Posto il Link del disegno che
la mia cara e
bravissima Hanami ha fatto su Yurij!
http://img98.imageshack.us/img98/4474/img041ei4.jpg
E
vidi un angelo potente che gridava a gran voce: “Chi è degno di aprire
il
libro e di sciogliere i sigilli?” Ma nessuno, né in cielo, né sulla
terra, né
sotto la terra, poteva aprire il libro, né guardarlo.
“Un Bullshot*.” Bisbigliò; e le
sue labbra
rosee si mossero appena.
Pigramente, si perse nei rumori della folla del locale, fra i respiri corrotti dal fumo, dalla droga o dall'eccitazione che come una campana di vetro asfissiavano ogni singolo presente.
Infine, quando gli venne servito il cocktail, quegli occhi di cristallo di cui era il proprietario studiarono il
liquido
dorato della bevanda umana con curiosità.
Che cosa buffa l'alcool e la sua dipendenza!
Dunque, sorseggiò con lentezza
disarmante la bevanda servitagli, ripesando
a ciò che era accaduto ore prima…
“Spero solo di
non ricevere lo stesso trattamento..!” Da quanto tempo non udiva più le
note di
quella voce?
Un triste sorriso curvò le sue labbra e, voltandosi, salutò il nuovo venuto.
“Kei...” Bisbigliò.
Il giovane dagli occhi di
rubino che lo fronteggiava annuì soddisfatto.
Aveva delle meravigliose Ali
candide spruzzate di macchie d’oro e di rosso
fuoco, tipiche del rango di Guerriero.
Scrollandole e rinchiudendole dietro la schiena, senza però farle sparire, gli si avvicinò con cautela.
C'era una certa tensione ad elettrizzare l'aria, e certo non era dovuta ad un'eventuale odio tra i due schierati; anzi, era forse la grande energia gemella dei due che, tornando finalmente completa, saettava gioiosa tra di loro.
“Si può sapere che succede? È
casa mia questa, non un porto di mare.” Esordì
freddamente Yurij, riferendosi alla precedente visita di Boris.
Porre le dovute distanze era non necessario, ma vitale. Il Dannato non poteva più pretendere neanche di influenzare il pensiero di Kei con supposizioni o pensieri: alla corte di un Angelo di alto rango come lui, infatti, risultava essere solo alla stregua di un qualsiasi sporco demonietto imbottito di secondi fini.
“Cerca di capire, manchi
parecchio a tutti noi.” Fece Kei, accomodandosi sul divano.
Avvertiva il disagio nei rigidi movimenti del compagno, e non poteva certamente biasimarlo.
Era dalla Caduta di Yurij che i due non si trovavano tanto vicini! Anche se, in effetti, risultavano essere schierati in maniera diametralmente opposta, l'uno corrotto e divorato dall'Inferno, l'altro forse -ed era ancor peggio..!- maciullato dal Paradiso.
Yurij si sedette di fronte a
lui, guardandolo seriamente.
“Cosa cerchi?” Chiese calmo.
Ogni singolo respiro gli bruciava l'addome ed i polmoni, e supplicava se stesso affinché l'aria da lui emessa non fosse poi così contaminata dalla propria sporcizia di Creatura corrotta.
Kei aveva intuito quel turbamento nei sentimenti dell'antico compagno, ed una piccola parte di sé ne risultò alquanto infastidita.
Yurij pretendeva di insudiciarlo..! Ah, l'aveva per caso scambiato per un piccolo e fragile spirito?
Questo, questo sì che feriva -metaforicamente parlando- il Guerriero.
“La domanda non è cosa cerco
io...” Iniziò allora Kei; ed il rosso lo guardò confuso.
“Ma cosa sei tu, Angelo.”
Concluse in un silenzioso sussurro.
Non voleva essere una frase di scherno, tanto meno cercava di umiliare il giovane dagli occhi azzurri.
Semplicemente, gli aveva chiesto di rispondere a quel mistero che da troppo tempo tempestava i dubbi e le incertezze in bilico di Kei.
“Se sei venuto per farmi la
predica, non ne ho bisogno: la finestra da dove sei
entrato è alla tua destra, puoi rilanciarti da lì.” Ribatté l'altro telegrafico.
