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Autore: IrethTulcakelume    03/01/2014    3 recensioni
Se le tre terre a lui verranno
con il più antico ed i suoi nati
le forze oscure cadranno
ed il male nell’abisso sprofonderà.
Quando i popoli a lui votati
nella prosperità risorgeranno
una nuova stirpe d’incantati
il buon avvento prenderà.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Eragon/Arya, Roran/Katrina
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo II
Blödhgarm
 
Quando l’equipaggio tornò alla nave, stava albeggiando. Eragon comunicò a Saphira che stavano cominciando e muoversi, dicendole di raggiungerli entro metà mattina.
 
***

- Stilith, tu che ne pensi?
- Non lo so … il ragazzo mi è parso abbastanza sveglio, se la caverà. – sospirò. – Spero solo che non cerchi di approdare in Aman. Da tempo ormai non fa più parte del mondo visibile.
- Secondo me potrebbe giungervi ugualmente. Quell’elfo con la pelliccia … è uno di noi, vero? È uno dei Noldor.
- Sì, lo ricordo bene. Blödhgarm. Farsi crescere quel lungo pelo blu notte non l’ha mascherato a sufficienza. Troppa sofferenza abbiamo condiviso prima di approdare in questi luoghi. La tempesta … le navi distrutte … i nostri compagni morti … lui ricorda ancora. Deve ricordare! – Stilith aveva alzato la voce, come per auto convincersi di quello che stava dicendo.
- Per il bene del ragazzo, e per quello di Arda.
 
***


Per tutta la mattina Eragon e Blödhgarm si allenarono a tirar di spada. Vinceva sempre l’elfo-lupo, ma il ragazzo riusciva a tenergli testa sempre più a lungo.
Stoccata. Parata. Affondo. Eragon si trovò la spada di Blödhgarm puntata alla gola. Continuarono a combattere finché il sole non fu alto e loro stremati. Per pranzo mangiarono alcune delle provviste che avevano comprato vicino alla locanda. Nel frattempo, la nave procedeva veloce, ma non riuscivano ancora a intravedere la fine del fiume Edda. Nel primo pomeriggio Blodhgarm chiese ad Eragon di seguirlo nella sua cabina – Vieni, devo parlarti. – Il ragazzo si diresse con lui sottocoperta; una volta entrati, l’elfo gli fece cenno di sedersi su una delle due sedie.
- Eragon, è venuto il momento che ti dica chi è l’elfa che ti è apparsa in sogno: il suo nome è Galadriel, figlia di Finarfin, figlio di Finwe, uno dei primi re degli elfi. Ella è di nobile lignaggio. Proviene da Aman, la terra dei Valar.
Il ragazzo non capiva: non aveva mai sentito quei nomi. – Chi sono i Valar?
- Sono i primi figli di Eru, il creatore di Arda. Arda è composta da Alagaësia, Aman e Terra di Mezzo. Vi sono poi Ekkaia, il Mare Circondante, e Belegaer, il Grande Mare. Quest’ultimo bagna a nord Alagaësia e un tempo divideva la Terra di Mezzo da Aman.
- In che senso “un tempo”?
- Aman è celata agli uomini, ma alcuni elfi possono ancora trovare la via.
- Perché?
- Per spiegartelo devo parlarti di alcuni avvenimenti di molti secoli fa. Nella Terra di Mezzo, vivevano Earendil il mezzelfo e Elwing la mezzelfa. Essi ebbero due figli: Elrond ed Elros, anche loro detti mezzelfi; venne loro lasciata la scelta: vivere come elfi o come uomini. Elrond decise di vivere come elfo, e per molto tempo abitò a Imladris, nella Terra di Mezzo; egli è l’elfo dai capelli neri che hai veduto in sogno. Elros, invece, scelse di vivere come uomo, e a lui e al suo popolo venne donata una vita assai più lunga che qualsivoglia altro uomo, e la sua progenie visse a lungo anche secondo il loro metro. I Valar donarono loro un’isola, Númenor, e su di essa i Númenoreani prosperarono e commerciarono con gli elfi di Tol Eressëa. Gli uomini, però, si invaghirono dell’immortalità degli elfi …
- Immortalità?
- Lasciami terminare la storia, poi risponderò alle tue domande. Come stavo dicendo, gli uomini si invaghirono dell’immortalità degli elfi, e decisero di attaccare Aman; i Valar, al culmine della loro collera, scagliarono la loro potenza su di loro, e Ulmo, il Valar del Mare, fece precipitare la flotta degli uomini e la stessa Númenor nelle profondità degli abissi. Alcuni, fortunatamente, si accorsero della follia di quell’impresa, e si diressero verso la Terra di Mezzo, fondando il reame di Gondor. A causa dell’impudenza degli uomini che avevano mosso loro guerra, i Valar scelsero di impedire che avvenisse nuovamente, e si celarono a loro. Mi hai chiesto dell’immortalità degli elfi, ed io ora ti rispondo che una volta eravamo tutti immortali, ma chi si dipartì sia da Aman sia dalla Terra di Mezzo e dimenticò quei luoghi, vide la sua vita limitata, divenendo simile agli uomini.
- Blodhgarm, prima hai detto che solo alcuni elfi possono trovare la via per Aman, ma per quale motivo? Vi sono forse degli elfi … esiliati?
- Ti avvicini molto alla realtà, Eragon, ma oggi non ti rivelerò altro.
 - Ma …
Eragon! Blodhgarm! Ci siamo quasi!
A che cosa, Saphira?
Al mare! Entro un paio d’ore al massimo giungeremo a Ekkaia!
 
