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Autore: Li_fe    26/12/2013    4 recensioni
Lei: Sharon. Ragazza bellissima. Ha un carattere molto forte, ma non è insensibile, sa essere dolce, ma solo con le persone che meritano. Non è una ragazza che si basa sulle apparenze, va oltre, quasi sempre. Non si fa mettere i piedi in testa da nessuno. Delle volte è lunatica, ma quando prende una decisione difficilmente torna indietro o cambia idea.
Lui: Christian. Il figo della scuola. Bello e dannato. Stronzo. Per lui le donne sono giocattoli. Una vale l’altra. Inquadra subito le persone, e sbaglia quasi sempre. E’ un ragazzo superficiale: si basa sulla forma e non sulla sostanza.
Cosa hanno in comune questi due? Niente. Cosa li lega? L’odio reciproco!
Vanno nella stessa scuola: Ragioneria. Si trovano all’ultimo anno, ma in classi differenti. Per fortuna.
Hanno la stessa comitiva di amici, ma non si parlano quasi mai, se non per punzecchiarsi.
Quest’atteggiamento va avanti da quasi 5 anni, precisamente dalla prima superiore, ma le cose cambieranno… L’attrazione fisica cambierà il loro ‘rapporto’.
E, con il tempo, in cosa si trasformerà la loro attrazione fisica? Resterà tale? O scemerà? O diventerà qualcosa di più travolgente, qualcosa di più importante: Si trasformerà in amore?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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L'odio è amore contro l'amore.



 

Vengo svegliata, brutalmente, dalla sveglia che mi avverte che è ora di alzarsi: 07:00.
Mi metto seduta sul letto e ripenso alla serata di ieri. A quello che è successo. Al contatto che ho avuto con Christian, e al suo tono di voce subito dopo. Allo sguardo di Lorenzo.
Troppe cose. Troppe cose in una sola sera. In pochissime ore.
Io e Christian non abbiamo mai avuto un contatto fisico. Mai. E mai avrei pensato di averlo. Insomma, mi ha destabilizzato. Da una parte credo sia normale: è una persona che odio, che non ho mai conosciuto davvero, non ho mai avuto dei rapporti stretti, e poi, improvvisamente, anche se per un motivo futile,  mi ritrovo tra le sue braccia. E’.. strano e illogico. Dall’altra parte, invece, ci sono le mie sensazioni. Positive e negative.
Decido di non pensarci troppo, e inizio a vestirmi: jeans a cavallo basso, una canotta bianca, e una camicia a quadri.
Dopo cinque minuti mi trovo al piano di sotto, da sola. I miei, purtroppo, iniziano presto la giornata.
Prendo borsa, giubbinetto e chiavi.
 
Inizia una nuova giornata.
 
Quando sono davanti al cancello della scuola sono le 08:00. Arrivo sempre in anticipo a scuola, non so perché, è diventata un’abitudine. Non pensate che sia una secchiona. Non lo sono. A scuola faccio il minimo indispensabile per andare avanti.  Ludovica, invece, è la solita ritardataria ed è lei una secchiona!
 
 
Inizio a salire le poche scale che mi dividono dall’edificio. Quando alzo lo sguardo, noto che, appoggiati al muro, ci sono Christian e Lorenzo che fumano. Non si sono accorti di me, non ancora, fortunatamente.
Ma visto che io con la fortuna non vado d’accordo, appena metto piede sull’ultimo scalino, si voltano verso di me.
Mi sento stranamente agitata, irrequieta.
Mantieni la calma. Sono solo Christian e Lorenzo. Nessuno di importante.
Certo.
Cerco di camminare nel modo più naturale possibile, e credo di risultare abbastanza normale, se solo non fosse che ho gli occhi puntati al pavimento.
Da quando abbassi lo sguardo?
E vaffanculo!
Quando decido di alzare gli occhi, me ne trovo altri due davanti.
Matteo.
Tutte oggi devono succedere!
“Buongiorno, Sharon.”
“Ciao, Matteo” Rispondo tranquillamente. Non c’è imbarazzo, almeno da parte mia. Certo è strano non avere più il rapporto di prima, ma mi sembra anche normale, visto che non siamo più una ‘coppia’.
Sento due paia di occhi che mi osservano. Stranamente, so già a chi appartengono.
“Devo andare.” Dico tranquilla. Trovo inutile tutta questa situazione.
“Certo. Ciao.”
Prendo un respiro profondo ed entro in quella gabbia di matti.
Essendo presto decido di posare la borsa in classe, e andarmi a fumare una sigaretta fuori, fregandomene di quei due.
A testa alta. Sempre.
Giusto.
Sfilo una sigaretta dal pacchetto, e la incastro tra le labbra, contemporaneamente apro la porta per uscire fuori. Faccio un passo, e non di più. Qualcuno, urlando, mi viene a finire addosso, e io, inevitabilmente, cado con il sedere per terra.
“Cristo santo!” Impreco urlando come una pazza.
Una giornata di merda.
“Sharon, ma che ci fai per terra? Ti devo dare una notizia bellissima! Ma che dico? Stupenda. Una notizia stupenda!” Stamattina Ludovica non sta bene. Per niente.
“Ma che cazzo hai?! Mi hai fatto cadere tu! E aiutami!”
Ludovica sembra confusa, anzi sembra avere la testa da un’altra parte, poi come se si fosse risvegliata, mi aita ad alzarmi.
Mi tocco il sedere, fa un male cane!
 
