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Autore: vincent89    29/12/2013    2 recensioni
Harry Mason,un eroe improvvisato,stanco e pieno di amore per la sua bambina,affronta il proprio destino...
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Claudia Wolf, Harry Mason, Heather Mason
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Sto correndo nel buio…

Non so da quanto sto correndo: ore,giorni,settimane. Forse anni. L’unica cosa che so è che sto correndo. C’è il buio su di me…intorno a me: È pesante,talmente opprimente nella sua totalità da appesantire perfino il respiro affannoso che fuoriesce dalla mia bocca. L’unica cosa che vedo,in quell’oscurità, è un sentiero di grate arrugginite che compongo la strada su cui sto poggiando i miei piedi,mentre l’aria emana un odore terrificante di sangue secco misto a carne bruciata. La puzza è talmente nauseabonda e penetrante che mi viene quasi da vomitare…
Ma continuo a correre.
C’è qualcosa che mi spinge a correre: una sorta di forza primordiale che mi fa rimanere in piedi e costringe le mie gambe a muoversi verso il nulla che il buio offre alla mia vista. Qualcosa di cui non posso fare a meno di amare e di avere tra le mie braccia,ricordando il calore e l’affetto che mi trasmette il solo contatto.
Sento la voce di mia moglie,nell’angolo più profondo della mia testa.

-Proteggila,Harry…abbi sempre cura di lei…-

Non posso deluderla. Non posso lasciarla nel buio. Devo mantenere la promessa.
Ecco perché sto correndo tra le fauci del buio terrificante dell’inferno…
Una luce accecante squarcia in due il muro di tenebre,fermando la mia corsa forsennata. Una luce maestosa e ricolma di candore. Una luce che solo Dio o la Madonna o chiunque sia in cielo a governarci può creare. Una calma innaturale cresce in me,insieme alla consapevolezza che lei è lì,in mezzo alla luce,a generarla con la sua purezza e il suo amore.
La vedo.
Vestita interamente di luce,i capelli corvini raccolti in una splendida coda di cavallo,gli occhi traboccanti di maestà e il sorriso che riscalda il cuore. Tiene in braccio un neonato,che col suo vagito uccide il silenzio terrificante delle tenebre ormai completamente dissipate. È la cosa più bella che ho mai visto.
Mi porge il neonato: noto che è una bambina. ha due bellissimi occhi color nocciola. Lei parla con la voce degli angeli,ma non riesco a sentirla. Il rumore del cielo che cade distrugge la melodia delle sue parole.
Guardo la neonata e,nel clamore dell’ultimo respiro del mondo in rovina,sento una parola dalla sua bocca che lei non dovrebbe ancora conoscere…

-Papà…-

Drinnnnnnnnnnnn

Lo squillo del telefono mi riporta alla realtà della vita. Mi accorgo solo ora che mi sono addormentato davanti alla tv,mentre guardavo un film d’amore in cui,alla fine,il protagonista riconquista l’amata in un crescendo di emozioni che solo la celluloide può rendere reale. Mi piego in avanti per assorbire ancor di più l’impatto che la separazione tra sogno e realtà ha inviato spietatamente contro il mio cervello,intontito da ricordi del passato che solo il sonno riporta alla luce. 

Drinnnnnnnnnnnn

Il telefono squilla di nuovo,ordinando al mio corpo di alzarsi e dirigersi in direzione dell’apparecchio riposto sul tavolino in mogano in soggiorno,vicino alla porta della cucina adiacente. Controllo il mio orologio da polso: le 19.30. Fuori,il sole cala lento ma inesorabile verso l’orizzonte,cedendo il passo alla luna che in quel momento si sta lentamente svegliando dal suo riposo. Il tramonto è il momento della giornata che preferisco di più: i colori e gli odori che quel momento fatto di poche ma significative ore mi donano,sono la cosa più dolce che il mio cuore possano mai sentire in tutta la sua vita di muscolo portante. Mentre guardo il sole salutare la terra,alzo la cornetta.
-Pronto?-
Una voce limpida e chiara di ragazza felice mi risponde all’altro capo del telefono. La voce più bella del mondo.
La voce della mia bambina.
-Papà? Ciao,sono io.-
-Heather,amore mio. Tutto bene,tesoro?-
-Si,papà,scusa se non ho chiamato prima,mi sono fatta prendere dagli acquisti!-
-tranquilla,tesoro. Io mi sono addormentato guardando un film. Non me ne sono neanche accorto!-
Ridiamo insieme. La sua risata è una dolce sensazione di benessere dettata dall’amore di un padre verso la propria figlia.
-Allora? Trovato qualcosa d’interessante al centro commerciale?-
-Mmmm…si,credo di si! Comunque sto tornando adesso. Dieci minuti e sono a casa!-
-D’accordo,allora mi metto a preparare la cena. Ti farò qualcosa di speciale! Ogni tanto,ci vuole proprio una bella festa in famiglia!-
-oh papà,non devi! È già tanto quello che hai fatto oggi per me!-
-Ahh,niente storie! Un padre ha il sacrosanto diritto di preparare una piccola festa a sua figlia!-
-Okay,papà! Oh,a proposito,non ho preso quella cosa che mi avevi chiesto. Non sono riuscita a trovarla.-
Il pensiero della piccola commissione che ho dato a Heather mi trapassa il cervello. Me ne ero completamente scordato. In fondo,non era così importante. Un libro sui culti religiosi del mondo può benissimo rimanere in qualche libreria polverosa.
Ne so anche troppo di culti religiosi.
-Non ti preoccupare,amore. Ci andrò io domattina. Tu pensa a venire a casa che ci godiamo la tua festa.-
-Okay papà!-
-Mi raccomando,Heather: non fare troppo tardi e fai attenzione,va bene?-
-Okay papà,lo farò.-
-perfetto,ci vediamo tra poco.-
-a tra poco!-
Sto per riattaccare,quando mi ricordo della cosa più importante di tutte.
-Heather?-
-Si papà?-
-Ti voglio bene,tesoro mio.-
Sento il suo dolce sospiro di commozione.
-Ti voglio bene anch’io.-
La comunicazione s’interrompe. Riaggancio la cornetta e rimango un momento appoggiato al muro per rimettere in ordine i pensieri nella mia testa.
Sono già passati diciassette anni da quel giorno eterno. Diciassette anni di fughe,documenti falsi e notti insonni passati a controllare la sua cameretta nel caso qualche membro psicotico di una setta di fanatici venisse a portarla via per compiere qualche abominevole rituale per evocare un dio disgustoso e deforme che per loro porta pace e prosperità mentre,in realtà,porta morte e distruzione. Ho fatto l’impossibile per proteggerla da quei maledetti…

Ho fatto l’impossibile per proteggere una bambina che non è nemmeno mia figlia. 

Che forse non è nemmeno umana.

