Fandom: Black Friars.
Pairing/Personaggi:
Rating: Verde.
Chapters: 11/14+1.
Genere: Commedia.
Words: 1897
Canon or Fanon?:
Sinceramente, non lo so o.o Una cosa del genere
potrebbe essere successa, no? Dopotutto, tante cose nobiliari Sophia non poteva
saperle.
Note: Buon Nataaaaaale! Dopo essermi presa un po’ di ferie, sono
ritornata! Come il carbone di Babbo Natale, io non manco mai. L’ispirazione per
questa shot è arrivata guardando Orgoglio e
Pregiudizio, ho preferito scrivere velocemente, prima di dimenticare tutto. E,
comunque, io adoro le danze di fine ottocento. Le amo.
E l’idea di Bryce e della mia Margot che ballano e si maledicono era troppo… troppo,
per non essere assecondata. Per quanto riguarda le facce, credo che per Sophia
basti rivedere l’immagine messa per Clarisse, nel capitolo 2, poiché le due
sono praticamente identiche, mentre questo
è il mio adorato Bryce (◡‿◡✿)Spero davvero che vi piacerà!
Ps: ad un certo punto si fa riferimento al fatto
che Margot sia stata erede al trono insieme a Gabriel. Nel mio cervello, i loro
genitori avevano cercato di preparare l’allegra coppietta, perché qualcuno
sarebbe comunque dovuto salire al trono. Ma Margot non voleva e, quindi, quando
Sophia è spuntata, è stata fra i primi a sostenere Sophia, in Altieres. Non
ricordo di averlo mai spiegato apertamente, quindi meglio togliere ogni dubbio v.v
Affetto.
Bryce&Sophia
« Un, due, tre, un, due, tre! Sophia, ho detto a destra, non a sinistra! »
la voce melodiosa del suo tutore scandiva il tempo della danza che, da almeno
quattro ore, Sophia Blackmore stava disperatamente tentando di imparare. Si
trattava del ballo tipico di Altieres che ogni brava regina avrebbe dovuto
imparare fin dai primi passi e che lei, per ovvie ragioni, non sapeva neppure
esistesse. Nei balli che aveva già tenuto presso la residenza cittadina, questa
danza non era mai stata suonata, poiché Ashton era
ben consapevole della sua mancanza e non voleva spingerla ad un imbarazzo
inopportuno, ma quella situazione di stallo non sarebbe potuta durare in
eterno, lei avrebbe dovuto imparare, prima di essere incoronata.
Con
enorme orrore della ragazza, per rimediare a questa sua mancanza, una mattina,
durante le feriae,
Bryce Vandemberg si era presentato presso casa sua, portandosi dietro l’affidabile
Morton ed un estremamente divertito Jordan, che si era accomodato in un
angolino, con il suo allegro compare, e non aveva fatto altro che fissarla con
un divertimento spaventoso. Nell’istante in cui sbagliò, ancora, lo stesso passo, alle orecchie della ragazza arrivarono le
risate dei migliori amici, chela fecero avvampare come poche volte in vita sua.
Quanto avrebbe voluto che Gabriel fosse rimasto al suo fianco per insegnarle a
danzare a modo loro e per difenderla da quei due bifolchi! Ma i doveri del
futuro generale delle sue truppe erano troppi per permettergli quella breve
fuga, non aveva speranze.
«
Fate poco gli spiritosi, voi due! Non avete neppure la minima idea di come si
inizi questa danza! » gli sbraitò contro, perdendo,
però, il conto dei passi, calpestando il piede del suo ballerino e causando, in
lui, una serie di elegantissimi improperi nel dialetto di Aldenor, che la
futura regina comprendeva perfettamente. Era da ammirare come Bryce non
perdesse la grazia neppure in certi momenti.
« Sophia! »
« Mi
dispiace, signore, ma quei due imbecilli mi
distraggono! » si scusò immediatamente, tirando fuori
l’espressione più triste e dispiaciuta di cui fosse in possesso, sperando -
come faceva sempre, dopotutto - di riuscire a colpire l’animo dolce del giovane
uomo o, meglio ancora, il suo terrore viscerale per le lacrime di donna.
Non
avrebbe mai smesso di ringraziare Lady Eloise per l’aiuto che le aveva dato,
rivelandole il punto debole del suo tutore.
«
Lord Jerome Sinclair e Lady Margot Sinclair, principessa. »
la voce di Alexis arrivò all’improvviso, anticipando di qualche istante la
comparsa dei due biondi cugini Sinclair, evidentemente chiamati in soccorso da
Bryce. Cosa voleva fare, quel folle? Farle notare
ancora di più la sua incompetenza, rispetto alla grazia ed alla perfezione di
Lady Se-non-fossi-spuntata-tu-avrei-sposato-Gabriel-e-sarei-stata-Regina Sinclair? Non era già abbastanza
umiliante avere il fratello adottivo ed il migliore amico a fissarla?
