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Autore: Marne    05/01/2014    2 recensioni
Quattordici (+1) momenti di vita delle coppie del Vecchio Continente, tradizionali e non.
Momenti felici, tristi, momenti di risate e di pianti.
...
01. Fuga {Ross/Emily} x
02. Morte {Clarisse/Nassar} x
03. Colti sul fatto {Jordan/Jerome} x
04. Paperella di gomma {Stephen/Christabel} x
05. Malinteso {Fay/Jordan} x
06. Il cavaliere in una scintillante armatura {Julian/Megan} x
07. Fredda notte invernale {Fabian/Anna} x
08. Dormi con un occhio aperto {Axel/Eloise} x
09. Incubo {Comandante Lasaire/Erin} x
10. Non è quello che sembra! {Jordan/Jerome} x
11. Affetto {Bryce/Sophia} x
12. Perversione {Damian/Rafael} x
13. Deja Vu {Gil/Lara} x
14. Minaccia {Axel/Belladore} x
+1 Scuoti il bacino! {Bryce/Morton/Haddams} x
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Fandom: Black Friars

Fandom: Black Friars.
Pairing/Personaggi
: Damian Assange; Rafael Valance; Damian/Rafael; Rafael/Emelyn (accenni).
Rating: Arancione.
Chapters: 12/14+1.
Genere
: Introspettivo, Erotico (Beh, moooolto soft).
Words:   1493
Canon or Fanon?: Fanon, almeno credo. Se poi, in segreto, questi due si siano divertiti alle spalle della povera Kristian, beh… non sono affari nostri, no?

Note: Saaaaalve e buon anno! Per iniziare in bellezza, ecco una coppia che scoppia, una ship che ho amato tantissimo ma che, in questo capitolo, mi ha fatta un po’ penare. Avevo taaante possibilità, davanti. Davvero, davvero tante. Dovevo uccidere Emelyn? Dovevo farla partecipare ai giochi? Non ne avevo la minima idea. Non mi sono potuta spingere troppo oltre per via del raiting generale, scrivere una rossa non è possibile, quindi mi sono arrangiata così, spero apprezzerete lo stesso <3 Emelyn mi sta un po’ antipatica, devo ammetterlo, anche se non raggiunge affatto i livelli di Fay. Credo che nessuna riesca a raggiungerli. Perdonatemi se questo capitolo ferirà una delle vostre coppiette preferite <3

Ah, auguri a tutte le befane, per domani!

 

Perversione.

Damian&Rafael

 

 

C’era silenzio in quella stanza, da quando lei era andata via. Un silenzio opprimente, che non faceva altro che ricordargli quanto, in realtà, lui fosse solo. Certo, non avrebbe mai e poi mai smesso di ringraziare Damian per il meraviglioso regalo che gli aveva fatto, concedendogli di passare il resto della sua vita con la donna che amava, ma non riusciva ad impedire a se stesso di pensare che, forse, sarebbe stato meglio se l’avesse persa completamente, piuttosto che costringere se stesso a vivere solo di notte, passando il giorno come un cadavere ambulante per le vie della città.

Amava la sua Emelyn come non aveva mai amato nessuno, in tutta la sua vita. Ma era stanco, davvero, davvero stanco. Aveva chiuso gli occhi quando Ned gli aveva detto che la sua esistenza sarebbe stata completamente sconvolta. Aveva chiuso gli occhi quando, per la prima volta, aveva visto il corpo della sua amata ricoperto di sangue non suo, negli occhi una frenesia che non aveva mai visto.

La verità era che lui voleva indietro la sua Emelyn, ma che la donna che lo abbracciava, la notte, non era più davvero lei. Era diventata irascibile, imprevedibile, un momento sembrava la donna più innamorata del mondo e quello dopo scappava dalla finestra per ritornare solo a notte fonda, nutrita e con i segni evidenti di una nottata tutt’altro che tranquilla sulla pelle.

