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Autore: Marne    28/12/2013    2 recensioni
Quattordici (+1) momenti di vita delle coppie del Vecchio Continente, tradizionali e non.
Momenti felici, tristi, momenti di risate e di pianti.
...
01. Fuga {Ross/Emily} x
02. Morte {Clarisse/Nassar} x
03. Colti sul fatto {Jordan/Jerome} x
04. Paperella di gomma {Stephen/Christabel} x
05. Malinteso {Fay/Jordan} x
06. Il cavaliere in una scintillante armatura {Julian/Megan} x
07. Fredda notte invernale {Fabian/Anna} x
08. Dormi con un occhio aperto {Axel/Eloise} x
09. Incubo {Comandante Lasaire/Erin} x
10. Non è quello che sembra! {Jordan/Jerome} x
11. Affetto {Bryce/Sophia} x
12. Perversione {Damian/Rafael} x
13. Deja Vu {Gil/Lara} x
14. Minaccia {Axel/Belladore} x
+1 Scuoti il bacino! {Bryce/Morton/Haddams} x
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Fandom: Black Friars

Fandom: Black Friars.
Pairing/Personaggi
: Bryce Vandemberg; Sophia Blackmore.
Rating: Verde.
Chapters: 11/14+1.

Genere
: Commedia.
Words:   1897
Canon or Fanon?: Sinceramente, non lo so o.o Una cosa del genere potrebbe essere successa, no? Dopotutto, tante cose nobiliari Sophia non poteva saperle.

Note
: Buon Nataaaaaale! Dopo essermi presa un po’ di ferie, sono ritornata! Come il carbone di Babbo Natale, io non manco mai. L’ispirazione per questa shot è arrivata guardando Orgoglio e Pregiudizio, ho preferito scrivere velocemente, prima di dimenticare tutto. E, comunque, io adoro le danze di fine ottocento. Le amo. E l’idea di Bryce e della mia Margot che ballano e si maledicono era troppo… troppo, per non essere assecondata. Per quanto riguarda le facce, credo che per Sophia basti rivedere l’immagine messa per Clarisse, nel capitolo 2, poiché le due sono praticamente identiche, mentre questo è il mio adorato Bryce (◡‿◡✿)Spero davvero che vi piacerà!

Ps: ad un certo punto si fa riferimento al fatto che Margot sia stata erede al trono insieme a Gabriel. Nel mio cervello, i loro genitori avevano cercato di preparare l’allegra coppietta, perché qualcuno sarebbe comunque dovuto salire al trono. Ma Margot non voleva e, quindi, quando Sophia è spuntata, è stata fra i primi a sostenere Sophia, in Altieres. Non ricordo di averlo mai spiegato apertamente, quindi meglio togliere ogni dubbio v.v

 

Affetto.

Bryce&Sophia

 

 

« Un, due, tre, un, due, tre! Sophia, ho detto a destra, non a sinistra! » la voce melodiosa del suo tutore scandiva il tempo della danza che, da almeno quattro ore, Sophia Blackmore stava disperatamente tentando di imparare. Si trattava del ballo tipico di Altieres che ogni brava regina avrebbe dovuto imparare fin dai primi passi e che lei, per ovvie ragioni, non sapeva neppure esistesse. Nei balli che aveva già tenuto presso la residenza cittadina, questa danza non era mai stata suonata, poiché Ashton era ben consapevole della sua mancanza e non voleva spingerla ad un imbarazzo inopportuno, ma quella situazione di stallo non sarebbe potuta durare in eterno, lei avrebbe dovuto imparare, prima di essere incoronata.