L’astio
con cui fissò la cugina dovette essere evidente, visto il modo in cui Bryce le
strinse il braccio, ammonendola con lo sguardo. Ma come poteva controllarsi, se
anche il maledetto inchino di quella… quella… sabotatrice indiretta di
matrimoni era perfetto?
«
Siamo venuti non appena possibile, principessa. Il principe Bryce ci ha chiesto
di farvi compagnia, ma deduco che si sia dimostrato incapace di insegnarvi la
nostra danza. » l’antipatia che la principessa
aspettava per se stessa, si rivelò essere diretta al giovane uomo al suo
fianco, che, in risposta, dedicò alla giovane donna uno sguardo sprezzante, che
divenne astio quando lei si avvicinò a Sophia, prendendola a braccetto. « Dopotutto, cara cugina, non è possibile chiedere ad un uomo
dei monti di fare un lavoro da Altierenses, non
credete anche voi? » aggiunse, con voce gentile e
cospiratoria, facendole un occhiolino complice che la lasciò a dir poco
perplessa.
«
Attenta alle vostre parole, Signora. Se fosse stata un uomo vi avrebbero
causato una sfida a duello. Non approfittate del vostro status, soprattutto perché
non siete più erede al trono. » la voce del principe
Vandemberg era controllata, ma, con sorpresa, Sophia notò un accenno di rabbia
incrinarla. Di solito lui perdeva il controllo solo quando lei era in pericolo
o qualcuno sporcava uno dei suoi abiti nuovi, le offese - soprattutto quelle
così lievi - di solito lo facevano ridere.
« Non
ho bisogno di essere l’erede di un regno, per sentirmi realizzata con me
stessa. » Margot gli dedicò un sorriso tirato,
soddisfatta di avergli causato una simile reazione, prima di voltarsi verso il
fratello. « Vieni, Jerome, la principessa deve
imparare. Facciamole vedere come danziamo noi in Altieres. »
disse, con un leggero sorriso, lasciando la principessa accanto al suo tutore
ed avvicinandosi al fratello che, dopo un ultimo sguardo verso Jordan - davvero
credevano che nessuno avesse compreso il loro rapporto? -, si era a sua volta
avvicinato, dopo aver fatto un cenno al servitore seduto al piano.
Quando le
prime note risuonarono nell’aria, lui fu il primo a muoversi, facendo un
elegante e grazioso inchino, seguito dalla sorella. Passo dopo passo, movimento
dopo movimento, Sophia iniziò a perdersi nella bellezza della danza, stregata
dalla fluidità con cui i ballerini si spostavano l’uno intorno all’altra,
andando a tempo con la musica in modo assolutamente impeccabile. Era
incredibile come i passi sconclusionati che lei aveva provato a ripetere, poco
prima, sembrassero avere assoluto senso, in quell’istante. Incredibile,
assolutamente incredibile.
«
Sophia, cara. » la voce di Bryce, bassa, per non
disturbare i due ballerini, la fece quasi trasalire, costringendola ad un
sorriso imbarazzato. « Mi concederesti l’onore di
questo ballo? » le chiese lui, gentilmente, sorridendole con una dolcezza così
disarmante da spingerla ad accettare immediatamente, senza neppure pensare a
cosa stava facendo, senza preoccuparsi del fatto che
non avesse provato la danza, che non avesse memorizzato i passi.
Era
ancora talmente rapita dalla magia cui aveva assistito, che iniziò davvero ad
imitare i cugini, muovendosi al ritmo della danza con una grazia che non
credeva di possedere - ma, dopotutto, Bryce Vandemberg avrebbe fatto sembrare
aggraziato persino un elefante - e con una maestria che le era totalmente
nuova.
Quando la
musica si concluse, il primo suono che arrivò alle sue orecchie fu la risata
estasiata del suo tutore, che, ilare come poche volte si era concesso di
essere, si chinò in avanti, lasciandole un bacio sulla guancia carico di gentilezza
ed affetto. « Sapevo che ce l’avresti fatta! Dovevi
solamente renderti conto dell’insieme. Dopotutto, ce l’hai nel sangue. » le mormorò, con gioia, mentre i complimenti dei cugini e
dei migliori amici cominciavano a farsi strada nelle sue orecchie. Margot le
strinse la mano, con gentilezza, dicendole quanto fosse stata brava ed
aggraziata e come avrebbe fatto morire di invidia tutte le donne presenti ai
futuri ricevimenti.
« A
questo punto, credo di dover chiedere alla mia futura Regina se desidera
concedermi l’onore di accompagnarla in una seconda prova. »
la voce calma e gentile di Jerome la spinse a guardarlo e sorridergli,
lanciando un’occhiata divertita a Jordan. Il principino in questione non fece
altro che alzare gli occhi al cielo, per poi fare l’occhiolino a Sophia, mentre
lei si avvicinava a Jerome, per procedere con la danza.
