siamo andati a mangiare fuori al ristorante cinese, solo che al momento di pagare il conto mi sono reso che avevo lasciato a casa il portafogli. »
    « E allora? »
    « Allora ho pagato la cena con il medaglione » concluse Aberforth allargando le braccia.
    « Questo medaglione si sta rivelando sfuggente come un fantasma » sospirò Harry « Suvvia Mundungus, conducici a questo benedetto ristorante. »
    « Come vuoi Harry, ma ti avverto che di sicuro non è benedetto, non credo il prete ci abbia mai messo piede » lo mise in guardia Aberforth « Ma ti accompagno volentieri, al ristorante del signor Quan Ching fanno degli involtini primavera favolosi » continuò leccandosi i baffi e massaggiandosi lo stomaco « Datemi solo il tempo di correre al castello a prendere l’auto, è là che la tengo. »
    « Perché, a Hogwarts c’è un parcheggio? » chiese Harry.
    « Certo Harry » disse Hermione alzando gli occhi al cielo mentre Aberforth usciva di corsa dal pub « C’è scritto in storia di Hogwarts! Nel 1527, l’allora preside aveva in progetto di ampliare il castello aggiungendoci una zona commerciale. Quando però il preside morì per indigestione di ostriche l’idea venne accantonata, solo che ormai il parcheggio era stato costruito. Adesso lo usano per riporre le carrozze trainate dai Thestral, il carro armato di mastro Gazza e, a quanto pare, l’auto di Aberforth. »
    « Ah, e io che pensavo che tutte le carrozze vagassero per la foresta proibita come la mia vecchia auto! » esclamò Ron.
    Non appena Aberforth fece ritorno con la sua Porsche, il triumsvitato si strinse sul sedile posteriore ( Billie infatti, con indosso occhiali da sole e un foulard rosso intorno al capo, si era appropriata del sedile passeggero ) e partirono sgommando in direzione di Londra, dove il signor Quan Ching aveva il suo ristorante. Dopo nemmeno due metri però, investirono Krum che era rimasto in mezzo alla strada a riporre la tendina.
    « Grande Abe! » esultò Ron.
    « Oh no, abbiamo investito Krum! » gemette Hermione.
    « Chi, il pirla con il gonnellino rosa che è accampato lì da tre giorni? » chiese Aberforth facendo retromarcia e investendo nuovamente il povero bulgaro. Caricato in auto Krum ancora privo di sensi, il gruppetto riuscì infine a partire a tutta birra (ubriaconi).
    Mentre i nostri eroi sfrecciavano a tutta velocità, prendendo più multe di un pirata della strada, Draco pensava ad un piano per catturare Harry, erano giorni che non pensava ad altro, ormai se lo sognava perfino la notte. Del resto mi sembra giusto, nel sesto Harry era fissato in modo sconveniente con Draco, nel settimo i ruoli saranno invertiti.
    Draco camminava avanti e indietro nel suo ufficio in preda all’ansia e all’esasperazione. Fortunatamente c’era Pansy a dargli conforto morale. In quello stesso momento, infatti, la ragazza si stava dando lo smalto alle unghie.
    All’improvviso la ricetrasmittente di Draco cominciò a suonare. Stupiti che Draco abbia la ricetrasmittente? E lo credo bene, ne sono stupita pure io che ho scritto ‘sta roba. Il misterioso chiamante altri non era che Mangiamorte Beppe.
    « Pronto, Draco? »
    « Beppe, che minchia vuoi? » gli rispose sgarbatamente Draco, scocciato per essere stato interrotto dal suo ponderare.
    « Dracuzzo, non usare questo linguaggio da scaricatore di porto! » lo rimproverò veemente Pansy richiudendo la boccetta dello smalto « Che figura ci fa l’autrice se parli così, soprattutto dopo che tanti lettori le hanno fatto i complimenti per il linguaggio poco volgare! »
    « Dell’autrice e della sua reputazione me ne frega meno che zero! » sbottò Draco voltandosi dall’altra parte. E fu così inspiegabilmente il barattolo dei funghetti sott’aceto, posato sulla scrivania, si svitò da solo e si ribaltò, rovesciando tutto il suo contenuto sui pantaloni di Draco.