Con enorme orrore della ragazza, per rimediare a questa sua mancanza, una mattina, durante le feriae, Bryce Vandemberg si era presentato presso casa sua, portandosi dietro l’affidabile Morton ed un estremamente divertito Jordan, che si era accomodato in un angolino, con il suo allegro compare, e non aveva fatto altro che fissarla con un divertimento spaventoso. Nell’istante in cui sbagliò, ancora, lo stesso passo, alle orecchie della ragazza arrivarono le risate dei migliori amici, chela fecero avvampare come poche volte in vita sua. Quanto avrebbe voluto che Gabriel fosse rimasto al suo fianco per insegnarle a danzare a modo loro e per difenderla da quei due bifolchi! Ma i doveri del futuro generale delle sue truppe erano troppi per permettergli quella breve fuga, non aveva speranze.

« Fate poco gli spiritosi, voi due! Non avete neppure la minima idea di come si inizi questa danza! » gli sbraitò contro, perdendo, però, il conto dei passi, calpestando il piede del suo ballerino e causando, in lui, una serie di elegantissimi improperi nel dialetto di Aldenor, che la futura regina comprendeva perfettamente. Era da ammirare come Bryce non perdesse la grazia neppure in certi momenti.

« Sophia! »

« Mi dispiace, signore, ma quei due imbecilli mi distraggono! » si scusò immediatamente, tirando fuori l’espressione più triste e dispiaciuta di cui fosse in possesso, sperando - come faceva sempre, dopotutto - di riuscire a colpire l’animo dolce del giovane uomo o, meglio ancora, il suo terrore viscerale per le lacrime di donna.

Non avrebbe mai smesso di ringraziare Lady Eloise per l’aiuto che le aveva dato, rivelandole il punto debole del suo tutore.

« Lord Jerome Sinclair e Lady Margot Sinclair, principessa. » la voce di Alexis arrivò all’improvviso, anticipando di qualche istante la comparsa dei due biondi cugini Sinclair, evidentemente chiamati in soccorso da Bryce. Cosa voleva fare, quel folle? Farle notare ancora di più la sua incompetenza, rispetto alla grazia ed alla perfezione di Lady Se-non-fossi-spuntata-tu-avrei-sposato-Gabriel-e-sarei-stata-Regina Sinclair? Non era già abbastanza umiliante avere il fratello adottivo ed il migliore amico a fissarla?

L’astio con cui fissò la cugina dovette essere evidente, visto il modo in cui Bryce le strinse il braccio, ammonendola con lo sguardo. Ma come poteva controllarsi, se anche il maledetto inchino di quella… quella… sabotatrice indiretta di matrimoni era perfetto?

« Siamo venuti non appena possibile, principessa. Il principe Bryce ci ha chiesto di farvi compagnia, ma deduco che si sia dimostrato incapace di insegnarvi la nostra danza. » l’antipatia che la principessa aspettava per se stessa, si rivelò essere diretta al giovane uomo al suo fianco, che, in risposta, dedicò alla giovane donna uno sguardo sprezzante, che divenne astio quando lei si avvicinò a Sophia, prendendola a braccetto. « Dopotutto, cara cugina, non è possibile chiedere ad un uomo dei monti di fare un lavoro da Altierenses, non credete anche voi? » aggiunse, con voce gentile e cospiratoria, facendole un occhiolino complice che la lasciò a dir poco perplessa.

« Attenta alle vostre parole, Signora. Se fosse stata un uomo vi avrebbero causato una sfida a duello. Non approfittate del vostro status, soprattutto perché non siete più erede al trono. » la voce del principe Vandemberg era controllata, ma, con sorpresa, Sophia notò un accenno di rabbia incrinarla. Di solito lui perdeva il controllo solo quando lei era in pericolo o qualcuno sporcava uno dei suoi abiti nuovi, le offese - soprattutto quelle così lievi - di solito lo facevano ridere.

