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Autore: Gavriel    03/01/2014    1 recensioni
Esistono le crisi di mezzo liceo? All'alba del suo quarto anno Marianna, austera e razionale, non vuole farsi cogliere impreparata per la sua futura prima relazione. In via (non del tutto) preventiva propone a Zeno, un ragazzo piuttosto eccentrico e non particolarmente popolare, di allenarsi assieme a lei. Ma l'accordo che le propone potrebbe non essere poi così pieno di benefici...
Genere: Demenziale, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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 Arrivarono quando la festa era già partita. La club house del San Giovani era un capannone industriale a cui avevano cambiato destinazione d’uso: poiché si affacciava sul campo, vi avevano ricavato anche degli spogliatoi e degli spalti rudimentali, costruiti lungo la parete che costeggiava il lato maggiore del campo principale.
Dovettero parcheggiare qualche decina di metri lontano, visto che erano arrivati a mezzanotte passata – La guida di Mauro si era rivelata prudente, per fortuna. Decisero preventivamente di lasciare in macchina i cappotti e tutto ciò che poteva essere rubato o perso. Se ne pentirono dopo pochi metri nell’aria ghiacciata.
Entrata nella Clubhouse, Marianna faticò a capire se fosse stata catapultata nel passato o nel futuro: il soffitto della grande sala era soppalcato lungo tutti i lati, lungo i parapetti, le pareti e il soffitto giravano grossi ingranaggi color rame. All’ingresso c’era un grosso tavolo illuminato da lucerne, dietro al quale erano seduti tre individui vestiti da burocrati, con tanto di visierina e macchina da scrivere.
-E vi sembra il momento di presentarvi?
Zeno e Mauro mollarono ai tre tizi un saluto alla yo-fratello-del-ghetto, Marianna riconobbe vagamente due delle facce, dovevano essere compagni di squadra.
-E questa piccola aviatrice?
Piccola? Ma se sono più alta di due di voi! Poi si ricordò che è maleducazione e si limitò a salutare
-Stasera è con noi, il judo è troppo serioso, penso non abbia mai sorriso in vita sua_ Mauro le mise un braccio intorno alla spalla_ Di’ Zeno, a quando risale il suo ultimo sorriso documentato?
Il moro fece finta di consultare un volume
-1823, otto novembre, il sottoscritto era scivolato su brodo di biscia
Marianna cercò di trattenersi dal ridere, invece le uscì uno sbuffo strozzato. I due ragazzi  lasciarono scivolare delle banconote sul tavolo ammiccando come se fossero state mazzette milionarie, quando Marianna fece per prendere la sua quota dallo stivaletto, i cinque la bloccarono.
-Sei con noi
Mentre dicevano queste cose uno dei tre prese una manciata di fiches rosse e gliela ficcò in mano:
-Omaggio della casa, e non darne a Zeno più di due, altrimenti non torna più a casa.
 
