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Autore: Matzuia    01/01/2014    0 recensioni
Questa storia narra le vicende di Ryuji Nakajima, un giovane che vive allo sbando nella Soul Society senza avere una casa, una famiglia e uno scopo nella sua vita.
Tuttavia egli è nato con un dono, un dono che lui considera la sua maledizione: un reiatsu straordinario.
Un giorno, preso dalla solitudine e dalla disperazione, Ryuiji rilascia un'eccessiva quantità di reiatsu mettendo in allarme la Sezione Scientifica del Gotei 13.
Viene convocata prontamente una riunione dei capitani nella quale Tetsuji Yuikimura, Capitano della Quinta Brigata, verrà incaricato di scoprire cosa si cela dietro questa tremenda emissione di reiatsu.
Da questi fatti comincerà l'avventura di Ryuji, il quale troverà in Yukimura un amico e un maestro che lo guiderà sulla strada per diventare uno Shinigami.
Genere: Azione, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Appena fu uscito dalla Camera dei 46, Ryuji notò che si era fatto buio.
Era trascorsa così in fretta la giornata? Probabilmente era rimasto svenuto per parecchio tempo a causa del suo nuovo maestro.
Faticava ancora a crederci, sarebbe diventato uno Shinigami.
"Ehm, maestro?"
Il Capitano Yukimura lo guardò stupito e scoppiò a ridere.
"Che ho detto di male?" Chiese Ryuji imbarazzato.
"Niente, niente Ryuji! Mi ha divertito che tu ti sia abituato così in fretta all'idea di avermi come maestro, tutto qui. Cosa volevi chiedermi?"
"Dove passerò la notte?"
"Ah beh, questa è una sorpresa." Rispose il capitano strizzando l'occhio.
Camminarono per una mezzora prima di giungere alla casa del capitano.
Ryuji non aveva mai visto un edificio simile.
"Potrò davvero dormire qui? Ma è una reggia!"
Era entusiasta e il capitano si rallegrava nel vedere come pian piano iniziava a cambiare atteggiamento.
"Mi piace trattarmi bene." Gli disse.
"Forza, per prima cosa bisogna darti una ripulita. Non sono un esperto di grotte, ma non credo che laggiù ci fossero l'acqua calda e tutte le comodità di cui dispone il mio bagno."
Ryuji era rosso dalla vergogna.
"In effetti è da un bel po' che desideravo farmi un bagno caldo." Disse quasi sottovoce.
"Forza, entriamo!"

L'interno della casa era ancora più sbalorditivo. Le pareti erano tappezzate da ritratti antichi e dipinti di ogni genere immaginabile, varie librerie si affiancavano l'un l'altra, ognuna con un'apposita targhetta illustrativa che elencava i libri esposti.
"Il bagno è in fondo a destra. Prenditi tutto il tempo che vuoi mentre io preparo la cena, in bagno troverai tutto quello che ti serve."

Ryuji era sempre più sorpreso, il maestro avrebbe cucinato per lui! Non aveva mai ricevuto simili premure, faticava ancora a rendersi conto dell'immenso cambiamento preso dalla sua vita.
Decise di lasciare momentaneamente quei pensieri, aveva fame e una voglia irresistibile di ripulirsi.
Preparò il bagno in modo che l'acqua fosse regolata ad una temperatura non troppo alta. Quando si immerse, tutta la fatica e le preoccupazioni svanirono come per magia. Era come stare in un sogno.
Ryuji dovette faticare non poco per ripulirsi completamente.
I lunghissimi capelli in particolare, non li aveva mai tagliati da quel che poteva ricordarsi, ma gli stava bene così.
Quando finì, uscì dal bagno e indossò un comodo pigiama bianco, stranamente della sua taglia. Si avviò verso la cucina, attirato dal delizioso profumo delle pietanze appena cotte.
Quando varcò la soglia rimase sbalordito, il maestro aveva preparato da mangiare per un esercito. Involtini di pollo e pancetta in salsa di capperi, riso al curry ed ogni sorta di sushi immaginabile lo aspettavano sul tavolo imbandito. Il suo stomaco produsse un rumore molto simile ad un ruggito, Ryuji si vergognò all'istante.