« Non ho bisogno di essere l’erede di un regno, per sentirmi realizzata con me stessa. » Margot gli dedicò un sorriso tirato, soddisfatta di avergli causato una simile reazione, prima di voltarsi verso il fratello. « Vieni, Jerome, la principessa deve imparare. Facciamole vedere come danziamo noi in Altieres. » disse, con un leggero sorriso, lasciando la principessa accanto al suo tutore ed avvicinandosi al fratello che, dopo un ultimo sguardo verso Jordan - davvero credevano che nessuno avesse compreso il loro rapporto? -, si era a sua volta avvicinato, dopo aver fatto un cenno al servitore seduto al piano.

Quando le prime note risuonarono nell’aria, lui fu il primo a muoversi, facendo un elegante e grazioso inchino, seguito dalla sorella. Passo dopo passo, movimento dopo movimento, Sophia iniziò a perdersi nella bellezza della danza, stregata dalla fluidità con cui i ballerini si spostavano l’uno intorno all’altra, andando a tempo con la musica in modo assolutamente impeccabile. Era incredibile come i passi sconclusionati che lei aveva provato a ripetere, poco prima, sembrassero avere assoluto senso, in quell’istante. Incredibile, assolutamente incredibile.

« Sophia, cara. » la voce di Bryce, bassa, per non disturbare i due ballerini, la fece quasi trasalire, costringendola ad un sorriso imbarazzato. « Mi concederesti l’onore di questo ballo? » le chiese lui, gentilmente, sorridendole con una dolcezza così disarmante da spingerla ad accettare immediatamente, senza neppure pensare a cosa stava facendo, senza preoccuparsi del fatto che non avesse provato la danza, che non avesse memorizzato i passi.

Era ancora talmente rapita dalla magia cui aveva assistito, che iniziò davvero ad imitare i cugini, muovendosi al ritmo della danza con una grazia che non credeva di possedere - ma, dopotutto, Bryce Vandemberg avrebbe fatto sembrare aggraziato persino un elefante - e con una maestria che le era totalmente nuova.

Quando la musica si concluse, il primo suono che arrivò alle sue orecchie fu la risata estasiata del suo tutore, che, ilare come poche volte si era concesso di essere, si chinò in avanti, lasciandole un bacio sulla guancia carico di gentilezza ed affetto. « Sapevo che ce l’avresti fatta! Dovevi solamente renderti conto dell’insieme. Dopotutto, ce l’hai nel sangue. » le mormorò, con gioia, mentre i complimenti dei cugini e dei migliori amici cominciavano a farsi strada nelle sue orecchie. Margot le strinse la mano, con gentilezza, dicendole quanto fosse stata brava ed aggraziata e come avrebbe fatto morire di invidia tutte le donne presenti ai futuri ricevimenti.

« A questo punto, credo di dover chiedere alla mia futura Regina se desidera concedermi l’onore di accompagnarla in una seconda prova. » la voce calma e gentile di Jerome la spinse a guardarlo e sorridergli, lanciando un’occhiata divertita a Jordan. Il principino in questione non fece altro che alzare gli occhi al cielo, per poi fare l’occhiolino a Sophia, mentre lei si avvicinava a Jerome, per procedere con la danza.

Il terrore che fosse riuscita, la prima volta, solo grazie al suo tutore, si rivelò infondato nel momento stesso in cui riuscì a seguire perfettamente il ritmo con cui il cugino la stava guidando. Non era poi così difficile, una volta presa la strada giusta e compreso il ritmo. Lei aveva solo bisogno di capire bene cosa fare, prima di ripetere, e Bryce l’aveva sempre saputo, per quel motivo aveva invitato la sua più acerrima nemica.

Nemica con cui, se ne rese conto solo in quel momento, stava danzando, al loro fianco. E, per quanto l’orgoglio le dolesse e soffrisse nell’ammetterlo, per quanto potesse considerarsi brava, con estrema difficoltà avrebbe potuto raggiungere la bellezza e la grazia che Bryce Vandemberg e Margot Sinclair possedevano. Già, da soli, facevano invidia a qualunque essere dotato di occhi e capace di intendere e di volere, insieme erano semplicemente angelici.