E lui non poteva dirle nulla, perché, infondo, l’amava. Non le diceva nulla, illudendosi che fosse solo un momento passeggero, lo stress della trasformazione, a renderla così diversa. Si illudeva che, un giorno, lei lo avrebbe guardato e sarebbe tornata ad essere la dolce ed allegra ragazza di Faldras che gli aveva rubato il cuore.

« Ti vedo accigliato, mio duca. »

Oh, poi c’era lui.

Lui che era stato l’unico a capirlo fino in fondo, l’unico ad aiutarlo quando il crollo emotivo stava per farlo capitolare. Non Ned. Non Allen o il giovane Axel. Lui, quel vampiro imprevedibile che non aveva fatto altro che rendergli la vita un inferno. Lui che gli aveva fatto il dono più grande di tutti o lo aveva condannato alla dannazione eterna.

« Emelyn è appena andata a caccia. Non ha fatto altro che urlarmi contro. » disse, semplicemente, senza spostarsi dal davanzale su cui si era seduto per osservare la meravigliosa luna che rischiarava la notte della Vecchia Capitale. Sperava, forse, di riuscire a scorgerla, fra le piccole vie e di potersi rasserenare almeno un po’, impedendo a se stesso di immaginarla nell’atto di tradirlo per l’ennesima volta.

« Noi di stirpe Lancaster siamo imprevedibili, oggi deve essere un giorno… no. » Damian si fece avanti, sfiorandogli il viso con la punta delle gelide dita - non si era ancora nutrito,evidentemente - ed accomodandosi sulla poltrona vicina. « Sono certo che quando tornerà ti butterà le braccia al collo, sbandierando il suo amore imperituro per te. » aggiunse, con un ghigno divertito e, molto probabilmente, ironico. Era sempre ironico, il vampiro, quando si parlava della relazione fra le sua creatura ed il suo Duca. Forse per lui era uno scherzo divertente, vederli rincorrersi senza mai prendersi davvero. Forse li vedeva come delle marionette di cui lui era il burattinaio. Era il vampiro a muovere i fili della loro storia? Possibile. Probabile. Sicuro.

« Tu non ti sei mai svegliato, una sera qualunque, urlandomi cose come maledetto traditore, assassino e… uhm… credo abbia detto una cosa come “mi hai fatta condannare in eterno” » ribatté l’ex Duca della Chiave, alzando gli occhi al cielo, prima di sospirare con rassegnazione. Non era la prima volta che uno scenario simile si abbatteva su di lui. Nonostante non fosse affatto facile, ci aveva quasi fatto l’abitudine.

« Come potrei darti del traditore, se io stesso ho, alle spalle, un numero infinito di tradimenti? » principiò il vampiro, alzandosi in piedi e raggiungendolo con la velocità tipica dei non morti, portandogli la mano dietro la nuca fino a costringerlo a piegare la testa e guardarlo negli occhi gemmati. « Come potrei darti dell’assassino, se io sono un mostro? » pronunciando quelle parole, fece avvicinare i loro volti, fino a far sfiorare le loro labbra. « E… beh, credo di essere stato io a dannarti, mon cher duc. Non che io rimpianga una sola delle mie azioni, sia chiaro. » concluse, con una risatina soffiata proprio sulle labbra di Rafael, un attimo prima che, a conferma delle sue parole, lo coinvolgesse in un bacio lento, passionale, sconveniente per un milione di motivi e, almeno per Rafael, incredibilmente desiderato.

Oh, quante volte si era lasciato andare alla stretta del non morto? Quante volte aveva mentito a se stesso, convincendosi che fosse stata l’illusione della sua natura a spingerlo a determinate azioni? Tante, forse troppe. Ma non poteva permettersi la verità. Non poteva accettare che la sua anima fosse precipitata a tal punto nel peccato, macchiandosi di nero e rosso, di vergogna e passione.

« Tu, Rafael? Tu rimpiangi qualcosa? » gli chiese il vampiro, dopo averlo quasi spinto al limite della follia, con un sorriso furbo ad incurvargli le belle labbra. Lo aveva fatto alzare dal davanzale e lui neppure se ne era reso conto, talmente preso dalle emozioni che gli stava facendo vivere. E, in quell’istante, con quella domanda improvvisa, si era premurato di spingerlo contro il muro, per impedire, con il proprio corpo, ogni possibile via di fuga. Non che Rafael volesse davvero fuggire.

