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Autore: callmemavy    03/01/2014    1 recensioni
[Hotel Transylvania]La festa di compleanno di Mavis è appena finita, ma i problemi della coppia appena nata iniziano solo ora: il sangue di Jonathan risveglierà gli istinti da predatrice della vampira, il passato nascosto di Dracula verrà a galla e l'attacco di un uomo misterioso metterà in pericolo la vita della coppia oltre a rischiare una guerra fra umani e mostri.
Questa storia è un'avvincente susseguirsi di romanticismo, angoscia ed avventura, che aggiunge molto sentimento a questo splendido film.
Prometto a tutti i lettori che questa storia non rimarrà incompiuta!
Questa sembra essere l'unica fanfiction su Hotel transylvania in italiano al mondo, che tristezza, mi sento tanto solo... RETTIFICO, non è più la sola, ora è solo la prima, che bello!
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cuore di demone'
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Dedico questo capitolo alla mia fidanzata ed a tutti quelli che mi seguono e commentano!

Dimenticate il capitolo precedente, volevo vedere se gwinny veniva da me a picchiarmi :-)


CAPITOLO 39 – La vera verità

-Papà, è tutto a posto? Sembra che tu mi stia nascondendo qualcosa...- Gli domando quasi minacciosamente. Non voglio ferirlo, ma sono stufa di tutte le sue bugie.

Mio padre si ritrae subito indietro facendo finta di nulla, ma così facendo mi rende ancora più curiosa.

-Papà?!- Provo a riprenderlo, ma continua a non rispondere.

-Cos'è successo nei giorni scorsi? Non ricordo quasi nulla! E poi perché tutti gli ospiti sono felici di "vedermi in buona salute"? Cosa mi è successo?-

Silenzio.

Sono ansiosa ed il fatto di non saperne la ragione mi rende nervosa, se poi mio padre continua a nascondermi le cose mi fa perdere la pazienza.

-Dannazione papà, mi vuoi rispondere?!- Gli urlo contro alzandomi in piedi e battendo le mani sul tavolo facendo tremare piatti e bicchieri.

-Cos'è tutta questa confusione?- Una dolce voce femminile, materna, arriva da dietro di me.

Mi volto incuriosita ed in un attimo la rabbia e la preoccupazione che provo svaniscono.

-Mamma?- Vorrei chiamarla a gran voce, vorrei gridare tutta la mia felicità, ma l'emozione è troppo forte e mi paralizza. Solo un ampio ed incontrollato sorriso a bocca aperta si espande sul mio volto.

Sento il cuore che mi batte in gola, mentre lei si avvicina lentamente e mi accarezza la testa con forza scompigliandomi la frangia. Io ricambio il gesto affettuoso con un abbraccio, chiudo gli occhi e lascio cullare la mia testa sul suo grembo.

-La mia piccola Mavy Wavy...- Sospira mia madre mentre mi stringe a se accarezzandomi con dolcezza la testa rimettendomi a posto i capelli.

Io rimango li, immobile, coccolata in quel caldo abbraccio... cioè... la sua pelle è fredda quanto la mia... diciamo un abbraccio che scalda il cuore!

Un abbraccio pieno d'amore...

Ma perché me lo aspettavo... caldo?

Cioè... realmente caldo al tatto...

Il mio cuore continua a battere forte, ma questa volta è per la preoccupazione.

Dovrei essere felice, perché non lo sono?

Perché mia madre, che fino ad un attimo fa amavo, adesso mi sembra una sconosciuta?

E quell'abbraccio materno che fine ha fatto? Mi sento quasi strangolare...

E tutto l'amore che sentivo? Adesso mi sembra di essere minacciata...

Lascio scivolare le braccia e la donna fa lo stesso.

Alzo lo sguardo verso di lei.

C'è un dolce sorriso sul suo volto.

Ma mi spaventa...

Perché?

Non lo so...

È bellissima, proprio come in quel dipinto con mio padre... Ma perché quel dipinto è l'unica immagine che ricordo di lei?

La mia paura cresce e sia lei che mio padre sembrano accorgersene, la loro espressione felice è cambiata.

Mi fissano confusi.

La paura cresce, il mio cuore batte sempre più forte.

Dracula si alza e si avvicina a me assieme a Martha.

La paura cresce, il mio respiro si fa sempre più affannoso.

I due mi porgono la mano gentilmente.

La paura cresce, io faccio un passo indietro per evitarli.

Quei due si fermano. Mi fissano.

La paura cresce, sento una goccia di sudore freddo scendere lungo la guancia.

I loro occhi sono tristi, probabilmente hanno paura di aver fatto qualcosa di sbagliato. Fino ad un momento fa sapere di essere la causa della tristezza dei miei genitori mi avrebbe distrutta, ma adesso non mi importa nulla di loro... anzi, vorrei che sparissero.