    « Oh no, come minimo sono diecimila galeoni di tintoria! » gemette Draco « Proprio sui miei preziosissimi calzoni di lamine d’oro! »
    « Senti Draco, non ti ho chiamato per sentirti parlare della tintoria e dei tuoi pantaloni d’oro » gli disse Beppe un po’ spazientito « Tra l’altro i pantaloni d’oro devono essere piuttosto duretti, mi domando come fai a starci comodo. »
    « Già, gli invidiosi dicono sempre così » ribatté Draco sedendosi sulla sua sedia e poggiando i piedi sulla scrivania « Allora, che hai di così importante da dirmi? »
    « Una delle nostre spie ha scoperto che Potter, proprio oggi, si troverà in posto ben preciso. E, dato che sei il responsabile della sua cattura, immagino ti piacerebbe saperlo. »
    « Cosa?! » esclamò incredulo Draco « E dove si troverà? Dimmelo, presto! »
    « No, prima mi devi cantare con accento austriaco la canzoncina della sveglia birichina. »
    Draco alzò gli occhi al cielo prima di cominciare a cantare con voce vagamente stonata. Finalmente soddisfatto Beppe rivelò a Draco che Harry si stava dirigendo in un famoso ristorante cinese di Londra. Draco fremette per l’emozione. Avvisato il mangiamorte che sarebbe giunto al quartier generale nel giro di pochi minuti, chiuse la conversazione e fece tre capriole per la gioia.
    « Yuppie! Ora che so dove si troverà Potter potrò tendergli un agguato e, una volta catturatolo, godermi gli onori e i complimenti del signore oscuro! »
    « Ma Drachetto, il signore oscuro si era raccomandato di trovare un modo per far si che Potter si facesse catturare, non un modo per catturare Potter » gli fece notare Pansy.
    « E che differenza c’è? »
    « Se ci pensi bene le due cose sono leggermente diverse. »
    « Si, ma non si può far tanto i pignoli in una fanfiction comica, lo dice anche la guida ai migliori ristoranti d’Italia. Questa è un’ottima occasione per catturare il pivello sfregiato, non posso lasciarmela sfuggire! » e così dicendo Draco indossò i suoi baffi finti, prese Pansy e insieme si diressero al quartier generale dei mangiamorte, dove Draco venne accolto con urla di giubilo e abbracci affettuosi, in particolar modo da sua madre.
    « Bene, sono stato informato dei movimenti di Potter. Ho già in mente un piano per catturarlo » disse allegro prendendo posto al tavolo rotondo.
    « Non bisognerebbe aspettare il ritorno del signore oscuro? » chiese apprensiva Narcissa « E’ andato con mangiamorte architetto e altri fedeli a supervisionare i lavori di costruzione della torre da cattivo. »
    « Madre, sono stato incaricato dal signore oscuro in persona di occuparmi di Potter proprio perché lui non ci dovesse perdere il suo tempo e i suoi neuroni, che senso avrebbe aspettarlo? »     « Beh, lui ti aveva incaricato di trovare un modo per far si che Potter si lasciasse catturare, non di un modo per catturalo » spiegò Narcissa « Visto che i tuoi progetti differiscono leggermente da ciò che ti è stato ordinato, non è meglio chiedere prima consiglio a lui? »
    Draco spostò lo sguardo da sua madre a Pansy « Vi siete messe d’accordo o siete entrambe pignole di natura? Non possiamo aspettare il ritorno di Tu-Sai-Chi, per quel tempo sarebbe troppo tardi. E non possiamo nemmeno chiamarlo mentre è impegnato in altro, lo irriterebbe parecchio essere interrotto. Ricordate cosa è accaduto quando Mangiamorte Pulzello lo ha disturbato durante la visione di Candy Candy? »
    Nel rammentare la propria punizione, Mangiamorte Pulzello prese a strillare dal terrore e corse a gettarsi sotto un treno.
Narcissa sospirò affranta « Come preferisci, ma mi sembra un’azione un po’ azzardata. »
    « Non devi preoccuparti, madre, sento che sarà un successo. E del resto chi dorme non pesca appigli. »
    « Si dice chi dorme non piglia pesci » lo corresse la madre.
    « Quello che è. Allora, Potter è partito da Hogsmeade alle prime luci dell’alba diretto al ristorante cinese del signore Quan Ching, situato a Londra » lesse Draco dall’appunto che era stato inviato da una delle loro spie « Bene, quanto dista Londra da Hogsmeade e quanto ci vuole per arrivarci? » chiese sfilandosi gli occhiali da miope.
    « Da Edimburgo a Londra ci sono 600 km » disse Logico esaminando la guida Michelin « Facciamo un po’ di più dal momento che Hogsmeade si trova più a nord… se vanno a centoventi all’ora ci impiegherebbero circa cinque ore, ma secondo il mio modesto parere ce ne metteranno di più, bisogna tener conto del traffico e degli imprevisti. »
    « Nessuno ti ha chiesto il tuo parere » sbottò Draco « Non possiamo fare troppo affidamento sugli imprevisti, meglio andar lì subito. Il piano sarà questo: una volta giunti al ristorante sopraffaremo il padrone e alcuni dipendenti per poi prenderne il posto, quando Potter arriverà gli offriremo del cibo al sonnifero, cosicché cadrà addormentato e al suo risveglio sarà nostro prigioniero! » concluse Draco ridendo come un malvagio.