"Mi scusi, è che non avevo mai visto tanto cibo tutto insieme."
Il capitano si fece scappare una risata. "Coraggio serviti, non fare complimenti."
Ryuji non se lo fece ripetere, si sedette e cominciò a mangiare il più lentamente possibile.
Non aveva dimenticato del tutto le regole del mondo civilizzato. Il Capitano Yukimura lo osservò dall'altro capo del tavolo per tutta la durata del pasto. Alla fine era rimasto si e no qualche scodella di riso e due o tre involtini.
"Avevi proprio fame ragazzo mio." Disse affettuosamente il capitano."Ora vieni, ti mostro dove dormirai."
Ryuji seguì il capitano al piano di sopra.
La sua stanza da letto era proprio davanti a quella del suo maestro.
"Tu dormirai qui, ho già preparato il materasso e i tuoi vestiti per domani. Sarà una giornata impegnativa, quindi cerca di riposare. Se dovesse occorrerti qualsiasi cosa, puoi tranquillamente chiamarmi, sarò nella stanza di fronte. Buonanotte, allievo." Gli disse strizzando l'occhio.
Ryuji entrò nella sua camera e chiuse la porta alle sue spalle.
Era una stanza semplice, ma accogliente; il capitano aveva provveduto a sistemare le sue cose affianco al materasso, Zanpakuto compresa.
Ryuji si distese e rimase in silenzio a guardare il soffitto. La casa era tranquilla e presto l'unico suono udibile fu il russare del capitano.
Ryuji ridacchiò. 'Che tipo strano.' Pensò
Dal giorno seguente avrebbe cambiato stile di vita. La cosa lo impensieriva non poco. Sarebbe stato un buon Shinigami? Avrebbe avuto successo nel trasformare la sua Zanpakuto come aveva visto fare al suo maestro? I quesiti erano tanti e le risposte sempre incerte o inesistenti.
Ryuji era certo che la sua esistenza aveva preso una piega a dir poco inaspettata.
La stanchezza cominciò a farsi sentire; Ryuji chiuse gli occhi e si abbandonò al silenzio, piombando in un sonno profondo.

Quando riaprì gli occhi era già mattina.
La luce del sole faceva capolino dalla finestra e l'aria pungente del mattino gli solleticava la pelle. Ci mise un po' ad accorgersi che il Capitano Yukimura era seduto sul davanzale della finestra spalancata.
Era vestito come la prima volta che si erano incontrati, col classico vestito nero degli Shinigami e l'aori bianco simbolo del grado di Capitano.
"Ben svegliato!" Disse il suo maestro.
"B..buongiorno maestro." Rispose cordialmente Ryuji.
"Non essere così formale! Vivi qui ora! Puoi chiamarmi per nome, se ti va."
"Non sarebbe rispettoso, maestro. Lei mi ha salvato dall'esecuzione e portato in casa sua. Merita tutto il rispetto che io posso offrire."
"Oh cielo, non devo dimenticarmi che non sei un ragazzino. Di sicuro sai come parlare, questo te lo concedo." Ribatté il capitano alzandosi e dando una pacca sulla spalla dell'allievo.
"Coraggio vestiti, è ora di andare a presentarti agli altri."
Gli altri?" Ryuji era confuso.
Mangiò una mela per colazione e si vestì più in fretta che poté. Il maestro gli aveva procurato gli abiti dell'accademia.
Erano abiti semplici all'apparenza, ma finemente ricamati. La parte superiore dell'abito era bianca, quella inferiore era colorata di un rosso vivo. A Ryuji piaceva. Appena pronto scese al piano di sotto insieme al maestro.
"Ah già, mi sono dimenticato di questa." Il maestro prese una fascia nera e legò i capelli di Ryuji in modo che formassero una gigantesca coda di cavallo argentata.
"Mh, i capelli continuano a coprirti il viso. Se permetti, te li aggiusterò un poco prima di portarti fuori."
"Deve proprio?" Chiese Ryuji.
