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Autore: Tadako    01/01/2014    3 recensioni
One Piece. Anime/manga ispirato all'avventura, libertà e sogni da realizzare.
Detective Conan. Anime/manga giallo con delitti e misteri sempre in agguato.
Cosa succederebbe se questi due universi si incontrassero in una straordinaria avventura?
Chiedetelo ai nostri mugiwara, convolti in un omicidio.
A Conan, che catapultato in questa fantastica vicenda cerca comunque di mantenere nascosto il suo segreto...
Genere: Avventura, Commedia, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara | Coppie: Rufy/Nami
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Conan si svegliò di scatto, come appena uscito da un brutto sogno. Il cuore batteva impazzito e piccole gocce di sudore gli imperlavano la fronte. Si guardò intorno, cercando istintivamente gli occhi di Ran, senza trovarli.
L’odore di chiuso era opprimente e l’unica fonte di luce ad illuminare la piccola stanzetta era una fiaccola posta in un angolino umido.
le pareti grigie in pietra erano spoglie, senza mobili o altro. L’ambiente era diviso in due parti da rigide sbarre di metallo; la prima, quella più grande, era riempita da un semplice letto di paglia ed una scrivania contenente diverse scartoffie, vicino alla porta. La seconda invece era decisamente più stretta, senza alcuna possibilità di uscita se non il piccolo cancelletto serrato. Era in quest’ultima che Conan era stato rinchiuso.
Il ragazzino alzò la schiena con un movimento fulmineo, incurante del dolore che quel livido alla testa gli procurava; si fiondò svelto verso le sbarre, ma queste al primo contatto lo scaraventarono all’indietro con una potente onda d’urto.
Stinse i denti, la rabbia cominciò ad invadergli la mente. Non c’era più spazio per ipotesi o ragionamenti, ora nella sua testa albergava solo una rabbia ceca pronta ad esplodere, che gli offuscava i pensieri e lo riempiva di ansia.
Urlò. Un grido di sfogo che uscì rozzo dalla sua bocca. Rimanendo seduto tirò a se le gambe per appoggiarci la fronte, mentre con le mani si stringeva nervosamente i capelli. Poi vennero le lacrime, dapprima leggere poi sempre più grosse, fino a quando non sfociarono in un vero e proprio pianto. Era finita. Ran era stata presa e lui non era stato in grado di salvarla. Era un debole, e per quando si fosse sforzato non sarebbe mai riuscito a cambiare quella certezza.
La porta si aprì scricchiolante, rivelando il volto dell’uomo che l’aveva preso. Conan non alzò neppure la testa, troppo impegnato a fissare il pavimento vuoto sotto di lui.
La guardia lentamente si sfilò il mantello che lo copriva, lanciandolo in un angolo a caso della stanza.
Poi si abbandonò stancamente sulla sedia lanciando uno sguardo alla sua prigioniera. Non era esattamente da definire un bell’uomo, ma la corporatura era sana e robusta e le braccia forti.
-Se sei preoccupata per la tua amica non devi, a quest’ora le avranno già somministrato ogni tipo di cura per tenerla in vita…-
Silenzio. Conan teneva la bocca ostinatamente chiusa, mordendosi il labbro per trattenere la rabbia.
-Dico sul serio. Forse ti sembrerà strano ridurre in fin di vita una prigioniera per poi farla tornare in salute, ma per il nostro superiore ogni donna è preziosissima.-
L’uomo prese uno dei tanti fogli sul tavolino, mostrandoglielo.
-Vedi questi? Sono tutti i nomi annotati delle ragazze presenti qui dentro. Quelle barrate sono state eliminate. Dovresti ringraziare la mia benevolenza, perché sto correndo un grosso rischio a tenerti qui.-
-Allora perché non mi lasci andare!- sbottò Conan alzando finalmente il volto.
-Sai, è veramente noioso stare qui. Passi la vita a trasportare donne avanti e indietro, senza poter torcere loro un solo capello… ho pensato che sarebbe stato bello avere un amichetta a farmi compagnia. In più tu non sei registrata in nessuna di queste carte, quindi nessuno si accorgerà della tua scomparsa.- il sorriso che comparì sul suo viso fece rabbrividire di disgusto il detective.
-Perché fate tutto questo.- scandì con un filo di voce.
-Per la rinascita.- l’uomo si alzò in piedi, avvicinandosi alle sbarre. –Gli antichi testi a noi tramandati parlano di una donna immortale, che trionferà sui deboli e ci guiderà verso la sottomissione del mondo. Usciremo da questo buco sotto terra e distruggeremo ogni potenza che ci vorrà contrastare. Marines, pirati e pure il governo stesso!-
Conan non disse nulla. Gli occhi brilli della guardia accompagnati da quelle parole di conquista gli incutevano un timore profondo.
-Per questo scopo continuiamo ogni giorno a rapire giovani ragazze e sottoporle a mortali test di verifica. Colei che sopravvivrà, ci guiderà verso la realizzazione del nostro sogno.- ora il viso dell’uomo era ad un soffio da quello del ragazzo. –Ma tu non devi preoccuparti, sei mia adesso.-
 
