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Autore: Just Jude    03/01/2014    21 recensioni
"Cosa è uno dei tanti modi con cui conquisti le ragazze?" - borbottai staccandomi di scatto dalla sua presa.
"Oh no" - esclamò guardandomi - "Io con le ragazze ho chiuso!",
"Davvero?" - chiesi incredula - "Sei per caso diventato gay? Perché se così fosse non ci sono problemi" - continuai iniziando a tirare fuori un flusso smisurato di parole - "Insomma non ti giudiche .. Aspetta, dove sono finiti gli altri?" - urlai poi strabuzzando gli occhi non vedendo più nessuno di fronte a noi. Harry si girò di scatto, muovendo il suo sguardo a destra e a manca per poi passarsi una mano tra i suoi morbidi ricci : la sua bocca rimase completamente serrata mentre le sue mani si seppellirono nelle tasche dei suoi jeans scuri. Questa sua indifferenza mi dava davvero sui nervi, possibile che fosse così apatico?
*****
Ecco cos'ero: un pezzo di ferro, un piccola lamina metallica di fianco ad un magnete; per quanto resistenti possano essere le forze che si frappongono però, una calamita riuscirà sempre ad attirare a sé un pezzo di ferro, è matematico.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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So che è lungo ma spero ne valga la pena!


                               Deeply



Soundtrack                                                                                      Dedicato a MiriiSupertramp e Katysstories93


« Still a little bit of your taste in my mouth,  still a little bit of you laced to my doubt, it's still hard to say what's going on.  Still a little bit of your ghost, your witness, still a little bit of your face I haven't kissed. »


Quel pomeriggio il vento era decisamente più freddo e tagliente del solito, lo sentivo scivolarmi sulla pelle ed accarezzarla come se volesse graffiarla da un momento all'altro e, a guardare il cielo,  appariva chiaro che di lì a poco avrebbe preso a nevicare, così decisi di tornare a casa il prima possibile e quanto meno cercare di evitare di trasformarmi in un ghiacciolo. Quando fui di fronte alla porta, la aprii con un gesto deciso ed in un baleno mi catapultai dentro: un calore a dir poco piacevole avvolse tutto il mio corpo ed io, togliendomi frettolosamente il cappotto e la sciarpa, corsi verso il camino per scongelare le mie piccole mani. 
"C'è qualcuno in casa?" - chiesi retoricamente: sapevo, infatti, che mio padre e Cecile erano andati al cinema con Jonah e sarebbero tornati in tempo per la cena, ma preferii avere un'ulteriore conferma, insomma, immaginate se li avessi visti spuntare improvvisamente proprio quando ero convinta di essere tutta sola lì dentro? Sarebbe stato alquanto spaventoso ed imbarazzante, per cui decisi che era meglio fare un'ultima controllatina prima di buttarmi a peso morto sul divano come una balena arenata su una spiaggia deserta. Cosa era successo tra mio padre e Cecile dopo il campeggio? Nulla di tutto ciò che ciascuno di noi si aspettava: niente matrimonio, niente storie su come si erano innamorati,  né nessun altro tipo di smancerie simili. In realtà, una volta tornati in città avevamo iniziato a trascorrere sempre più tempo tutti insieme e così, ci eravamo abituati all'idea che tra di loro ci fosse del tenero, ma, quando credevamo che le sorprese fossero finite ci dissero che saremmo andati a vivere tutti insieme in una nuova casa a metà strada da Congleton e Holmes Chapel. Come la presi? Piuttosto bene devo ammettere: insomma non mi interessava più di tanto spostarmi, in fin dei conti con l'essere sballottolata di qua e di là tra i miei genitori non provavo nessun sentimento di appartenenza verso nessuna delle loro case e poi, questa soluzione forse poteva ridare a me e a mio fratello ciò di cui eravamo stati privati in precedenza, per cui ritenni che il gioco valesse assolutamente la candela. E fu così: in men che non si dica ci trasformammo a tutti gli effetti in una famiglia, con piccoli battibecchi su chi dovesse mangiare l'ultimo pezzo di torta o su chi avesse l'ultima parola sulla scelta tra 'scarabeo' e 'trivial pursuit' annessi, tanto che il divorzio dei miei genitori e tutto ciò che ne conseguì sembrava soltanto un vecchio disegno sbiadito perso in una soffitta buia ed umida.