    « Non posso crederci Draco » disse sua madre guardandolo con tanto d’occhi « Non concepisci più i piani balordi e assurdi che ideavi all’età di cinque anni. »
    « E lo credo bene, madre. »
    « Peccato, perché quelli erano di gran lunga migliori di questo. »
    Draco la ignorò « Bene, il posto dei camerieri e del padrone verrà preso da dei mangiamorte che Potter non conosce, per ovvi motivi; gli altri si nasconderanno con me pronti a saltar fuori al momento più opportuno. »
    « Noooo! » strillò Narcissa alzando le braccia al cielo « Tu non puoi andare! Metti che si avverino le previsioni di Logico e Potter arrivi all’ora di cena piuttosto che all’ora di pranzo! Sarebbe già calata la sera, non voglio che il mio bambino rimanga in giro di notte! » e così dicendo corse ad abbracciare stretto il suo pargolo, facendo sghignazzare tutti i presenti.
    « Madre, devo andare, altrimenti chi guida la spedizione? » chiese Draco esasperato mentre la madre gli accarezzava con enfasi i capelli.
    « Oh, non preoccuparti, a questo ci penserà la zia » disse Bellatrix emergendo dall’angolo buio dove era stata fino a quel momento.
    « Lo so dove vuoi andare a parare, mi vuoi fregare tutta la gloria! » l’aggredì Draco scrollandosi di dosso la madre.
    « Non parlare in questo modo a tua zia » lo rimproverò Narcissa. Poi si gettò ai piedi di Bellatrix baciandole la veste « Grazie Bella, è così gentile da parte tua farti avanti ed evitare così che il mio bimbo corra pericoli pericolosi. »
    « E’ un piacere per me, Narcissa » rise sadicamente Bellatrix « Bene » urlò poi rivolta ai mangiamorte « Tu, tu e tu, non vi ho mai visti in vita mia, ne deduco che nemmeno Potter vi conosca, vi occuperete di prendere le sembianze dei camerieri e del padrone del ristorante, invece Beppe e Joe il grassone staranno nascosti con me pronti ad intervenire. Forza muoviamoci! »e così dicendo tutti quanti presero i loro mantelli e uscirono dal nascondiglio, lasciando Draco profondamente scocciato e immusonito.
Bellatrix e il suo gruppo di Mangiamorte salirono velocemente le scale ed uscirono dalla metropolitana, qui rubarono un taxi e, messo Mangiamorte Beppe alla guida, si diressero verso il ristorante del signor Quan Ching.
    « Beppe, che diamine è ‘sto silenzio, metti su un po’ di musica! » lo rimproverò Bellatrix dandogli uno scappellotto. Beppe sbandò un attimo, tirando sotto un rappresentante Mondo Libro, poi mise su un disco con i maggiori successi di Topo Gigio.
    « Bellatrix, mai avrei creduto che volessi prendere il comando di una missione azzardata come questa » le disse stupito Joe il Grassone.
    « Hai ragione, ma vedi » gli disse Bellatrix con aria confidenziale « Se la missione va a buon fine mi prenderò gli elogi del signore oscuro, se invece dovesse fallire, beh, dopotutto l’ha ideata Draco » concluse ridendo sadicamente e stupidamente.
    Dopo aver sbagliato strada ad un incrocio e preso una multa per senso vietato, i mangiamorte arrivarono finalmente al ristorante.
    « Fuori tutti, il ristorante chiude! » urlò Bellatrix entrando senza tante cerimonie. Tutti i clienti interruppero i loro masticamenti e si voltarono a guardarla come se fosse una pazza furiosa. Il signor Quan Ching arrivò di corsa dalla cucina.
    « Signora, non urli in questo modo, se desidera mangiare possiamo trovare benissimo un tavolo per lei e i suoi amici » le disse adocchiando il resto di tizi vestiti strani che stavano entrando nel suo ristorante.
    « Come osi solo pensare che loro possano essere miei amici?! » strillò Bellatrix offesa « C’è differenza tra amici e colleghi di lavoro! »
    « Ma come » si intromise Beppe con le lacrime agli occhi « Io credevo fossi mia amica! Mi avevi detto che lo eri quella volta che ho lasciato a te il merito dell’uccisione di quella famiglia di babbani! »
    « Beppe, per favore, non ora che siamo in missione » lo rimproverò Bellatrix prima di rivolgersi nuovamente ai clienti « Ascoltatemi bene, marmaglia, questo ristorante da ora è chiuso, uscite in fretta se non volete che mi arrabbi! »
    « Uh, fate come dice » disse Joe il Grassone « Quando si arrabbia diventa veramente pericolosa! »
    « Senta signora, sta disturbando i miei clienti, le dispiacerebbe uscire e non farsi più vedere? » le disse Quan Ching contrariato spingendola verso la porta.
