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Autore: Lost on Mars    04/01/2014    14 recensioni
Lily Evans è Caposcuola, la prima della classe, la studentessa perfetta ed è convinta che la sola esistenza di James Potter potrebbe portarla lentamente verso la pazzia. James Potter, d’altro canto, capitano della squadra di Quidditch, Caposcuola e indiscusso secondo in classifica tra i ragazzi più appetibili di Hogwarts, sostiene che quello che Lily prova nei suoi confronti non sia odio, ma qualcosa di indefinito che lui porterà ad essere qualcosa di molto importante, e soprattutto, qualcosa che non includa il venir picchiato con un tomo di Storia della Magia.
DAL PROLOGO:
Il giorno in cui Lily aveva ricevuto la sua lettera, al compimento dei suoi undici anni, si era sentita la persona più felice del mondo, come se avesse potuto spostare una montagna con un solo dito.
A sei anni e otto mesi da quel giorno, Lily Evans era arrivata alla conclusione che se avesse mai avuto nuovamente quell’adrenalina a scorrerle nelle vene, la montagna l’avrebbe spostata, magari per farla cadere addosso a James Potter.
E come si diceva tra i babbani? Se la montagna si muove e tu non sei Maometto…
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Marlene McKinnon, Mary MacDonald, Severus Piton | Coppie: James/Lily, Lily/Severus, Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Cosa c'è dietro l'infinito?



PROLOGO

 