“Che hai da urlare come una pazza?!”
“AH, non puoi immaginare. Non puoi proprio! E’ una cosa incredibile! Irripetibile, eccezionale!”
Ma perché?! Perché ho un’amica così cretina?
“Se me lo dici magari lo so anch’io!” Rispondo nervosa.
“Te lo dico subito, ma mantieniti forte, mi raccomando!”
“Parla.”
“Siamo state invitate ad una festa. Alla festa. La festa di Giulio. Quest’anno ha deciso di affittare una casa. Una grande casa. Precisamente ‘Casa Fun’*. Ma ti rendi conto?! Noi. Noi siamo state invitate! Non ci credo!”
“Ah.” Bella risposta, no?
Spieghiamo un po’ di cose:
1. “Casa Fun” è una casa grandissima. La prima regola, in quella casa, è divertirsi, per questo è chiamata in quel modo. Di solito viene sempre affittata per delle grandi feste, come in questo caso.
2. Giulio, l’organizzatore della festa, è il ragazzo che piace a Ludovica, nonché rappresentante d’Istituto. Ogni anno , prima di natale, organizza sempre qualcosa, precisamente feste che, a detta di tutti, sono stratosferiche.
3. Io e Ludovica non siamo state mai invitate, il motivo è sconosciuto ad entrambe. A me non è mai importato, a Ludovica, invece, molto. E mi sembra anche normale: è il ragazzo che le piace.
 
“E questa è la tua risposta?” mi domanda Ludovica delusa.
“Sinceramente Ludo: non mi interessa. Non mi è mai interessato. Non capisco perché gli altri anni non ci abbia mai invitate mentre adesso si. Per quale motivo?
Non ci vado. La vedo una presa per il culo. Cosa è cambiato dagli altri anni?”
Mi dispiace smontarle tutto. E’ il mio carattere. Non posso farci nulla. Capisco che per lei è una cosa importante, una cosa bella….ma mi sembra strano.
“Il motivo preciso per cui ci ha invitate non lo so, mi hanno detto solo che, persone vicine a Giulio, hanno saputo di quello che è successo ieri e hanno riferito tutto a lui.”
“Sanno quello che è successo ieri?! Ma com’ è possibile?”
“Non lo so.”
“Non riesco a capire il nesso tra le due cose.”
“Io una mezza idea ce l’avrei.”
“Cioè?”
“…insomma, siamo sempre state delle ragazze  non in mostra, mai al centro dell’attenzione, mai qualcosa di eclatante su cui parlare, poi, ieri sera, per come la vedono gli altri, è cambiato un po’ tutto. Siamo state al centro dell’attenzione. Sei stata al centro dell’attenzione. Eri diversa agli occhi degli altri. Quindi, secondo la mia ipotesi, è questo il motivo per cui ci hanno invitate.”
“Ero diversa agli occhi degli altri?”
“Sì, Sharon, lo eri.”
“In che senso? Ho solo sculettato in una maniera esagerata, niente di diverso da quello che fanno altre ragazze di questa scuola. Perché tutta questa attenzione? Non capisco.”
“Semplice Sharon: da te nessuno se lo aspettava. Nessuno si aspettava che fossi diversa. Avevano sempre pensato e creduto che tu fossi una ragazza acida e basta. Niente di più, niente di meno. Complimenti ieri sera li hai fatti venire tutti nelle mutande.” Conclude, sorridendo.
“Non tutti.”
La spiegazione che mi ha dato Ludovica potrebbe essere lo stesso motivo per cui, ieri sera, Christian si è comportato in quel modo ed anche allo sguardo finale di Lorenzo.
Potrebbe essere. Oppure no.
Non ci sto capendo niente.
Neanche io.
Stiamo messi bene.
Benissimo.
“Allora, detto questo, che fai? Che hai deciso? Vieni? Andiamo?” Ludovica sembra impaziente di conoscere la mia risposta.
“Quante domande! Non lo so, Ludo. Non andandoci non vorrei dargliela vinta. Insomma, non sono la persona che loro credono. Allo stesso tempo non voglio dargli tutta questa importanza. Non so se capisci quello che sto dicendo. E’ un po’ contorta come cosa.”
“Comprendo quello che stai dicendo, perché ti conosco, so come ragioni. Non so che dirti, che consigli darti. Fai ciò che senti giusto  per te.”
“Grazie” dico abbracciandola.
La campanella ci avverte che è ora di entrare.
“Dai andiamo, ci aspetta un’altra dura giornata. Quella di spagnolo deve interrogare. Hai fatto qualcosa?”
Mi domanda Ludovica.
“Secondo te? Sai quanto odio lo spagnolo, e quanto quella odia me. Non ho toccato neanche una pagina.”
“Chissà perché lo sapevo già!”
“Mi conosci bene”
Entrando dentro con Ludovica, mi rendo conto che Christian e Lorenzo, essendo appostati lì vicino a noi, hanno sentito tutto.
Che mal di testa.
 
