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Autore: Engel_Aranel    01/01/2014    2 recensioni
- Avete presente quando capite all'improvviso che ciò che avete fatto fino a quel momento è stato solo una gran puttanata e che stavate buttando via la vostra dignità, la vostra persona, la vostra vita?
Bene, a me non è mai successo. -
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo
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«Porca puttana, Tom! Non risponde!» esclamo in preda al panico.

«Rhì, calmati. Sta bene, lo troveremo...».

«Trovarlo? Sappiamo già dov'è! Dobbiamo tirarlo fuori da là!» urlo. Tom mi prende per le spalle bloccandomi, fissa i suoi occhi nei miei e aspetta che mi calmi.

«Stai calma, non si risolve nulla con l'agitazione!» dice. Io mi calmo, cerco di calmare anche il respiro, ma è in quel momento che scoppio in lacrime. Tom mi stringe contro il suo petto accarezzandomi i capelli. Piango, piango a lungo e senza sosta. Questa volta le lacrime scendono violente, non riuscirei a bloccarle neanche con tutta la mia forza di volontà. Le ho trattenute per troppo tempo e oggi gli argini si son rotti, lasciandole fluire tutte fuori, dalla prima all'ultima. Tutte quelle che ho trattenuto, che ho rinchiuso in me, ora bagnano e mie guance ed il petto di Tom. Il respiro è affannato, riesco a recuperare l'aria a fatica. Tra i singhiozzi e il viso premuto contro Tom non è facile respirare, ma non m'interessa, ho bisogno del calore di Tom più di qualsiasi altra cosa, anche più dell'aria. Le gambe cedono e mi ritrovo sul pavimento, ma sempre tra le braccia muscolose di Tom. Non mi lascia, non ne ha alcuna intenzione e a me va bene così. Non voglio che mi lasci, rischierei di precipitare ancora di più.

Dopo un tempo che non saprei definire, comincio a regolarizzare il respiro, le lacrime finiscono. Sì, finiscono perchè non ne ho più. Ora è il momento di rialzarsi, di sfidare il mondo e chiunque mi si pari davanti. Sono stanca di questa situazione e devo cominciare a reagire. Occhio per occhio, dente per dente, no?

Mi rialzo in piedi sotto l'occhio attento di Tom, preoccupato che io possa nuovamente crollare, ma ormai mi sono svuotata, ormai sono insensibile al dolore. L'unica cosa che sento e di cui ho bisogno è il suo amore. Solo insieme a lui salverò Ashton. Solo fidandomi e restando calma. Ho bisogno di pensare ad un piano e so che sia Bill che Tom mi saranno utili, loro conoscono Fenny molto meglio di me.

«Mi aiuterete?» domando.

«Certo!» risponde una voce che non è quella di Tom. Il fratello compare sulla soglia della porta. «Faremo ogni cosa per salvare Ashton e per liberare tutti noi da Fenny» continua poi avvicinandosi a noi. Lo abbraccio e lui ricambia, poi anche Tom si unisce.

«Bene, allora dobbiamo studiare qualcosa, ma non ho la più pallida idea di che cosa...» dico sciogliendo l'abbraccio.

«Troveremo una soluzione...» mi sorride Tom.

«Prova a richiamare Ashton, intanto...» propone Bill.

«Già fatto, non risponde...».

«Riprova, ancora e ancora, devi provare a farlo uscire da quella casa!» insiste il moro.

Recupero il telefono da terra che mi è caduto quando sono crollata e ricompongo il numero chiamando Ash. Il primo tentativo fallisce, il secondo pure. Al terzo risponde qualcuno.

«Sì, pronto?» La voce non è la sua.

«Ashton?».

«No, sono Misha. Chi lo cerca?» Merda. È Misha e ora?

«Dov'è? Sono sua sorella, ho bisogno di parlargli...».

«Ora non può, è sotto la doccia...» Sotto la doccia? Ma che cazzo?