Ricordo tutto come se fosse ieri: chiaro e limpido come se guardassi fuori da una finestra su un passato che tento disperatamente di reprimere nel fondo del mio inconscio,perché troppo spaventoso e crudele da riviverlo.
Diciassette anni fa,ho portato la mia figlia adottiva Cheryl in una città che troppe volte penso sia solo il frutto delle paure più profonde e terribili che un uomo possa mai immaginare…   

Silent Hill.

Una vacanza. Era partito tutto come una semplice vacanza. Per distendere i nervi e far vedere quella città alla mia piccola Cheryl,che non faceva altro che parlarmene,sussurrando addirittura il suo nome nel sonno. Sapendo che l’avevo trovata nel ciglio di una strada proprio vicino a Silent Hill,e conoscendo le sue condizioni di salute,troppo preoccupanti per prenderle sottogamba,decisi di portarla proprio nella città che tanto sognava,nella speranza di risolvere tutti i problemi che ci affliggevano,dopo la morte di Jodie…

È stato l’inizio di un incubo.

Mi sono ritrovato in una città nebbiosa e silenziosa,totalmente deserta e isolata dal resto del mondo. Senza mia figlia,scomparsa nella fitta nebbia che avvolgeva il paesaggio dopo l’incidente subito insieme. La voglia di ritrovarla e salvarla mi ha condotto in un mondo alternativo infernale,circondato da tenebre che respiravano e sgretolavano edifici e case. Popolato da spettri e creature demoniache dal corpo deforme, il cui unico scopo era uccidere e divorare qualunque essere vivente osasse ancora sopravvivere in quel luogo. Un mondo folle che distruggeva la sanità mentale di qualsiasi persona avesse avuto la sfortuna di entrarci. 
In seguito,vagando in mezzo a quelle tenebre con la sola determinazione a trovare Cheryl a sorreggere le mie gambe,scopri che la causa del male che martoriava Silent Hill era attribuita a una ragazzina di soli 14 anni,Alessa Gillespie,è al suo terrificante dono…

Il potere di creare una realtà alternativa scaturita dal suo odio.

Una bambina…una tenera bambina usata per scopi disumani dalla sua stessa madre…

Dahila Gillespie.

Dahila era considerata la pazza della città,ma in realtà era a capo di un culto religioso pagano chiamato semplicemente l‘Ordine,nato da una credenza indiana morta da secoli e secoli. Questa setta di fanatici crede fermamente nella venuta di un dio,che nascerà dal ventre della Madre,prescelta dal dio stesso,che avrebbe lavato via il mondo dai peccati e avrebbe condotto i prescelti alla salvezza. Questo mucchio di stronzate avevano corrotto la mente di Dahila e di una buona parte della popolazione di Silent Hill,che decisero di evocare questo fantomatico dio offrendo in sacrificio una bambina di soli 7 anni…

Dahila offrì in sacrificio la sua stessa figlia,Alessa,che venne arsa viva in un rituale satanico…

Il rituale,però,non funzionò come previsto: La bambina riuscì a sopravvivere,e nessun dio pagano nacque da quelle fiamme. L’unica cosa che fece il fuoco fu bruciare l’intera tenuta Gillespie e sei abitazioni circostanti. Alessa soffrì terribili ustioni di terzo grado e venne portata nei sotterranei dell’Alchemilla Hospital,affinché venisse curata e rimessa in sesto per poter ritentare di nuovo quello schifoso rituale. In quei terribili momenti di dolore,solitudine e disperazione,Alessa sviluppò una terrificante entità oscura,alimentata dall’odio e dal desiderio di vendetta che lei covava per sua madre e per tutta la città che era la causa del suo perenne dolore,Facendo piombare l’intera Silent Hill nell’oscurità perenne e popolandola da creature scaturite dalla sua mente ottenebrata dall’ira.
Prima di fare questo,però,Alessa decise di scindere la sua anima in due,per far sì di non disperdere la bontà rimasta nel suo cuore,creando una neonata che la sua entità oscura riuscì a portare via da Silent Hill prima che lei completasse la sua maledizione sulla città,lasciandola in un punto dove sapeva perfettamente che qualcuno l’avrebbe trovata e portata via da quell’incubo…

Fummo io e mia moglie Jodie a trovarla,proprio quel giorno di 20 anni fa.

Ma Dahila sapeva. Era venuta a conoscenza della scissione dell’anima della figlia e preparò un incantesimo per indurre la mia Cheryl a venire a Silent Hill per riunire la metà buona con lo spirito dell’ormai defunta Alessa. Per farle ritornare una cosa sola e completare il rituale della venuta del Dio,riunendo il feto diviso in due nel grembo di una soltanto. Aveva previsto ogni cosa,ogni minima mossa,ogni persona da manipolare per arrivare al suo scopo finale. Ma non aveva previsto tutto…

C’era una sola cosa che aveva sottovalutato,nel suo diabolico piano.

Me.

Ho combattuto contro un infinita di mostri,alcuni dei quali mi hanno inferto ferite profonde. Ho affrontato le peggiori paure che quel mondo infernale mi inviava contro per distruggermi e ho addirittura sfidato i miei demoni interiori per poter ritrovare la mia amata bambina,la mia Cheryl. La voglia di salvarla da quel incubo triplicava le mie forze e donava energia al mio corpo. Nonostante gli inganni di Dahila che tentava di fuorviarmi e mettermi sulla strada sbagliata. Riuscì ad arrivare alla fine del viaggio e a trovarmi proprio nel punto in cui il rituale stava per cominciare. 
Arrivai però troppo tardi: Cheryl e Alessa erano già riunite e Dahila riuscì a invocare il Dio,Samael. Un essere mostruoso dalla testa caprina. Un demone di pura distruzione che non risparmiò neppure colei che lo aveva richiamato,Dahila,che morì bruciata dai fulmini della bestia. Sembrava che non ci fosse più speranza per me,ma grazie a una misteriosa pozione color porpora chiamata Aglaophotis,che ne ha indebolito i poteri,e un bel po’ di proiettili di fucile da caccia,sono riuscito ad abbattere il presunto dio e a fermare la sua venuta.

L’umano che prevale sulla divinità…sembrava una delle favole che mi leggeva mio padre.

Ma avevo comunque fallito: mia figlia non c’era più,e il mondo alternativo creato da Alessa stava crollando sotto una gigantesca pioggia di fuoco. Fu in quel momento che Alessa fece la sua apparizione,libera dal potere oscuro e contornata da un alone candido e angelico. Come per premiare il mio coraggio e la mia determinazione nel sopravvivere nell’inferno da lei creato,con le ultime forze rimastogli in corpo,partorì una bambina. La perfetta copia di Cheryl da neonata. La sua parte benigna. Me la consegnò con un sorriso che non avevo mai visto prima: una sorta di gratitudine mista ad affetto…

Il tipico sorriso che una figlia fa a un padre.