Il ragazzo e l’elfo lupo corsero sul ponte, fino alla prua: dinanzi a loro, l’Edda si estendeva ancora per qualche miglio.
Saphira, hai già visto cosa c’è oltre l’Edda?
Sì. Tre o quattro miglia al massimo e si arriva a una piccola isola, ma non l’ho ancora sorvolata.
Quando arriveremo alla foce del fiume, andremo insieme. È da così tanto tempo che non voliamo.
Va bene, piccolo mio.
 
***


Blodhgarm si volse verso il mare, così bello … eppure a volte così malvagio. Ricordava ancora il viaggio che lo portò ad Alagaësia, ma avrebbe preferito dimenticarlo. Dimenticare la furia di Ulmo. Dimenticare i suoi amici, inghiottiti dalle onde. Dimenticare Galadriel …
 
{flashback}

- Galadriel, vieni con noi, ormai qui nel Beleriand non c’è più niente da fare. Non importa per quanto noi elfi ci nasconderemo nel Doriath, anche se questi luoghi sono protetti da Melian, la nostra regina; il Signore Oscuro ci distruggerà prima o poi! – Blodhgarm voleva a tutti i costi convincerla. A nord della Terra di Mezzo Melkor acquistava potere, e non c’era modo di fermarlo. Non voleva che Galadriel restasse lì, sarebbe sicuramente morta … no, non poteva morire: l’avrebbe protetta lui, se solo l’avesse seguito. – Le navi sono pronte. Vieni con noi, ti imploro!
- Blodhgarm … sai che non posso venire: non lascerò la mia gente da sola. Faccio pur sempre della stirpe di Finwe, e non disonorerò il nome dei miei padri fuggendo. – L’espressione decisa, lo sguardo fiero, a dimostrare la veridicità delle sue parole.
L’elfo sapeva che non lo faceva solo per questo. Lei voleva restare con Celeborn. Oh, come avrebbe essere al suo posto … Poterla amare ed essere corrisposto, ma sapeva che non sarebbe mai stato possibile. – Sì, ne sono consapevole, ma non puoi permettere che la memoria dei tuoi avi ti impedisca di metterti in salvo. Potreste venire insieme, tu e … e Celeborn.
- Lui non vuole partire, come me, del resto. Mi dispiace. – A Blodhgarm sembrò quasi che fosse davvero triste a causa della sua partenza, ma si convinse che era in errore, per non rendere più doloroso il distacco. – Non potresti restare qui? Sì può ancora combattere per la libertà! Perché stai perdendo la fiducia in un mondo ancora possibile?
Avrebbe voluto dirglielo, il motivo principale della sua dipartita, ma sapeva che non le sarebbe interessato. Il suo cuore apparteneva a Celeborn, e questo non sarebbe mai mutato, neanche se fosse restato nella Terra di Mezzo. Già sapeva che genere di vita avrebbe condotto lì: una vita nell’ombra, desiderando qualcosa che non sarebbe mai stato suo. – Io mi sono già arreso, e non solo a Melkor.
Con questa frase, colma di rassegnazione, l’elfo si voltò, e camminò verso le navi. Già vedeva Stilith che gli faceva segno di raggiungerli, e Galornë, sua moglie, di fianco a lui, e in loro vedeva la felicità alla quale aspirava, ma che non poteva raggiungere.
Blodhgarm, amico mio, rammenta questa mia promessa: una notte ogni sette ti farò visita in sogno, e potremo parlare, come quando ti bastava essere un semplice, meraviglioso amico.
Blodhgarm sorrise malinconico. Non mi è mai bastato.
L’elfo si volse un’ultima volta. Piangevano entrambi.
 
