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Autore: Cara_Sconosciuta    27/05/2008    4 recensioni
Ryan e Kelsi sono tornati al Lava Springs, la sera prima del talent show. Lo scopo sarebbe scrivere un canzone per Gabriella e Troy...ma si sa che non tutti i piani vannoa buon fine!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kelsi Nielsen, Ryan Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Visto che qualcuno, non facciamo né nomi né nickname (Vitto_LF), si lamenta sempre che io sono cattiva e faccio sempre soffire i miei personaggi, ho deciso, una volta tanto, anche per la gioia di Tay, di scrivere una Ryelsi tutta miele, senza morti né ab

Visto che qualcuno, non facciamo né nomi né nickname (Vitto_LF), si lamenta sempre che io sono cattiva e faccio sempre soffire i miei personaggi, ho deciso, una volta tanto, anche per la gioia di Tay, di scrivere una Ryelsi tutta miele, senza morti né abbandoni.

Felici???

Eccola qui!!!

La canzone è 29 settembre degli Equipe84

Temperance

 

Swimming Pool

 

Ma sei sicuro che possiamo?” Domandò Kelsi, cercando di mantenersi nascosta dietro allo scoglio sul quale si trovava la postazione del bagnino.

E dai!” Esclamò Ryan, tornando indietro di qualche passo per prenderle la mano e trascinandola allo scoperto. “Sono il figlio del proprietario…se non posso io chi può? E poi non c’è nessuno!”

“Sicuro…?”

Il giovane alzò gli occhi al cielo.

“Ragioniamo: sono le dieci di sera, noi siamo qui solo perché io ho le chiavi e ti ho fatta entrare…chi vuoi che ci veda, i coyote?”

La schiena di Kelsi fu attraversata da un brivido.

“Ci… ci sono i coyote?”

“Chissà…” Sorrise Ryan, riprendendo a camminare verso l’edificio centrale del Lava Springs, lasciando la ragazza sola nel prato illuminato solo dalla luna e dalle stelle.

Evans! Non osare lasciarmi sola!” Gridò lei, facendo per rincorrerlo, ma inciampando maldestramente e agitando le braccia in cerca di un appiglio.

Appiglio che trovò nel braccio di Ryan e che, purtroppo o, forse, per fortuna, non si dimostrò particolarmente solido e il ragazzo cadde rovinosamente nella piscina.

“Oh, scusami!” Esclamò Kelsi, una volta riguadagnato l’equilibrio, guardando Ryan riemergere dall’acqua, sputacchiando e sfregandosi gli occhi.

Piantalapffff… di fare l’inn….pfff…l’innocentina! Lo sento dalla tua voce che stai per scoppiare a ridere!”

 

Poi d’improvviso lei sorrise

 

“Ti sbagli, non sto ridendo.” Replicò Kelsi, grata che l’oscurità mascherasse il suo enorme sorriso.

E poi il divertimento si trasformò in paura, quando Ryan cominciò ad agitarsi nell’acqua, gridando e continuando ad immergersi a riaffiorare convulsamente.

Kelsi! Aiuto… un crampo…aiutami!”

Per qualche istante, la ragazza si ritrovò immobilizzata sul bordo, indecisa sul da farsi… ma la situazione di Ryan sembrava peggiorare, così si sfilò velocemente occhiali, giacca, borsa, scarpe e cappello e si tuffò per soccorrere l’amico.

Qualcosa, però, non andò come si era immaginata e, prima ancora di rendersi conto di cosa stesse succedendo, riemerse, trovandosi stretta tra le braccia di colui che avrebbe dovuto aiutare, le labbra di lui che si muovevano a pochi millimetri dal suo orecchio, sussurrando parole delle quali impiegò qualche istante a cogliere il significato, in quanto troppo impegnata a domandarsi come potesse una persona fradicia da capo a piedi conservare un profumo tanto delizioso.

 

E ancora prima di capire

Mi trovai sottobraccio a lui

Stretta come se

Non ci fosse che lui

 

“La prossima volta, prima di tuffarti, assicurati che la piscina sia alta più di un metro e mezzo…”

“Mi… mi hai fatta spaventare…” Biascicò lei in un tono che, nato come di disapprovazione, era finito come un sibilo a causa del sentore del viso di Ryan pericolosamente vicino al suo collo.

Ora, è scientificamente provato che anche persone che di solito si muovono con gigantesche bistecche ben appiccicate sugli occhi, nel momento in cui dovrebbero recepire meno del solito si accorgono anche del più piccolo ed insignificante tremito.