    In tutta risposta Bellatrix gli lanciò un avada kedavra e lo guardò cadere a terra con sguardo annoiato « Ragazzi, come da programma. »
Senza farselo ripetere i mangiamorte afferrarono il corpo senza vita del signor Quan Ching e, dopo aver avada kedavrizzato anche il cuoco e il cameriere, li rinchiusero tutti quanti nella cella frigorifera. Nel frattempo, con simpatiche minacce, Bellatrix aveva infine convinto i clienti ad abbandonare il ristorante una volta per tutte.
    « Bene, tu » disse poi rivolgendosi ad uno dei tre Mangiamorte che mai aveva visto prima, evidentemente erano un acquisto recente « Come ti chiami? »
    « Gruggio, signora. »
    « Che cazzo di nome è? »
    « Non so, me l’ha dato l’autrice. »
    « Beh, questo spiega molte cose. Ok Gruggio, tu impersonerai il signor Quan Ching, quando Potter e i suoi amici arriveranno farai in modo che si seggano a tavola e che ordinino qualche cosa. Tutto chiaro? »
    « Signorsì signora! » urlò Gruggio e corse via a prepararsi.
    « E uno, tu invece » continuò Bellatrix rivolgendosi al secondo mangiamorte « Chi sei? »
    « Cretino. »
    « Ho chiesto chi sei, non cosa sei, troglodita! » lo rimproverò dandogli un ceffone.
    « Cretino è il mio nome! » pianse il mangiamorte.
    « Ma Cretino è proprio un nome da cretini! Comunque sia, tu starai in cucina e preparerai da mangiare. »
    « Ma io non so cucinare! » pianse nuovamente cretino « E se dopo a Potter non piace quello che ho preparato e non ritorna più? Non so se riuscirei a sopportare simile insuccesso. »
    « Certo che il nome ti si addice proprio. Chi se ne importa se non sai cucinare, quel che importa è che tu riempia i piatti di qualche cosa di commestibile e soprattutto che il cibo sia pieno di sonnifero. E ora muoviti! » Cretino corse in cucina senza aggiungere altro. « Tu invece sei? » chiese poi rivolgendosi al terzo e ultimo mangiamorte sconosciuto.
    « Sputacchino. »
    « Lasciami indovinare, il nome te l’ha dato l’autrice? »
    « Già, era indecisa tra Sputacchio e Sputacchino, poi alla fine ha scelto quest’ultimo. »
    « Eh già, una scelta ardua. Sputacchino tu darai una mano a Cretino che, detto tra noi, oltre a parlare e a comportarsi come un cretino, mi sembra sia proprio un cretino. »
    Quando anche Sputacchino fu sparito in cucina Bellatrix si rivolse agli altri due compagni, che ora stavano facendo i pirla con le bacchette per mangiare « Beppe, Joe, piantatela di far finta di tirare di scherma con quei pezzi di legno! Voi ed io ci nasconderemo sotto questi tavoli e staremo pronti ad intervenire se le cose dovessero mettersi male. »
    « Uh, spero che Potter impieghi poco ad arrivare e che non si avverino le previsioni di Logico » disse Joe il grassone .
Sfortunatamente per Joe, ma anche per gli altri mangiamorte che desideravano sbrigarsi in fretta per poi tornare a casa a vedere la finale di curling, Logico non ha questo nome per caso e ci aveva beccato in pieno con le sue previsioni.
    Harry e i suoi compari infatti, dopo essere partiti alle prime luci dell’alba, erano rimasti fermi sette ore in fila in autostrada, avevano bucato una ruota dalle parti di Birmingham, poi in un autogrill avevano dovuto aspettare che Krum si occupasse dei suoi doveri di cavaliere Sailor e facesse il bene del mondo, ovvero martoriare di botte l’insegnante di analisi di Dorothea.
    Giunti infine a Londra Aberforth fece quattro volte il giro del palazzo dove era situato il ristorante prima di ammettere che non c’era posto dove parcheggiare.
    « Per la miseria » imprecò Aberforth accostando davanti all’ingresso « Voi andate, io e Billie vi aspettiamo qui con il motore acceso. »
    Detto fatto Harry, Ron, Hermione e Krum entrarono nel ristorante cinese. All’interno vennero subito accolti da un uomo sorridente tutto servizievole.
    « Benvenuti, benvenuti. » disse prendendoli per le maniche e trascinandoli verso un tavolo.
    « Lei è il signor Quan Ching? » gli chiese Harry.
    « Si, essele io, essele io » rispose l’uomo distrattamente spingendo Hermione su una sedia e ficcandogli in mano un menù « Cosa voi volete? Involtino cinese? » chiese spingendo anche Ron ed Harry a sedere.