Quello che successe dopo non era così chiaro, dal momento che perse un po’ la cognizione del tempo. Seppe solo che non rimasero molto uniti, dal momento che finirono con le rispettive compagnie: lei con Alice e loro due con la loro squadra. Ma dopo un po’ di balli, e qualche drink –aveva tentato di distribuire un po’ di fiches alle altre, ma a quanto pare i tre burocrati erano stati discretamente generosi anche con loro- sentì il bisogno fisico di uscire, accompagnato dal dolore alla caviglia. Già che c’era prese un drink.
C’era un’area fumatori sul retro del bancone, coperta dall’aria fredda grazie ad un sistema di divisori, questa parte della club house non era arredata alla steampunk, era abbastanza grande, riscaldata ed illuminata da falò dentro quattro bidoni. Marianna cominciò ad attraversare l’area, voleva prendere un po’ d’aria fresca, riposarsi i piedi, ma venne intercettata da una voce che chiamava il suo nome, Mauro. Era vero quello che si diceva in giro del fascino del ceto operaio: con il volto coperto di fuliggine, le spalle larghe, e il torso coperto –o scoperto- dalla canottiera a coste.
-Anche tu a prendere un po’ d’aria?
Non aveva capito niente, il suo torace catturava tutta la sua attenzione
-Cosa?
-ho detto ANCHE TU A PRENDERE UN PO’ D?ARIA?
-Ah, si troppa confusione
E anche la mia incapacità nel muovermi a tempo
-Cin Cin
Il ragazzo teneva per il bordo un bicchiere da  una pinta pieno di liquido dorato, nella mente della ragazza suonò un indefinibile campanello d’allarme, ma rispose comunque al brindisi.
-Tranquilla, è redbull, altrimenti come vi porto a casa? A quest’ora il caffè non lo fanno nemmeno…
Un inaspettato moto di gratitudine le inondò il cuore, ma ebbe cura di non darlo a vedere
-Non sei con Zeno?
-Non siamo mica gemelli siamesi, l’ultima volta che l’ho visto stava giocando il gioco della monetina con il gruppo di Gussago..
-Il gioco della monetina?
-Hem.. devi metterti una monetina tra le gambe e lasciarla cadere dentro un bicchierino a terra
-Sembra difficile
-Nah, solo se sei sbronzo
Rimasero in silenzio per un po’ poi fu il biondo a riprendere a parlare
-Tu e Zeno state già insieme?
-No
La velocità e la trasparenza con cui aveva risposto aveva sorpreso entrambi. Ma era la verità d’altra parte, no? Erano solo baci, e al di fuori di quelle parentesi didattiche il loro rapporto era quello di semplici conoscenti, nulla di lontanamente paragonabile a quello che aveva con sua cugina. Si voltò verso il ragazzo, di almeno mezza spanna più alto di lei, all’improvviso si rese conto di come sembrassero le cose dall’esterno: lei andava dietro a Zeno, che invece rimaneva inattingibile, remoto.
-beh, qualunque cosa tu stia facendo, continua, non lo vedevo così bene da mesi
-Perché
Le parole le uscirono di bocca senza permesso, stupido alcool
-A settembre era stato mollato dalla sua ragazza, sembrava inconsolabile, un automa. Sai quando due persona stanno talmente bene insieme che ti viene da dire “si sposeranno sicuramente”?
Marianna annui, anche se non aveva la più pallida idea di cosa le venisse in mente da dire nel pensare un’altra tra le braccia di Zeno, sicuramente non quello.
-Perché lo ha mollato ?
-Per non farlo soffrire
Ti lascio per non farti soffrire? Ma non è un paradosso? Come se stesse intuendo i suoi dubbi Mauro continuò a spiegare:
-Sono stati coinvolti in un incidente d’auto, lei è più grande di quattro anni e aveva preso la patente. Si sono salvati ma un pezzo di metallo le ha danneggiato seriamente e polmoni. Zeno non se lo è mai perdonato, era lui che l’aveva convinta ad uscire fuori con la grandine.
Involontariamente gli si appoggiò al fianco, immersa nell’orrore, Mauro continuò a parlare
-L’hanno operata due volte, ma avrebbe bisogno di un trapianto. A settembre le hanno comunicato che non aveva le qualifiche necessarie per essere inserita nella lista prioritaria, sai con due organi malandati… e ha deciso di lasciare Zeno per risparmiargli il dolore di impiegare il suo tempo con una persona con cui non può avere futuro.
-E lui?
-Non ha mangiato per quattro giorni, non rispondeva ai messaggi, è stato a casa dei suoi nonni, poi a casa di Marta per vedere se riusciva a farle cambiare idea, ma lei per tutta risposta si è trasferita a Lipsia, dove c’è un buon centro cure e anche un eccellente polo universitario.
L’abisso si riaprì dentro Marianna. Era Marta? Sua cugina? Un moto di ammirazione affetto e disperazione le si scatenò dentro nel ripensare al loro incontro qualche settimana prima. Dietro quel saluto, dietro quel sorriso c’era l’amore di Zeno, che resisteva alla lontananza e alle ferite che lei aveva dovuto procurargli.
Si strofinò gli occhi, cercando di non darlo troppo a vedere.
-E quindi oggi? Loro due sembravano normali cugini…
-Questa è la grande prova che lui sta sostenendo per lei. A volte mi chiedo se lui abbia un fortissimo autocontrollo oppure il suo sia puro e incondizionato affetto
Marianna non disse nulla per un po’ogni parola di Mauro era stata come una stilettata; dalla clubhouse arrivavano le note di un lento. Con un gesto naturale le cinse la schiena, facendola trasalire, ma quando si ritrasse credendo di essere respinto, lei gli fece capire che non le dispiaceva.
-Quindi _continuò parlandole vicino all’orecchio_ qualunque cosa tu gli stia facendo, grazie mille Marianna
Lei gli si sovrappose, lasciando che la cingesse anche con l’altro braccio, con movimenti impercettibili cominciavano a oscillare a tempo. 

Scusate per il ritardo, ma ho avuto serie difficoltà nella sesura degli ultimi due capitoli, questo in particolare, che è una pallida a storpia versione dei miei progetti. Almento sono riuscita ad inserire l'essenziale. Se avete opinioni, commenti da fare o segnalazioni di cose che potrebbero andare meglio, non abbiate problemi a riguardo.
Grazie ancora a tutti coloro che hanno commentato, apprezzato e letto questo esperimento.
Gavriel.
Tara l'altro, per un po' riuscitò a pubblicare poco, per via del poco tempo che posso passare a non studiare.
  
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