 
 
“Ma quella è una grandissima stronza. Una polmonite non la può colpire? Perché?!”
Logicamente mi sto riferendo a quella di spagnolo. Quella grandissima stronza mi ha interrogata e messo 3.
Devo capire che vuole quella. Ce l’abbiamo all’ultima ora, siamo stanchi, e lei pretende un’interrogazione perfetta.
Devo bucarle le ruote della macchina.
Sono d’accordo.
Bene.
“Non bucarle le ruote, teppista!” Mi riprende Ludovica che, come sempre, mi ha letto nel pensiero.
“Ma che hai? Per caso sei una sensitiva?” rispondo scandalizzata.
“Nha”
“Menomale!”
E’ appena suonata la campanella che decreta la fine di questa giornata scolastica. Siamo fuori, appoggiate al muretto, e aspettiamo che la mandria di studenti diminuisca, così da non ammazzarci.
“Oh, guarda un po’ là!” Ludovica mi indica un punto preciso.
Mi volto subito a guardare, e quello che vedo mi fa morire dalle risate. E’ ridicolo, del tutto! Vi starete chiedendo di cosa si tratti, o meglio di chi si tratti. Ve lo dico subito: Alessia – avete capito chi. La puttana. – che ci prova spudoratamente con Matteo. Scoppio a ridere come una pazza, e mi accascio a terra, attirando così l’attenzione di quei pochi studenti che sono rimasti. Ludovica mi guarda e credo che, tempo altri due minuti e scoppierà anche a lei, a ridere ovviamente.
“Che avete da ridere tutte e due? Sharon stai bene?” E’ arrivato Andrea. Insieme a lui anche gli altri ragazzi, anche Lorenzo e Christian.
“Guarda là!” riesco a risponderlo tra le risate.
“Oddio!” risponde lui.
“Non si rende conto che lui non la considera di striscio.” Continua.
“E’ intelligente. Sa com’è fatta.” Lo informo io.
“Io dico che è per un’altra cosa.”
“Cioè?”
“Ho sempre pensato che lui ti voglia ancora.”
BOOM! E’ scoppiata la bomba.
“Eh?”  Scandalizzata. Al massimo. Non c’ho mai pensato. Mai. Ho sempre dato per scontato che per lui fosse finito tutto. Come per me. L’abbiamo deciso entrambi.
 “Hai capito. Guardalo! Alessia gli sta buttando le tette in faccia. E ok, come dici tu, lui è intelligente  e sa come si comporta, ma non dimenticare una cosa: è un uomo. E quando ad un uomo gli servi su un piatto d’argento la tua merce, non rifiuta. Nessuno rifiuta. Nessuno. Nemmeno il più intelligente sulla faccia della Terra. Pensa, Sharon. Pensaci.”
Io non so che pensare. Trovo sia impossibile.
“Chiariamo una cosa: lui non è un uomo, quindi… di cosa stiamo parlando.” Christian.
“Christian finiscila. Stiamo parlando di cose serie. Non uscirtene con queste battute del cazzo.” Andrea e le sue risposte.
“Non è una battuta. Lui non è un uomo. E con questo ho finito.”
Che cazzo centra Christian in tutta questa storia?
“Christian fatti i fatti tuoi.” Cerco di zittirlo io.
Stranamente ci riesco, però lo sguardo che mi rivolge mi congela il sangue nelle vene.
Quanto è strano questo ragazzo.
Tanto strano.
“Comunque Andrea, non penso che tu abbia ragione. Abbiamo deciso entrambi di lasciarci. Quindi non vedo il perché di questo cambio di rotta. E’ impossibile.”
“Io dico di no, invece.” Andrea è sicuro di quello che dice.
Ludovica non ha detto una parola. Quando non parla vuol dire che sta pensando. E quando pensa Ludovica c’è da preoccuparsi. Bisogna preoccuparsi perché, per prima cosa, si prepara un monologo interiore che poi dovrà esporti. Per seconda cosa, ti fa sdraiare su un lettino, come fanno i psicologhi.
E’ strana, lo so.
 