 
 
 
-Non ci posso credere…-
-Purtroppo è così.-
-Perché mi stai aiutando?-
-Perché non sopporto più le ingiustizie di quest’isola.-
L’individuo in questione aveva i capelli rosso fuoco, gli occhi verdi e il mento appuntito. Quando Robin lo aveva visto nascondere la guardia incosciente in una rientranza segreta e levarsi il cappuccio, aveva indietreggiato confusa. L’uomo gli aveva detto di non preoccuparsi, che sapeva chi era e non voleva farle alcun male.
Poi aveva cominciato a parlare. Spiegò chi erano, che cosa facevano e qual era il motivo per cui rapivano le ragazze e le imprigionavano in quei sotterranei. L’archeologa ascoltava diffidente, non sapendo se credergli o meno.
-Io sono un guardiano che lavora al servizio del quarto generale. In tutto ce ne sono sette, come i diamanti della pietra, più il nostro capo: Zero.-
-Di che pietra stai parlando?-
-L’amuleto della fenice. È un antico amuleto con poteri fuori dal comune, l’unica prova della reale esistenza di una donna immortale che ci farà risorgere come il grande animale da cui esso prende il nome.-
Robin rimase un attimo in silenzio, sbigottita. C’era la possibilità che la pietra di cui parlava fosse la stessa che gli aveva trascinati in quell’avventura in giro per gli universi?
-Come faccio ad essere sicura che tu non stia mentendo?-
L’uomo puntò il volto su quello della donna,  gli occhi limpidi e decisi.
-Credi veramente che starei qui a raccontarti una storia del genere, fin nei minimi dettagli, se ti volessi prendere?- 
In un attimo l’uomo si smaterializzò davanti agli occhi della donna, ricomparendole dietro e colpendola leggermente sulla schiena. La sostanza rilasciata durante il contatto venne attratta dal muro vicino, facendola appiccicare ad esso in una frazione di secondo.
-Se solo volessi, riuscirei a catturarti in meno di un secondo.-
-Allora perché non lo fai?-
-Perché vedo in voi una speranza. Fin dalla prima volta ho sentito una potenza diversa dalle altre e so che riuscirete a liberare le prigioniere da questa schiavitù.- uno schiocco di dita e la sostanza perse attrazione, sciogliendosi calma sul pavimento; Robin riuscì appena a tenersi in piedi, barcollante.
-Con quel “noi” intendi che sai dove sono i miei compagni?-
L’uomo sospirò.
-Esclusa la ragazza che stava con te nel gruppo, le altre sono state catturate.-
Robin rimase in silenzio, sorpresa e intimorita. Quanto potenti dovevano essere quegli individui se erano riusciti a sconfiggere i suoi amici con tanta facilità?
-Ma non preoccuparti, li libereremo.-
-Perché credi così tanto in noi, non hai appena detto che sono state tutte sconfitte? Anche tu sei riuscito ad immobilizzarmi con una semplice mossa, e hai detto di essere una semplice guardia.-
- Si, sono stati schiacciati come mosche. Ma con un piccolo aiuto forse, avremo qualche possibilità di vittoria.- l’uomo tirò fuori dal mantello una ampolletta dalla base triangolare, il liquido contenente aveva un colore indefinito che mutava ogni secondo.
-La nostra potenza consiste semplicemente nelle sostanze di cui siamo dotati. Una volta immuni da quelle, siamo vulnerabili quanto una persona normale. Ora bevi.-
 