    « Non siamo qui per cenare » disse Harry togliendosi il tovagliolo che Quan Ching gli stava infilando nel colletto « Siamo degli amici di Aberforth, vorremo solo indietro il medaglione che lui vi ha dato l’anno scorso. »
    « Mangiale, mangiale » ripeté l’uomo non prestando attenzione a Harry e fece bene, perché Harry è sbadato e gliela restituirebbe tutta rovinata.
    « Ehi Harry » Ron gli diede una gomitata e gli mostrò il menù « Che ne dici di questo riso alla cantonese? Sembra buono. »
    « Ron, non ti ci mettere pure tu, per diana! Non siamo qui per mangiare » rispose stizzito Harry prima di rivolgersi nuovamente al signor Quan Ching « Non vogliamo mangiare, magari un’altra volta, ci interessa solamente quel medaglione! »
    « Plima mangiale, poi io pallale » disse Quan Ching con fare categorico « Io poltale voi liso cantonese, si? »
    « Pevché voi non avere occhi a mandovla? » chiese Krum aggrottando la fronte.
    « Eh… io essele cinese solo pel moda, in lealtà sono figlio di pescatoli nolvegesi » spiegò velocemente prima di sparire dietro ad una porta che con ogni probabilità portava alla cucina.     I quattro, rimasti soli, si scambiarono delle occhiate dubbiose.
    « Accidenti, ci tocca perfino mangiare, volevo sbrigarmela in pochi minuti e invece! » si lamentò Harry.
    « Spera piuttosto che abbia ancora lui il medaglione e che non se ne sia sbarazzato » gli disse Hermione « Piuttosto, non vi sembra strano che non ci sia nessuno oltre a noi? »
    Tutti quanti diedero un’occhiata alla stanza guardando i tavoli miseramente vuoti.
    « Mmh, questo non va a favore della qualità del cibo » disse Ron « Però vorrei lo stesso provare il gelato fritto. Chissà come fanno a farlo! Secondo voi mettono direttamente il gelato nella friggitrice o semplicemente bussano al congelatore presentandosi come la polizia e dichiarandolo in arresto? »
    In quella la porta si aprì con uno scampanellio e Cho Chang entrò nel ristorante « Quan sono arrivata, scusami per il ritardo! »
    « Ehi, ma quella è Cho Chang! » esclamò Ron.
    « Cho, che ci fai qui? » le chiese Hermione.
    « Ehi ragazzi, che piacere vedervi » sorrise Cho avanzando verso di loro « Che sorpresa trovarvi qui a cenare nel ristorante dello zio. »
    « Il signor Quan Ching è tuo zio? » le chiese sorpreso Harry.
    « Già, è il marito della sorella del figlio di mio nonno paterno. Vengo a dargli una mano con il ristorante il sabato sera, sapete com’è, è sempre pieno di gente. »
    « Oggi non sembra » commentò Ron.
    Cho si guardò intorno « Accipicchia, è così deserto che sembra il Sahara » esclamò adocchiando i cammelli legati nel guardaroba e la sabbia sparsa sul pavimento.
    In quella il signor Quan Ching fece ritorno dalla cucina reggendo quatto ciotole pieno di riso « Ecco qui, Quan Ching vi avele poltato liso cantonese! »
    « Ehi, ma questo non il signor Quan Ching! » esclamò Cho « Conosco bene mio zio e, a meno che non si sia fatto una plastica, questo non è lui. »
    « Che cosa?! » urlò Hermione alzandosi all’improvviso ed estraendo la bacchetta dalle vesti « Chi siete allora? Perché ci avete mentito? »
    Il falso signor Quan Ching li fissò senza sapere che dire. Harry, Ron e Krum si alzarono a loro volta.
    « Questa situazione non mi piace » disse Harry « Chi siete voi? E che ne avete fatto del Quan Ching vero? »
    « Adesso basta! » esclamò il finto Quan Ching gettando a terra il riso « Arrenditi Harry Potter, sei circondato! Uh, che bellezza ho sempre desiderato dire una cosa ad effetto come questa » mentre Gruggio si compiaceva per la sua uscita, da sotto i tavoli saltarono fuori Bellatrix, Joe e Beppe che, afferrate un paio di spade cinesi che stavano appese come decorazioni ai muri, circondarono Harry, Ron, Hermione, Krum e Cho.
    « Oh no, era una trappola! » gemette Hermione.
    « E non solo, tutto il riso è andato sprecato » si rammaricò Ron.
    Harry guardò con apprensione le spade in mano ai mangiamorte « Sentite, cerchiamo di risolvere la faccenda in modo razionale ed evitiamo inutili spargimenti di sangue. »
    « Chi dice che sono inutili? » chiese Bellatrix malignamente.
    « Sai » sussurrò Ron ad Harry « Contro una logica così ferrea è difficile controbattere.