«Passamelo ora!».

«Cosa non hai capito di “è sotto la doccia”? Non può venire ora» riattacca. Fanculo. Fanculo e fanculo. Ma cosa cazzo fa?

«Allora?» domanda Tom.

«Era Misha, Ash è sotto la doccia» dico facendo il verso della ragazza.

«Serata di fuoco...».

«Che cazzo dici, Tom?» alzo la voce.

«E' nella doccia a casa di una ragazza al mattino...» mi fa notare con calma.

«Non è detto che abbiano...».

«Rhì, apri gli occhi. Ashton è nel pieno dell'adolescenza ed è scappato da casa di notte per andare da lei...».

Scuoto il capo. No. Ashton non lo farebbe. No.

«Ssh» mi tranquillizza Tom «Prova a sentire anche Mins, magari può aiutarci» annuisco.

«E... uhm... Gregor e Gunther? Potrebbero aiutarci?» domando e i gemelli scoppiano in una fragorosa risata «Che c'è?» chiedo irritata.

«G-Gregor e Gunther» Esclama Bill tornando a ridere.

«Fottetevi».

«Dai, Rhì! È divertente!» afferma Tom «E che sono Georg e Gustav...» mi dice facendomi capire il perchè delle loro risa.

«Comunque non lo so, dovemmo cercare di capire come sono, sono sempre così riservati. In fondo non li conosciamo...» spiega Bill.

«Bene, io parlo con Mins, voi con loro due e vediamo quanti siamo» annuiscono.

Il cellulare suona.

«Ashton?!» domando senza leggere sul display.

«No, sono Mins» respiro.

«Ciao, stavamo giusto parlando di te...» le dico.

«Ah, si?» c'è qualcosa che non va nella sua voce.

«Già, senti, possiamo parlare di persona?».

«Sono davanti alla porta di casa tua» la voce è debole.

«Cosa?» lancio il telefono e corro verso la porta seguita dai gemelli. Non appena la apro Mins, davanti a me infreddolita, sviene. Fortunatamente Bill, grazia ai riflessi pronti, riesce a reggerla prima che sbatta a terra. La portiamo dentro e il moro la corica sul divano, poggiando le sue gambe su un bracciolo per tenerle sollevate.

«Merda, guarda come l'ha ridotta!» esclamo osservando le braccia e le gambe scoperte piene di lividi e tagli.

«Che facciamo?» domanda Tom.

«Aspettiamo che si riprende...» risponde il fratello.

«Cosa? Dobbiamo portarla in ospedale!» esclamo.

«E cosa gli diciamo? Va a finire che arrestano ancora noi!».

«Oh, bene, allora lasciamola morire! Mi pare una brillante idea!».

«Non morirà Rhì, è svenuta per la mancanza di forze, i lividi non sono gravi...» dice Tom cercando di rassicurarmi mentre continua a studiare il corpo di Mins.

«E' da parecchio che non la riduceva in questo stato..» dice Bill.

«Già...» conferma il fratello.

«Ma che cazzo state dicendo?» mi intrometto.

«L'ha già ridotta parecchie volte in questo stato. Ma sa fino a che punto arrivare per non ammazzarla, la fa soffrire soltanto...».

«Soltanto? Soltanto? Tom!».

«Era per dire!» si spiega, ma sono arrabbiata e nulla mi farà cambiare umore.

«In ogni caso non è in pericolo di vita...» dice Bill deviando la discussione.

 

 

Sono passate un paio d'ore, Mins geme e apre gli occhi. Io sono accanto a lei, seduta sul pavimento. Bill è seduto sulla poltrona, mentre Tom è in piedi dietro di me. Non riesce a darsi pace e continua ad andare avanti e indietro per la sala. Non appena Mins si muove ci blocchiamo tutti ad osservarla. Mi avvicino un po' di più e noto una smorfia di dolore sul suo viso.

«No, non muoverti» le dico dolcemente.