 
 
Il resto della giornata passa tranquillamente, senza nessun intoppo.
Una volta ogni tanto ci vuole!
Giusto.
La mattina dopo stessa routine, niente di diverso.
Orario: Matematica;
              Matematica;
              Economia Aziendale;
              Informatica;
              Educazione fisica.
Prime tre ore di merda.
Ultime ore eccezionali. 
 
“Non ce la faccio più!”
Dopo quattro ore, di cui tre difficili da sopportare, sono esausta. Per di più oggi non c’è Ludovica. Quindi, si può dire, che sono sola.
Non ho nessun rapporto importante con le mie compagne di classe. Sì, ci salutiamo, delle volte scherziamo, ma niente di intimo. Niente che si avvicini, anche lontanamente, al rapporto che ho con Ludovica.
Se devo dire tutta la verità, trovo più simpatici i maschi della mia classe, escludendo i fighetti che, come detto un po’ di tempo fa, non sopporto.
Diciamo che con loro – con i ragazzi della mia classe, intendo – ho un rapporto un po’ più confidenziale, più sincero, più intimo. Sono sempre stata una ragazza definita, il più delle volte, ‘maschiaccio’: per i miei comportamenti, i miei atteggiamenti, il mio modo di parlare, e soprattutto perché, anche da piccola, giocavo sempre con i maschietti.
Siamo arrivati all’ultima ora: Educazione fisica.
Sia benedetta questa ‘materia’!
I ragazzi hanno deciso di giocare a calcio; le ragazze sono in un angolo che parlano di trucchi, di ragazzi e robe varie.
Io decido, invece, di fumarmi una sigaretta.
Proprio mentre sto incastrando la sigaretta tra le labbra, escono fuori i due inseparabili: Christian e Lorenzo.
Sono veramente inseparabili quei due! Sempre insieme, sempre appiccicati. Dove va uno, va anche l’altro. Se trovi uno, stai sicuro, trovi anche l’altro.
“Guarda un po’ chi c’è: Sharon, la più desiderata dell’Istituto!”
“Christian non fai ridere. Renditi conto che sei ridicolo.” Rispondo a tono alle sue sciocchezze.
“IO ridicolo non me lo faccio dire da TE! Chiaro?!”
E in un secondo me lo trovo addosso. Mi ha spinto contro il muro. Si avvicina ulteriormente, posa le mani sui miei fianchi e li stringe forte.
“Hai capito?” sussurra al mio orecchio. Il suo tono di voce è diverso da quello che ha usato all’inizio, sembra… trattenuto e… stanco.
Non riesco a spiccicare parola, non perché ho paura, ma per un altro motivo che mi è ancora sconosciuto.
 Rimaniamo per non so quanto tempo in quella posizione, nessuno dei due ha intenzione di muoversi: io perché non ci riesco e lui…non so.
Ci sono persone che ci stanno guardando, ma nessuno osa avvicinarsi, neanche il suo migliore amico.
“Lasciami.”
Una sola parola. Solo una riesco a pronunciare. La voce mi trema e non è forma come il solito.
Improvvisamente stacca le sue mani dai miei fianchi e si allontana, senza dire una parola, senza niente.
E se ne va. Rientra dentro sbattendo la porta.
Mi stacco dal muro e prendo un respiro profondo. Gli altri mi guardano, ma non ci faccio caso. Non m’importa. Ho altro a cui pensare.  
Christian non mi ha guardato negli occhi. Lui fissa tutti negli occhi, lì guarda in faccia. Sempre. Questa volta invece non l’ha fatto, ed è strano.
Ma ancora più strano è lo sguardo che mi rivolge Lorenzo. Di nuovo, come l’altra sera.
Sembra sconsolato e.. confuso, credo.
E per la prima volta in vita mia abbasso la testa, abbasso lo sguardo. Abbasso le mie difese.
E’ strano, cazzo. E’ tutto strano.
 
 
Che giornata di merda! 




 
*Nome inventato da me. 


Angolo Autrice.


Ed ecco a voi il terzo capitolo. Come sempre spero vi piaccia. 
Mi scuso. Avevo intenzione di pubblicare prima, purtroppo non è stato possibile. 
Ringrazio le persone che al capitolo precedente hanno recensito, messo la storia tra le ricordate, tra le seguite e tra le preferite.
Grazie. 
E niente. Vi lascio il capitolo. 
Spero di aggiornare presto, anche se non prometto niente.


Ah, come ho scritto in una risposta ad una recensione: Lorenzo avrà un ruolo moolto importante nella storia.
Se vi fa piacere sotto ci sono le foto di alcuni personaggi. 






Ludovica:




Lorenzo:




Andrea:

  
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