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Autore: Ucha    06/01/2014    4 recensioni
Raccolta di One-shot/Flashfic/Drabble/quellochevorròio per la Jarida Week, dedicata alla coppia Jack Frost x Merida. (So che ha tipo una data precisa, ma siccome sono trasgry la faccio questa settimana).
Ogni giorno ha un tema preciso:
-Day One: Fire and Ice;
-Day Two: Rose;
-Day Three: Free;
-Day Four: Spirit;
-Day Five: Frostbite;
-Day Six: Discovery;
-Day Seven: Goodbye;
{Crossover Rise of the Guardians(Le cinque leggende)/Ribelle-The Brave}
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Jack Frost
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Day  4: Spirit
Raiting: Verde
Genere: Mistero;
Avvertenze: What if?
 
 
Il vento le sferza la faccia, che sparge ovunque le lacrime salate.
L’ennesima lite finita in una sfuriata violenta. Ma quel gesto da lei non se lo sarebbe aspettato. Quella scena nella sua mente è ancora scolpita di fresco, così bruciante e vivida nel suo cuore ferito. Sua madre, la regina, che le strappa l’arco, quell’arco, dono prezioso di suo padre quando lei aveva sei anni, e lo butta senza pietà alcuna fra le fiamme del focolare.
Le fa male. Le fa male vedere sua madre che la umilia così davanti a sé stessa e che calpesta i suoi affetti come fossero comune terra battuta. E per quale motivo? Per uno stupido matrimonio. Se non fosse stato per quello ora lei e sua madre starebbero sedute davanti al focolare a raccontarsi storie come facevano tanto tempo fa.
Angus galoppa veloce senza una meta precisa, mentre lei, col viso premuto sul collo dell’animale, piange più forte che può, cercando di gridare al mondo il suo disappunto, la sua sofferenza, il suo odio verso delle tradizioni così restrittive e vincolanti e il modo con cui sua madre vi si aggrappa senza sosta, facendo di questi costumi la sua ragione di esistere.
Ma tutto il suo flusso di divampanti pensieri si stoppa dolorosamente all’improvviso quando Angus frena senza preavviso e la scaraventa per terra.
Merida è troppo sorpresa per aggrapparsi alla bestia e non essere disarcionata e rotola per il prato rovinando quel vestito stretto e odioso. Ma lei non se ne cura. Piuttosto si fa forza sulle braccia e guarda sbigottita il destriero, con il viso ancora rigato di lacrime.
Dove si trova? Con gli occhi fa una breve perlustrazione. È in una specie di prateria, circondata da un anello di rocce.
Con le gote in fiamme e le labbra dischiuse, si alza, osservando come imbambolata il luogo mistico in cui si trova.
Possibile che nelle sue passeggiate non lo avesse mai notato? È incredibile.
Fa degli incerti giri su sé stessa, traballando un po’, per poi avvicinarsi ad uno di quei pietroni immensi. Lo sguardo è vacuo e non è certa di avere pieno controllo del suo corpo. Porta una mano davanti, come a voler sfiorare la roccia. Ma si ritrae immediatamente quando sula superficie levigata compare qualcosa di luccicante e trasparente.
Merida avverte una lieve brezza sfiorarle il viso ed è troppo scioccata per parlare. Con un dito, gratta un po’ di quella sostanza, per poi strofinarla fra i polpastrelli. È ghiaccio. Ghiaccio a settembre. Ritrae la mano e fa qualche passo indietro, guardandosi intorno.
Da dietro uno di quei sassi, Angus nitrisce allarmato. La ragazza gli rivolge uno sguardo rassicurante e con un cenno della mano lo richiama.
-Vieni.- bisbiglia, ma la bestia si agita manifestando così tutta la sua opposizione.
-Angus!- urla allora Merida, e il fido destriero abbassa il capo, arrivando mogio dalla sua padrona.
Uno scricchiolio discreto come il vento primaverile la riscuote e lei scopre il ghiaccio diradarsi lungo tutta la superficie dello strano monumento.
Con sua sorpresa, vi si disegnano sopra due figure abbozzate, quella di un cavallo e quella di una ragazza con la chioma voluminosa.
La principessa di Dunbroch non può fare a meno di strabuzzare gli occhi quando queste due figure… escono dal loro piatto disegno, venendo incontro alla ragazza, per poi cominciare a danzarle intorno alla testa. Forme più grandi, di animali come conigli e uccelli vengono alla luce nella stessa maniera, facendo una serie di piroette intorno a lei.
La rossa ne è estasiata. Per quel lasso di tempo dimentica del perché è fuggita, dimentica la tristezza e dimentica le lacrime ormai rapprese sul suo viso sorridente.
Segue con gli occhi e con le dita le figure quasi eteree, pensa siano degli spiriti venuti lì per lei. Che presunzione, ma vede qualcun altro? No.
L’unica cosa che non si spiega è il ghiaccio. Quale spirito può controllare la neve in qualsiasi periodo dell’anno? Madre Natura? I folletti dei boschi?
No.
 
Il libro presente la figura di un giovane dai capelli frastagliati, la cui forma ricorda una moltitudine di fiocchi di neve stilizzati messi tutti insieme.
La bambina osserva con la bocca aperta tale immagine, per poi sollevare il tomo pesante e portarlo ai piedi della madre, intenta a ricamare l’arazzo su cui lavora da tempo immemore.
-Mamma, chi è questo?-
La regina dà una breve occhiata all’immagine raffigurata fra le pagine e sorride alla bambina, facendole una carezza prima di ricominciare a ricamare.
-È Jack Frost, cara. È grazie a lui se nevica. Lui controlla neve e ghiaccio a suo piacimento.-
 
Merida ha avuto sin dall’inizio la convinzione che si trattasse di una leggenda. Però nel suo cuore ha avuto sempre quel briciolo di speranza nella magia, specie dopo aver visto un fuoco fatuo.
Persa nei suoi pensieri, non nota che al centro del prato, l’erba si ghiaccia, per poi far diradare da quel punto scie di ghiaccio che vanno a terminare contro ciascuna di quelle pietre, sincronizzate, come se fosse qualcuno a dirigere l’orchestra.
Il risultato finale è bellissimo: presenta l’immagine di un fiocco di neve. Merida sorride ammirando la perfezione di quel disegno, facendo attenzione a non calpestare nemmeno uno stelo di quell’erba congelata.
Non può fare a meno di guardare il suolo, tenendo ben stretta a sé Angus, in modo che non lo rovini camminandoci sopra. La meraviglia è dipinta nei suoi occhi azzurri, che rispecchiano ogni singolo cristallo di ghiaccio.
Una seconda brezza, più forte, le arriva da dietro, scompigliandole i capelli e facendole venire un brivido lungo la schiena, come se qualcuno stesse passando un dito lungo la spina dorsale.
Le viene istintivo girarsi.
Poggiato malamente a quella roccia, un ragazzo dai capelli e la pelle bianchi come le neve, la osserva sorridendo.
Merida non ha bisogno di chiedergli l’identità.
Lo sa già.
 
 
Angolo dell’autrice:
Yay sono riuscita ad aggiornare anche questa!
È un capitolo molto strano, ho voluto rimarcare il senso del titolo mantenendo Jack invisibile per quasi tutta la narrazione. Non so perché, ma mi dava più l’idea di qualcosa di… evanescente, di oltremondo.
A differenza degli altri capitoli non ci sono molti sentimentalismi, ma tranquilli, ci saranno quelli, ci sarà l’angst e… no, veramente boh.
Non smetterò mai di ringraziare chi mi segue e alla prossima!
Ucha
   
 
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