«C-cosa succede?».

«Ssh, riposati» sorrido, lei prova a tirarsi su, ma una fitta di dolore la colpisce facendola fermare. Bill le si avvicina, aiutandola.

«G-grazie» trema. Gli occhi lucidi e trema. Mi fa pena, poverina.

«Cos'è successo?» chiedo.

«F-Fenny...» non riesce a dire altro, scoppia in lacrime e Bill l'abbraccia baciandole la fronte.

Mi alzo e vado in cucina. Ho bisogno di pensare. Tom mi segue abbracciandomi da dietro.

«Fenny è un mostro...» dico.

«Già...».

«Cosa facciamo?».

«Non lo so, piccola. Non lo so, ma troveremo un modo».

Mi rifugio tra le sue braccia. Mi lascio coccolare un po'.

«Andiamo di sopra, hai bisogno di riposare...».

«No! Finché Ashton non è qui!».

«Rhianne non puoi risolvere nulla se sei stanca...».

«Finiscila di preoccuparti per me! Io non me ne vado a dormire mentre Ashton è a casa di quell'essere, hai visto come ha ridotto Mins?» chiedo alzando la voce e lui annuisce.

«D'accordo».

Il telefono suona di nuovo.

«Pronto?» risponde Tom stavolta. Dopo qualche secondo sul suo viso si forma un sorriso. Chi cazzo è?

«Rhì, è Ashton...» gli prendo il cellulare di mano velocemente e rispondo.

«Ash!».

«Ciao Rhì...».

«Stai bene? Dimmi che stai bene, ti prego!».

«Sì, sì. Certo, sto bene!» afferma e io tiro un sospiro di sollievo.

«Ash devo parlarti, ti prego torna in fretta a casa!».

«Che succede?».

«Te ne parlerò qui, ma muoviti, per favore» non era un ordina, ma una supplica.

«D'accordo, anch'io devo parlarti...»

«Sicuro che stai bene?» domando preoccupata.

«Sì, sì, a dopo!» e stacca il telefono.

«Sta venendo! Sta venendo qui!» salto dalla gioia, sorridendo felice, lui ricambia.

«Ragazzi, tutto bene?» Bill spunta sulla porta.

«Sta tornando, Bill!» esclamo saltandogli addosso.

«Ehm..sì» borbotta confuso.

«Ashton, sta tornando a casa...» gli spiega Tom «Mins come sta?».

Giusto! Mins è ancora di là!

«Se rispondessi 'bene' suonerebbe male, non credi?» risponde Bill e il fratello annuisce e torniamo tutti di là. Mins è seduta sul divano che si controlla braccia e gambe.

«Fanno male?» chiedo. Ma che domanda idiota, certo che le fanno male!

«In verità fa più male vederli, capire che sono marchiata...» risponde e io rimango colpita.

«Senti, so che non è il momento giusto, ma dobbiamo saperlo. Vogliamo combattere contro Fenny, sei con noi?».

«Ecco io...» riprende a tremare.

«Mins, se stiamo uniti possiamo farcela!».

«N-non lo so...».

«Con noi o contro...» le sorrido dolcemente.

«D'accordo, sono con voi!».





Eccomii!
La gente festeggia e io scrivo! Chiamatemi sfigata (com'è già stato fatto), chiamatemi come volete, ma intanto ho qui per voi il nuovo capitolo!
Il primo capitolo del nuovo anno! Allora che ve ne pare?? Spero vi piaccia! :) Peeeerò ho una piccola cosa da dirvi che non penso vi piacerà... ma stiamo giungendo alla fine, ancora 3,4 forse 5 capitoli, ma siamo quasi alla conclusione ç_ç
Maaaaa non pensiamoci! D:
Cooomunque Buon 2014, ora la vera sfida sarà imparare a scrivere la data nuova! D:
Un felice anno nuovo e alla prossima!
Se volete mi trovate su
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Baciiii ♥
   
 
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