Fuggi con quella pargola tra le braccia,attraverso un passaggio che la moribonda Alessa riuscì ad aprire,prima di scomparire senza lasciare traccia. E mi ritrovai da solo,nel silenzio della città nebbiosa. Sporco,ferito e sfinito come non lo ero mai stato. Con una neonata tra le braccia di cui non sapevo nemmeno la provenienza e se era umana o no. Nella mente,le ultime parole di una ragazza di 14 anni che era morta da anni ma il suo spirito continuava a vivere attraverso l’odio…le stesse parole che furono di mia moglie…

-Proteggila Harry…abbi sempre cura di lei…-

Da quel giorno di diciassette anni fa,nulla è stato più lo stesso.

È nulla lo sarà più.

Mi accorgo di essere seduto sul pavimento e il tramonto è già passato. Il lungo ed estenuante ricordo ha portato via una buona mezz’ora. Mi alzo e mi dirigo verso la camera di Heather,ma non entro. Rimango lì,a guardare le sue cose: i peluche nostalgici che continua a conservare come delle reliquie. I poster di band rock e attori famosi. il mucchietto di vestiti sul letto buttati alla rinfusa,simbolo della costante indecisione che angoscia ogni teenager sul vestirsi. La stessa foto che possiedo in camera mia,posizionata nel suo comodino: io e lei sorridiamo al sole d’estate di una piccola gita al mare,mentre la porto a cavalluccio,nonostante in quella foto lei avesse già quindici anni.
Decido di entrare e mi siedo sul suo letto. Mi passo una mano sui capelli: Sento di nuovo sul mio corpo la stessa stanchezza che avevo in quel giorno,la stessa certezza che il mondo reale,il mondo che conoscevo io,non esiste più. Ripenso a quello che è successo dopo,a quello che ho dovuto fare per proteggerla da loro e quello che ha dovuto sacrificare lei per la mia preoccupazione.
Abbiamo cambiato circa otto stati,prima di finire qui a Portland. Prima di essere sicuro che loro abbiano perso le nostre tracce. Ho addirittura ucciso un uomo,per autodifesa. Un folle discepolo del culto che era riuscito chissà come a trovarci. Non me ne pento: se non l’avessi fatto,Heather sarebbe morta e io con lei.
Sapevo che l’ordine non si sarebbe fermato nel cercare me e Heather. Soprattutto per lei,tanto indispensabile per i loro disgustosi scopi. Quindi,feci in modo che quei bastardi non mi trovassero mai,cambiando nome e muovendomi in modo che loro non riuscissero mai a rintracciarmi. Non è stato facile,per nessuno dei due. Ma grazie a un po’ d’aiuto e molto denaro,sono riuscito a farcela.
Ora siamo qui,al sicuro. Per ricostruire una vita che loro ci hanno portato via. Per dare finalmente a Heather una vita serena e pacifica. Lei è quella che si è sacrificata di più: ha dovuto cambiare otto scuole,perdere tutte le amicizie che aveva costruito e abituarsi all’idea di poterle mandarle avanti solo tramite un maledetto computer,o addirittura concepire l’idea di non poter più coltivare amicizie. Ha dovuto imparare a difendersi da tutti,le ho addirittura insegnato a sparare,durante i nostri viaggi. E non esce mai di casa senza il suo coltello a serramanico.
Ma ora basta. non voglio più che lei rinunci a vivere la sua giovinezza come vuole. Voglio che lei sia veramente felice e non più costretta a seguire le paure di un padre ossessivo. Per questo,oggi ho voluto farle un regalo: Ho deciso di darle un po’ di soldi per poter comprare tutto quello che vuole,e farle fare un giro da sola al centro commerciale. Vedo ancora i suoi salti di gioia e sento le sue urla di eccitazione per una cosa così semplice,ma così importante per lei. Quando mi sono accorto di averle dato quasi 700 dollari,lei era già sparita oltre l’uscio,continuando a salutarmi e a gridarmi quanto mi volesse bene. 
Mi concedo una risata,in mezzo a tutto quel vortice di ricordi e stanchezza post-pisolino. Una vera,sana risata che proviene dal cuore.
Lascio la stanza di Heather e mi dirigo in bagno per darmi una rinfrescata al viso. L’acqua mi dona una sensazione di benessere e di pulizia interiore: Mi rilassa,mi infonde una sorta di sicurezza nei momenti difficili. A volte,quando mi sento schiacciato dal peso degli eventi,infilo la testa sotto il getto dell’acqua e ripulisco via l’angoscia e la negatività che opprime la mia anima.
Mentre mi pulisco,rivolgo l’attenzione sull’uomo che lo specchio sta riflettendo: un uomo magro,con un accenno di barba sul volto,i capelli neri un po’ scombussolati dal riposo nella poltrona,i lineamenti precisi ma non marcati di un uomo di 32 anni…
Il problema è che io di anni ne ho quasi 50.
Il viaggio a Silent Hill ha provocato in me una sorta di ferma tempo: il mio corpo non invecchia più. Nonostante  dovrei avere un po’ di rughe e i capelli brizzolati,il mio corpo è rimasto esattamente com’era diciassette anni fa. Fu Heather ad accorgersene per prima,un giorno, dicendomi che nonostante io mi avvicinassi alla mezz’età, rimanevo un bellissimo trentenne.
Alcuni dicono che è una vera fortuna,che farebbero carte false per rimanere giovani e belli.
Io penso che sia una maledizione.
Ogni volta che mi guardo allo specchio,rivedo tutto il dolore e la follia che vidi quel giorno. Rivedo tutte le persone che sono morte e mi maledico per essere l’unico sopravvissuto a quell’orrore.

Rivedo Micheal Kaufman,il primario dell’ospedale Alchemilla. Nonostante lui abbia meritato la fine che ha fatto,era pur sempre un uomo,che respirava e parlava.

Rivedo Lisa Garland,l’infermiera che accudì Alessa nei suoi anni di degenza nei sotterranei dell’ospedale. Era una ragazza dolcissima,affettuosa e cordiale. Ricordo ancora il suo grido d’aiuto,mentre realizzava che era morta da tempo,uccisa da Kaufman per metterla a tacere riguardo ai suoi traffici di droga e all’esistenza di Alessa nei sotterranei. Dio,ricordo il suo viso impregnato di sangue mentre le chiusi la porta in faccia…