Ma le sue mani tremarono e per un attimo si accese il più cupo ed immenso baratro di nera disperazione nei suoi occhi e nei battiti sordi del suo cuore.
“Angelo… Che appellativo
dispersivo.”
“Com’è l’Inferno, Yurij Ivanov?” Chiese con indifferenza Kei, come se il compagno non
l’avesse gentilmente invitato ad andarsene.
Sviava tra i discorsi del Caduto, facendo abilmente slalom tra quegli infidi sentimenti che ricordava e che conosceva a menadito.
“Caldo.” Rispose alla stessa
maniera l'altro, mordendosi a sangue l'interno della guancia.
Quando Kei iniziava una conversazione con le formalità, non c'era nulla, nulla di buono sul suo già nuvoloso orizzonte.
“Oh avanti! Sai cosa intendo!”
“Kei, la mia pazienza ha un
limite e sai quanto sia basso… quindi brutto
pennuto o ti spicci a parlare o giuro che… TI STRAPPO QUELLE COSE DA
DIETRO LA
SCHIENA SE NON LA PIANTI DI SPARGERE PIUME OVUNQUE!” Sbraitò d'improvviso, interrompendo il
discorso, poiché infastidito dal dolce, leggero e meschino movimento delle Ali
del
tatuato che, delicatamente, lasciava cadere sul pavimento piume d’oro.
Per un attimo, un'espressione estremamente divertita si dipinse sul volto del Guerriero, ricordando che, anticamente, alle volte era stato lui a dare di matto nei confronti di Yurij.
Repressa una risata, che però depositò nel proprio cuore e sbuffando, sigillò le ali nella carne della propria schiena.
“Va bene Yurij… da dove vuoi
iniziare: cattiva notizia o pessima notizia?”
Chiese, stavolta intavolando il discorso con tono meschino.
“Di norma la scelta dovrebbe
essere tra una notizia buona e una cattiva.”
Osservò ironicamente il Caduto, sollevando un sopracciglio.
Non che gli andasse di scherzare, considerando che quella fosse la seconda visita di un essere soprannaturale nell'arco di pochi minuti -ed erano millenni che non si facevano vivi-, però non poté considerare le premesse ridicole, se poste in quella maniera.
“Uhm… siamo esseri ordinari, noi? Non mi sembra che tu abbia il cuore caldo di un uomo.”
Kei sapeva sempre dove mirare le proprie frecciate, e gli umani con i loro privilegi su quel mondo che non possedevano, con la perfezione della loro assurdità esistenziale erano uno degli argomenti più cari a Yurij.
“Affatto.” Bisbigliò quindi quello, senza batter ciglio nell'osservare il Guerriero.
Eppure ogni fibra del suo essere avrebbe voluto implodere lì, in quello stesso istante e troncare ogni tipo di contatto con l'antico Angelo.
“Bene, allora scegli!” Sorrise Kei con fare
serafico.
Non che fosse un atteggiamento rivolto a tranquillizzare l'interlocutore, piuttosto il Guerriero voleva semplicemente svelare lentamente le proprie carte, ed in parte divertirsi nel farlo.
“Notizia cattiva…” Sospirò
Yurij, stando al gioco.
L'aveva fatto spesso, una volta in più non avrebbe potuto danneggiarlo... e poi, segretamente, anche lui era divertito da quelle loro piccole e velenose battaglie.
“Gli Angeli, creature di infinita
bellezza.”
“Il Capo -o almeno così
sembra, visto che non si fa vivo da tempo- ti rivuole
al suo servizio…” Soffiò Kei, senza pensarci su due volte.
Con occhi scintillanti e divertiti, studiò le contrastanti emozioni formatesi sul viso di Yurij: si sorprendeva sempre della grande quantità di sensazioni che il suo simile era in grado di irradiare.
“C-cosa?” Balbettò, infatti, perplesso.
Il respiro gli si mozzò, ferendo come un tizzone ardente la sua gola.
“Sveglia, Yurij! Ti rivuole in
Paradiso!”