    All’improvviso, con una prontezza degna di nota, Hermione agitò la bacchetta e gettò uno stupeficium a un mangiamorte, approfittando del momento di confusione Harry ne mise fuori un altro gettandogli in testa la tovaglia, mentre Ron tramortì Bellatrix con una mossa di Kung Fu che aveva imparato non so dove. Krum invece diede un calcio a un tavolo e lo fece volare via, così tanto per fare qualche cosa.
    « Presto Harry fuggiamo! » urlò Hermione tirandolo verso la porta d’ingresso.
    « Mai se prima non abbiamo trovato il medaglione! » ribatté Harry.
    « Oh Harry, hai ragione » ammise Hermione « Forza, sbrighiamoci » ed evitando Beppe che girava alla cieca con la tovaglia sulla faccia, varcarono una porta che dava su un lungo corridoio.     « Da quella parte c’è la cucina, dalla quale si può raggiungere la cella frigorifera e l’ufficio dello zio, mentre in fondo al corridoio ci sono i bagni » spiegò loro Cho.
    « Guardiamo nell’ufficio » disse Harry e spinse la porta che dava alla cucina. Qui trovarono due mangiamorte che discutevano su come si lavassero le padelle.
    « Accidenti, ce ne sono altri qui! » imprecò Harry alla vista di Sputacchino e Cretino.
    « Ehi, ma quello è Potter! » urlò Sputacchino « Prendiamolo, presto! »
    « Lo tvattengo io, tu cevcave quello che devi cecvave! » si offerse Krum estraendo la propria bacchetta. Senza farselo ridire Harry afferrò Cho e la trascinò con se verso lo studio di Quan Ching « Cho viene a darmi una mano, dato che sa vita morte e miracoli di suo zio, voi due date man forte a Krum! » ordinò a Ron e Hermione.
    Una volta entrati nello studio dello zio di Cho Harry cominciò a buttare tutto all’aria nel tentativo di trovare il medaglione di Serpeverde. Fortunatamente Cho sapeva dove si trovavano tutti i nascondigli segreti, sfortunatamente però nessuno di essi era stato usato per nascondere il medaglione.
    Nel frattempo gli altri tre combattevano cruentamente contro i Mangiamorte rimasti, Krum era impegnato in uno scontro all’ultimo respiro contro Cretino, mentre Ron ed Hermione se la vedevano con Sputacchino, che era più bravo del previsto e maneggiava lame e coltelli con perizia micidiale tramite l’utilizzo di una sola mano, mentre nell’altra reggeva la bacchetta con la quale lanciava maledizioni a raffica. Sopraffatti dall’abilità del loro avversario, i due furono costretti ad indietreggiare, finché non cercarono fuga attraverso una porta in metallo a fianco del fornello. Si accorsero troppo tardi che quella era la porta della cella frigorifera.
    « Ah ah, broccoli, buon congelamento! » rise malignamente Sputacchino chiudendoli dentro.
    « Oh no, è la cella frigorifera! » gemette Hermione « Moriremo congelati! »
    « Non ci resta altro che scaldarci a vicenda » disse Ron cercando subito di sfruttare la situazione.
    « Facciamo un po’ di luce, non si vede nulla » così dicendo Hermione accese la sua bacchetta e cominciò a scrutare il fondo della cella.
    « Aaaah! » strillò Hermione quando il fascio di luce cadde sopra un uomo evidentemente morto.
    « Che c’è, che succede? » si allarmò Ron.
    « C’è un uomo congelato! » pianse Hermione rifugiandosi tra le braccia del ragazzo.
    « Ehi, anch’io lo voglio il gelato! »
    « No, non nel senso che mangia un gelato, ma che è morto congelato! E non solo, ce ne sono anche altri due nelle stesse condizioni! »
    « Bleah, cadaveri pieni di microbi! » urlò schifato Ron « Usciamo di qui prima di prenderci qualche malattia! »
    « E’ proprio questo il problema Ron, uscire da qui » gli ricordò Hermione « Un momento » aggiunse notando un brillio proveniente dal cadavere di uno dei tre uomini. Si avvicino con circospezione alzando la bacchetta per fare più luce « Ehi, ha al collo il medaglione! »
    « Uh, che culo, possiamo vantarci di aver trovato il medaglione poco prima di esser morti di freddo. »
    « Cerchiamo di prenderlo » Hermione allungò esitante una mano, ma la ritirò quasi subito « Ehm, mi fa un po’ schifo, potresti prenderlo tu Ron? »
    « Bleah, no! » protestò Ron « Aspetta, proviamo a sfilarlo con la bacchetta. »
    Ron prese la sua bacchetta e la infilò tra la catena e il collo del cadavere, poi cercò di sfilare il medaglione facendolo passare dalla testa.
    « Piano piano Ron… piega di più la bacchetta se no ti si sfila… attento attento, con calma… »
    « Accidenti Hermione puoi tacere un attimo? » sbraitò Ron spazientito « Mi deconcentri! Comunque mi sa che era meglio se lo facevamo passare dai piedi… » così dicendo Ron diede un forte strattone e la catena del medaglione segò di netto il collo del povero Quan Ching, mandandone la testa a rotolare sul pavimento del frigorifero.