Rivedo Cybil Bennet…

Cybil…

Lei è stata la prima ad aiutarmi,a viaggiare con me nell’inferno. Mi ha dato le armi per difendermi,mi ha sostenuto,mi ha aiutato a rimanere in piedi ad affrontare il buio. Energica,piena di fiducia nel futuro e con il coraggio di una leonessa. Forse me ne ero innamorato,perché sotto certi aspetti,mi ricordava la mia Jodie. Ma non ho mai avuto il modo di dirglielo…
Perché fui io ad ucciderla. 
Era stata posseduta da un demone parassita,probabilmente era stata Dahila per mettermela contro,affinché lei mi fermasse. Ho provato in tutti i modi a farla ragionare,ad aiutarla a combattere il demone. Ma non ci riuscì. Il demone aveva preso pieno possesso del suo corpo e della sua mente. Solo dopo che lei mi sparò ad una spalla,premetti il grilletto.
Nei suoi ultimi istanti di vita,lei mi perdonò,dicendomi che avevo fatto bene a farlo,che dovevo pensare solo a salvare mia figlia e fermare tutta quella follia. Non ricordo quante lacrime versai,so solo che furono tante.
Sono passati diciassette anni,ma non sono ancora riuscito a perdonarmi di quello che le ho fatto.
Solo l’amore di Heather mi aiuta a darmi pace,ma il volto di quell’uomo riflesso nello specchio,me lo ricorda ogni giorno.
Mi allontano da lui.
Mi do una sistemata e respiro profondamente. Non so perché oggi stia facendo questo revival,viaggiando tra i miei ricordi. Me lo dico ad alta voce.

-finiscila di rimanere nel passato,cretino. Fai il padre e pensa alla cena di tua figlia.-

Vado in cucina e ripasso mentalmente la ricetta degli spaghetti alla carbonara,uno dei piatti preferiti di Heather. Lei adora la cucina italiana,e devo ammettere che nemmeno a me dispiace. Ho tutti gli ingredienti e in più,un ottima torta black forest,comprata da un pasticceria qui di fianco a Villa Daisy,aspetta solo di essere divorata da me e Heather. Prendo in mano la pentola e apro il rubinetto…
All’improvviso,la televisione si accende da sola.
Lo spavento è tale che quasi rovescio la pentola per terra. La poso e vado nel soggiorno a vedere che diavolo sta succedendo. La tv è accesa ma lo schermo mostra solo un’immagine elettrostatica. Il classico fruscio statico è amplificato e mi sta trapanando i timpani.
Ma non mi muovo.
Comincio ad avvertire una strana sensazione,una sorta di premonizione che mi fa tremare le gambe. Qualcosa di terribile sta per accadere,me lo sento nelle ossa. Faccio un passo in avanti,cercando di combattere quella sensazione terrificante che mi sembra troppo familiare,ma ad ogni passo,la sensazione aumenta d’intensità facendomi tremare da capo a piedi. Cerco di spegnere la tv,ma nonostante io prema costantemente il pulsante d’accensione,l’immagine non cambia.
La sensazione diventa certezza.
Sta per accadere qualcosa.
-……rry….-
La sento. Dalla tv,una voce ha appena detto il mio nome.
-…Harry…-
La voce è più chiara. Nello schermo intravedo un immagine.
-Jodie? Amore sei tu?-
 L’immagine rimane un po’ disturbata,ma riesco a distinguere il volto di Jodie,mia moglie. Non riesco quasi a respirare per lo stupore di vederla di nuovo.
-Harry…sei….pericolo…nostra figlia…-
-che stai cercando di dirmi? Sono in pericolo? Heather ha bisogno di me?-
-….si…-
Tremo come una foglia. Non è possibile che loro ci abbiano trovato,ho coperto le mie tracce in modo quasi ossessivo.
-……..stanno arrivando,Harry…..-
Jodie continua a parlarmi. Per un attimo,vedo la disperazione nei suoi occhi.
-che devo fare,Jodie? Dimmelo,ti prego!!!-
-….corri…salvala…-

Buio. La tv è spenta proprio come l’avevo lasciata io.

-Jodie? Jodie?? Cazzo!-

Tiro un pugno sopra l’elettrodomestico. L’ansia e l’agitazione prendono il sopravvento su di me,iniziando a muovere i miei arti inferiori avanti e indietro per il soggiorno come se fossi impazzito. Non riesco a crederci,non ancora. Lo stesso incubo,lo stesso fottuto incubo dopo diciassette anni torna a tormentarci. Per quanto mi sia sforzato,non sono riuscito neanche lontanamente a lasciarmelo alle spalle. 
-Calmati,Harry…Rilassati. Ragiona e riprendi il controllo di te. Heather ha bisogno di te.-
Me lo ripeto circa cinque volte prima di calmarmi,come se fosse un incantesimo curativo. Funziona,e la mia mente riesce a ragionare con più lucidità: innanzitutto,devo rintracciare Heather alla stazione della metropolitana. Di sicuro,a quest’ora sarà già sopra il treno. Quindi ci vogliono circa dieci o quindici minuti per venire qui. Appena arriva,prendiamo un paio di cose e fuggiamo il più lontano possibile da qui.
Anche stavolta,non riuscirò a mantenere la promessa,ma la sua salvezza è più importante di qualsiasi altra cosa…
 
Dlin dlon!

Rimango inchiodato in mezzo al soggiorno. 
Non è Heather. Non può essere lei. Ha le chiavi di casa. È comunque le ho insegnato a bussare una volta,poi due,poi tre nel caso si fosse dimenticata delle chiavi. E nel cestino di vimini di fianco alla porta c’è solo il mio mazzo. Quindi,sono sicuro al cento per cento che non è lei.
Mi girò verso la porta,in attesa…

Dlin dlon!

Il secondo campanello è un segnale, per me. Scatto subito verso la mia camera e mi fiondo sul terzo cassetto del mio armadio a due ante. Lì dentro c’è una piccola cassaforte a combinazione di medie dimensioni,con un piccolo display a cristalli liquidi dove digito un numero a sei cifre per sbloccarla. 

All’interno,c’è il mio personale kit di sopravvivenza…

Una pistola USP 9mm con un caricatore aggiuntivo. La pistola che Cybil mi diede quando ci incontrammo per la prima volta a Silent Hill. Pulita e pronta al fuoco.
Il mio taccuino per gli appunti,con tutte le descrizioni di quelle bestie e le scoperte che feci durante il mio “soggiorno” in quella maledetta città.
Una piccola radio portatile.
e il mio asso nella manica…

Prendo tutto il contenuto della cassaforte,tolgo la sicura e faccio scorrere il carrello della pistola per assicurarmi il colpo in canna. La infilo nella cintura dietro la schiena e metto in bella vista il taccuino nel mobile vicino al mio letto. Lo lascio a Heather,nel caso mi succeda qualcosa…
Le ultime due pagine che ho scritto sono per lei.
Ritorno di fronte alla porta,finalmente pronto ad affrontare qualsiasi cosa ci sia lì dietro. Osservo attraverso lo spioncino colui che ha deciso di farmi visita.
Non c’è nessuno.
La mia inquietudine non si placa,ma riesco a mantenere la calma e i riflessi pronti. Apro con cura la porta: lo stridore dell’uscio aperto con lentezza sa di film horror,e non fa altro che innervosirmi di più. 
Niente. Nessun essere umano alla porta. Controllo il corridoio ma è solo un ennesima conferma che la persona,o entità che ha suonato il campanello due minuti fa,sia ancora lì. Richiudo la porta con cautela e una voce spettrale mi congela il sangue nelle vene.