Il
terrore che fosse riuscita, la prima volta, solo grazie al suo tutore, si
rivelò infondato nel momento stesso in cui riuscì a seguire perfettamente il
ritmo con cui il cugino la stava guidando. Non era poi così difficile, una
volta presa la strada giusta e compreso il ritmo. Lei aveva solo bisogno di
capire bene cosa fare, prima di ripetere, e Bryce l’aveva sempre saputo, per
quel motivo aveva invitato la sua più acerrima nemica.
Nemica
con cui, se ne rese conto solo in quel momento, stava danzando, al loro fianco.
E, per quanto l’orgoglio le dolesse e soffrisse nell’ammetterlo, per quanto
potesse considerarsi brava, con estrema difficoltà avrebbe potuto raggiungere
la bellezza e la grazia che Bryce Vandemberg e Margot Sinclair possedevano. Già,
da soli, facevano invidia a qualunque essere dotato di occhi e capace di
intendere e di volere, insieme erano semplicemente angelici.
« Avete la grazia di un elefante, Milord. »
« Voi
avete la finezza di uno scarabeo stercorario, Milady. »
Peccato
che, ogni qualvolta aprissero bocca, cominciassero ad insultarsi come due
semplici contadini della periferia della Vecchia Capitale. Con grazia, certo.
Quando la
musica si fermò, fu la principessa Sophia ad applaudire, insieme al compagno di
danza ed ai due migliori amici, perché un’esibizione involontariamente
incredibile come quella cui avevano assistito doveva essere obbligatoriamente
esaltata, in qualche modo. I due ballerini in questione non si scomposero,
sorridendo gentilmente ed inchinandosi, come se avessero voluto davvero dare spettacolo
- cosa non da escludere, considerando i soggetti - per poi separare la stretta
con cui ancora erano legati ed allontanarsi, per dirigersi verso il fratello,
lei, e verso la pupilla, lui.
Quando
Bryce le arrivò accanto, le posò un braccio sulla spalla, spingendola a
riprendere la posizione iniziale. Sophia sapeva che avrebbero dovuto provare
ancora molte, molte volte, perché lui non si sarebbe accontentato di qualcosa
inferiore alla perfezione.
«
Siete stato fenomenale, signore. Siete sicuro di voler ballare di nuovo con me?
Non voglio sfigurare. » ammise, sincera, osservando la
giovane cugina con la coda dell’occhio, sentendo rinascere, in sé, l’astio con
cui l’aveva accolta e che era stato momentaneamente sostituito dalla sorpresa.
Ma Bryce scosse il capo, sorridendole gentilmente e cominciando a condurla
intorno alla sala, a tempo di danza.
«
Sciocchezze. Preferisco mille volte danzare discretamente con te, piuttosto che
perfettamente con lei. » la rassicurò, con una
risatina, facendola volteggiare. « La tua compagnia è nettamente migliore,
nonostante io continui a sostenere che tu debba prendere esempio da tua cugina,
poiché ha- »
« L’educazione, il buongusto ed i modi di una
vera regina, lo so, signore, me lo dite sempre. Come
mi dite anche che sarebbe preferibile se io non diventassi così… acida. » lo interruppe la ragazza, sorridendogli divertita,
muovendo le mani per assumere la posizione richiesta da quella figura. Lui alzò
gli occhi al cielo, annuendo leggermente.
«
Resta come sei, Sophie, perché è possibile imparare a danzare, a parlare nuove
lingue e addirittura a governare, ma non si può imparare ad essere persone gradevoli. Sei perfetta, da quel punto
di vista. » la rassicurò, con dolcezza, sfiorandole il
viso in una leggera carezza, carica di affetto quasi paterno. La principessa
non si premurò di sottolineare che, nonostante il carattere particolare, sua
cugina non fosse poi così terribile, visto quanti, al
collegio, smaniassero per passare anche solo dieci minuti in sua compagnia. Dopotutto,
aveva la possibilità di ricevere dichiarazioni di affetto improvvise e
continue, quando lei era vicino. Forse doveva all’astio che Bryce aveva per
Margot buona parte del suo amor proprio, da quando era stata riconosciuta come
Principessa ereditaria.
Quando la
musica si concluse, Bryce espresse il suo apprezzamento con un sorriso
entusiasta e lasciandole un bacio sulla fronte. «
Sarai una regina incredibilmente apprezzata e stimata, adesso non ci sono più
ragioni per cui il tuo popolo potrebbe criticarti. »
le disse, inchinandosi come si soleva fare solo davanti ai regnanti, causandole
anche una stretta al cuore. Dietro di lui, si rese conto, con un sussulto, che
anche gli altri si fossero inchinati, chi con serietà e rispetto - come nel
caso di Jerome, chi con gentilezza - come Margot -, chi, infine, con
divertimento - come i suoi due cosiddetti migliori amici.
Lo
sguardo d’affetto che il suo tutore
le dedicò, valse più di una qualsiasi riverenza.