"Vicki, sei tu?" - disse improvvisamente qualcuno facendomi aprire gli occhi di botto: é impossibile - pensai immediatamente mettendomi a sedere sul divano - non può essere vero. Sussultai, lo ammetto, ma sinceramente non saprei spiegarne l'effettivo motivo: insomma, non riuscii a capire se fosse per lo spavento o per la sorpresa, fatto sta, però, che credetti di aver immaginato tutto. Quando, però, la voce fece il suo ingresso nel salotto, dovetti assolutamente ricredermi: era vero, era tutto maledettamente e magnificamente vero ed io, balzai in piedi come se volessi corrergli incontro ed abbracciarlo. Ma non lo feci, nient'affatto: rimasi lì, immobile di fronte a lui, come se i miei piedi fossero incollati al pavimento e il mio corpo fosse pietrificato, mentre al mio interno sentivo il mio cuore prendere la rincorsa ed arrivarmi fino in gola, per poi tuffarsi nel vuoto. Fu un attimo, un attimo che sembrò infinito, in cui i nostri sguardi, incrociandosi, rievocarono nella mia mente una moltitudine di immagini, scene già vissute ed emozioni che mi travolsero, come fa il vento con una piccola foglia che cade dal suo ramo. Dopo il campeggio, infatti, Harry ed io avevamo avuto una storia, ma non una di quelle cose smielate che si leggono in certi libri-spazzatura e che fanno venire il diabete, piuttosto tra di noi c'era stato un continuo cercare di conquistarsi a vicenda, una continua ricerca di qualcosa che stupisse l'altro, senza mai dare per scontato il sentimento che ci legava, cercando piuttosto di rinnovarlo ogni giorno. Era stata una storia importante per entrambi, era durata parecchi mesi durante i quali eravamo sicuramente cresciuti insieme, ma non aveva funzionato, o almeno non del tutto: una sera, infatti, lui mi disse che aveva bisogno del suo tempo per schiarirsi le idee e capire cosa fare del suo futuro, dato che aveva finito da poco la scuola, e che, quindi, avrebbe accettato la proposta di suo padre di girare un po' il mondo per cambiare aria. Avrei dovuto aspettarmelo in un certo senso, d'altronde suo padre nell'ultimo periodo non aveva fatto altro che mettergli pressione chiedendogli di continuo cosa avrebbe fatto una volta conclusa la scuola e, dato che Harry non sembrava venirne a capo, cercò di tirargli su il morale proponendogli quello stupido viaggio. Cosa feci? Nulla, semplicemente incassai il colpo: le sue parole furono per me come un vero pugno nel bel mezzo dello stomaco e, per quanto volessi tenerlo al mio fianco, lo lasciai andare con un semplice 'buona fortuna'. So che può suonare strano, ed in effetti lo era stato: probabilmente, lo stesso Harry si aspettava da me un pianto isterico ed una serie di 'ti prego' alternati a qualche 'ti scongiuro', ma non feci nulla di tutto ciò: non che non ci tenessi a lui, sia ben chiaro, piuttosto realizzai che trattenerlo sarebbe stato fin troppo egoistico e, nel caso avesse rinunciato ai suoi piani, avrei convissuto ogni singolo giorno con una felicità scheggiata dall'idea che gli avevo messo i bastoni tra le ruote, facendolo sacrificare per placare un mio capriccio. Lui non mi chiese di aspettare che tornasse, né fece una di quelle patetiche promesse da film sul chiamarmi ogni giorno, ma si limitò a pronunciare un semplice 'fai attenzione, mi raccomando' e,  baciandomi dolcemente la fronte, si allontanò scomparendo nella nebbia. Così partì e noi ci perdemmo di vista, tornando ad essere i due conoscenti di un tempo; ma come si dice in questi casi? 'La vita va avanti', e così fu: da quel momento in poi, ogni singolo giorno mi ripetevo che mai mi sarei affezionata a qualcuno come avevo fatto con lui e, in un certo senso, non mi sbagliai, in fin dei conti il timore di un altro fulmine a ciel sereno come quello che mi era capitato con Harry mi frenava di gran lunga. Ma non era tutto, nient'affatto: qualsiasi ragazzo incontrassi per me non era mai abbastanza, mi dicevo che erano tutti o 'troppo' o 'troppo poco', giusto per convincermi che mollarli fosse la cosa migliore e, per quanto ogni volta questa scusa fosse sempre migliore della verità, io conoscevo perfettamente il vero motivo di quel mio comportamento. Il punto era che finivo sempre per paragonarli a lui, a Harry, persino nelle cose più banali come il modo di reggere la forchetta oppure lo stile di scrivere i messaggi, e quando mi rendevo conto che nessuno era neanche lontanamente simile a lui, capivo che non meritavano nemmeno altri cinque minuti della mia attenzione. Che fine avesse fatto Harry nel frattempo? Non lo sapevo, o meglio le uniche sue notizie che avevo erano quelle che origliavo dai discorsi che Cecile faceva con mio padre; mai però chiesi altre notizie o ne cercai per conto mio. Non vi nascondo che varie volte mi ritrovai con il mio cellulare in mano decisa a mandargli un messaggio, ma finivo sempre per rimandare e così, quel 'dopo' che mi dicevo ogni volta era diventato un freddo e cupo 'mai'. Ma, a pensarci bene, cosa avrei dovuto scrivergli?  'Ciao, volevo solo dirti che mentre tu sei a spassartela chissà dove io sono qui che cerco i tuoi occhi tra quelli delle persone che incontro per strada' ? No, no e ancora no: sarebbe stato assolutamente banale, patetico e a dir poco ridicolo, per cui arrivai alla conclusione che la cosa migliore da fare era dimenticarlo il prima possibile. Se ce l'avessi con Harry? Nient'affatto: in fin dei conti perché avrei dovuto? Insomma, benché le cose non fossero andate completamente nel verso giusto, avevo la certezza che ciò che c'era stato tra di noi, il sentimento che ci aveva uniti, era stato senza dubbio autentico e sincero, e questo bastava a consolarmi e a trasformare qualsiasi traccia di rancore in un semplice 'è stato bello finché è durato'. Rivederlo lì, però, in quel momento, mandava all'aria tutti i miei buoni propisiti di dimenticarlo ed io, per un attimo mi chiesi se sarei stata capace di gestire quella situazione.