Kei, d'altra parte, era completamente immerso nell'attento studio sul volto del Caduto.
I millenni non ne avevano mutato una singola linea, anche se il cereo grigiore dei dannati era facilmente individuabile agli occhi dell'Angelo: la loro cute non poteva vantare lo splendore del diafano.
“Di luminosa crudeltà.”
“Non tornerò in Paradiso, non
nelle sembianze di un Novizio o di un Angelo
dell’Ultima Sfera*!” Ribatté, quindi, velenoso.
Sarebbe stato umiliante,
tremendamente umiliante e ne aveva abbastanza di vedere le proprie membra messe a servizio di Chicchessia padrone infernale o celeste.
Da stupido, aveva guadagnato la propria masochistica libertà.
Da idiota, cercava di redimersi da colpe sin troppo antiche.
“Mpf..!Sei Caduto dal
Paradiso, fuggi dall’Inferno… non accetti di tornare
tra le braccia del Signore: hai le idee un po’ confuse, non ti pare?” Lo schernì il Guerriero.
Yurij aveva sbagliato ogni singolo passo della propria esistenza e Kei lo sapeva bene.
Lui aveva cercato di condurlo con sé alla ragione, eppure la testardaggine di quella testa rossa aveva avuto la meglio fino alla fine.
“Meglio poter vantare un briciolo di potere all'Inferno, piuttosto che tornare alla mia schiavitù Celeste. Cos'ero, Kei? Cosa, se non uno degli esperimenti meno imperfetti di Dio? E questo, questo dovrebbe fare rabbia anche a te!” Disse aspro il Demone, iniziando a rigettare ogni singola frustrazione.
Ma Kei lo bloccò, sollevando una mano con fare perentorio.
“Taci. La tua opinione non è altro che frutto di rabbia e rimorso. Che potere puoi avere all'Inferno, se hai sputato sul ruolo di Principe che Sua Altezza Illuminata Lucifero ti avrebbe concesso? Sei un servo ben più sporco nella gola del Diavolo! Mentre in Paradiso eravamo noi a...” Ma non ebbe il tempo di terminare quel discorso furioso.
Le sue parole furono ingoiate dal ruggito aspro di Yurij.
“Non dirlo.”
“Conosci la gerarchia
dell’Inferno?”
Kei, allora, si limitò a fissarlo in silenzio con fare indispettito, per poi tirare un lungo sospiro nel quale impresse quanta più pazienza fosse in grado di infondere.
“Bocca cucita.” Affermò infine, tornando ad uno stato di relativa calma.
Ma i loro due cuori battevano all'unisono, e sarebbero stati in grado, con la forza di quel suono, di sfondare le pareti.
“Sono pronto per la pessima
notizia.” Annunciò, poi, il Dannato.
Oh, era proprio quello che Kei desiderava sentire.
“Il Tempo è Scaduto.”
Bisbigliò semplicemente.
A quelle parole, sembrò quasi che Yurij congelasse; restò ad occhi spalancati e a labbra schiuse per qualche secondo, poi il calore circolò nuovamente nel suo corpo, rendendolo quasi febbricitante.
“Ha… ha trovato un Sostituto?”
Chiese con voce strozzata, quando recuperò il dono della parola.
“No, ecco perché ti
rivuole: ti creò per questo.” Rispose quindi Kei, guardando
attentamente il Demone.
Questi tremava rabbioso e, senza che se ne fosse reso conto, una lingua di fuoco nero scaturì dalle sue mani, chiaro segno che ormai era giunto al limite della sopportazione.
Non poteva ascoltare oltre, non ne sarebbe stato fisicamente capace.
“Perché ha mandato te e non
uno stupido Messaggero di terzo ordine!?” Gridò a quel punto -ma la sua voce suonò simile ad un docile lamento-,
puntando alla gola dell’Angelo la fiamma infernale.
L'occhiata accondiscendente di Kei parve spiegare, senza bisogno di parole, che nessun altro sarebbe stato in grado di portare a compimento tale gravosa missione.
“Perché avresti eliminato quel
povero Novizio.” Rispose indifferente, non
badando al Fuoco che lo minacciava; ed anzi era rilassato, come se
discorresse
piacevolmente con un amico innanzi ad una tazza di tea.