-Harry Mason…-

Mi girò di scatto: la donna è davanti alla finestra aperta che da sulla scala anti incendio. Sono assolutamente sicuro che quella dannata finestra era chiusa,ma ormai non mi stupisco più di niente: ho già visto l’impossibile avverarsi e io ne sono un testimone vivente.
La donna mi guarda con occhi glaciali: è vestita completamente di nero,giacca e gonna lunga. I lunghi capelli color argento ricadono davanti al seno misurato in modo preciso,senza alcun aiuto da parte sua. Dal viso pallido e magro,deduco che non debba avere più di trent’anni.
La riconosco. Ho visto una sua foto in un rapporto della polizia che ho trafugato di nascosto per ottenere informazioni sul culto.
La donna si muove lentamente verso il centro del soggiorno. È scalza,i piedi sono sporchi e hanno dei piccoli tagli che non sembrano darle fastidio.
-Ho cercato a lungo la tua persona,Harry Mason. Sei riuscito a sfuggirci per tanti anni,nascondendo la madre di Dio dai suoi fedeli servitori. Ma ora non puoi più sfuggirci.-
Il sarcasmo che mia figlia mi ha trasmesso involontariamente riaffiora per darmi forza.
-mi lusinga molto che voi svitati mi siate così affezionati. La prossima volta vi lascerò volentieri una mia foto con dedica.-
-scherza pure quanto vuoi,miserabile uomo. Le tue parole saranno molto presto soltanto aria leggera.-
Pronuncio il suo nome affinché lei sappia che non deve sottovalutarmi troppo.
-a cosa devo l’onore della visita,Claudia Wolf?-
Claudia Wolf accusa il colpo. Vedo una smorfia di disapprovazione sul suo volto. È solo un attimo,ma per me è già una vittoria.
-come conosci il mio nome?-
-so molte cose di te: Claudia Wolf,nata a Brahms ma residente a Silent Hill fin dalla tenera età. Figlia di Leonard Wolf,uno dei fondatori del nuovo culto e rinchiuso nella clinica psichiatrica Brookhaven da due anni,proprio il periodo in cui tu sei divenuta la madre superiore dell’ordine,giusto?-
Claudia non si scompone. Il suo sorriso compiaciuto mi irrita ma rimango calmo e sicuro di me.
-complimenti,signor Mason. Sono molto colpita della sua capacità di raccogliere informazioni. in fondo,ci siete sfuggiti per così tanto tempo,ed era ovvio che solo una mente raffinata come la tua poteva creare un simile piano. Ma la vostra fuga è finita. La madre ritornerà al suo luogo d’origine,e darà alla luce Dio e lui ci condurrà al paradiso con le mani sporche di sangue.-
Comincio ad arrabbiarmi. Sono stufo di queste puttanate religiose.
-e tu pensi veramente che io lascerò che mia figlia venga ingravidata con un demone schifoso e che esso la uccida perché voi volete la pace eterna? Oh,ti sbagli di grosso!-
-Non puoi fermarci,Harry Mason. Non più. Siamo diventati potenti,abbiamo la fede che protegge il nostro cammino dai miscredenti come te. Questo mondo va ripulito dai peccati mortali che le vostre blasfemie hanno contaminato. Dio arriverà,e tutti voi sarete giudicati nelle fiamme dell’inferno.-
La mia rabbia sale. Ogni volta che la sento parlare,rivedo quella maledetta pazza di Dahila che mi vomitava queste idiozie. Davanti a me ho la causa di tutte i sacrifici e le pene che io e Heather abbiamo dovuto subire. Di tutto quello che io ho dovuto subire in quella città.
Claudia non si accorge della mia rabbia,completamente persa nei suoi vaneggiamenti mistici.
-diciassette anni fa,Dahila Gillespie riuscì a creare qualcosa che nessun fedele riuscì a fare: Ci rivelò la via per avvicinarci a Dio,ma la sua meravigliosa opera fu distrutta dalla tua stupidità! Io andrò oltre! Supererò Dahila e finirò la sua opera e Dio mi ricompenserà con l’eterna beatitudine!-
Nella mia rabbia,comincio a ridere. In fondo,ad una barzelletta come quella,non si può far a meno di ridere. Claudia rivolge di nuovo l’attenzione su di me.
-che cos’hai da ridere,piccolo uomo?-
La guardo negli occhi mentre parlo. Voglio essere certo che lei assimili tutto quello che sto dicendo.
-vuoi sapere com’è il tuo Dio,Claudia? È un disgustoso mostro deforme che ha solo un unico desiderio: uccidere. Non ti darà l’eterna beatitudine,ma ti farà a pezzi. Esattamente come è successo a quella vecchia pazza di Dahila Gillespie. Vuoi non siete gli eletti di Dio! Siete solo degli stupidi fanatici adoratori del diavolo che hanno bruciato viva una povera bambina innocente! Vi ho già fermato una volta,e lo farò di nuovo! Vuoi evocare il tuo dio del cazzo? Fallo! Questo piccolo uomo lo rispedirà all’inferno da cui proviene,ficcandogli una pallottola in testa! E se non sarò io,sarà mia figlia a farlo! Puoi starne certa!-
Stavolta tocca a Claudia sentire la rabbia che sale. La sua faccia quasi si deforma quando mi urla contro.
-Miserabile bestemmiatore!!! Lurido peccatore! Hai pronunciato la tua ultima blasfemia una volta per tutte!!-
-avanti,fammi vedere la potenza del tuo dio,stronza psicopatica. Non vi darò mai mia figlia,e non vi permetterò di avvicinarvi a lei.-
Claudia si calma ma la sua voce rimane minacciosa.
-se proprio lo vuoi sapere,Harry Mason,io mi sono già avvicinata alla tua falsa figlia.-
Per un attimo,sento la terra mancarmi sotto i piedi. L’hanno già trovata? Le avranno fatto del male?
-che cosa vuoi dire? Che le hai fatto,Claudia?-
Lei ritorna davanti alla finestra,recuperando la sua sicurezza mentre io perdo la mia.
-seguimi,Harry Mason. Affronta l’ira di Dio.-
Claudia esce dalla finestra. Sento i suoi passi leggeri salire la scala anti incendio,diretta verso il tetto. 
Afferro la giacca appesa all’attaccapanni e la seguo. L’aria all’esterno è gelida,minacciosa,nonostante siamo a Maggio. Comincio a salire la scala anti-incendio,quando una sensazione terrificante mi arriva addosso come un secchio d’acqua ghiacciata.