Il Capitano Yukimura sorrise. "Lezione numero uno: non puoi combattere al meglio con qualcosa che limita la tua visibilità. In questo caso i tuoi capelli ti intralcerebbero spesso e potresti rimanere seriamente ferito. Vuoi ancora tenerli così lunghi sul davanti?"
Ryuji ci rifletté un momento.
"Va bene maestro ma, se fosse possibile, vorrei che li tagliasse come desidero io."
"Nessun problema." Rispose il capitano.
Quindici minuti dopo Ryuji aveva la frangia che copriva il suo viso dagli occhi in su, i capelli più lunghi erano stati accorciati in modo che non toccassero il suolo.
Erano lunghi quanto la schiena del ragazzo.
"Non male ragazzo, non male. Hai stile." Disse il capitano dandogli una pacca sulla schiena.
"Ora che sei presentabile, andiamo."
Il capitano condusse Ryuji nel cortile della casa. La scena che si presentò agli occhi del giovane lo lasciò senza fiato. Un esercito di Shinigami attendeva nel cortile della casa del Capitano Yukimura.
"Ryuji, ti presento la Quinta Brigata." Disse sorridendo.
"A tutti voi, ecco il vostro futuro compagno, Ryuji Nakajima!"
La voce del capitano risuonò chiara e limpida. Dopo qualche istante di silenzio, tutti gli Shinigami presenti chinarono il capo in segno di rispetto e dissero all'unisono: "Piacere di conoscerti, Ryuji-san!"
"P...piacere mio." Disse a stento il giovane.
"Bene, ora che i convenevoli sono conclusi, tornate a lavoro!" Ordinò il Capitano Yukimura.
Non se lo fecero ripetere. Tutti quanti andarono via di corsa per tornare alle proprie occupazioni, lasciando Ryuji e il suo maestro da soli, come se non fosse successo nulla.
"Maestro...posso chiederle il perché di tutto questo?"
"Ho voluto presentare alla mia Brigata il futuro tenente."
"Cosa?!" Ryuji era sempre più incredulo.
"Maestro, col dovuto rispetto, non le sembra un po' presto? Non ho nemmeno iniziato l'accademia!"
"Con una premessa del genere non diventerai mai un ufficiale. Dicendo che ti avrò come nuovo tenente già da ora ti pongo un obbiettivo davanti agli occhi. Un giorno potresti perfino diventare il nuovo capitano."
Più facile a dirsi che a farsi.
"Abbiamo ancora qualche ora prima di farci vedere dai pezzi grossi, che ne dici di sbalordirli tutti al primo incontro?"
"Pezzi grossi? Non la seguo, maestro."
"Oggi si terrà un'altra riunione straordinaria dei capitani e, proprio come ieri, tu sarai l'argomento principale. Stavolta però sarai presente."
"I capitani si riuniscono per me?" La cosa suonava totalmente assurda per Ryuji.
"Maestro, che ho di tanto speciale da interessare tutte queste persone importanti?" Il Capitano Yukimura lo guardò.
Il suo sguardo serio inchiodava Ryuji sul posto.
"Tu hai un dono Ryuji. Sei nato con un reiatsu eccezionale, paragonabile a quello del nostro Capitano Comandante. È un evento più unico che raro trovare uno Shinigami di tale livello, se consideriamo la tua età le probabilità sono ancora più basse. Ecco il motivo di tanto interesse."
"E in che modo vorrebbe sbalordirli?"
Il Capitano Yukimura sogghignò. "Impartendoti la lezione numero due. Vieni con me."
Il capitano rientrò dentro casa; con passo sicuro raggiunse una parete del salotto, premette un quadro e la parete si aprì come fosse una porta a scorrimento.
Ryuji era sbalordito; dietro la parete si trovava una lunga scalinata che scendeva verso le profondità della terra.
"Questo è un piccolo regalo del Capitano della Dodicesima Brigata. Quando diventai capitano le chiesi di costruirmi un luogo in cui poter affinare le mie abilità senza essere disturbato. La sala che troveremo alla fine di questa scala è isolata dal mondo esterno da ogni punto di vista, nessuno potrà percepire il nostro reiatsu o udire le nostre voci, saremo solo io e te. Andiamo."