Lily Evans, capelli rossi e senso dell’umorismo pari a quello di un folletto, sosteneva che la sua vita sarebbe stata perfetta omettendo quattro semplici cose: James Potter, l’avversione che sua sorella aveva contro di lei, il fatto che Severus l’avesse chiamata “Schifosa Mezzosangue” nemmeno sei mesi prima, e ancora James Potter.
Sì, perché non si è mai troppo sicuri quando si parla di James Potter.
Per il resto, Lily Evans aveva ricevuto il titolo di Caposcuola poco prima che iniziasse la scuola. Quel primo Settembre del 1977, Lily era salita sul treno con la consapevolezza che quello sarebbe stato il suo ultimo anno.
Da una parte, era perfino contenta che dopo quei nove mesi non sarebbe più stata costretta a togliere punti alla sua stessa casa per colpa di quell’imbecille patentato di Potter e dei suoi amici altrettanto imbecilli.
Perché se c’era qualcosa che Lily Evans odiava più delle sue lentiggini, quelli erano i Malandrini.
Ogni giorno ne combinavano una nuova, e Lily aveva provato di tutto (e sì, per di tutto s’intende di tutto: non per niente una volta, durante il suo quinto anno, in cui sia lei che Severus erano diventati Prefetti, aveva persino accettato di salire su una scopa).
Il giorno in cui Lily aveva ricevuto la sua lettera, al compimento dei suoi undici anni, si era sentita la persona più felice del mondo, come se avesse potuto spostare una montagna con un solo dito.
A sei anni e otto mesi da quel giorno, Lily Evans era arrivata alla conclusione che se avesse mai avuto nuovamente quell’adrenalina a scorrerle nelle vene, la montagna l’avrebbe spostata, magari per farla cadere addosso a James Potter.
E come si diceva tra i babbani? Se la montagna di muove e tu non sei Maometto…
A guardarla da fuori, però, non sembrava affatto che la tenera Lily Evans, con la faccia d’angelo, potesse pensare queste cose, ma si sa: l’apparenza inganna.
Il treno era in viaggio da ben quarantacinque minuti, e Lily si era sorpresa del fatto che fino a quel momento tutto fosse stato così magicamente tranquillo. Come se tutto quello fosse solamente un sogno.
E dobbiamo ammettere che la povera Lily non aveva tutti i torti.
«Lily, svegliati!»
Una voce piuttosto squillante – troppo squillante, forse – destò Lily dal bel sogno che stava facendo, anche se non era nulla di che: era un viaggio in tranquillità verso Hogwarts. E Lily sapeva che Marlene non l’avrebbe mai svegliata da un raro sonnellino come quello se non per qualcosa di importante.
Guardò l’amica alla sua sinistra con l’occhio destro ancora chiuso. Marlene McKinnon era una ragazza piuttosto vivace, con lunghi e disordinati capelli biondi e un gran voglia di vivere.
Era una delle migliori – se non le uniche – amiche di Lily, insieme a Mary McDonald.
Quest’ultima era seduta davanti a Lily e osservava Marlene severamente, mentre addentava uno zuccotto di zucca e si sistemava una ciocca di capelli scuri dietro l’orecchio.
«Che c’è?» Chiese Lily una volta constatato di riuscire a tenere aperti entrambi gli occhi.
«Non dirglielo Marlene! Stava dormendo così tranquillamente…» Mary s’intromise sbattendo violentemente una mano sul sedile.
«Dirmi cosa?»
Di certo, le parole della giovane Grifondoro avevano ottenuto esattamente l’effetto indesiderato, tant’è che Lily stava pregando la povera Marlene di dirle tutto.
E, in effetti, ci sarebbero state un sacco di cose che Marlene doveva dirle: come il fatto che Sirius Black e James Potter avevano quasi buttato due Serpeverde giù dal treno – e che uno di questi era, inspiegabilmente, Severus Piton; oppure che Lily aveva dormito per cinque ore filate e che era giunto il momento di mettersi le divise; o ancora, sempre parlando di quei quattro perdigiorno, che alcuni ragazzini che dovevano frequentare il primo anno erano rimasti terrorizzati dalle assurde storie che venivano raccontate loro, però si limitò a dire una sola parola: «Potter.»
Allora Lily spalancò gli occhi verdi, lanciò una sottospecie di insulto chiaramente riferito a James Potter e poi sparì dallo scompartimento che condivideva con le amiche, dirigendosi a passo di gigante verso il solito scompartimento in fondo al treno, solitamente occupato dal suo nemico del cuore e gli altri suoi amici.
Alcuni del secondo anno la guardarono impauriti, appiattendosi contro le pareti del vagone come se dovessero venir fucilati da un momento all’altro, mentre Lily, cardigan beige e bacchetta alla mano, era finalmente arrivata davanti la porta dello scompartimento. L’aprì senza pensarci troppo e allora successero un sacco di cose contemporaneamente: prima di tutto le arrivò un paio di jeans neri in faccia, alcune ragazzine dietro di lei sospirarono e diventarono rosse come due peperoni, poi qualcuno – Remus forse – gridò qualcosa come: «Chiudete quella dannata porta!», e solo allora Lily si tolse con parecchio disgusto i jeans dal viso.
Stava per dirne quattro ad ognuno di loro, quando si rese conto che James Potter era in mutande.
Sì, in mutande e nient’altro, eccetto i calzini neri che gli arrivavano a metà polpaccio.
«Potter! Cosa diavolo ci fai in mutande sul treno?» Chiese Lily, più che chiederlo lo gridò, attirando così non poche attenzioni.
«Ciao anche a te, Evans. Ti vedo bene!» Esclamò lui con tutta la nonchalance esistente al mondo, come se non sapesse di star indossando solamente un paio di boxer davanti alla ragazza che cercava di conquistare da… un anno, forse? E per fortuna che aveva messo quelli neri.
«Vuoi rispondermi o aspettiamo che si faccia notte?» Chiese Lily, ancor più esasperata – e scazzata – di quanto non lo fosse già.
«Per quanto l’idea di aspettare la notte con te – in boxer, per di più –  mi attragga, Evans, stavo semplicemente indossando la divisa, dato che tra meno di venti minuti arriveremo alla stazione di Hogsmeade.» Rispose James con quella sua solita faccia da schiaffi.
Ah, già. La divisa.
 «E tu, di grazia, cosa ci fai nel nostro scompartimento?» Aggiunse poi il ragazzo sorridendo innocentemente. Allora Lily si ricordò della marcia furiosa verso l’ultimo vagone del treno, i bambini spaventati e quell’unica parola detta da Marlene, piena di preoccupazione.
«Mi è giunta voce che tu e questi altri tre scapestrati abbiate fatto casino durante il viaggio, come tutti gli altri anni.» Disse Lily incrociando le braccia al petto, James intanto aveva avuto la decenza di indossare un paio di pantaloni ma, ovviamente, si era dimenticato della camicia abbandonata sul sedile, tanto per far bella mostra dei suoi addominali scolpiti.
Non che la cosa scalfisse Lily, comunque.
«Sì, può darsi. Ma sei in ritardo di ben tre ore, Evans, mi aspettavo più efficienza dal nuovo Caposcuola. Dopotutto, non mi va di lavorare con un’incompetente quest’anno.» Replicò James alzando gli occhi al cielo. Allora Lily diventò rossa in viso per la rabbia – sì, forse più rossa dei suoi capelli – e Remus tirò via il piccolo Peter dall’entrata dello scompartimento, anche perché non voleva che qualche innocente ci rimettesse un braccio. Dopodiché sospirò, e con lei lo fece anche Sirius che intanto si era nascosto dietro a James.
Ma evidentemente Sirius Black non conosceva bene la rossa, perché tutti sapevano – e sottolineo tutti – che prima di una delle epiche sfuriate di Lily Evans, quest’ultima sospirava facendo intendere che il peggio è passato.
«Stammi a sentire, Potter dei miei stivali. Dì tutto quello che vuoi su di me, ma non osare dirmi che non so svolgere i miei compiti di Caposcuola, perché penso che tutti dentro questa stanza sappiamo che io sarò sicuramente migliore di te in questo incarico!» Esclamò puntando l’indice contro James. Se fosse stata in uno di quei cartoni animati giapponesi molto probabilmente avrebbe avuto gli occhi rossi, e dietro di lei si sarebbe alzata una specie di nube viola che non lasciava presagire nulla di buono.
«Vuoi scommettere, Evans?» Chiese James assottigliando gli occhi.
«Ramoso… io non mi spingerei tanto avanti.» A parlare era stato Sirius, i cui capelli neri  avevano appena fatto capolino da dietro la spalla di James.
«Sai una cosa, Potter? Black ha stranamente ragione: questa scommessa è troppo perfino per uno come te. E adesso scusami, ma vado a mettere la mia divisa.» Disse Lily, sorrise strafottente e se ne andò, sbattendo la porta dello scompartimento così violentemente che le due ragazzine, che erano rimaste ad osservare tutta la scena dallo stretto corridoio del treno, sobbalzarono.
«E voi che ci fate ancora qui? A cambiarvi!» Gridò Lily contro di loro, e quelle due non se lo fecero ripetere un’altra volta.
Tornò nel suo scompartimento – se possibile – ancor più arrabbiata di prima. Marlene e Mary già indossavano già le proprie divise e guardavano Lily come se fosse capace di sbranare anche loro, a quel punto temé che tutte le parole rovesciate contro Potter si fossero sentite fino a quel punto del treno.
Se non altro, Lily Evans non aveva avuto modo di iniziare diversamente nemmeno il suo settimo anno: ancora una volta, si era infuriata con James Potter ancor prima di mettere piede ad Hogwarts.

