Quella sensazione non era stupenda… molto di più, sublime, incontrastata, Kerry non si sarebbe lasciata distrarre da nient’altro: quel profumo… quel profumo di muschio, mascolino, sensuale, seducente e misterioso, ma allo stesso tempo dolce e piccante; quella camicetta bianca, morbida, vaporosa leggera, quel tepore: il tepore che solo Michael aveva; quel respiro e il battito del suo cuore, la morbidezza e la leggerezza di quelle mani lunghe e affusolate e i suoi occhi! I suoi occhi dorati, verdi scuri, non era quel verde chiaro che cercano tutti, sembravano marroni se non li guardavi bene, ma se li fissavi molto attentamente erano di un verde scuro, mischiato al colore dell’oro, del miele e della sabbia: che momento unico! Kerry ritornò col pensiero al suo sogno: il re Mikaeel! Il re Mikaeel era Michael, era inevitabile che lui le regalasse le stesse sensazioni.
Kerry si strinse a Michael dicendogli: “Ti amo Michael; io credo di amarti!”
“Anch’io!”
Michael era in paradiso: era la prima volta che abbracciava così dolcemente una ragazza; aveva abbracciato molte ragazze nella sua vita, fans che dicevano di amarlo, ma Kerry era diversa, lo amava senza però idolatrarlo e non si strappava i capelli quando lo vedeva, non urlava quando lo toccava, era solo dolce. Inoltre, per quanto non potesse negarlo abbracciare le fans le piaceva soprattutto se si trattava di belle ragazze, ma spesso lo faceva più per accontentarle, invece da lei non si sarebbe staccato mai… quel profumo dolce all’arancia, quei capelli morbidi profumati di balsamo, lunghi, neri ricci e che sembravano seta, adorava accarezzarglieli; quel corpo sinuoso vicino al suo… quegli occhi dolci, scuri ed espressivi, il suo respiro… le voleva davvero molto bene: sperava solo che lei se ne rendesse conto.
Alcune delle sue compagne avevano approfittato della situazione per abbracciare e dichiararsi ad alcuni ragazzi che erano ospiti a Neverland o a ad alcuni suoi compagni, e idem per i maschi della sua classe che non si erano certo fatti sfuggire le sedicenni che c’erano lì a Neverland; ma anche le ragazze che avevano avuto la fortuna di abbracciare i ragazzi più belli lasciavano percepire una punta di invidia verso Kerry e lei ne fu compiaciuta, ma allo stesso tempo dispiaciuta per loro.
Michael ad un certo punto disse guardando il cielo: “Secondo te cosa sono le stelle?”
“Secondo me sono i desideri delle persone, quelli che si sono avverati e che ora si sono trasformati in stella e brillano in cielo. Guarda quella lassù, non c’era fino a ieri, sai perché brilla così?”
“Perché?” chiese Michael.
“Perché sono tra le tue braccia. Ho realizzato un desiderio, uno dei più grandi e quindi ora che è diventato una stella è grande e luminosa.”
“Come sei dolce!” disse Michael dandole un bacio sulla tempia: “Avevo paura che mi rispondessi: -una stella è un corpo celeste che brilla di luce propria e  sferoide luminoso di plasma che genera energia nel proprio nucleo attraverso processi di fusione nucleare…-”
“Ehi, ma per chi mi hai preso?” chiese Kerry facendo la finta offesa.
“Avevo paura che potessi rispondermi così!”
“Michael, la definizione scientifica di ciò che ci circonda è uguale per tutti quindi è inutile ripeterla; è quello che significa per noi che cambia da persona a persona e che quindi varia ed è quello che dobbiamo dire quando ci chiedono spiegazioni.”
“Hai ragione tesoro!”
Kerry diventò paonazza e Michael ancora prima di lei: “Cosa hai detto?” chiese Kerry imbarazzata.
“Hai ragione Kerry.”
“No non hai detto così prima.”
“Ho detto… hai ragione.. hai ragione…”
“Hai ragione?”
“Tesoro.” Ripeté Michael nascondendo il viso ormai viola.
Kerry lo abbracciò ancora più forte: “Dimmelo ancora!”
“Tesoro!” ripeté Michael più rilassato avvicinandosi all’ orecchio di Kerry e ripetendolo dolcemente senza paura. Kerry chiuse gli occhi e accarezzò i capelli di Michael e iniziò ad avvolgergli una ciocca di capelli con un dito.
Stettero abbracciati per mezz’ora facendosi le coccole, erano coccole dolci e innocenti come quelle che si fanno due bambini.
Kerry chiese: “Michael domani cosa facciamo?”
“Pensavo di farvi provare le attrazioni. Tu cosa vorresti fare?”
“Qualsiasi cosa vuoi fare tu, ma vorrei tanto andare alla cascata.”
“Pensavo di andarci dopodomani, ma vediamo…” poi continuò rivolto ai ragazzi: “Su andate tutti a farvi l doccia e tra un’ora venite in salotto se volete ascoltare una storia.”
I bambini corsero tutti verso le loro camere discutendo su chi tra di loro avrebbe fatto la doccia per primo.