"Harry" - esclamai come per capacitarmi ulteriormente del fatto che lui fosse lì e che non si trattasse di uno scherzo della mia immaginazione - "C-come sei entrato?",
"Mia madre mi ha lasciato la chiave di riserva sotto uno dei vasi sul davanzale" - disse lui senza pensarci più di tanto - "Oh Vicki, ma è possibile che non ci vediamo da più di un anno e tutto ciò che sai dirmi è un semplice 'come sei entrato?' ?" - aggiunse facendo qualche passo verso di me, mentre il mio cuore, man mano che la distanza tra noi si riduceva, batteva sempre più forte, a tal punto che credetti che volesse bucarmi il petto.
"Hai ragione" - balbettai indietreggiando leggermente, come se fossi intimorita dalla sua presenza - "È che sono sorpresa, insomma non mi aspettavo di trovarti qui" - conclusi accennando un sorriso. Sorpresa? Non credo che fosse il termine giusto per descrivere come mi sentivo in quel momento: in realtà, varie volte ci avevo pensato - al fatto che ci saremmo incontrati di nuovo intendo - d'altronde sarebbe stato inevitabile dato che lui era il figlio della compagna di mio padre, ma di certo non immaginavo neanche lontanamente che sarebbe successo in quel modo, a casa e per di più quel pomeriggio. Ad essere sinceri non saprei spiegare che sensazione provai nel vederlo lì, in carne ed ossa, a pochi passi da me, eppure mi fece uno strano effetto: avete presente la sensazione di sollievo che si prova distinguendo un viso noto in mezzo ad una folla di sconosciuti? Ecco, per me Harry era quel volto familiare in un ammasso di estranei, era la sensazione di sollievo che si prova quando ci si sveglia dopo un incubo, era l'arcobaleno dopo l'acquazzone: insomma, per me era la quiete dopo la tempesta, ed infatti anche quel giorno la sua presenza mi rassicurò.
"Ho fatto il tè" - disse riportandomi sulla Terra - "Ho messo il miele come piace a te" - aggiunse sorridendo e porgendomi una delle due tazze fumanti, mentre io, pronunciando un piccolo 'ti ringrazio' ne approfittai per dargli un'ulteriore sbirciatina. Era cambiato, era decisamente cambiato ed ovviamente cresciuto: i suoi lineamenti da bambino erano ormai meno accentuati, i suoi riccioli, seppur sempre scombinati, non ricadevano più sulla sua fronte ma erano sistemati in una sorta di ciuffo leggermente pettinato all'indietro che lui aggiustava di tanto in tanto con le dita e la sua t-shirt lasciava intravedere una serie di tatuaggi sul polso sinistro e sul petto. Il suo corpo appariva leggermente più definito, era sicuramente più alto ma rimaneva sempre ben proporzionato; restavano però le sue dolci fossette ai lati della bocca, il suo sorriso allegro e i suoi occhi smeraldi così vivaci, che pensai che fosse diventato ancora più affascinante di quando ci eravamo lasciati. Mi raccontò dei suoi viaggi: disse di aver visitato buona parte dell'Europa e anche qualche città dell'America e, di essersi trovato bene con suo padre, era stato come se avessero recuperato il tempo perso in passato. L'ascoltavo in silenzio, seduta sul lato opposto del divano rispetto a lui, sorseggiando il tè ed annuendo di tanto in tanto: era una vita che non sentivo la sua voce ed ora che potevo ascoltarla di nuovo non l'avrei interrotta per niente al mondo. Quando gli chiesi quali fossero i suoi progetti per il futuro, mi rispose che come me avrebbe iniziato il College a Settembre, ed io sentendo quelle parole nom riuscii a trattenere una piccola risatina: mi tornò in mente, infatti, un pomeriggio in cui, mentre eravamo stesi su un prato, Harry mi chiese di accompagnarlo a visitare il College ed io gli risposi che doveva corrompermi preparandomi i suoi adorabili muffin al cioccolato. Eravamo davvero buffi, in senso buono si intende, avevamo un modo tutto nostro di dimostrarci l'affetto e, benché non fossimo affatto i tipi da messaggini smielati o altre sciocchezze simili, nel nostro profondo sentivamo di appartenerci.