Cominciarono la loro discesa nelle tenebre, Ryuji seguiva passo dopo passo il suo maestro.
"Maestro, di preciso cosa vorrebbe insegnarmi nell'arco di un paio d'ore?" Chiese Ryuji seguendo il capitano sempre più in profondità.
"Abbi pazienza e vedrai."
Impiegarono diversi minuti prima di arrivare ad una seconda porta.
Quanto erano scesi in profondità? Il Capitano Yukimura aprì i battenti.
'Questo posto è immenso! E pensare che lui l'ha chiamata sala.' Pensò Ryuji.
Sotto la casa del capitano si estendeva un'immensa caverna, luci artificiali la illuminavano da ogni angolazione rendendo il posto meno tetro.
La conformazione del terreno variava dalla pianura alla collina rocciosa, un posto perfetto dove allenarsi.
"Ryuji, in queste poche ore che ci separano dalla riunione, cercherò di insegnarti a rilasciare il tuo reiatsu secondo la tua volontà."
Ryuji riflettè un momento. "Maestro, non crede che sia troppo presto?"
"Assolutamente no. Ovviamente non sarai in grado di controllare la quantità di reiatsu che rilascerai, per quello serviranno anni."
"Perché vuole farlo?"
Il capitano esitò.
"Voglio dissipare i dubbi in coloro che non confidano nella mia scelta di prenderti come allievo."
"È una cosa così importante per lei?"
Il Capitano Yukimura sorrise, guardò il suo allievo con rispetto e gli mise una mano sulla testa.
"Più di quanto pensi. Ora diamoci da fare."
Ryuji non sapeva come sentirsi di fronte agli strani comportamenti del maestro.
Non sapeva nulla delle ragioni di quell'uomo né conosceva la sua storia, era un completo estraneo che aveva cambiato la sua vita in maniera radicale. Qualcosa però suggeriva a Ryuji che il suo maestro non doveva aver avuto una vita facile.
Decise di non fare troppe domande, per il momento.
"Mi dica cosa devo fare, maestro." Affermò deciso.
"Questo è lo spirito! Ora chiudi gli occhi e concentrati sul nostro primo incontro. Ricordi le sensazioni che hai provato?"
Ryuji fece come gli aveva suggerito il maestro. Scavò nella sua memoria fino al giorno precedente, rivide lo Shinigami di fronte a lui e cercò di rievocare i sentimenti provati.
"Si, mi ricordo." Disse continuando a tenere gli occhi chiusi.
Si lasciò pervadere dall'esaltazione che aveva avuto combattendo. L'aria intorno a lui cominciava a cambiare.
'Bravo pivello, hai più talento del previsto. Ma puoi fare di meglio, questo non è nemmeno un grammo della forza che ha messo in agitazione la Camera dei 46.'
Pensò il capitano, esaltato dalla velocità con cui l'allievo apprendeva le basi.
"Bene. Ora stai rilasciando una minima quantità del tuo potere. Prova ad andare ancora più indietro nella tua memoria. Quando eri nella tua grotta."
Ryuji obbedì.
Ricordava il buio, la sensazione dell'umidità sulla pelle, il silenzio, la solitudine e la disperazione.
Sgranò gli occhi di colpo, cadde in ginocchio e urlò con tutto il fiato che aveva, prendendosi la testa fra le mani. Il suo reiatsu era fuori controllo.
'Impossibile. Come fa ad avere tanto potere?'
Il Capitano Yukimura era sbalordito dal potere del giovane Ryuji, ma c'era qualcosa che non andava. Il ragazzo urlava come fosse preso da un attacco di panico. Era un urlo prolungato e terribile. Il capitano raggiunse il suo allievo e lo cinse con le braccia.
"Fermati Ryuji! Fermati!"
A Ryuji occorse del tempo per calmare sia se stesso che il proprio potere. Quando finalmente ci riuscì, si accorse che stava piangendo. Ma il suo maestro era ancora lì accanto a lui, non lo aveva lasciato per un istante.
Il Capitano Yukimura si scostò leggermente per poter guardare Ryuji in viso.
"Va meglio adesso?" Chiese.
