Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Dynamis_    29/12/2013    1 recensioni
{Raccolta di fic JeanxMarco di rating variabile.
#1.
“Il biondo lo abbracciò e sorrise lievemente dopo aver udito quella domanda, stringendolo contro il suo petto, sentendo addosso a sé il suo calore.
Sì, era tutto quello che avevano desiderato [...] non avevano bisogno di nient'altro.”

#2
“Corpi pulsanti, braccia incrociate in un abbraccio che non lascia scampo, che mozza il fiato. Respirano un'aria nuova, pregna dei loro odori, si abbandonano allo sfinimento e all'appagamento, tracce scure sul candore delle lenzuola.”
#3
“Vivremo vicino al mare, svegliandoci la mattina - l'uno accanto all'altro - con il rumore delle onde che si infrangono con gli scogli, appena ci affacceremo alla finestra noteremo il riverbero del sole sull'acqua ogni giorno, senza timore che quanto c'è di più bello possa terminare; navigheremo in mari mai conosciuti, in abissi così profondi dai quali sarà difficile risalire, lo faremo insieme.”
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Jean Kirshtein, Marco Bodt
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Parole: 649
Rating: Verde
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale
Note: Missing moments, What if?
Avvertimenti: Nessuno




Per sempre



“Incontriamoci laddove l’occhio si perde, dove non esiste timore. Prendimi per mano, siamo cielo e immensità, vento scrosciante e pioggia, adesso. Hai varcato il Portale, riesci a sentire che sono di nuovo qui, accanto a te, per sempre?”

La pioggia cade, cade senza risparmiarsi e senza tregua, scivola sul tuo viso mescolandosi alle lacrime salate che sgorgano dai tuoi occhi. Bagna i tuoi vestiti, pervade i tuoi capelli, penetra sin dentro la tua pelle, facendoti sentire un freddo disumano, ma ormai conosciuto, lo stesso freddo che hai sentito quella volta, quando hai rinvenuto il suo corpo straziato per terra, quando hai giurato vendetta e lo hai gridato all’aria, facendola tremare e piangere - piangere il tuo stesso dolore.

“Il sole splende per tutti, adesso, riesci a sentirne il calore, Jean? Senti la mia mano che si chiude attorno alla tua, le mie dita che, calde e leggiadre, sfiorano il tuo viso?
Quanto dolore e quanta sofferenza ti sei lasciato alle spalle, adesso che non è più la paura a lambire il tuo cuore, adesso che siamo di nuovo tu ed io, stretti in un abbraccio da mozzarmi il respiro?”


Cosa credevi, che sarebbe stato facile? Che la tua anima sarebbe rimasta incorrotta e integra una volta perso il tuo unico vero amore? Credevi forse che il dolore ti avrebbe risparmiato, eh, Jean?
Alla realtà cruda e malvagia non importa di te e del tuo dolore, ella andrà avanti lo stesso, ti lascerà indietro e verrai scavalcato, davanti a te si consumeranno ore, giorni, mesi senza che tu possa fare nulla se non contemplare quella pietra liscia e levigata, stringere le unghie nei palmi fino a farli sanguinare e provare pena per te stesso.
Che condizione misera la tua, non credi? Costretto a dannarti per non esser stato lì ad aiutarlo, per non aver visto i suoi ultimi momenti di lotta e non poter così divulgare le sue gesta al prossimo, così da renderlo vivo almeno nella vostra memoria.
Cosa rimane di lui adesso? Solo il vuoto, non è vero? Ma sta’ tranquillo, il tempo meschino colmerà anche quello e non avrai più percezione del tuo amato, non rimarrà nemmeno una singola traccia del suo passaggio.
Scuoti la testa, impercettibilmente, cercando di scacciare quei pensieri.
Oh, non vuoi che vada cosi! Cosa vuoi fare, allora?
Ti alzi, la pioggia ti ha reso quasi irriconoscibile, ma il tuo sguardo è sempre lo stesso: è determinato, consapevole, sai già cosa devi fare.
Vendicherai la sua morte così che, quando lo rivedrai di nuovo, potrai guardarlo negli occhi, non sarai più codardo e meschino. Non ti rifugerai nella zona interna, protetto dalle mura con la coda tra le gambe, non potresti sorreggere il suo sguardo, altrimenti. Non ne avresti la forza.
Sopravvivi, adesso, lui vorrebbe che tu lottassi, renditi trasparente al suo volere e fallo tuo. E amalo ancora e ancora, fin proprio alla fine e anche oltre.

“Sai per quanto tempo ho aspettato che arrivasse questo momento? Per te, avrei aspettato anche lo scorrere dell’eternità.
Mi baci, adesso che puoi farlo. Mi stringi a te con così tanta forza per paura che io possa scappare. Ma io sono qui, Jean! Non ti lascerò andare mai più! Credi davvero che dopo tutto questo tempo potrei abbandonare il calore accogliente delle tue braccia, il sostegno del tuo petto, le tue labbra?
Siamo qui, io e te, per sempre.”

‘Per sempre.’

Cammini a passo spedito verso la vostra camera, ti metti a letto e tiri le coperte sopra la tua testa, facendo da schermo tra te e la realtà che ti circonda. Lo stesso temporale che imperversa all’esterno stravolge il tuo cuore e tu, ancora zuppo, porti il cuscino sulla testa grondante acqua, coprendo le tue orecchie.
Annullati, Jean, in questo momento ne hai veramente bisogno: non è un peso leggero, il tuo. Rialzati soltanto quando sarai pronto.
Quando sarai in grado di attuare vendetta.


   
 
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