E allora Yurij, nonostante ancora fremesse carico di rabbia, richiamò a sé il Fuoco, allontanando quell'inutile minaccia dal compagno.
Il suo cuore sorrise, d'altra parte era cambiato poco tra di loro...
“Non c’è alcuno sfizio con
te.” Si lamentò.
Kei a quelle parole sorride soddisfatto, poi
lanciò uno sguardo al volto di Yurij.
Il Caduto aveva la testa china,
gli occhi socchiusi ed un’espressione di
profondo dolore ed infinita tristezza dipingeva il suo viso, rendendolo
quasi più
vecchio, stanco, mettendo effettivamente in luce la sua vera età.
“Perché non hai richiesto tu
quel Compito?” Chiese piano, alzando gli occhi.
Oh, Kei si aspettava quella domanda, non era forse stata una delle poche promesse cui non era stato in grado di adempire adeguatamente..?
“Yurij, siamo
esseri talmente antichi e pericolosi… il nostro
potere è infinito, apparteniamo alla stessa stirpe generata dallo
stesso
sangue, ma il Compito affidatomi fu ben diverso dal tuo. Non posso
pretendere
il tuo Potere perché non mi appartiene…” Bisbigliò infine, come a volersi scusare, ed aprendo le grandi
Ali.
“Il volo degli Angeli è uno
spettacolo unico…”
Yurij gli sorrise, divertito:
“Nelle tue mani stringi la
Verga della Giustizia, ma… Da quando sei così
saggio, Guerriero?” Chiese.
“Da quando ho potuto ammirare
la Caduta di un amico…” Rispose tristemente.
Il Demone rise sprezzante, gli
occhi di cristallo chini: “Non permettere mai
che le tue Ali brucino, Kei…” Disse mostrando ciò che rimaneva del suo
Orgoglio
di Angelo.
Il ragazzo dagli occhi di
rubino gli si avvicinò, lasciando passare
delicatamente due dita sullo scheletro duro e annerito di quelle che
erano
state ali magnifiche.
Posò le labbra sull’ombra di
quella gloria, baciandone le ossa e sorrise
debolmente:
“Mai…” Bisbigliò.
Yurij ricambiò il sorriso,
richiudendo la sua Vergogna e la sua Condanna
(Orgoglio e Benedizione).
“Addio, Kei…” Sussurrò mentre
l’Angelo apriva le Ali piumate.
“No, Yu… Arrivederci.”
Ribatté, decollando.
Ivanov lo osservò piroettare
nel cielo tristemente, e posò lo sguardo di
ghiaccio su una delle piume dorate che l’Angelo aveva lasciato cadere;
la
raccolse, ammirandone lo splendore e la purezza.
“Gli Angeli… Sono gli eletti del
Signore?”
Finì il suo cocktail ed alzò
lo sguardo
studiando il locale e gli Esseri presenti in quel posto…
Che stupida razza gli uomini: trovavano rifugio nell’alcool (che a suo
dire era
alquanto disgustoso), sfogavano i propri istinti sessuali su poveri
ragazzi o
ragazze, si drogavano o vendevano quella roba, ma, soprattutto,
uccidevano…
Erano comportamenti che sfioravano la sottile barriera che,
attraversata,
trasformava l’Essere Umano in Bestia…
E così era quella la razza che il Nostro Signore aveva creato a Sua
Immagine e
Somiglianza?
Qualcosa di cui essere davvero orgogliosi, senza dubbio…
Due braccia sottili avvolsero il collo del Dannato, sottraendolo a
quelle
riflessioni insensate,prive di uno scopo, ma fondamentali per la Sua
Causa…
Il tempo in quel momento parve fermarsi.
“Ciao, Yurij…” Una voce di donna risuonò sensualmente al suo orecchio.
“Lilith*…” Sibilò infastidito il rosso.
Cazzo! Era la terza volta in una giornata che un essere sovrannaturale
decideva
di fargli una visitina! Possibile che non volessero lasciarlo in santa
pace..!?
Sbuffò disgustato da quel tocco.