"Io...credo di si. Non so cosa mi sia successo...mi scusi maestro." Disse Ryuji affranto.
"Ti va di dirmi cosa è accaduto?" Ryuji esitò.
"Ho cercato di fare come mi ha suggerito, maestro."
"Dimmi esattamente a cosa hai pensato quando hai perso il controllo."
"Io...ho pensato alla grotta...al buio e..."
"Continua." Incitò il capitano."
"Non lo so maestro. Mi sono sentito vuoto...dopodiché ho perso il controllo. Che significa?" Chiese Ryuji esasperato.
Il capitano rifletté qualche istante.
"Ho un'idea in merito, ma non è questo il momento di parlarne. Lasciamo perdere questo allenamento per oggi, era un tentativo dopotutto. Forza, andiamo alla riunione." Detto ciò si alzò avviandosi verso l'uscita.
'Mi dispiace ragazzo, ti ho costretto a rivivere chissà quale incubo.' Pensò.
"Ma...maestro! Credevo che per lei fosse importante! Non molliamo così!"
Il capitano sorrise, si voltò verso Ryuji e disse una cosa che sarebbe rimasta impressa nell'animo del giovane per sempre.
"La gente potrà dire quello che le pare su me e te, Ryuji. Ma sono certo che il tempo mi darà ragione e tu diventerai uno dei migliori Shinigami mai visti. Lo sento fin nel profondo." Si voltò nuovamente verso l'uscita.
"A proposito Ryuji. Grazie per esserti aperto con me. Mi chiami maestro anche se non ci conosciamo affatto. Ti sono grato per la fiducia che mi hai mostrato e la ricambierò. Stanne certo."
Ryuji non rispose, non servivano parole.
Il maestro aveva detto anche più di quanto il giovane si aspettasse da uno sconosciuto e ne era felice. Doveva ancora decidere se fidarsi completamente i meno.
Si rimise in piedi e seguì quello strano individuo che era entrato nella sua vita rendendola più complicata ed interessante allo stesso tempo.
Quando furono all'aperto il capitano inspirò profondamente godendosi l'aria mattutina. Sembrava più rilassato adesso.
"Coraggio ragazzo mio, è arrivata l'ora del tuo debutto!"
Ryuji deglutì.
"S..si, andiamo maestro." Rispose titubante.
Si avviarono a passo deciso verso la sede della Prima Brigata, ognuno coi propri pensieri, i propri dubbi e le proprie aspettative. Il Capitano Yukimura non poteva sapere che le cose avrebbero preso presto una piega inaspettata.

Ryuji era rimasto stupito dalla casa del Capitano Yukimura ma, davanti all'imponenza della sede della Prima Brigata, era rimasto senza fiato. Un edificio immenso si stagliava al centro del Sereitei. Ryuji non aveva mai visto nulla di così maestoso in vita sua.
Il portone d'ingresso si trovava alla fine di una lunga strada di legno. Ryuji e il capitano la stavano percorrendo quando di fronte a loro si parò una figura sconosciuta al ragazzo.
Era apparsa dal nulla come per incanto.
Ripresosi dallo stupore, Ryuji la studiò.
Era una donna, una donna che indossava degli abiti simili a quelli del maestro. Era uno dei capitani! All'apparenza aveva superato la ventina d'anni, aveva lunghi capelli castani legati in una treccia tenuta sulla spalla sinistra, i lineamenti austeri le donavano l'aria di una ragazza nordica di nobili origini e i suoi occhi celesti erano così chiari da sembrare argentati. Era alta poco più di Ryuji, i suoi abiti da capitano non sminuivano la sua bellezza e ne mettevano in risalto le forme prosperose.
"Oi. Si ragazzo, dico a proprio a te. I miei occhi sono più in alto di dove stai guardando." Disse lei.
Ryuji avvampò per l'imbarazzo e distolse subito lo sguardo.
"S..scusi." Riuscì a dire goffamente.
Il Capitano Yukimura, che aveva osservato la scena senza dire nulla, scoppiò a ridere.
"Non scusarti Ryuji! Il Capitano Fujikawa qui presente può sembrare una ragazza scontrosa, ma apprezza sempre che le si rivolgano certe attenzioni. Dico bene, Akane?"