 
Il silenzio regnava sovrano. Tutte rimanevano immobili, inginocchiate attorno alla corvina ragazza.
Nami fissava la fialetta, facendo scivolare il liquido giallo da una parte all’altra capovolgendola.
-Fallo.- scandì Nana.
-Cosa dici! E se fosse una trappola?- ribatté Ginni.
-A che scopo? Se avessero voluto ucciderla l’avrebbero fatto loro senza tante complicazioni.- Emily appoggiò la bionda con convinzione.
-Ha detto che non voleva sporcarsi le mani…- insistette la ragazza dai capelli corti.
-Perché tanta tensione per un pirata, uno in meno non sarebbe altro che positivo per tutto il mondo.- borbottò la marines ricevendo frecciatine da tutte.
-Ascoltami bene, non so quali sciocchezze ti abbiano inculcato nel cervello, ma la vita di una persona ha la stessa importanza qualunque sia l’etichetta che le si affibbia. Quindi smettila con questo tuo atteggiamento da superiore, perché vali esattamente quanto quella ragazza stesa per terra.- scandì furiosa Nana.
-Almeno io non vado in giro a seminare distruzione e morti senza motivo! E quelle che tu chiami “sciocchezze”, sono sani valori di giustizia che tutti dovrebbero imparare.-
-Giustizia? Già il fatto di augurare la morte ad una persona mi fa capire che tu non hai la più pallida idea di cosa sia.-
-Come ti permetti?!-
-Adesso basta! Nami ascolta, Rufy è messo troppo male e se non interveniamo subito morirà comunque. Devi farlo.- parlò Ran, mostrando una decisione che a prima vista non le si sarebbe mai attribuita.
La navigatrice la guardò negli occhi per qualche secondo, poi passò lo sguardo su quelli del capitano. la ragazza aveva ragione, doveva farlo o non sarebbe cambiato niente.
Con un colpo tolse il tappino che chiudeva il recipiente, facendo calare il silenzio nella stanzetta. Prese un grosso sospiro e ne versò una goccia su una profonda ferita sul petto.
L’urlo che uscì dalla bocca di Rufy fu lacerante.

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Saaaalve!
Capitolo un pò fiacco... i know. volevo metterci qualche scontro, ma al momento sono tutti impegnati. Quindi, o facevo uno scontro tra Goro e Il Marines (?) oppure riservavo l'intero testo ai dialoghi.
Conan ha finalmente dimostrato di essere un comune essere umano, col suo piccolo momento di disperazione. Forse la guardia che lo cattura per motivi "pervertiti" non è esattamente attinente alla tipologia dell'anime, ma dovevo trovare una motivazione che spieghi il fatto che Conan e Rufy si fossero divisi e il perchè Conan non abbia riportato alcuna ferita grave. Allora mi sono detta: diciassettenne alta e bella, guardia cattiva che trasgredisce alle regole... 
Alla fine il vecchio nano si è dimostrata una persona affidabile, che aiuta Robin e dice di voler aiutare il resto della ciurma.
Nami ha deciso di somministrare la sostanza a Rufy, ma questo al primo contatto ha lanciato un urlo di dolore...
Ora non resta che una domanda: dove diavolo sono finiti Zoro e Sanji?
lo scoprirete nella prossima puntata! (Mi sono fissata con sta frase ed ora non me ne scollo più .-.)


-TK:3
  
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