"Fammi indovinare" - disse dopo aver ingoiato un lungo sorso si tè - "Stai ripensando alla faccenda dei muffin" - concluse sorridendo; annuii dolcemente ed in un baleno scoppiammo a ridere: di punto in bianco realizzai che non accadeva da così tanto tempo, che ridessimo insieme intendo, che avevo quasi dimenticato come risuonassero insieme le nostre risate e riscoprirlo mi provocò una forte ma piacevole sensazione di vuoto nello stomaco.
"Potrei pensarci seriamente a quella proposta se davvero servisse a convincerti ad accompagnarmi a visitare il College" - esclamò fissandomi serio, mentre nel frattempo mi chiedevo a che gioco volesse giocare - "Sempre se al tuo attuale ragazzo non crea problemi" - aggiunse un po' titubante, forse temendo la mia risposta o semplicemente perchè si sentiva fuori luogo.
"Oh tranquillo" - esclamai mandando giù un piccolo sorso - "Non c'è nessun ragazzo al momento" - conclusi abbassando leggermente lo sguardo: era decisamente imbarazzante affrontare questo genere di discorsi, in fin dei conti lui era pur sempre il mio ex fidanzato e, benché dovevo farci l'abitudine ad averlo di nuovo tra i piedi, dovevo ancora sciogliermi completamente e scrollarmi il passato di dosso. 
"E tu invece?" - chiesi di punto in bianco senza neanche accorgermene, ma me ne pentii all'istante: insomma, volevo davvero sentire la risposta? E se mi avesse detto che era follemente innamorato, come l'avrei presa? Avevo sbagliato maledizione, avevo sbagliato alla grande ed ora era troppo tardi per rimediare.
"In realtà" - cominciò abbassando lo sguardo e passandosi nervosamente una mano tra i capelli, mentre ad ogni suo movimento la mia testa non la smetteva di ripetere un dannato 'brutto segno' - "Sto per sposarmi: sono tornato proprio per darvi questa notizia." - concluse conficcando i suoi occhi nei miei ed inchiodandomi al pavimento: cosa? Non potevo credere alle mie orecchie. Santo Cielo Victoria, sei contenta? - mi dissi - avresti dovuto stare zitta e tenere a freno la tua curiosità! Era incredibile, a dir poco incredibile: nell'esatto istante in cui pronunciò quella maledetta parola, 'sposarmi', il mio cuore era stato trafitto da una corona di spine e si era paralizzato, come racchiuso in un pezzo di ghiaccio e congelato, mentre il mio stomaco si era annodato chiudendomi persino la gola; come diavolo era possibile? Come poteva essere vero? Improvvisamente mi sentii estremamente ridicola: insomma, la mia mente si rifiutava di accettare quelle parole, cercando di convincermi che in realtà avevo semplicemente capito male e che, quindi, Harry non avesse mai detto una cosa simile; ma, la parte peggiore era che, al tempo stesso, non facevo che pensare al fatto che mentre io continuavo ancora a provare qualcosa per quel maledetto idiota con i riccioli scombinati e le fossette da bambino, lui si era innamorato di qualcuno a tal punto da sentirsi pronto a sposarsi, ed il problema sapete quale era? Che quel maledetto 'qualcuno' purtroppo non ero ioHai perso, game over, finish! - pensai - Insomma, credevi davvero che rivedendovi sarebbe scattata di nuovo la scintilla? Svegliati Victoria: lui si sposa e tu non puoi fare nulla per impedirlo. Continuai a torturarmi ancora per un po': non ero ancora pronta a spiccicare qualche parola, ma sembrava che non ne avessi mai abbastanza di provare quella straziate e soffocante stretta allo stomaco che mi procuravano le sue parole, che ovviamente continuavo a ripetermi giusto per colmare i miei istinti da masochista.