« Avete la grazia di un elefante, Milord. »

« Voi avete la finezza di uno scarabeo stercorario, Milady. »

Peccato che, ogni qualvolta aprissero bocca, cominciassero ad insultarsi come due semplici contadini della periferia della Vecchia Capitale. Con grazia, certo.

Quando la musica si fermò, fu la principessa Sophia ad applaudire, insieme al compagno di danza ed ai due migliori amici, perché un’esibizione involontariamente incredibile come quella cui avevano assistito doveva essere obbligatoriamente esaltata, in qualche modo. I due ballerini in questione non si scomposero, sorridendo gentilmente ed inchinandosi, come se avessero voluto davvero dare spettacolo - cosa non da escludere, considerando i soggetti - per poi separare la stretta con cui ancora erano legati ed allontanarsi, per dirigersi verso il fratello, lei, e verso la pupilla, lui.

Quando Bryce le arrivò accanto, le posò un braccio sulla spalla, spingendola a riprendere la posizione iniziale. Sophia sapeva che avrebbero dovuto provare ancora molte, molte volte, perché lui non si sarebbe accontentato di qualcosa inferiore alla perfezione.

« Siete stato fenomenale, signore. Siete sicuro di voler ballare di nuovo con me? Non voglio sfigurare. » ammise, sincera, osservando la giovane cugina con la coda dell’occhio, sentendo rinascere, in sé, l’astio con cui l’aveva accolta e che era stato momentaneamente sostituito dalla sorpresa. Ma Bryce scosse il capo, sorridendole gentilmente e cominciando a condurla intorno alla sala, a tempo di danza.

« Sciocchezze. Preferisco mille volte danzare discretamente con te, piuttosto che perfettamente con lei. » la rassicurò, con una risatina, facendola volteggiare. « La tua compagnia è nettamente migliore, nonostante io continui a sostenere che tu debba prendere esempio da tua cugina, poiché ha- »

« L’educazione, il buongusto ed i modi di una vera regina, lo so, signore, me lo dite sempre. Come mi dite anche che sarebbe preferibile se io non diventassi così… acida. » lo interruppe la ragazza, sorridendogli divertita, muovendo le mani per assumere la posizione richiesta da quella figura. Lui alzò gli occhi al cielo, annuendo leggermente.

« Resta come sei, Sophie, perché è possibile imparare a danzare, a parlare nuove lingue e addirittura a governare, ma non si può imparare ad essere persone gradevoli. Sei perfetta, da quel punto di vista. » la rassicurò, con dolcezza, sfiorandole il viso in una leggera carezza, carica di affetto quasi paterno. La principessa non si premurò di sottolineare che, nonostante il carattere particolare, sua cugina non fosse poi così terribile, visto quanti, al collegio, smaniassero per passare anche solo dieci minuti in sua compagnia. Dopotutto, aveva la possibilità di ricevere dichiarazioni di affetto improvvise e continue, quando lei era vicino. Forse doveva all’astio che Bryce aveva per Margot buona parte del suo amor proprio, da quando era stata riconosciuta come Principessa ereditaria.

Quando la musica si concluse, Bryce espresse il suo apprezzamento con un sorriso entusiasta e lasciandole un bacio sulla fronte. « Sarai una regina incredibilmente apprezzata e stimata, adesso non ci sono più ragioni per cui il tuo popolo potrebbe criticarti. » le disse, inchinandosi come si soleva fare solo davanti ai regnanti, causandole anche una stretta al cuore. Dietro di lui, si rese conto, con un sussulto, che anche gli altri si fossero inchinati, chi con serietà e rispetto - come nel caso di Jerome, chi con gentilezza - come Margot -, chi, infine, con divertimento - come i suoi due cosiddetti migliori amici.

Lo sguardo d’affetto che il suo tutore le dedicò, valse più di una qualsiasi riverenza.

   
 
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