Film > Le 5 Leggende
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Autore: WizardSdaughter    06/01/2014    4 recensioni
- Papi!- esclamò lei, pronunciando una delle poche parole che era riuscita ad imparare.
- Sì, sono io- Pitch si sedette accanto a lei e le accarezzò i capelli rossi – Sai che voglio che tu cresca forte e sana?- Merida lo guardò con i suoi occhi grandi. Poi, gli sorrise. E l’Uomo Nero sentì che il cuore, quel cuore duro che si era ritrovato, si riempiva lentamente di gioia.
***
- Pitch?! Tu stai dalla sua parte?!-
- Jack, ti posso spiegare...-
- Non dovevo fidarmi di te, Merida-
***
- Non mi resta altra possibilità che rinchiuderti qua- Pitch guardò la sua bambina con occhi tristi.
- E Jack?-
- Frost? Oh, non ti preoccupare, è al sicuro-
- La tua parola-
- La mia parola, tesoro-
***
- JACK!-
- Merida, vai via! Sto bene!-
- Vattene Merida, è un ordine- sibilò Pitch.
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Jack Frost, Pitch
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Rise Of The Brave.
 
- Frost sei un’idiota…sei davvero un’idiota!- gridò Merida ad un tratto, lasciando che le ciocche le cadessero sugli occhi.
Benchè durante l’incontro con Jack Frost sembrasse contenta dell’idea di avere un nuovo amico, nelle ore successive i suoi sentimenti cambiarono decisamente. Si era accorta che il ragazzo aveva sicuramente mentito, tutti riuscivano a vederlo, era solo una scusa per raggirarla. Ripassando lo scambio di battute tra loro, si era resa conto di ciò che aveva commesso. Come le ragazzine.
Non si era mai arresa, sin da quando non era riuscita a scoccare la prima freccia, e ora l’avevano messa a tappeto. Nossignore! Merida era una combattente, orgogliosa e sveglia. E nemmeno la storiella del “nessuno mi vede” l’avrebbe sconfitta. Dopotutto, papà gliel’aveva sempre detto: Frost era un nemico molto astuto e avrebbe fatto di tutto per distruggere la sua famiglia.
Se Jack Frost era così spietato, doveva esserlo anche lei.
Mentre era immersa nei suoi più profondi pensieri, la voce dell’Uomo Nero la obbligò a scendere per la cena. Non mangiarono molto a dire il vero, entrambi avevano una buona ragione per tralasciare il cibo. Pitch aveva fatto cilecca, era stato ingannato. Merida era stata debole.
- Mangia qualcosa Merida – disse suo padre ad un tratto.
- Stessa cosa vale per te, papà- lo rimbeccò la figlia, notando il suo piatto.
- Hai ragione, perdonami. Tutta questa ansia per Frost mi sta facendo impazzire-
- A proposito di Frost…- iniziò Merida brandendo una forchetta – Sono certa che domani tornerà e voglio annientarlo-
Il padre la guardò stupito.
- Come fai ad esserne sicura?-
- Lo so, me lo sento. Fidati di me. Stavolta avrai la sua zucca spelacchiata-
- Questa è la mia bambina!- esclamò Pitch allegro – Perfetto, Merida. Confido in te-
- Non ti deluderò papà, non un’altra volta-.
Per tutta la notte, la rossa non fece altro che maledirsi.
“Nessuno mi vede”, davvero una bella scusa. Mi dispiace, avrai pure un bel faccino, ma Merida non si lascia intimidire da qualche parolina.
- Ti piace tanto mentirmi? Ci sto, caro Frost. Vedremo chi riderà alla fine-.
***
 