"È - é una notizia davvero inaspettata" - balbettai con un filo di voce e, benché tentassi di mascherare l'effetto che la sua rivelazione aveva avuto su di me, sono certa che ottenni dei risultati a dir poco penosi: ma in fin dei conti chi poteva biasimarmi? La sua presenza aveva risvegliato il mio cuore, come la natura fa con i suoi fiori a primavera, in un attimo era diventato leggero e soffice come una nuvola ma in un baleno si era fatto pesante e rigido come una roccia che cadendo da uno scoglio precipita in un oceano gelido ed oscuro.
"Vedo che non sei affatto cambiata" - disse di punto in bianco - "Sei sempre la solita credulona!" - aggiunse ridendo e, come se non fosse abbastanza ciò che aveva detto pochi minuti prima, mi diede una leggera botta col cuscino rosso di velluto che sua mamma adorava. Credo che ci vollero un paio di minuti per collegare le sue parole e capirne il senso: aveva detto così tante cose sconnesse tra loro in un lasso di tempo così breve che la mia povera mente dovette faticare per giungere al nocciolo della questione.
"E tu sei sempre il solito idiota!" - sbottai lasciandomi scappare una piccola risatina, segno che avevo inconsciamente allentato la tensione: era stato davvero uno scherzo di pessimo gusto e, se in un'altra occasione avrei sicuramente trovato il modo per fargliela pagare, la sensazione di sollievo che provai in quel momento mi travolse a tal punto che fu come se in un attimo dimenticai tutto.
"Mi è mancato sentirtelo dire" - esclamò ridendo dolcemente e strappandomi un piccolo sorriso: Harry era così, a dir poco incredibile, riusciva sempre a catturare la tua attenzione annullando tutto il resto e varie volte ebbi l'impressione che riuscisse sempre a tirare fuori il meglio delle persone con cui aveva a che fare.
"Perché sei tornato Harry?" - chiesi istintivamente: in fin dei conti era lecito, giusto? 
"Sai" - cominciò diventando serio di punto in bianco e spostando il suo sguardo dal bordo della tazza tra le sue mani fino ai miei occhi e viceversa - "Viaggiando hai l'opportunità di visitare tanti posti e, per quanto possano essere belli, nessuno è come quello in cui sei cresciuto!". C'era qualcosa in lui, nella sua voce, che in quel momento mi diede l'impressione che ci fosse dell'altro che non volesse o non potesse dire: di certo non mi illudevo minimamente che sfornasse un 'sono tornato per te' o altre sciocchezze simili, però ero abbastanza sicura che ci fosse qualcosa che non era certo fosse giusto dirmi, ed io non riuscii a fare a meno di chiedermi il motivo di tanta segretezza.
"E poi, mi mancava la mia famiglia, la mia vera famiglia!" - aggiunse allentando la tensione in un sorriso mentre io non facevo che pensare a quanto fossero adorabili quelle piccole fossette che l'avrebbero riportato bambino ogni volta avesse riso;
"Anche tua mamma ha sentito molto la tua mancanza" - cominciai - "E lo stesso vale per Jonah e mio padre!". Gli sorrisi dolcemente, sapevo che ciò che gli avevo appena detto era esattamente ciò che voleva sentire e il fatto che avessi capito cosa gli frullasse nella testa mi diede l'impressione che il tempo non fosse mai passato: Harry, dal canto suo, mi sorrise di nuovo come per dire un silenzioso 'ti ringrazio', per poi cambiare improvvisamente espressione ed abbassare lo sguardo, giocherellando nervosamente con la tazza che nel frattempo aveva completamente svuotato.
"E tu Vicki?" - chiese di punto in bianco, puntando i suoi occhi nei miei ed inchiodandomi al pavimento - "Tu hai sentito la mia mancanza?". Credo che il mio cuore si bloccò per un attimo, mentre il mio corpo si irrigidì all'istante e le mie corde vocali si intrecciarono tra loro: mi stava mettendo alle strette maledizione. Forse avrei dovuto rispondergli, dire qualcosa di vago ed imprecisato giusto per non fare scena muta, ma non fu così: io rimasi in silenzio e lui in attesa di una risposta che non sarebbe arrivata. In fin dei conti, cosa avrei dovuto dirgli? E soprattutto, avrei dovuto inventare una bugia oppure dirgli la verità? Era assurdo: se avessi mentito mi sarei sentita fin troppo in colpa, in fin dei conti Harry non meritava di essere ingannato, ma se avessi detto la verità mi sarei sentita estremamente ridicola. Per di più, che senso aveva? Che significato avrebbe avuto, a quel punto, dirgli che durante quei lunghi mesi non c'era stato giorno in cui non mi fossi chiesta dove fosse, se stesse bene e se fosse felice? Sì, avete capito benissimo: questo era ciò che io volevo per lui, la felicità, e se la sua fosse nascosta da qualche parte oltre oceano era giusto che la trovasse.