Mi fermo a metà.
Forse da quel tetto non riscenderò più. Forse la fortuna che mi ha accompagnato in tutti questi anni,ha deciso di volgere il suo sguardo bendato dall’altra parte. E in quel tetto,mi aspetta la morte che tanto mi ha desiderato,da quando le sono sfuggito a Silent Hill. In un attimo,rivedo tutta la mia vita: le gioie,i dolori,le vittorie e le sconfitte. E tutte le persone che hanno fatto parte di questo viaggio che per molti non conta niente,fino a quando non se la vedono scivolare via dalle mani.
È alla fine di quel viaggio,c’è lei: il sorriso gentile,gli occhi color nocciola,il fisico minuto ma rigoglioso,i capelli biondi tinti per nascondere il suo colore naturale. La giovinezza che traspare ad ogni suo movimento,ad ogni sua parola…
Tutto quello che ho fatto,che sto facendo e che farò,è solo per lei.
Lo comprendo.
Lo assimilo.
Lo accetto.
Ora sono pronto.
Salgo fino al mio campo di battaglia. Claudia aspetta il mio arrivo dandomi le spalle. Mentre un oscurità crescente avvolge e circonda il luogo. Non posso scordare quelle tenebre che respirano morte. So per certo che lei non è sola,ha portato qualcosa di demoniaco con sé. Mi ricordo che ho una torcia tascabile nella tasca interna della giacca. La prendo e la infilo nella tasca superiore con la clip,per fissarla al meglio.
L’accendo,è la luce si proietta nel buio,donandomi ulteriore coraggio.
Sono il suo messaggero. Portavoce della luce della speranza.
-Che cosa hai fatto a mia figlia,bastarda?-
Claudia mi parla continuando a darmi le spalle.
-Niente. Non potrei mai arrecare danno alla Madre prima che il feto di Dio cresca nel suo ventre. Naturalmente,non posso parlare per le creature che la stanno mettendo alla prova. Dio può crescere solo nel ventre di una persona forte e piena di odio. Altrimenti,quel contenitore va eliminato.-
-figli di puttana…-
Claudia ride,godendo appieno della mia rabbia.
-esatto,proprio quell’odio che tu stai provando da diciassette anni per la nostra santa dottrina. È l’odio che nutre il nostro Dio,affinché ripulisca i vostri immondi peccati. E per fare ciò,dobbiamo portare odio nel cuore di Alessa…-
Quando sento quel nome,esplodo.
-NON PRONUNCIARE QUEL NOME!!! NON TI AZZARDARE! HAI CAPITO,CLAUDIA?!?!?-
Cerco di calmarmi ma ormai sono stufo marcio delle sue parole.
-Alessa Gillespie è morta. Lei non è Alessa. Lei è Heather Mason,mia figlia.-
-Lei non è tua figlia. Non ti appartiene. L’hai rapita e l’hai nascosta da noi. Sei solo un ladro e un bugiardo.-
-io l’ho trovata,l’ho cresciuta! Le sono stato accanto quando aveva la febbre,quando si risvegliava da un brutto sogno! L’ho vista trasformarsi in una ragazza meravigliosa! Io sono suo padre! Puoi dire quello che vuoi,Claudia Wolf! Non importa! Io so qual è la verità!-
Stavolta Claudia si gira e mi guarda dritto negli occhi.
-Bene,la tua sicurezza è inattaccabile,lo ammetto. Vediamo se i fatti ti daranno ragione.-
Il tempo delle parole è finito. Tiro fuori la pistola e gliela punto contro.
-Finirà stanotte,Claudia. Uno di noi due non uscirà vivo da qui.-
-Una cosa saggia l’hai detta,Harry Mason! Finirà stanotte…Ma con la tua morte.-
Claudia fece tre passi indietro e si nascose nel buio. Stringo saldamente la pistola con tutte e due le mani,mentre le sue parole riecheggiano nell’aria.
-Ho tre ragioni per vederti morto,signor Mason. La prima è che sei un elemento pericoloso per la buona riuscita del nostro piano di rinascita. Ci hai già fermato una volta,non voglio che accada di nuovo. Non farò lo stesso errore di Dahila…-
Nel buio,sento qualcosa muoversi con una velocità incredibile. La radio tascabile comincia a gracchiare all’interno della mia tasca. Cerco di tenere a bada la mia paura crescente e mantenere i nervi saldi.
-La seconda è la vendetta: diciassette anni fa tu hai impedito la nascita di Dio,portandoci via la Madre e lasciandoci in balia della disperazione. Costringendoci a spendere tempo prezioso e molto denaro per ritrovarla. Non solo hai ucciso il nostro Dio,ma hai fatto uccidere la nostra sacerdotessa Dahila e rapito la Madre. Quest‘onta va lavata con il sangue…-
Il rumore della radio aumenta,così come sento più vicino l’entità che si nasconde nelle tenebre. Uno stridore di lame sul terreno mi penetra nelle orecchie,mentre un verso animalesco e disumano mi fa drizzare i capelli.
-il terzo motivo è il più importante: la tua morte riempirà di odio vendicativo il cuore di Alessa,che sarà puro nutrimento per il suo feto. Il puro rancore la condurrà nella città dove tutto è iniziato e dove tutto finirà: Silent Hill.-
La radio quasi esplode quando riesco a intravedere l’essere che continua a muoversi intorno a me come un giaguaro. Sento un leggero spostamento d’aria e il mio corpo si muove automaticamente,buttandosi a terra e rotolando su un fianco,evitando una lunga lama retrattile sporca di sangue rappreso. Se non l’avessi evitato,a quest’ora la mia testa rotolerebbe come un melone sul cemento. Mi giro di scatto e finalmente illumino l’essere aberrante che mi sta cacciando.
L’essere è alto circa un metro e venti,con braccia rosse cucite poco sopra l’avambraccio e vestito di stracci luridi e impregnati di sangue. Non ha quasi più volto: quello che rimaneva della faccia è una frazione di occhio rosso porpora e una bocca ritagliata verticalmente da cui spuntano denti giallastri appuntiti. Il resto è stato tagliato e ricucito,facendogli sembrare la testa una specie di sacco di iuta rattoppato. Tiene tra le mani delle lunghe lame retrattili che agita come un selvaggio uomo di Neanderthal,mentre emette il suo verso gorgogliante. Il fetore è talmente rivoltante che trattengo a stento un conato di vomito. 