Il Capitano Fujikawa sparì nuovamente con la stessa rapidità con la quale era apparsa.
Quando Ryuji si voltò per chiedere spiegazioni, vide che il Capitano Fujikawa si trovava proprio davanti al suo maestro, con la Zanpakuto estratta e puntata verso la gola di quest'ultimo.
"Yukimura, se vuoi morire non devi fare altro che chiederlo. Ti risparmieresti il dolore che voglio infliggerti ogni volta che fai queste squallide battute."
Il Capitano Yukimura sorrise.
"Oh cielo! Sei proprio una ragazza spaventosa, lo sai questo?"
Adesso anche il Capitano Fujikawa sorrideva.
"Detto da te poi, presumo che sia un complimento, Tetsuji."
Il capitano si rilassò e ripose la Zanpakuto nel fodero.
"Allora, chi è il novellino?" Chiese indicando Ryuji con un cenno del capo.
"Perché haii portato una matricola dell'Accademia alla riunione?"
"Tutto a suo tempo, mia cara. Non avere fretta e lo scoprirai." Fu l'enigmatica risposta del maestro di Ryuji.
Il Capitano Fujikawa si voltò a guardare Ryuji. I
l suo sguardo era affilato e penetrante, ma il giovane lo resse stoicamente. Si fissarono per qualche istante senza che nessuno dei due dicesse nulla o abbassasse lo sguardo. Poi lei si voltò dirigendosi verso la porta d'ingresso.
"Fa come ti pare." Disse sparendo di nuovo istantaneamente.
Ryuji continuava a fissare il punto in cui prima si trovava il Capitano Fujikawa.
"Impressionante, vero?" Gli disse il maestro facendolo tornare coi piedi per terra.
"Come ha fatto? Non l'ho nemmeno vista muoversi!" Ryuji era a dir poco incuriosito da quel "fenomeno".
"Si chiama Shunpo." Spiegò il Capitano Yukimura.
"È una tecnica di spostamento di noi Shinigami che permette di muoversi ad una velocità incredibile. Oggi tu hai avuto modo di osservare lo Shunpo della più veloce Shinigami degli ultimi ottocento anni. Akane Fujikawa, Capitano della Seconda Brigata e dei Servizi Speciali."
"Visto? Non mi sono accorto di nulla!"
"Mi stupirei del contrario!" Disse il Capitano Yukimura dando una pacca sulla spalla a Ryuji.
"Forza, ci stanno aspettando."
Ripresero il cammino verso la porta d'ingresso.
Il Capitano Yukimura era tranquillo e sorridente mentre il suo allievo era teso come una corda di violino. Non aveva la minima idea di cosa avrebbe dovuto dire o fare, sapeva solo che si sarebbe trovato al cospetto di persone forti quanto importanti.
Specialmente quello Shinigami dal giovane aspetto, Seiji Yoshioka, il Capitano Comandante. Quando si erano visti la prima volta era stato lui, insieme al maestro, a far si che Ryuji venisse liberato.
Eppure Ryuji aveva provato una stranissima sensazione nell'essere studiato da quegli occhi così profondi. Era come stare di fronte ad una montagna tanto alta da non poterne scorgere la cima, come trovarsi sull'orlo di un precipizio di cui non si vedeva il fondo.
'Perché mi viene in mente proprio ora?' Si chiese il giovane.
Scelse di non pensarci più, per il momento.
Erano arrivati all'immensa porta d'ingresso, era il momento di entrare.

Una volta dentro, Ryuji potè ammirare la sala dove i tredici capitani si riunivano.
Era immensa. La sua maestosità emanava un senso di antichità e rispetto tanto da mettere in soggezione il giovane Ryuji.
Al centro della sala, divisi in due file ordinate, si trovavano i capitani, ad eccezione del Capitano Yukimura.
Il Capitano Yoshioka stava invece seduto in un imponente trono di legno rivolto verso l'ingresso, dalla sua postazione centrale poteva vedere chiaramente le due file dei capitani.