No Harry - pensai mordendomi il labbro per tenere a freno la lingua, ma soprattutto i miei sentimenti - Tu non puoi sapere, mentre io devo riuscire a dimenticarti; così, balbettando un patetico 'io voglio un altro po' di tè' mi alzai frettolosamente, scomparendo nella cucina. Quando tornai in salotto trovai Harry in piedi, con la schiena leggermente poggiata al tavolo, le gambe incrociate e lo sguardo fisso sul suo IPhone nero che reggeva tra le mani: immediatamente pensai che se la fosse presa, che il mio silenzio e ciò che avevo penosamente farfugliato dopo l'avessero in un certo senso deluso e, ammetto, di essermi sentita un po' in colpa; al tempo stesso, però, mi chiesi cosa si aspettasse? Insomma, non poteva sparire per un anno per poi tornare all'improvviso e pretendere che io sia estremamente ben disposta a mettere a nudo i miei sentimenti; è inconcepibile, non trovate? Sospirai leggermente, giusto per non farmi sentire, mentre cercavo qualcosa di quanto meno sensato da dire per rompere il ghiaccio, ma senza ottenere i risultati desiderati. Ovvio che mi sei mancato idiota - dissi a denti stretti e a bassa voce, stringendo i pugni - E se fossi più coraggiosa non aspetterei neanche un altro secondo per urlartelo.
"Mi ha appena mandato un messaggio mia madre" - cominciò puntando il suo sguardo su di me e facendolo risalire prima sul mio copro per poi andare a concentrarsi sui miei occhi - "Ha detto che sono bloccati nel traffico per la neve e che ne avranno ancora per un pochino!" - aggiunse accennando un sorriso per rassicurarmi, ma in quel momento la mia testa era troppo impegnata per dargli retta: in piedi, a poca distanza da lui, lo contemplavo in silenzio pensando a quanto i suoi lineamenti fossero perfetti ai miei occhi, era come se nulla stonasse sul suo viso o sul suo corpo, ma che qualsiasi cosa lo impreziosisse sempre più. Persino i suoi jeans stretti e un po' strappati sulle ginocchia avevano un aspetto così elegante sulle sue gambe, lo stesso valeva per i suoi stivaletti di pelle marroni un po' logori che avevano preso il posto delle sue Converse bianche, ed infine la sua t-shirt nera a maniche lunghe con quei tre bottoncini sul petto, due dei quali lui lasciava volutamente aperti, levigava al punto giusto il suo torso; sei splendido Harry - pensai non riuscendo a trattenermi - lo sei senza ombra di dubbio.
Di punto in bianco vidi un piccolo sorriso spuntarse sul suo viso ed il suo sguardo abbassarsi, così temetti che mi avesse letto nel pensiero, ma in un baleno le sue labbra si aprirono per far fuoriuscire la sua voce e spiegare il motivo della sua reazione.
"Ti ricordi quando andammo in campeggio a Fish Pond e non potemmo tornare a casa perché si era scaricata la batteria della macchina di tuo padre?" - chiese con l'espressione di chi da lì a poco avrebbe fatto una rivelazione eclatante, mentre io mi limitai ad annuire in preda alla curiosità. 
"È stata colpa mia!" - ammise contornando tutto con una risatina - " Ho messo fuori uso la macchina usando le chiavi di riserva che avevi nel tuo zaino e, ad essere sinceri, non me ne pento affatto!" - concluse scrollando le spalle e ridendo ancora un po'. Rimasi a fissarlo per qualche secondo, ero ovviamente allibita, d'altronde mi sarebbe stato più facile pensare che una scimmia avesse usato la batteria della nostra auto per aggiustare il suo scaldabagno e farsi una doccia calda, piuttosto che immaginare Harry che furtivamente la metteva in moto nel bel mezzo della notte, ma poi non riuscii a trattenermi e scoppiai in una sonora risata.
"Harry tu sei .." - cominciai cercando la parola giusta per descriverlo,
"Un idiota?" - mi suggerì lui facendo ridere entrambi,
"In realtà volevo dire incredibile, ma se preferisci l'altro termine allora .." - dissi interrompendomi per dare più enfasi a ciò che avrei detto nel giro di un secondo - "Sei un idiota!". 
Ridemmo entrambi, continuando al tempo stesso a fissarci, finché lui, pronunciando un ironico 'ti ringrazio', afferrò prontamente la mia mano e con un gesto deciso mi avvicinò a sé.