E come ritornare nel sogno di neanche un ora fa: lo stesso terrore,la stessa ansia e il buio che vuole divorarmi le carni…
Ma stavolta,non scapperò. 
Claudia fa sentire di nuovo la sua voce piena di sicurezza.
-Ti presento il Missionario. È uno dei servi di Dio più devoti e potenti di tutti. La sua velocità e la sua forza non hanno pari. Spero che l’avversario sia di tuo gradimento,Harry Mason. Addio,e possa Dio aver pietà della tua anima blasfema e corrotta.-
Appena la voce di Claudia cessa di esistere,il Missionario scatta in avanti sfoderando le lame. Mi lancio a sinistra per evitare i due fendenti orizzontali della creatura. A terra,mi giro sulla schiena e faccio fuoco. Riesco a sparare due colpi,mirando alla testa. ma il mostro mette le braccia con le lame nella traiettoria e non so come,riesce a deviare i proiettili. Non ho nemmeno il tempo di alzarmi,che lui riparte all’attacco con ancor più velocità. Sparo altri tre colpi per fermare la sua avanzata,ma quel bastardo lì para con il braccio destro ,mentre con il sinistro lancia un affondo,mirando al mio cuore. Usando il puro istinto,mi sposto di nuovo a sinistra…
La lama mi trapassa la spalla da parte a parte. Un dolore acuto e lancinante si propaga per tutto il braccio destro,mentre quella bestia schifosa rigira la lama per procurare ancor più sofferenza. Con il braccio libero,il Missionario lancia un nuovo fendente per finirmi,ma stavolta non glielo lascio fare. Con la sinistra,carico un pugno poderoso che lo prende nell’ammasso di carne che è la sua faccia. Sento un sensazione caldo/freddo al contatto del suo volto putrido,che sembra fatto di gelatina. Il mostro accusa pesantemente il colpo. Tira fuori la lama dalla spalla e decide di ritirarsi nell’oscurità per preparare un nuovo attacco.
La spalla mi fa un male cane:il sangue cola su tutto il braccio e credo che abbia trapassato addirittura la scapola destra. Ma riesco ancora a stringere la pistola,che ha sei colpi nel caricatore,più quello in canna. Devo pensare ad una strategia per uccidere quella bestia o non riuscirò mai a uscirne vivo. Di sicuro,lui è forte e veloce,ma non ha una grande resistenza,visto che per allontanarlo ci è voluto solo un pugno ben assestato. È per questo che ha una difesa considerevole,per quanto riguarda gli attacchi frontali…
Ma non so se è così per quanto riguarda gli attacchi alla schiena.
Il piano che ho in testa è un autentico suicidio,ma non ho altre alternative. Non posso sprecare il mio asso nella manica per lui,anche se è un mostro potente. Lo devo riservare a Claudia. Se mi gioco bene le mie carte,posso farcela…
Forse posso sopravvivere.
Il Missionario emette un nuovo verso gorgogliante,ma con maggior vigore. La vuole fare finita. La radio comincia a gracchiare di nuovo,segno del suo avvicinamento. Rimango fermo,cercando di tenere la pistola con tutte e due le mani,nonostante la spalla che produce un dolore sempre più intenso. Devo ignorarlo,mantenere la mente lucida e pronta per l’ultimo attacco.
Il Missionario non si fa attendere,è stavolta tenta l’attacco sul fianco sinistro. È furbo,sa che non potrò lanciarmi a destra senza che io soffra per la ferita alla spalla. Ma non ha considerato la mia rinnovata reattività.
Il mostro aumenta la velocità e lancia un feroce fendente diretto alla mia gola,ma io mi butto in avanti con una capriola e mi giro davanti a lui proprio dove lo volevo. Visto che è molto intelligente,presumo che capisca anche gli insulti.
-è tutto qui quello che riesci a fare,disgustoso ammasso di carne? Avanti! Fatti sotto!!-
La belva mi risponde con un urlo bestiale,agitando le sue lame come un gorilla infuriato. L’insulto ha avuto effetto. Il mostro mi viene contro con una furia che prima non aveva, aumentando la sua velocità. 
Ancora un po’…
Il Missionario prepara le lame,pronto a dividermi in due come una mela.
Ancora un po’…
Sento perfettamente il fiato puzzolente della sua bocca contro la faccia,mentre carica il doppio fendente.
Ora!
Con una velocità di riflessi che nemmeno io pensavo di avere,mi apro a 45° a destra,mentre la lama del mostro sfiora di poco il mio fianco. Il missionario si ritrova sbilanciato,mentre io completo il giro a 120° per avere la sua schiena a portata di tiro.
Apro il fuoco su di lui e sette proiettili 9mm si piantano nella sua colonna vertebrale. Il mostro cade a faccia in avanti,e un fiotto di sangue scuro e puzzolente schizza dalla sua schiena. L’essere,però continua a muoversi e tenta di rialzarsi…
Non gliene do il tempo: corro verso di lui,estraendo il caricatore ormai vuoto della USP,e infilo quello di scorta.  Mollo un pestone alla bestia per rimandarla a terra,e sfogo tutta la potenza della mia pistola direttamente sul suo cranio. Il sangue esce a fiumi,mi arriva in faccia. Ma non mi fermo,tirando fuori tutta la mia rabbia urlando e sparando.
Mi accorgo che ormai la testa del Missionario non esiste più,quindi mi fermo.
Il dolore alla spalla è insopportabile,mi gira la testa per la perdita di sangue e la stanchezza fisica ha preso possesso delle mie membra. Cerco di portare ossigeno ai polmoni infiammati dallo sforzo,regolando il respiro affannato. Non so quanti colpi mi sono rimasti nella pistola. Forse due o tre. O forse nulla.
Non importa,ho vinto.
È stata una dura lotta,ma ce l’ho fatta,ho sconfitto quell’essere disgustoso. E adesso tocca a Claud…

rrrrrrkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkrrrrrrrrrccccccccccccckkkkkkkkkkkkk

La radio torna a gracchiare. Stavolta,il rumore è troppo forte. Non riesco a girarmi in tempo…
Una lama retrattile mi trapassa il fianco,da parte a parte. All’altezza del fegato. Uno spruzzo di sangue fuoriesce dalla ferita quando l’essere alle mie spalle estrae la lama con forza,accentuando il danno che so essere mortale.
La vista comincia ad offuscarmi…
Claudia esce dalle tenebre con un sorriso compiaciuto in volto,mentre un altro Missionario le si piazza di fianco.
Merda…ce ne erano due.
-veramente notevole,Harry Mason. Ora capisco come hai fatto a sopravvivere nel mondo di Alessa,diciassette anni fa. Ma non sei stato abbastanza in gamba da prevedere l’arrivo di altri fedeli seguaci…-
Dalle tenebre,vedo quasi una decina di quegli esseri sbucare fuori. Emettono dei ruggiti terrificanti,godendosi lo spettacolo della mia agonia e attendendo con ansia che Claudia dia loro via libera per massacrarmi impunemente. 
-pensavi veramente che io ne comandassi solo uno? Io sono la sacerdotessa del Dio. Tutti i seguaci obbediscono ai miei ordini. Non ho voluto correre rischi con te,conoscendo la tua fama. E ho fatto bene. Per far si che tu non possa ostacolarci più,e aumentare l’odio della Madre,voglio che loro facciano scempio totale delle tue carni,e offrirlo come trofeo vittorioso al nostro Dio misericordioso.-
Il respiro si fa via via più affannato. Il sangue scorre a fiumi dalla ferita e ha un colore scuro,quasi nero. Sento un gran freddo attraversarmi le ossa. E finita. Ho abbassato la guardia proprio nel momento cruciale e adesso ne pago le conseguenze. Ho buttato via l’unica possibilità che avevo per salvare la mia bambina. L’ho delusa. Ho deluso tutti: Lisa,Cybil,Jodie…
Anche la donna che mi ha donato quel barlume di luce nel mio mondo di tenebre…Anche Alessa.
I mostri si fanno avanti,pronti a farmi a pezzi. Non ho più la forza di reagire. Spero solo che sia veloce e indolore…
NO!
Qualcosa si risveglia in me. Un antico sentimento che nemmeno la morte può fermare. Qualcosa che pervade tutti gli arti del mio corpo,cancellando il dolore delle ferite e riaccendendo il fuoco nel mio animo.
Un padre protegge la figlia fino alla morte.
E io non ho alcuna intenzione di morire prima di aver fatto un po’ di pulizia.
Mi alzo. Non sento più dolore.
Nella luce della mia torcia, vedo il volto di Claudia assumere un espressione interrogativa a quell’insolito evento. I mostri continuano l’avanzata,ma un gesto della loro padrona lì ferma all’unisono.
-che cosa hai intenzione di fare,Harry Mason? Sei sconfitto. La morte è vicina per te. Non hai possibilità di sopravvivenza.-
Sogghigno,quando infilo la mano nella tasca dei pantaloni. 
-Ho…un regalo per te,Claudia. È qualcosa di molto…speciale. Lo tenevo da parte per…avvenimenti come questa notte…-
Mostro il mio asso nella manica a Claudia,che impallidisce di colpo. Comincia a balbettare,spaventata a morte come una bambina di fronte all’uomo nero.
-no! N-non è possibile!! Non…p-puoi a-averlo tu! Era…stato distrutto!!!-
-era…quello che Dahilia vi aveva fatto…credere. Ma questa pianta non esiste solo nella foresta di Silent Hill. Si…può anche trovare nelle riserve degli indiani d’America,mia cara. Di sicuro non ti ucciderò,Claudia. Ma i tuoi amici vengono con me!-
La piccola fiala di Aglaophotis brilla leggermente alla luce della torcia. Ho speso molti soldi per comprarne solamente due piante. Una l’ho spremuta e ho racchiuso il liquido all’interno di questa fiala. L’altra è al sicuro…
All’intero del ciondolo che ho regalato a Heather,solidificata in forma di capsula.
Claudia arretra di qualche passo,mentre le sue bestie cominciano ad agitarsi,fiutando il pericolo imminente.
-Non puoi farlo! Non puoi!!-
Rido,mentre sento un rivolo di sangue uscirmi dalla bocca.
-Dì al tuo Dio del cazzo che Harry Mason gli manda i suoi saluti.-
La fiala traccia un arco perfetto,al momento del mio lancio. Si spacca proprio davanti ai piedi di Claudia,che scappa via terrorizzata. I fumi rossi danzano nell’aria,piombando verso i demoni che urlano in preda al dolore più puro. Alcuni di loro rotolano in preda alle convulsioni,emettendo versi soffocati e agitando violentemente le braccia rosso sangue come in cerca di un modo per porre fine alla loro sofferenza.
Poi il silenzio.
I corpi morti si decompongono e svaniscono come carta bruciata. Di Claudia,nemmeno un respiro. Molto probabilmente è nascosta da qualche parte ma non ho più la forza di inseguirla. La forza che mi ha permesso di rialzarmi,sta svanendo. Vomito sangue dalla bocca: il dolore è più intenso,Il freddo è glaciale…
Devo rientrare,presto Heather sarà a casa.
Mi trascino giù per la scala anti-incendio,sento il corpo intorpidito e il dolore sta magicamente sparendo. La visuale è appannata.
Devo preparare la cena speciale alla mia bambina.
Le gambe cedono proprio davanti alla poltrona. La tv è spenta e mi riviene in mente il film squallido che stavo guardando: non c’è nessuna amata ad aspettarmi per un bacio appassionato,ma va bene così. Non ho mai creduto nel lieto fine. Ho sempre preferito i polizieschi,magari con il classico ispettore tutto d’un pezzo che risolveva i casi a revolverate. Mi piaceva scrivere di questo tipo di “eroi”,vendeva abbastanza bene.
A dire il vero,mi piaceva scrivere in generale.
Mi tiro su con i braccioli della poltrona e finalmente mi siedo.
Il respiro è più regolare,adesso. Ma sento gli occhi stanchi e il mio corpo reclama un po’ di riposo.
Ho difeso la mia bambina…ho combattuto per lei. So che lei farà lo stesso. Spero solo che non ceda all’odio,che non faccia il loro gioco. Dovrà affrontare il proprio passato,la sua natura…
I suoi peggiori incubi.
Ma io mi fido ciecamente di mia figlia. Sono certo che lei riuscirà a sconfiggere tutto questo e a rifarsi una vita,proprio come voleva lei. Il cerchio si chiuderà e lei sarà finalmente libera.
Io l’aiuterò,lo faremo insieme. Solo che adesso sono un po’ stanco,ho bisogno di riposare e riprendere le forze.
Quando mi sarò rimesso a dovere,preparerò gli spaghetti alla carbonara e mangeremo insieme la torta black forest. E poi rideremo e le dirò di nuovo quanto le voglio bene.
Vedo davanti a me di nuovo quella luce angelica,la stessa del sogno. Vedo Lisa,che mi saluta con il suo sorriso radioso.Vedo Cybil,con le braccia conserte,farmi un cenno con la testa.
Vedo Alessa Gillespie…no,aspetta. È Jodie. Si piega verso di me e mi bacia la fronte,irradiandomi di vita.
-è tutto ok,amore. Ora ci sono io con te…-
Le parlo,senza alcun impedimento. Senza nessun dolore.
-Jodie,l’ho salvata. L’ho protetta,come ti avevo promesso. Sono stato un buon padre.-
Jodie mi accarezza il viso con dolcezza,dissipando tutte le mie tenebre.
-lo so,tesoro mio,sei stato fantastico. Sono fiera di te. Ora però riposati…la nostra bambina se la caverà,grazie a te e ai tuoi insegnamenti.-
Sorrido. La pena svanisce,la paura si tramuta in sogni di terre lontane e paesaggi maestosi. 
Mi sento bene.
Poi mi ricordo.
Ricordo il suo primo vagito,la prima volta che mi ha visto veramente. Ricordo i sorrisi e i pianti,le gioie e i dolori. Ricordo gli abbracci e i capricci.
Ricordo il suo vero nome.
Cheryl Mason
E ricordo il mio nome.
Harry Mason.


Un piccolo uomo. Un grande padre.
  
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