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Autore: stellysisley    26/05/2008    10 recensioni
Da ormai un anno, Will se n'è andato, a bordo dell'Olandese Volante. Questi, sono i pensieri di Elizabeth.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elizabeth Swann
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nota dell'autrice: esattamente un anno fa, sono andata al cinema a vedere “Ai confini del mondo”. Quel film non mi ha lasciata indifferente, anzi. Ed ora, ad un anno di distanza, ho provato ad immaginare i pensieri di Elizabeth, un anno dopo che Will se n'è andato.

E, per una volta, lasciatemi dedicare questa fan fiction ad un personaggio che ho sempre amato: Elizabeth Swann.

Se qualcuno vorrà recensire, lo ringrazio fin da ora.


Nove anni ancora


Un anno fa, sei partito da questa spiaggia.

Un anno fa, ho capito davvero che, nella vita, ogni secondo che ci è concesso va vissuto appieno, assaporato nel profondo. Ho capito che nella vita, le incomprensioni vanno chiarite subito. Perché basta un attimo a distruggere tutto. Perché troppo spesso la felicità non è che una dorata illusione.

E io questo l'ho sperimentato sulla mia pelle.

Perché un anno fa, proprio mentre mi sentivo sulla cresta dell'onda più alta, felice come non lo ero mai stata in vent'anni di vita, quell'onda si è infranta, è crollata, lasciandomi ad annaspare nell'oceano scuro e tenebroso del dolore.

Non dimenticherò mai la sensazione che si impadronì di me quando, sulla riva di quella spiaggia, unica testimone del nostro giorno insieme, le tue braccia mi hanno lasciata andare, quando ti ho visto allontanarti, entrare in acqua e diventare sempre più piccolo su quella che ormai era diventata la tua nave, fino a svanire in un lampo di luce verde.

E' stato come se qualcuno mi prendesse il cuore e me lo affondasse tra le costole.

Un anno fa, con te, io sono diventata una donna. Tu mi hai fatta diventare una donna.

E quell'unico giorno che ci è stato concesso, quell'unico giorno d'amore, quell'unico giorno in cui mi hai amata con un'unione di passione e tenerezza che non credevo possibile, in me ha lasciato il più evidente dei segni.

Sono rimasta incinta, Will.

Tre mesi fa è nato il nostro bambino, un maschietto.

Non l'ho chiamato con il tuo nome, perché in fondo voglio ancora credere che un giorno tornerai per sempre, per quanto questa possa essere una speranza vana, illusoria, per quanto possa essere solo la fantasia di una sciocca.

Non l'ho chiamato con il tuo nome: al momento di sceglierlo, mi sono ricordata di quando, a Port Royal, quando eravamo fidanzati, parlavamo del nostro futuro, dei figli che, magari, avremmo avuto. Un giorno, dicesti che ti piaceva il nome Nicholas.

Ed è così che si chiama nostro figlio: Nicholas.

E' bellissimo, sai? Ha due occhioni enormi, buoni e curiosi, di un colore simile ai miei, ma i ciuffi di capelli che gli stanno spuntando sulla testa sono scuri, come i tuoi.

So che non può ancora capirmi del tutto, ma ogni sera io gli parlo di te, di noi, delle nostre avventure, di quelli che ci sono sempre stati accanto. Voglio che cresca imparando ad amare ciò che è realmente coraggio, amore, amicizia, libertà, ciò che è puro, e non quello che si nasconde dietro una maschera di moralità e giustizia.

E' quasi il tramonto, Will.

E come ogni sera a quest'ora, esco sul balcone e guardo verso la spiaggia. E' la stessa che un anno fa ha visto il nostro amore: ora continua ad essere spettatrice silenziosa della vita mia e di nostro figlio, guardiana della mia attesa.

Alzo gli occhi verso il mare, verso l'orizzonte in cui sei scomparso e da cui riapparirai.

Perché io ti aspetterò.

Nove anni ancora.

   
 
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