“Mmh! Ma Yu!” Protestò la Donna, avvertendo l’irritazione del giovane.
Si sedette elegantemente sul bancone, accavallando le lunghe e
meravigliose
gambe:
“Non dirmi che ti dispiace vedermi!” Continuò, avvicinando il suo volto
a
quello del Dannato.
Lilith era una creatura meravigliosa…
Aveva un volto ovale, liscio e perfetto, due grandi occhi verdi, lunghi
capelli
corvini che le sfioravano il sedere, una pelle lattea, forme morbide e
delicate
ed una sensualità talmente sporca ed innocente da risultare ingannevole
e
incantatrice...
“Perché non sei con Lucifero?” Chiese aspro il Demone, senza lasciarsi
imbambolare e concentrando il discorso su di lei…
Se esisteva un vizio che le donne condividevano in massa, indubbiamente
era
quello dell’egocentrismo: parlare delle loro passioni, dei loro valori
le
eccitava più di qualsiasi altra cosa…
O almeno era questo quello che Ivanov credeva…
La Donna scrollò le spalle.
“Preferisco divertirmi qui sulla Terra… Gli esseri umani sono creature
talmente
affascinanti!” Disse, scendendo dal bancone e avvicinandosi ad un uomo
fermo
nella posa di estrarre un accendino dalla tasca.
La Tentatrice passò la lingua sulla guancia della sua futura vittima.
“Non capisco perché nessuno si sia ancora lamentato di te…” Bisbigliò
divertito il Demone, osservando come la Donna risultasse appassionata
nell'atto di scegliere le prede del suo dolce, ingannevole e malefico
gioco…
“E’ il mio Compito…” Ribatté alla stessa maniera Lilith.
“La donna, reincarnazione del Peccato…”
La Sposa del Diavolo gli si avvicinò, ancora, sollevando il volto del
Dannato
per poter fondere i loro preziosi occhi.
“Verrà il giorno in cui Inferno e Paradiso si schiereranno contro la
causa
comune, quando questo accadrà da che Fronte arriverai? E quando infine
Dannati
e Angeli si scontreranno nei Cieli con chi combatterai, Astro Caduto e
crudelmente Esiliato?” Proferì con una nota di sarcasmo nella dolce,
sibilante
voce.
“Credo che quel giorno mi prenderò una vacanza..!” Rispose Yurij,
alzandosi.
“Gli Angeli ti cercano, i Demoni ti pretendono, gli Uomini ti
desiderano; versi lacrime… Dov’è il tuo orgoglio, Misera Creatura?” Infierì la
Donna.
Il Demone sospirò, nascondendo al mondo i suoi occhi acquamarina.
“Non puoi fuggire per l’Eternità ed ormai è tutto pronto.” Bisbigliò,
ancora,
Lilith.
“Piantala di decretare inutili sentenze, torna dal tuo Signore,
lasciami in
pace…” Disse il rosso voltandosi.
Lilith scosse la testa, desolata…
“Hai rinunciato alla pace ancor prima di essere generato…” Sussurrò.
La Donna scomparve silenziosa, una piuma nera si posò leggera tra le
mani
dell’Angelo Caduto…
“Così diversa dalla tua piuma, Kei. Eppure… Non riesco a percepirne la
differenza: le colpe ed il sangue di cui sono sporche hanno la stessa
consistenza…”
Fine quarto capitolo.
(*)Bullshott: è un cocktail e
fa parte
della stessa famiglia del Bloody Mary!Quindi con una base di Vodka ^^!
(*)Ultima Sfera: approfondirò
più avanti
l’argomento quando illustrerò la gerarchia del Paradiso e dell’Inferno
^^!Comunque sia l’ultima Sfera (o Terza sfera) è quella a cui
appartengono
Principati,Arcangeli e Angeli ^^!
(*)Lilith:Allora vediamo…Molti
sostengono
che Lilith sia l’entità femminile di Lucifero,altri invece che ella sia
una
Donna,prima sposa di Adamo e in seguito moglie del Diavolo,in questa
Fics
Lilith è la seconda,quindi un essere completamente diverso da
Lucifero,caro ^^!