{fine flashback}

- Blodhgarm! Blodhgarm! – Eragon stava scuotendo l’elfo; i suoi occhi erano divenuti vuoti per qualche istante. Poi, di colpo, si riprese ansimando. Guardò il ragazzo, con un misto di ammirazione e compassione. Si chiedeva come facesse a essere così forte, a sembrare così forte e impassibile alla mancanza di Arya, ma in realtà, neanche Eragon lo sapeva. Lui, durante quei giorni, aveva vissuto dietro una maschera, perché ogni volta che aveva qualche istante di libertà, si chiudeva nella sua cabina, e versava tutte le lacrime che tratteneva in pubblico, chiedendosi se valesse davvero la pena di soffrire così tanto per compiere il suo dovere. Continuando a fissare il suo sguardo in quello del ragazzo, si accorse di essere stato un debole: appena giunto ad Alagaësia, si era rintanato in se stesso, senza parlare con nessuno del suo dolore.
E ora, dopo che per dieci, lunghissimi anni Galadriel non aveva tenuto fede alla sua promessa di secoli e secoli prima, appariva in sogno a Eragon. Si accasciò contro il parapetto della nave, e pianse tutte le lacrime che non aveva versato in quei dieci anni di silenzio. Non gli importava se Eragon lo stava guardando, non in quel momento. Pianse, perché voleva che Galadriel fosse lì con lui, anche se l’aveva rifiutato.
Il ragazzo non riusciva a comprendere cosa stesse avvenendo: non aveva mai visto l’elfo in quelle condizioni.
Saphira! Cosa gli sta succedendo?
Come puoi non capirlo? Tu, che in fondo non sei in una situazione molto diversa! La dragonessa era indignata.
Ma … Che stupido che era stato! Si rese conto che la sua compagna aveva ragione. L’unica cosa che riuscì a fare fu abbracciarlo, mentre Blodhgarm continuava a ripetere – Galadriel … Galadriel … Galadriel …
 
Passarono un’ora così, nel dormiveglia, quando Saphira li svegliò. Eragon, Blodhgarm, siamo arrivati.
I due si alzarono. L’elfo-lupo era distrutto: le guance incrostate di lacrime, il passo incerto, l’espressione stanca.
Si volsero, e videro l’enorme delta dell’Edda; all’orizzonte, un’isola, piccola e boscosa. A Eragon parve di vedere un bagliore rosso sulle fronde degli alberi più alti, ma si disse che si stava sbagliando.
 
 
 
 
p.s. scusate se non ho pubblicato prima, ma tra pranzi, cene, parenti, amici di parenti e parenti di amici non sono riuscita a trovare un attimo libero. Spero che questo nuovo capitolo vi piaccia!
  
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