"Bene ragazzo, tu aspetta qui finché non sarai chiamato. Non dire nulla fino ad allora, intesi?" Si raccomandò il capitano.
"Si maestro!" Rispose prontamente Ryuji.
Il Capitano Yukimura si allontanò da lui per prendere il proprio posto nella fila di destra.
"Che la riunione cominci!" Disse il Capitano Yoshioka. "Capitano Mochizuki, a lei la parola.
L'ultimo capitano nella fila di sinistra fece un passo avanti.
Era una ragazza alta una decina di centimetri in più di Ryuji, i lunghi capelli erano colorati di un verde scuro, aveva dei lineamenti del viso dolci che non si addicevano molto alla figura di comando che ricopriva ma che la rendevano bellissima da ammirare, i suoi occhi avevano il colore del cielo e la freddezza del ghiaccio. Il suo abito bianco da capitano la copriva quasi completamente, ma le sue forme femminili non venivano affatto sminuite.
Ryuji si diede un pizzicotto sul braccio.
'Datti un contegno Ryuji!' Si disse. Non aveva avuto modo di vedere molte ragazze da quando viveva in quella grotta e la sola vista di quei capitani dalla straordinaria bellezza lo esaltava in molti modi diversi.
"Come tutti ricorderete." Cominciò lei. "In data di ieri è stato emesso un allarme di livello massimo causato da una sconosciuta ed imponente emissione di reiatsu."
A quelle parole ci fu un mormorio fra i capitani.
Ryuji si accorse che il Capitano Fujikawa aveva iniziato a fissarli con gli occhi spalancati ed increduli, aveva capito tutto.
"Vi ricorderete anche che abbiamo mandato il qui presente Capitano della Quinta Brigata a scovarne la causa." Proseguì il Capitano Mochizuki.
"Adesso lascerò che sia proprio lui a chiarire questo mistero, prego Capitano Yukimura." Concluse facendo un passo indietro e tornando in fila.
Il maestro fece un passo avanti.
In quella sala, fra gli altri capitani, aveva un aspetto del tutto diverso. Sembrava più grande, più serio e non la persona scherzosa che aveva conosciuto Ryuji.
"Grazie, Capitano Mochizuki." Cominciò lui. "Ho raggiunto la zona designata il più velocemente possibile. Giunto sul posto, ho potuto constatare personalmente che la pressione spirituale in questione era effettivamente immensa, di un livello superiore a quello di ciascuno di noi, tranne uno ovviamente." Disse guardando il Capitano Yoshioka.
"Non prendermi per il culo Yukimura." Disse uno dei capitani nella stessa fila del maestro.
Era un uomo sulla trentina, aveva i capelli castani e ricci, abbastanza lunghi per essere legati dietro la nuca. Il suo abito da capitano era logoro e presentava degli strappi sul bordo, dovevano essere dei segni delle battaglie combattute, non aveva maniche e mostrava le braccia possenti. Aveva lineamenti spigolosi, da uomo vissuto, accentuati da dei lunghi basettoni che gli arrivavano fino alla mandibola; inoltre una strana luce brillava nei suoi occhi castani, a Ryuji non piaceva affatto.
"Pensi davvero di poterci convincere di aver trovato un individuo simile ed essere tornato senza nemmeno un graffio? Hai almeno combattuto?"
"Naturalmente, Capitano Shimura." Ribattè il maestro.
"Ho combattuto e ho vinto."
Un mormorio generale si udì nella sala.
"Ma davvero? Sarei proprio curioso di sentirla questa storia!" Disse il Capitano Shimura con una nota di sarcasmo.
Il Capitano Yukimura sorrise.
"Come desideri. Ryuji! Fatti avanti."
Ryuji si sentì un nodo allo stomaco. Era giunto il momento.
Raccolse tutto il coraggio di cui era disposto e si avviò verso il centro della sala. I capitani lo osservavano, ognuno con un'espressione mista tra l'incredulità e il divertimento. Una volta raggiunto il centro della sala, Ryuji attese sotto lo sguardo di tutti. Il Capitano Yoshioka sorrise.
"Bene Ryuji-kun, raccontaci cosa ti è accaduto ieri."
   
 
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