Ma perché mi sto comportando così?

Mi sento oppressa, perciò mi sposto verso il tavolo ed appoggio le mani su di esso.

Faccio dei respiri profondi per calmarmi, ma non serve a nulla.

Poi improvvisamente sento un tepore rilassante sulla schiena che mi fa venire i brividi di piacere, raggiunge le spalle, il petto ed infine lo sento su una guancia, come essere abbracciata e baciata da qualcuno che mi ama come nessuno mi ha mai amata prima.

È la sensazione più bella ch'io abbia mai provato.

Mi volto, ma non c'è nessuno che mi sta abbracciando, solo che la mia attenzione viene attirata da uno specchio appeso alla parete vicino a me. Ovviamente nessuno dei presenti compare nello specchio, ma c'è comunque qualcuno e sembrerebbe essere in piedi vicino a dove sono io.

Ha una mano leggermente alzata, come se la appoggiasse su qualcosa di invisibile. Mi tocco la spalla con una mano, non sento nulla di strano al tatto, ma quel tepore... come toccare un fantasma, soltanto che i fantasmi sono freddi...

Mi avvicino allo specchio ed il ragazzo dai capelli rossi arruffati fa lo stesso.

La testa inizia a farmi male e sento dei mormorii lontani, ma non capisco da dove vengano.

Riesco a comprendere soltanto poche parole:

"... almeno fallo per Jonathan"

Jonathan... questo nome...

Mi volto verso mio padre, ma è diverso, ha le lacrime agli occhi e mi guarda in un silenzio disperato.

Il suo volto è sporco ed i suoi vestiti sono strappati.

Non l'ho mai visto ridotto così male, ma sembra più "lui"...

Alle sue spalle vedo gli alberi e l'erba sotto i suoi piedi.

Dove sono?

Avvicina un mano a me, come a volermi raggiungere.

-Papà... ho paura...- Lo supplico, inquietata.

Ma un attimo dopo sono di nuovo in quel castello, la fredda mano di Martha che tocca la mia spalla mi ha fatto tornare a questa realtà... Ma adesso cosa è reale? Qui è tutto perfetto perché non dovrei rimanere?

-Cosa c'è che non va piccola mia?- Mi chiede mia madre.

-I... io...- Inizio a parlare mentre mi volto con lo sguardo verso lo specchio e mi interrompo.

-Tu?- Borbotto.

Il ragazzo dello specchio muove le labbra, non sento nulla, ma dal labiale sembra mi abbia detto "Tu?" come ad imitare il mio stesso tono.

-Mavy, hai detto qualcosa?- Mi chiede la donna.

Sto tremando, la testa mi fa sempre più male, e... e... mi calmo.

Stringo i pugni a nocche bianche, poi sfodero i miei artigli e li conficco con rabbia nel patto di Martha spingendola con forza fino a sbatterla alla parete.

-Mavis! Che cosa hai fatto?!- Urla Dracula correndo verso sua moglie.

Io indietreggio, sfilo le mie dita da quel corpo ed il sangue gocciola dalle mie mani sul pavimento.

Marta cade in ginocchio, sorretta da Dracula.

-Come hai potuto ferire tua madre, Mavis?- Urla Dracula, ma io non lo degno di uno sguardo.

-Mia madre è morta molto tempo fa...- Gli rispondo con indifferenza.

Con la coda dell'occhio noto che sua espressione cambia drasticamente.

Lo ignoro ed appoggio una mano sullo specchio, il ragazzo mi sorride e fa lo stesso.

-Chi sei?- Sussurro.

-Impossibile!- Urla Dracula arrabbiato e stupito.

Mi volto verso di lui.

-Ho distrutto tutti i ricordi che lei aveva di te!- Grida allo specchio ignorando me, poi sorride, -Non importa, di te è rimasto solo un debole riflesso...e fra un po' non rimarrà nulla…-

-Tu non sei mio padre!- Ringhio all'uomo, attirando la sua attenzione, -Dimmi chi sei!-

Mi sorride.

-Perché tutti volete sapere chi sono?- Lui mi domanda, ma non capisco a cosa si stia riferendo.

Lo specchio va in frantumi.

-Sei sola adesso.- Dice, poi sul suo volto si crea una crepa, come fosse una bambola di coccio incrinata, -Hai paura di me?- Mi domanda, mentre i suoi movimenti aprono nuove crepe sia nel volto che nei vestiti che si sbriciolano liberando ciò che si nasconde sotto.

-Lilith…- Ringhio in risposta.

Lei mi sorride maleficamente.