 


NdA: Devo essere fuori di testa a pubblicare una nuova storia il quattro gennaio, qualcosa come tre giorni prima che rinizi la scuola. E i compiti in classe. E le interrogazioni. E le crisi di nervi. Ma non posso farci nulla ç_ç
È la volta di una Jily (definizione tecnica e puramente indicativa, infatti, nel corso dell storia si svilupperanno altre coppie che, argh, mi faranno perdere i capelli dalla disperazione. Le trovate comunque tutte elencate nell'introduzione). La mia prima Jily, ci tengo a precisare. Non ho mai scritto sulla vecchia generazione, ma dato che praticamente amo OGNI generazione mi sono detta che dovevo scrivere qualcosa su di loro.
In conclusione, avete un'autrice scema che vuole solo complicarsi la vita, ma... who cares? Non fate caso al titolo sclerato, mi piaceva la frase e credo che ci stia a pennello, per tutto ciò che ho in mente *risata malefica*
Voglio ringraziare Eveline (Aqua_ su EFP) per aver betato il prologo e il primo capitolo (sì, è già scritto ma devo studiare e fare tutti i compiti che non ho fatto dal ventidue Dicembre ad oggi, perciò non so quando avrò il tempo di farne un html quantomeno decente). Non la ringrazierò mai abbastanza.♥
Poi, voglio ringraziare Beatrice per aver sopportato i miei scleri su questa storia, e per averla letta durante la ricreazione, le ore di buco e tutti quei momenti liberi a scuola. Perché è l'unica che non mi prende per scema e che appoggia tutto quello che faccio, gnau.♥
Ultimissima cosa, poi vi lascio al bellissimo spazio per la recensione sotto (sono abbastanza patetica, lo so), spero di non rendere i personaggi troppo OOC, perché io odio i personaggi OOC.
Volevo fare un banner ma se l'avessi fatto avrei usato prestavolto troppo usati (aka Karen Gillan per Lily e Aaron Johnson per James), e poi non sono capace, quindi niente.
Adesso, mi sto dilungando troppo. A presto!
Marianne


 

 

   
 
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