"Sei un traditore" - esclamai a fatica tra una risata e l'altra: le sue mani, infatti, erano finite dritte dritte sui miei fianchi per torturarmi col solletico, ed io, per quanto mi dimenassi, non riuscivo affatto a liberarmi dalla presa delle sue braccia muscolose.
"Tu invece sei bellissima" - disse dolcemente, bloccandosi e fissando ogni singolo centimetro del mio viso - " Sai, dovresti ridere più spesso così, ti rende splendida!" - aggiunse per poi sorridermi ed infine inumidirsi le labbra.
Tu invece dovresti smetterla di dirmi queste cose - pensai - oppure esploderò e ti dirò tutto quello che non riuscii a dirti un anno fa. Solo in quel momento mi resi conto di quanto fossimo vicini: le sue braccia avevano ormai circondato i miei fianchi, intrappolandomi tra loro ed il suo corpo, mentre le mie mani erano finite sul suo petto dove, con le dita, accarezzavo delicatamente il contorno di uno dei suoi tatuaggi che fuoriusciva dalla t-shirt. Il suo sguardo non aveva mai mollato il mio viso, anzi ne aveva seguito i movimenti, e solo fissando i miei occhi nei suoi realizzai quanto le sue labbra fossero vicine alle mie. Forse avrei dovuto fare qualcosa, incoraggiarlo o addirittura annullare qualsiasi distanza tra i nostri visi, ma non ne fui capace: tutto ciò che feci fu adagiare delicatamente la mia testa sulla spalla, poggiando le labbra sulla porzione di tessuto che copriva la sua clavicola, mentre le sue labbra scivolarono sulla base del mio collo, baciandola dolcemente. 
Sei una vera stupida Victoria - mi dissi - È un anno che desideri di rivederlo ed ora che è di fronte a te, che fai? Assolutamente nulla, anzi ti tiri indietro ogni volta che lui fa un passo verso di te: sei ridicola!
Sinceramente non so se furono le mie stesse parole o ciò che era quasi successo a portarmi al limite ma, improvvisamente percepii delle piccole lacrime affiorare nei miei occhi: ecco, ci ero riuscita, mi ero torturata a tal punto da crollare, ma non l'avrei permesso, mi sarei trattenuta e frenando la loro fuoriuscita avrei finto che non fosse successo nulla.
"Perché non ascoltiamo un po' di musica?" - chiesi allontanandomi e cercando di mascherare il più possibile i miei occhi ancora un po' lucidi, mentre lui, accettando al volo la mia proposta, si precipitò a rovistare negli scaffali di fianco alla televisione. 
"Non posso crederci!" - esclamò di punto in bianco estraendo qualcosa da una delle tante mensole - "Ce l'avete ancora!" - aggiunse per poi inserire un CD nell'apposito lettore; in un baleno una melodia familiare si diffuse in tutta la stanza ed io ci misi un attimo a riconoscerla: era 'Free Fallin' di John Mayer, la sua canzone preferita.
"Mi concede questo onore signorina?" - mi chiese prendendo la mia mano con un gesto estremamente elegante, mentre io non riuscii a trattenere una piccola risatina. Harry sorrise, compiaciuto della mia reazione, e poi mi fece volteggiare dolcemente avvicinandomi infine a sé: intrecciò le sue braccia attorno ai miei fianchi, accarezzandomi la schiena di tanto in tanto, mentre le mie mani, risalendo lungo il suo petto, giunsero fin sopra le sue spalle per poi incrociarsi attorno al suo collo. Eravamo così vicini che credetti che avrebbe sentito il battito del mio cuore, che in quel momento era come se stesse saltando all'interno del mio petto: il contatto con il suo corpo mi fece rabbrividire, non ero più abituata a stargli così vicina da riuscir a percepire il suo profumo misto all'odore della sua pelle ed ora che stava accadendo mi parve come se fosse la prima volta. La musica mi rilassò completamente, liberandomi da qualsiasi paura od insicurezza: tutto ciò che contava in quel momento era il suo respiro che accarezzava delicatamente la mia guancia sinistra e la sua voce, così roca ed al tempo stesso accattivante, canticchiava il testo di quella canzone nel mio orecchio.
"I'm a bad boy for breaking her heart, and I'm free, free fallin fallin" - sussurrò scandendo bene le parole come se quello fosse un messaggio in codice, al quale risposi istintivamente stringendomi ancora di più a lui, cosa che lui ricambiò in un baleno.