-Ti ho mostrato quanto sono malvagi i tuoi amici, ti ho mostrato quanto è malvagio tuo padre, quanto sono malvagi gli umani, ho creato persino un mondo perfetto per te, perché non accetti la mia offerta? Perché mi vuoi fermare?-

-I mostri e gli umani non sono tutti cattivi!-

-È inutile mentire a se stessi, dentro tutti voi, umani e mostri, c'è il male, lo nascondete, ma c'è, lascia che trasformi questo mondo in un mondo migliore!-

-NO!- Urlo con rabbia, -TU sei malvagia, non tutti. Sono TU non hai possibilità di cambiare, stronza!-

-Io, stronza?- Ridacchia, -Non dovresti dirmi queste cose, dopotutto sei in debito con me…-

-Io non sono in debito con te!-

-Se non fosse per me tu non lo avresti mai incontrato, il ragazzo dai capelli rossi come lo chiami tu...-

Io la guardo confusa.

-Le mie adorate incarnazioni lo hanno guidato fino a te, un concorso truccato con cui ha vinto il tour dell'Europa con arrivo in Transilvania il giorno del tuo compleanno, la gente che gli raccontava della foresta maledetta e che hanno tenuto alla larga da lui i fantasmi e i gli zombie del bosco…-

-Non ci credo…- La interrompo stupita.

-Per attirare l'attenzione di quell'umano le mie lamie hanno fatto prendere fuoco agli zombie di tuo padre durante la messa in scena del villaggio degli umani…-

-No… Tu stai mentendo!-

-Perché dovrei mentire? Tuo padre è stato un osso duro, lo ammetto, non faceva altro che cercare di separarvi e di cacciare via il ragazzo, fortuna che tu sei molto più plasmabile ed ogni volta è stato facile guidarti da lui per impedirgli di andarsene.-

-Di cosa stai parlando?!-

-Perché eri davanti alla finestra di una camera vuota? Perché eri al cimitero? Entrambe le volte hai impedito all'umano di andare via. Posto giusto al momento giusto, due volte? Difficile per essere solo una coincidenza.

-I…Io…- Chiudo gli occhi, abbasso la testa e appoggio una mano alla fronte. Il dolore è insopportabile.

-Fai fatica a ricordare, vero? Non ti preoccupare, la tua anima si sta indebolendo, Camazotz ti sta divorando lentamente e presto di te non rimarrà nulla.-

-Maledetta…- Piagnucolo, inginocchiandomi, il dolore alla testa mi impedisce quasi di parlare.

-Oh, poverina… Ma non ti ho ancora raccontato la parte più difficile e quella più divertente! Il difficile è stato convincerti a fuggire dall'hotel; l'unico modo era farti vedere tuo padre come una minaccia, ma lui ha un autocontrollo fuori dal comune. Ma per fortuna tu non sei come lui, è bastato soffiare un po' sul fuoco della tua passione e quello che tuo padre ha visto è bastato per indebolirlo.-

Mi tornano alla mente alcuni attimi di ciò che lei racconta.

-Allora sei stata tu?-

Lei mi risponde sogghignando.

-Ma la vuoi sapere qual è stata la parte più divertente?-

-Stai zitta!- Ringhio, ma lo sforzo mi fa aumentare il dolore alla testa, tanto che cado in ginocchio.

-Van Helsing…-

Questo nome… solo sentirlo mi fa male…

-Non sforzarti di ricordare piccola mia, fra poco tu stessa cadrai nell'oblio e di te non rimarrà nulla… Avremmo potuto fare grandi cose insieme…-

Lei si avvicina a me, mentre tutto ciò che ho intorno si sbriciola, in un attimo ci siamo solo Lilith ed io, attorno a noi un vuoto oscuro.

-Hai paura?- Ripete.

-Perché dovrei avere paura? Tu sei debole…- Le sorrido con uno sguardo di sfida.

Lei mi guarda confusa.

-Tu hai paura di me e del ragazzo dai capelli rossi.-

Lei acciglia la fronte, rabbiosa.

-Sento la tua paura…- Dico con una flebile voce, imitando il suo tono di quando lei stessa era una flebile voce nella mia testa, per schernirla.

-Nemmeno ti ricordi il suo nome, anzi, forse non ricordi nemmeno il tuo!-

-Io… Io…-

Stringo i denti dalla rabbia. Quella donna ha maledettamente ragione.

Subito dopo ho un forte ed improvviso giramento di testa, cado a terra, ma non c'è alcuna terra sotto di me, sto precipitando, mentre lei, che mi fissa divertita con uno sguardo altezzoso, diventa sempre più lontana.

Oscurità.

Mi sveglio.

Ho tutto il corpo intorpidito.

Cerco di alzarmi, ma cado nuovamente a terra.

Sono stanchissima.

Fa freddo, molto freddo.

Lasciatemi qui a riposare.

In pace.

Senza preoccupazioni,

Senza problemi,

Senza combattere,

Mai più.

  
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