Un tremito, appunto, come quello che percorse la colonna vertebrale di Kelsi da cima a fondo e che Ryan percepì alla perfezione ma, naturalmente, interpretò nel modo sbagliato.

Hai freddo?” Domandò, ancora più vicino di prima, sfiorando con la punta del naso i capelli della ragazza.

Beh… a pensarci bene, molto probabilmente aveva dato a quel brivido un’interpretazione tutt’altro che errata.

“Un…pochino….” Mentì la pianista, cercando di dare un nome a quelle sensazioni improvvise provocate da un abbraccio mai sognato né desiderato.

Aveva un ragazzo, lei… da più di cinque mesi, ormai…e allora perché desiderava che Ryan non si muovesse di una virgola se non per avvicinarsi ancora?

 

Il buio ci trovò vicini

 

“Bugiarda.” Poco più di un sospiro, prima che le labbra di Ryan si posassero sul suo collo, costringendola a chiudere gli occhi.

Non seppe mai esattamente come successe, ma pochi minuti dopo era seduta sul bordo di piastrelle crema della piscina, le gambe perfettamente aderenti al corpo del ragazzo, le mani nei suoi capelli, le labbra sulle sue… Jason totalmente fuori dai suoi pensieri.

 

Vedevo solo lui

E non pensavo a te

 

Nemmeno per un istante, da quando quel bacio ebbe inizio a quando i loro visi si divisero per qualche secondo allo scopo di prendere aria, ebbe il minimo dubbio riguardo al fatto che fosse in assoluto il migliore che avesse mai ricevuto.

Insomma, i timidi e casti baci di Jason erano dolci e tutto quanto, ma quello…Quello comunicava un desiderio che quasi le faceva paura, ma che, dall’altra parte, la faceva sentire donna come mai le era successo.

Per la prima volta Kelsi Nielsen non era più una bambina… per la prima volta si ritrovava a volere intensamente che quel contatto diventasse qualcosa di più intimo, più vivo, più adulto.

Ed era bello… bellissimo, ma anche terribilmente sbagliato…

Ryan si allontanò da lei solo quando la sentì rabbrividire di nuovo, ma in modo molto diverso da quello precedente.

“Ora però hai freddo davvero.” Constatò, portandole una ciocca ribelle di nuovo al suo posto dietro all’orecchio, ogni traccia di presa in giro e di malizia sparite dalla sua voce che era intrisa solo di una profonda dolcezza. “Che ne dici, entriamo?”

Kelsi annuì energicamente, stringendosi nei vestiti bagnati alla vana ricerca di un po’ di calore.

Con uno slancio che non sembrò costargli troppi sforzi, anche Ryan fu fuori dalla piscina e di nuovo stretto a lei.

 

Di corsa a ballar sottobraccio a lui

Stretta verso casa abbracciata a lui

Quasi come se non ci fosse che lui

 

“Sai che stavo pensando?” Domandò, dondolando con lei a destra e a sinistra, come in una specie di strano e goffo ballo.

“No…” Rispose la compositrice, parlando per la prima volta dopo l‘”incidente” della piscina.

“Non ho idea di dove sia la legna per accendere il camino del salone…”

Era una sua impressione o quelle parole contenevano una malcelata malizia? Decise di stare al gioco.

“Beh… ma io ho freddo…e con le dita intirizzite non riesco a scrivere.”

“E se tu non scrivi domani non avremo una canzone da far cantare a Troy e Gabriella.

E loro non torneranno insieme.”

“Ed avremo con ogni probabilità distrutto una famiglia.

“Poveri piccoli Bolton mai nati…”

“Non si può fare.” Decretò Ryan, scuotendo la testa con aria severa.

Decisamente no. Dovremo trovare un altro modo per scaldarci….”

“Io qualcosa avrei in mente…” Suggerì Ryan, avviandosi, abbracciato a Kelsi, verso lo stabile del Lava Springs.

“Gli occhiali.” Gli ricordò lei con un debole tentativo di tornare indietro.

Il giovane scosse la testa, mantenendo salda la presa sui suoi fianchi.

“Per quello a cui pensavo non servono gli occhiali.

“Ah.” Fece Kelsi, arrossendo violentemente. “E…che cosa serve.”

“Soltanto io e te.”

 

Quasi come se non ci fosse che lui

 

   
 
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