« Rimpiango di non averti tagliato via la testa quando ne avevo la possibilità. » fu il ringhio che Damian ottenne in risposta, insieme ad un morso sul collo che, ovviamente, gli causò tutt’altro che dolore.

« Fallo adesso, allora. » con una mossa improvvisa, Damian si allontanò dalla sua consapevole vittima, aprendo la propria camicia fino a mostrare il petto nudo all’altro. « Fai di me ciò che vuoi, mio duca, sono nelle tue meravigliose mani. Tuo servo, per sempre. » aggiunse, con un sorriso meravigliosamente drammatico, mentre si lasciava andare sul grande letto della stanza, quasi fosse improvvisamente morto, « Uccidimi, prendi il mio cuore morto e consegnalo alla Dea Nera! Cosa può importare ad una creatura ultracentenaria, se non la possibilità di avere il riposo da una mano amica? Prendi il tuo pugnale e trafiggi il cuore che è eternamente tuo! » disse, quasi stesse recitando dinnanzi ad una immensa platea, durante una delle rappresentazioni teatrali della Vecchia Capitale.

« Potrei farlo. » Rafael non si fece scoraggiare da quel suo gioco, sfilando un pugnale dalla fodera attaccata ai pantaloni ed avvicinandosi fino a montare sopra il non morto. L’unica candela presente nella stanza fece riflettere il metallo della lama, illuminando brevemente il sorriso sardonico della creatura immortale. « Potrei trafiggerti e punirti per avermi condannato ad una vita notturna. » dicendo ciò, fece scorrere la punta della lama sul torace dell’altro, graffiandolo leggermente. Osservò le piccole gocce di sangue scuro, molto più scuro di quello umano, scorrere sulla pelle perfetta, gocciolando sulle lenzuola ancora immacolate. Era uno spettacolo macabro, inquietante, capace di fargli perdere la testa.

Cosa gli aveva fatto quella bestia immonda, per trasformarlo in un essere così senza pudore?

« Ma non lo farai. » Damian gli passò le mani sui fianchi, salendo lentamente lungo il busto e portando con sé la leggera camicia che il Duca aveva indossato per dormire, fino a scoprirlo quasi completamente. « Non lo farai, perché tu mi desideri, mon cher. Desideri evadere dalla prigione di buonsenso in cui ti sei rinchiuso, evadere dai limiti che la relazione con la nuova Emelyn ti ha posto. » spiegò, con voce suadente, sfiorandogli il corpo tonico ed abbronzato con la punta delle candide dita, deliziato nel sentire il battito cardiaco dell’altro aumentare lentamente, fino a divenire più forte del rumore del suo respiro. « Tu vuoi punirla per la sofferenza che ti ha impartito e, per farlo, ti stai servendo di colui cui lei deve la sua esistenza. Tu vuoi usarmi, mio duca, ed io non ho nulla in contrario. » con un gesto veloce, scattante, così improvviso da non poter essere registrato in tempo dai sensi dell’umano, Damian lo spinse sotto di se, sorridendogli soddisfatto e passandosi la lingua sulle labbra. « Ma io voglio qualcosa in cambio, lo sai. »

Rafael socchiuse gli occhi, mente percepiva i denti della creatura perforargli la pelle del collo e la sua eccitazione premere contro di lui, consapevole che, a breve, sarebbe stata a sua volta soddisfatta.

Era sempre così, dopotutto. Lui cedeva sempre, perché ormai era dipendente da ciò che lui poteva dargli. Sì, forse lo faceva per vendicarsi di Emelyn. Forse lo sfruttava per porre fine alla smania che gli si agitava in petto, quando la sua donna usciva dalla finestra per poi ritornare con addosso il profumo di un altro.

Ma non poteva più negare che quella spaventosa perversione che lui gli aveva mostrato fosse diventata il fulcro dei suoi pensieri e dei suoi desideri più nascosti.

   
 
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