    « Aah, che schifo! » urlarono saltellando da una parte e dall’altra nel tentativo di evitare la testa rotolante.
    In quella la porta della cella frigorifera venne fatta saltare in aria da Krum armato di candelotto di dinamite « Voi stave bene, si? » chiese prima di accorgersi della testa che ancora rotolava lentamente « Uhm, di sicuvo “bene” non si addicere a lui. »
    « Oh, grazie Victor » sospirò Hermione « Che ne hai fatto dei due mangiamorte? »
    « Pvimo esseve pvopvio un cvetino ed essevsi inciampato nei suoi piedi e aveve sbattuto testa su lavandino » disse indicando il corpo privo di sensi di Cretino « L’altvo eva un osso duro, ma io aveve fatto mossa segveta dei cavalieri sailor e lui stvamazzato dalle risate. Così io potuto colpive lui con padella » concluse mostrando una padella tutta contorta.
    « Bene, raggiungiamo Harry e andiamocene. »
    Fecero il loro ingresso nell’ufficio di Quan Ching dove trovarono Harry che, in preda alla rabbia, prendeva a calci una cassettiera « Porca di quella miseria! Dove diavolo è finito quel maledetto medaglione?! »
    « Calmati Harry, lo abbiamo trovato eccolo! » disse allegro Ron allungando la bacchetta alla quale era ancora appeso il medaglione.
    « Grande Ron! » e così dicendo afferrò il medaglione e cominciò a sbaciucchiarlo dalla gioia.
    « Ehm, forse dovresti sapere che si trovava al collo di un cadavere » lo informò Hermione. Harry corse a vomitare nella pentola più grossa della cucina.
    « Cadavere? » chiese Cho con voce tremante.
    « Si, nella cella frigorifera » le spiegò Hermione.
    Cho corse alla cella frigorifera e, dopo averci dato un’occhiata all’interno, urlò di disperazione « Ah! Il mio povero zio! Maledetti, non vi è bastato portarmi via Cedric! Harry » aggiunse voltandosi verso di lui con rabbia « Voglio la mia vendetta! Voglio venire con te a sconfiggere Tu-Sai-Chi e il suo regno di terrore. »
    Harry fece spallucce « Come vuoi, è un po’ l’hobby di tutti ultimamente. »
    Arruolata anche Cho, il gruppetto decise infine di fuggire, ma una volta tornati al corridoio, dei rumori fecero loro capire che Bellatrix e gli altri tre mangiamorte stavano ritrovando i sensi.
    « Accidenti e ora come scappiamo? C’è la finestra nel bagno? » chiese Ron a Cho.
    « No, l’abbiamo murata dopo che i clienti hanno preso l’abitudine di uscire di lì per non pagare il conto. »
    Nel frattempo, in sala da pranzo, Bellatrix imprecava a più non posso « Idioti, soprattutto tu che sei lì che giri con una tovaglia in testa! » urlò.
    Joe si alzò e tolse la tovaglia dalla faccia di Beppe.
    « Oh, che tu sia lodato Joe! » lo ringraziò Beppe « Credevo di essere rimasto cieco per il resto della mia vita! »
    « Crucio! » lo punì Bellatrix « E ora troviamo quei ragazzini malefici » così dicendo i quattro mangiamorte varcarono le porte e si trovarono di fronte Harry e i suoi amici che ancora erano in corridoio.
    « Arrenditi Potter! » urlò Gruggio.
    « Mai e poi mai! » rispose Harry, consapevole però che le cose si stavano mettendo male per loro, si trovavano letteralmente con le spalle al muro e non c’era nessuna via di fuga evidente, a meno che non accadesse il miracolo. E il miracolo arrivò, sotto forma di Aberforth che arrivò alle spalle dei mangiamorte colpendoli alla testa con un badile.
    « Mi sembrava ci fosse qualche cosa che non andava, non tornavate più » disse Aberforth gettando il badile « Ormai ho alzato notevolmente il livello di smog di Londra a star fuori con il motore acceso. Fortuna che porto sempre con me il badile, non si sa mai chi puoi investire e aver poi bisogno di seppellire. »
    « E l’auto dove l’hai lasciata? » chiese Harry sollevato nel vederlo.
    « Billie sta continuando a fare il giro del palazzo. »
    « Perché, Billie sa guidare? » chiese stupito Ron.
    « No, ma questo non le impedisce di farlo » spiegò Aberforth con un’alzata di spalle.