Jack Frost aveva già ripassato ogni singolo trucchetto che conosceva, quando si diresse nel bosco. Aspettandosi di vedere la Merida che voleva, rimase davvero spaesato. Invece del suo cavallo, la rossa aveva portato centinaia di purosangue, dal manto scuro e pungente.
- M-merida?- mormorò Jack, indietreggiando.
- Ciao Frost. Come vedi ho capito chi sei veramente, davvero molto astuto, lo scherzo intendo- lasciò che la sua freccia gli passasse talmente vicino da sfiorarlo.
Ci fu un momento dove gli occhi di lei si incrociarono con gli occhi di lui, ma fu molto breve. Iniziò subito una specie di inseguimento selvaggio. Alimentata da non si sa quale forza, Merida rincorreva ferocemente Jack che cercava di scappare in volo. Il ragazzo, che ancora si chiedeva che diamine le fosse successo, tentava disperatamente di sopravvivere.
- Smetti di correre Frost!- gridò Merida. Jack Frost era sorprendentemente veloce e riusciva a schivare qualsiasi cosa.
Tranne una. Stanca di tutto quel via vai, la ragazza prese la sua freccia preferita e la fece schizzare in cielo. Si potrebbe dire che le cose cominciarono ad andare al rallentatore, visto che era calato il silenzio e ogni singolo movimento sembrava essere talmente importante da non finire mai.
Merida sorrise, spostando con un soffio uno dei suoi riccioli rossi. Era riuscita a colpirlo.
Jack Frost cadde a terra, emettendo un gemito. Merida lo raggiunse e gli strappò una ciocca di capelli per portarla a suo padre. Già pregustava tutti i complimenti che l’avrebbero aspettata e assaporò ogni singolo istante di gloria. Ma nell’istante in cui le morbide ciocche toccarono la sua mano, la ragazza si rese conto di ciò che aveva fatto. Sebbene ne fosse fiera, provò paura verso sé stessa.
- Oh…- mormorò allontanandosi impacciata.
- I-io…- cercò di parlare, ma decise che era meglio andare via e lasciò Jack Frost da solo.
Tornò a casa, evitò tutti i complimenti che gli aveva riservato Pitch, e salì in camera. Solo lì riusciva a pensare.
- Avevo ragione io- si ripeteva – Solo io-. Era al sicuro adesso, la sua famiglia lo era, senza Frost tra i piedi. Eppure si sentiva male.
- Jack Frost mi voleva distruggere, insomma, è lui dalla parte del torto, no? Io mi sono solo difesa, giusto? Dopotutto volevo salvare la mia vita, non lasciarla in mano a qualcuno che la vuole eliminare…- disse tra sé e sé. Poi una domanda si insidiò nella sua testa.
Scese velocemente nel salone, dove l’Uomo Nero stava osservando il Globo.
- Papà?-
- Tesoro! Vieni, siediti accanto a me. Voglio che mi racconti ogni particolare della tua vittoria- la accolse lui a braccia aperte.
- Beh, l’ho raggiunto con gli Incubi Purosangue, come il chiami tu, e ho iniziato ad inseguirlo. Cavolo se è veloce, quel Frost! Per fortuna avevo con me la mia infallibile freccia e sono riuscita a colpirlo. Credo che sia…insomma, morto-
- Forse non è morto, ma è sicuramente debole, no?-
- Certo…senti papà, non ti ho mai chiesto una cosa-
- Chiedi pure-
- Appena ho visto Jack…è un ragazzino, come me. Perché avrebbe voluto uccidermi? Non ci eravamo mai visti e, all’inizio, mi ha trattata bene…no voleva farmi del male, papà-
- Vedi, Merida, Jack Frost…ecco…siamo nemici da quando ci siamo conosciuti. Vuole distruggere te, perché sei importante per me. Così come i suoi amici guardiani-
- E perché siete così nemici?-
- Ci siamo odiati fin dal primo istante, e ora è diventata una vera…ecco…una vera e propria guerra-
- D’accordo. Vado a dormire, buonanotte-
- Buonanotte-
Pitch rimase solo, a fissare il vuoto. Gli dispiaceva mentire a sua figlia, ma lei non doveva sapere niente di come era nata, di perché era nata.
***
 
Jack Frost aprì gli occhi. Non sapeva dov’era, né cosa ci faceva là. Sapeva solo che gli aveva fatto male, come al lago. Come quando era sprofondato nelle acque gelide, come quando se n’era andato.
Cercò di alzarsi, ma con scarsi risultati.
- Maledetta ragazzina! Cosa diavolo ti passerà per la testa?! Mi stai distruggendo…- sputò, appoggiandosi ad una roccia lì vicino. Decise che doveva dormirci su.
- E la mia vita torna a basarsi su i perché…- mormorò, prima di addormentarsi.
 
  
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