Anime & Manga > Black Lagoon
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Autore: 365feelings    26/12/2013    3 recensioni
Storie di una pistolera e di un colletto bianco.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Revy, Rock
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Autrice: kuma_cla
Personaggi: Rock, Revy 
Rating: verde
Genere: introspettivo, malinconico
Avvertimenti: flash fic, missing moment
Note: ambientata non so quando, probabilmente prima del Giappone, ma volendo anche dopo. Un momento vuoto e la pioggia (piove anche a Roanapur, vero?) e un rapporto che mi piace un sacco. Senza aggiungere nulla ai trascorsi di Revy, ho pensato che qualcosa dell'incarico che ha accettato o non so che altro, l'abbia resa di cattivo umore, quel cattivo umore in cui è più pericolosa del solito. Rock non chiede e lei non dice, lui non osa e accetta di essere un codardo, mentre a Revy va bene anche così (perché non sono in molti quello che le sono stati accanto). Ho il terrore di essere andata OOC, ditemelo se è così, ve ne prego.




Non piove spesso a Roanapur, ma quando accade sembra che il cielo voglia pulire la terra.
L'acqua scroscia ininterrotta per qualche ora, annunciata da tuoni lontani e dal vento che inizia a sibilare tra le vie, portando con sé nuvole nere e lampi; giù al porto tira aria di tempesta, dicono i vecchi marinai e per quel giorno il mare, che ancora riposa placido sotto i raggi del sole, non viene solcato.
La pioggia si riversa all'improvviso, in uno scoppio fragoroso, e lava tutto: la sporcizia, il sangue. O ci prova. Perché non ci riesce.
Pian piano che l'acqua scende, quasi a secchiate, si formano rivoli scuri che seguono le pendenze degli asfalti e dei cementi, i tombini si rivelano inutili e le fogne iniziano ad allagarsi.
Alla fine, quando smette, Roanapur non è più pulita di prima. 

Revy rientra che fuori ancora piove. Quando apre il portone, il vento si incunea nel corridoio e fa tremare la porta dell'appartamento allo stesso modo di come scuote le foglie delle palme. Avrà fatto entrare molta acqua, pensa distrattamente Rock, e non appena la vede varcare la porta di ingresso (l'impermeabile che gocciola ovunque e gli stivali sporchi di fango) il problema passa in secondo piano. Ma ormai la conosce abbastanza da trattenersi dal riprenderla; sotto il cappuccio e tra una ciocca e l'altra di capelli, ha colto il suo sguardo e vi ha letto furia omicida. Un po' di tempo prima avrebbe avuto la pessima idea di dirle qualcosa a riguardo del suo girare per casa in quello stato o, ancora peggio, avrebbe chiesto se andava tutto bene (e molto probabilmente, anzi, sicuramente, si sarebbe ritrovato con la canna di una pistola puntata alla testa). Adesso resta in silenzio, affacciato dalla porta della sua camera: Revy non lo degna di un'occhiata e va in bagno, ma è certo che lo abbia visto.
Ormai è diventata una sorta di abitudine, assicurarsi che rincasi da uno dei lavori in solitaria che la donna di tanto in tanto accetta, quando la Black Lagoon ritorna in porto e ci resta per qualche giorno o qualche settimana. Immagina sia per occupare il tempo, forse per non perdere la mano (anche se dubita che Revy possa perdere il tocco per un po' di riposo) o per avvertire il brivido della caccia, l'eccitazione e l'adrenalina che il loro appartamento di certo non regala. Di tanto in tanto la pistolera esce e Rock, che di rado sceglie di occupare il tempo in quel modo, aspetta che ritorni, senza mai che l'attesa appesantisca le sue giornate e ostacoli i suoi programmi. Revy non sembra seccata di quello sguardo che si posa su di lei quando apre la porta dell'appartamento, sembra che non se ne curi, ma l'uomo sa, che nel profondo, un po' ci tiene, qualsiasi sia l'umore del momento.
Anche adesso, la guarda sparire in bagno e, certo che vada tutto bene (per quanto bene le cose possano andare a Roanapur), ritorna alle sue occupazioni, quelle che ha lasciato da parte quando l'ha sentita arrivare.

Revy si lascia cadere accanto a lui, per niente interessata alle buone maniere o alla femminilità; se non avesse ancora quello sguardo omicida che le ha visto nel salotto, azzarderebbe ad una battuta a riguardo. Invece sta zitto, certo che Bennie, chiuso nella sua camera tra computer e altre diavolerie, non verrebbe a salvarlo. 
Continua a leggere alcuni giornali, tutti gli arretrati accumulati durante gli incarichi con la Black Lagoon. Revy al suo fianco sta in silenzio, la schiena appoggiata al muro e le gambe divaricate, lo sguardo perso da qualche parte; non cerca attenzioni, non ne dà.
Senza staccare gli occhi dall'articolo (ennesimo colpo di stato in qualche paese africano) le passa la birra che stava bevendo; lei la accetta e non commenta, limitandosi a bere lunghe sorsate.
Sono un duo fuori dagli schemi, a vedersi per nulla affiato: sono capitati insieme per caso, quasi per sbaglio, e nonostante l'inizio poco promettente si sono scoperti stranamente in sintonia.
Rock gira una pagina del giornale e nel farlo si concede un'occhiata a Revy, per vedere come è presa: a volte torna su di giri, altre volte incazzata e poi ci sono quei giorni in cui è meglio non fare domande, in cui non è certo del luogo in cui lei si trovi (se lì con lui o tra i ricordi o dove altro).
Ha i capelli ancora bagnati (si prenderà il raffreddore) e sotto la canottiera non porta il reggiseno (il pensiero lo turba, nonostante tutto non si dimentica che è una donna), lo sguardo guarda fuori dalla finestra e forse nemmeno vede la pioggia che picchietta contro il vetro, forse nemmeno sente l'acqua che scroscia sul tetto e sulla strada. È uno di quei giorni, considera Rock, è uno di quei giorni in cui non importa cosa faccia, perché tanto sa di non poterla raggiungere lì dov'è con la mente. Ci sono cose che non sa, angoli bui e brutti ricordi che Revy non ha condiviso e forse è meglio così, riflette. È davvero sicuro di voler immergersi nel fango del suo passato? Qualsiasi cosa le sia accaduta prima di conoscerla, non è certo di poterla sopportare. È un codardo, magari è per questo che Revy tace — un codardo che però ora le siede accanto.
Passano il resto della giornata a guardare (o a non guardare) le chiome delle palme piegarsi sotto la frusta del vento e Roanapur che si lascia lavare, solo per insozzarsi ancora di più.
Tutto sommato va bene così.

   
 
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