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Autore: julierebel17    31/12/2013    2 recensioni
"Dunque lei è la contessina Emily Spencer?" le chiese un baldo giovane dai lineamenti angelici dopo averle baciato la mano.
La fanciulla sorrise appena, intimidita dal suo gesto:"Si, in persona, lei è?" fece per chiedergli il nome.
"Stephan" rispose.
"Stephan cosa?". "Solo Stephan, mi concede questo ballo?". Il ragazzo non proferì altre parole e la convinse a danzare con lui...
Genere: Erotico, Horror, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: Violenza
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Samantha  non sapeva dove il Marchese volesse portarla, ma al solo pensiero di trascorrere con lui il pomeriggio, le spuntò un enorme sorriso sulle labbra.

Decise di prepararsi, per quanto poteva.
Raccolse i capelli in una morbida treccia ed indossò uno degli abiti meno rovinati.
Si guardò all’enorme specchio dalla cornice dorata posto nel corridoio, era quasi giunta nella camera del padrone.
L’immagine riflessa la disgustò.
Avrebbe voluto indossare i magnifici abiti delle dame che vedeva spesso entrare in casa, ma non avrebbe potuto permetterseli.
Il sorriso finì per diventare una cupa espressione d’amarezza, ma non ci badò e bussò delicatamente alla porta.

Nessuno rispose. Pensò di entrare per potersi assicurare che la stanza fosse vuota.
Appena entrata si ritrovò dinnanzi Stephan con solo indosso il pantalone che solitamente utilizzava per le passeggiate, di tessuto spesso.

Ripercorse il suo corpo, soffermandosi sugli addominali, fin quando i loro sguardi combaciarono.
“Ohw, mi scusi non sapevo…” indietreggiò fino alla porta, scossa da un forte imbarazzo, ma prima che potesse andar via, il ragazzo la prese per un polso tirandola a sé.

“Non preoccuparti, Sammy, resta pure. Ho solo da mettere la camicia” sorrise facendole cenno di sedersi sul letto.
La fanciulla non riusciva a voltarsi verso di lui, continuò ad osservare i mobili della stanza, riscoprendo in essi dettagli sconosciuti, nonostante vivesse in quella casa da quando sua madre era sparita.

Suo padre, ubriacone di pessimo stampo, l’aveva abbandonata all’età di quindici anni o meglio…lei aveva deciso di scappare al fine di evitare botte ed abusi.
Ricordava ancora quanta paura aveva provato quella notte estiva:
 le solite piogge avevano reso le strade sudice distese di fango, le facevano male i piedi e la schiena era dolorante per il peso dei pochi abiti che portava con sé, l’unico oggetto di valore che possedeva era un vecchio medaglione con una foto di sua madre, santa donna che aveva evitato le accadesse qualche disgrazia.
L’aveva partorita all’età di diciassette anni ed aveva instaurato con lei un ottimo rapporto.
Proprio quella notte, incontrò Stephan che la portò alla tenuta.

Per un attimo le si annebbiò la mente di ricordi, ma la voce calda del Marchese li fece scivolare via:
“Hai in mente di uscire così?” le chiese dolcemente.
Samantha si chiese quale fosse il problema:
“Scusi, non…non capisco, ho qualcosa che non va?”
“No, sei bellissima” ammise lui fissandola. Lei rise:”Gra-grazie”, abbassò lo sguardo fissando le vecchie scarpe nere che indossava ogni giorno per lavorare, erano scomode, ma sempre meglio di nulla.

“Intendevo…non ti piacerebbe indossare questi?”
Il ragazzo prese dal suo armadio un abito di colore arancio con abbinate delle scarpe rivestite di morbido velluto.
Gli occhi di Sammy si illuminarono:”Oh signore, dove…dove ha preso questo abito meraviglioso?”
“L’ho comprato questa mattina, al mercato di Tom, aveva detto che era l’unico abito rimasto, pensavo ti sarebbe piaciuto”.
“Oh, ma io…non posso…non posso accettare. E’ troppo, sono solo una…serva” disse abbassando per l’ennesima volta lo sguardo.

“Ehi, ehi, piccolina, non parlare così. Tu sei la mia…mmh…collaboratrice, non una serva qualunque. Ti conosco da tre anni, dimentichi?” le tirò sul il viso per poterla guardare.

“Grazie signor Stephan, grazie di tutto” lo abbracciò con fare così dolce che per un attimo il cuore gelido del Marchese si sciolse.
“Va a cambiarti, ti aspetto qui” la indirizzò verso il bagno.

Samantha rientrò in camera con indosso l’abito e notò l’agile figura del padrone ferma dinnanzi alla finestra.
Il sole illuminava il suo viso, capì che qualcosa lo turbava.
Richiamò l’attenzione su di lei:
“Si-signore…ecco io sono…pronta”.
Questi si voltò e la guardò estasiato come se non avesse mai visto cosa più bella prima d’ora.
“Bene, vieni con me” le prese la mano e si diressero nella scuderia.

Incontrarono Jack, lo stalliere. “Jack, sella Charléne”.
L’altro annuì:”Subito signore”.

Samantha guardò il Marchese per un attimo:”Si-signore…io non so…andare a cavallo” ammise.
“Non preoccuparti” rispose con fare rassicurante.

Jack portò dinnanzi a loro la giumenta dal candido manto bianco.
Stephan salì abilmente sull’animale, dall’alto guardò Samantha:
“Su, Sammy, dammi la mano”. La tirò su delicatamente, facendola sedere davanti a lui, con entrambe le gambe posate al lato sinistro dell’addome di Charléne.

Prese le redini e tenendo quelle, strinse a sé la ragazza.
“Dov’è che andiamo?” chiese lei per rompere il ghiaccio mentre cavalcano con tranquillità.
“In un posto speciale, vedrai che ti piacerà”


#Angolo autrice: salve a tutti! Si, sono ancora viva...vi chiedo infinitamente scusa per non aver pubblicato per tutto questo tempo...spero che i pochi lettori che seguivano la storia non l'abbiano dimenticata.
Che dire...mi dispiace moltissimo. Se vi va, leggete e recensite, aspetto con ansia i vostri giudizi :) baci baci.
  
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