    « Andiamo forza » li incitò Hermione « Mi sembra che ora stiano ritrovando i sensi i mangiamorte di là in cucina. »
    I sei corsero fuori dal locale e saltarono nell’auto. Erano a malapena saliti tutti quando Billie partì con una sgommata. Pochi istanti dopo i mangiamorte uscirono a loro volta e, rubato un ape da un tizio di passaggio, si diedero al loro inseguimento.
    « Ci inseguono » gemette (per l'ennesima volta) Hermione.
    « Bisogna seminarli! » disse Harry.
    « Andiamo in campagna allora! » disse Ron.
    « Non dire fesserie, Ron » lo rimproverò Harry « Quello che ci serve è del tonno in scatola! »
    « Harry, sei pazzo?» gli chiese Hermione.
    « Non discutere Hermione e dammi il tonno in scatola. »
    Basita Hermione aprì il suo zaino e allungò la scatoletta di tonno ad Harry. Harry la prese, ne tolse il coperchio di metallo e lo gettò sulla strada. I mangiamorte lo presero in pieno e forarono una gomma, la quale scoppiando li fece letteralmente volare nel Tamigi.
    « E vai! » esultò Harry « Visto Hermione, te l’avevo detto che il tonno in scatola ci avrebbe salvato la vita. »
    « Se è per questo sarebbero bastati un paio di chiodi » disse Hermione. In quella un urlo di Aberforth li fece sobbalzare.
    « No, Billie, a destra a destra! » le urlava Aberforth cercando di prenderle il volante « La destra è quella con cui si scrive! Ops, dimenticavo che sei mancina » gemette quando Billie puntò l’auto contro un muro dalla consistenza robusta.
    Ad ogni modo i nostri eroi riuscirono a fermarsi.
    Finendoci contro.

***

E con grande colpo di scena si apprende che Dorothea non era morta, né era stata rapita dagli alieni (ma almeno in questo caso avrei avuto una giustificazione -__- )

Come molti sanno la causa principale di questo ritardo (e “ritardo” è riduttivo ) è il crash che ha colpito il mio disco rigido il novembre scorso ( dopo il quale la voglia di scrivere un capitolo che già si era scritto era al minimo storico ), poi come se non bastasse la trama ha avuto la bella pensata di incagliarsi e ho dovuto sbrogliare pure lei. Senza contare che non posso dedicare ventiquattr’ore al giorno alla scrittura (magari).

Non so quante persone siano rimaste a seguire questa fanfiction e soprattutto quanto interesse possa ancora suscitare ora che il vero settimo libro è stato pubblicato anche in italiano, ma continuerò imperterrita a postarla fino all’ultimo capitolo ^^ ( non vi liberete di me così facilmente XD ) Magari non proprio a velocità degna di nota… ma spero comunque di non raggiungere più simili picchi di ritardo ( anche perché se posto capitoli alla velocità di sei mesi l’uno finisco per rimanere qui per l’eternità O__o )

Tanto per ripagarvi della lunga attesa vi lascerò qualche indiscrezione sul futuro… non solo ci sarà un finale ( e nel mondo delle fanfiction un finale assicurato non è cosa da poco ), ma ci saranno ben tre finali! Così se non dovesse piacervene uno potete sempre sceglierne un altro. Ovviamente saranno uno più idiota dell’altro! Ma prima di pensare al finale forse è meglio preoccuparsi dei capitoli intermedi… ma prima ancora meglio pensare alle anime pie (?) che sono state così gentili da recensire il capitolo scorso: ovvero Anakina, Sara, Nikoletta, Tonksgiuly, Giuly Potter, LyraPotter, Elena e Yavanna92; vi ringrazio tutti con immenso affetto! E un grosso grazie anche a tutti i lettori!

Come se non lo sapeste già tutti i personaggi, nomi e luoghi appartengono a J.K.Rowling, a parte il Milan, gli Aerosmith, Topo Gigio, il rappresentante Mondo Libro, i Village People e una manciata di mangiamorte dai nomi scemi. Non riesco a trovare mangiamorte, oltre a Bellatrix, Piton, Draco e Codaliscia, che non siano stati imprigionati alla fine del quinto o del sesto libro (fatta eccezione per i Carrow e Greyback che non ricordo e non ho mai voglia di controllare ), quindi mi vedo costretta a coniarne di nuovi.
La battuta dell’uomo congelato appartiene a mia madre, anche se normalmente non fa battute del genere ( anche perché non fa proprio battute di partenza ).

Lo so che sarà dura farmi il favore di una recensione dopo questo ignobile ritardo, ma cercate lo stesso di lasciare qualche commento, eh? ^__^ Le recensioni fortificano l’ego dell’autore, che poi si monta la testa e crede di essere chissà chi, finendo per sopravvalutarsi e sopravvalutare il suo lavoro, che ne risentirà inevitabilmente perdendo tutta la sua bellezza. Mmmh, mi sa che quest’ultima cosa non dovevo scriverla XD


   
 
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