"Vicki che cosa si fa quando ci si rende conto di aver fatto un errore?" - chiese di punto in bianco riportandomi sulla Terra,
"Si cerca di rimediare" - risposi dolcemente e, benché non avessi ben chiaro dove volesse andare a parare, decisi di non fare domande per non rovinare l'atmosfera che si era creata,
"E come si fa a capire se si è ancora in tempo?",
"Non si può!" - risposi - "Ma se è davvero importante si prova senza pensarci troppo a lungo". Harry non rispose, o meglio si limitò semplicemente ad annuire, mentre le sue mani iniziarono a muoversi lentamente lungo la mia schiena, dapprima accarezzandola e poi risalendo lungo la colonna vertebrale, arrivando infine alle mie spalle; quanto a me, avevo lasciato le mie mani libere di giocherellare con i suoi morbidi riccioli, mentre la mia pelle rabbrividiva sotto le sue carezze. Con un movimento elegante fece scivolare una mano lungo il mio braccio destro per poi incrociare le nostre dita, mentre l'altra raggiunse il mio mento e, con un gesto delicato, alzò il mio viso in direzione del suo: in un attimo Harry, che sembrava aver esitato fino a quel momento, mi baciò dolcemente per poi poggiare, restando ad occhi chiusi, la fronte contro la mia, come se aspettasse qualcosa da me, come se credesse che da un momento all'altro gli avrei detto se aveva sbagliato o meno, ma io rimasi ovviamente in silenzio. Avete presente quando ci si trova in cima alle montagne russe e si sta per precipitare lungo la discesa e ci si sente terribilmente vivi? Ritrovare il sapore di Harry sulle mie labbra mi fece proprio quell'effetto: il cuore batteva a tal punto nel mio petto che pensai che volesse esplodere, il sangue nelle vene era incandescente ed io, che avevo quasi dimenticato tutte queste sensazioni, ebbi l'impressione di fare un balzo nel passato e tornare dritta dritta al nostro primo bacio al campeggio. 
"Sono ancora in tempo?" - chiese riaprendo gli occhi e assumendo l'espressione di chi fosse così impaziente di avere una risposta che anche un secondo in più sembrava diventare un lasso di tempo interminabile; quanto a me, esitai nel rispondere: non che volessi tenerlo sulle spine, sia chiaro, piuttosto si generò nella mia mente un flusso incontrollato di frasi che avrei potuto dirgli per fargli capire che per me era come se il tempo si fosse fermato all'istante in cui ci eravamo lasciati.
"Lo sei sempre stato" - sussurrai infine e così facendo, mi sollevai leggermente sulle punte per poi lasciare sulle sue morbide labbra un dolce e piccolo bacio: Harry era tornato ed in quel momento anche io ebbi l'impressione di aver ritrovato la strada di casa.


                                                 « What is meant to be will always find a way. »






- My Corner -
Hiii sunshines! Lo so, credevate fossi scomparsa! Vi chiedo scusa per l'assenza ma ho avuto parecchio da fare con gli studi.
TADAAAAAN: ecco il capitolo conclusivo di questa storia, allora .. alzino la mano tutte quelle che credevano che Harry si sarebbe sposato davvero xD
Sarò sincera, ci ho pensato seriamente a questa faccenda ma, in fondo, sono una fan delle FF con il lieto fine!
Spero davvero vi piaccia questo capitolo: ci ho messo un po' a scriverlo perchè non mi veniva l'idea giusta e, a dirla tutta, non sono ancora molto convinta ma spero vivamente che sia di vostro gradimento! Quindi, che ne pensate? Siate sincere mi raccomando!
Ancora non ci credo che siamo arrivati alla fine, insomma mi farà parecchio strano spuntare la casellina 'Completa' quando andrò a pubblicare questo capitolo, ma al tempo stesso posso ritenermi parecchio soddisfatta: sinceramente non avrei mai pensato di ricevere così tante recensioni, nè che così tante persone decidessero di seguire la mia storia!! Per cui, visto che siamo arrivati al momento dei saluti volevo ringraziare di cuore tutte le persone che hanno letto la storia, tutte quelle che l'hanno seguita o messa nei preferiti, tutte le persone che hanno inserito me tra gli autori preferiti ed infine, ma non per importanza, tutte le persone che hanno trovato il tempo di recensire ogni singolo capitolo:  A MASSIVE MASSIVE THANK YOU!
Forse più in là tornerò con una nuova storia, che ne dite?
Se volete, potete scrivermi su Twitter: sono @IrmyKhelektin!
Per adesso vi auguro un buon 2014, un buon ritorno a scuola e tanta fortuna con gli esami per chi è all'università come me!
E' stato un piacere condividere con voi la storia di Vicki e Harry!
A presto!

Jude.


P.S. Questa è la FF di una mia amica, è davvero bella : vi consiglio di leggerla! 'Nothing can come between me and you' 
P.P.S. Per tutte le persone che mi hanno chiesto di recensire la loro storia: tranquille, non l'ho dimenticato, recensisco con piacere!

                                                   

 

  
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