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Autore: elyxyz    28/05/2008    33 recensioni
Un’interpretazione alternativa al finale dell’episodio n°13, ‘Fuoco contro Acciaio’.
“Cos’è?! Oggi piovono cani e gatti?” ipotizzò, tra il polemico e il divertito. “E’ la Giornata del Randagio e nessuno me l’ha detto?!”
(Roy x Ed)
Storia partecipante al Contest 100 Prompts! indetto da Fanfiction Contest ~ {Collection of Starlight since 01.06.08}
Dopo quasi 5 mesi d’attesa, ecco postato il nuovo capitolo. Avviso comunque i lettori che i futuri aggiornamenti saranno più frequenti ma ancora irregolari.
Genere: Romantico, Malinconico, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Edward Elric, Roy Mustang
Note: What if? (E se ...), Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il seguente scritto contiene impliciti riferimenti yaoi

Il seguente scritto contiene impliciti riferimenti yaoi.

Per ulteriori spiegazioni, compreso il titolo, vi rimando alla conclusione della fic, dopo la lettura.

 

 

Ed eccoci davvero al primo compleanno di It’s raining.

Esattamente oggi, un anno fa, mi accingevo a postare il primo capitolo di quella che non avrei mai creduto divenire la mia saga più lunga e impegnativa, e (senza dubbio) quella che mi sta facendo avere maggiori soddisfazioni.

In questo lungo anno, ci sono persone che mi hanno seguito fin dall’inizio, alcune hanno abbandonato, altre si sono aggiunte strada facendo. Qualcuno è persino tornato, colto dalla nostalgia.

Ho accarezzato l’idea di ringraziarvi uno ad uno, ma avrei finito fra tre settimane... ^^’’

Il mio sogno è di passare un altro anno con voi, raggiungendo il 100° capitolo, se sarà possibile.

Ma la strada è ancora lunga. Mi serve che continuiate a sostenermi. (Perché i cali ispirativi e le incertezze colpiscono anche me, come tutti.)

Io, da parte mia, cercherò di continuare a dare il massimo delle mie possibilità e proverò a venirvi incontro.

 

Per quest’aggiornamento, ad esempio, avevo pensato di scrivere un capitolo diverso, speciale, per festeggiare il primo anniversario di questa fic.

Ma molti di voi erano in pensiero per le sorti di Roy (svenuto, nudo su quel freddo pavimento. Gli verrà male al pancino? XD) e quindi ho deciso di accontentarvi.

Questo capitolo è il seguito del precedente, n°55Dog, Cat & Blue Moon’.

 

Ai vecchi e ai nuovi lettori.

Grazie.

 

 

Cane da riporto

 

by elyxyz

 

 

 

 

Quando Mustang riaprì gli occhi, le luci asettiche del neon lo ferirono, costringendolo a chiudere in fretta le palpebre, con un mugugno di fastidio.

Riprovò con più lentezza, al secondo tentativo, abituandosi al riverbero accecante che illuminava a giorno la stanza.

 

Edward Elric se ne stava lì, a mezzo metro da lui, seduto su uno sgabello col naso affondato in un libro dall’aria avvincente – probabilmente qualche astruso tomo di Alchimia Arcaica.

 

Il Colonnello rimase qualche istante ad osservarlo, stordito, senza sapere bene che fare: se chiamarlo, se fargli capire che era sveglio, se aspettare che se ne accorgesse da solo (cosa assai improbabile, in tempi brevi o ragionevoli, conoscendo il soggetto e la sua capacità di estraniarsi dal mondo mentre leggeva). La fortuna, tuttavia, girò dalla sua parte, perché in quel preciso istante Edo sollevò lo sguardo per girare pagina e si accorse di due pozze d’oro nero puntate su di lui.

 

“Oh, Taisa! Si è svegliato, finalmente!” lo accolse, alzandosi e avvicinandosi al letto. “Come si sente? Ha bisogno di qualcosa?”

 

Roy sbatté la palpebre, confuso. Stava sognando? Era tutto vero? Ma soprattutto... dov’era e cos’era successo?

 

Aprì la bocca, e comprese di avere la gola arida. Deglutì a fatica. Cercò di risollevarsi, ma improvvisamente realizzò che non ci riusciva. Fissò allarmato il tutore che gli impediva di muoversi. 

 

“La smetta di agitarsi, che è peggio!” lo sgridò Ed, versandogli un bicchiere d’acqua e porgendoglielo.

Mustang bevve avidamente. Poi chiese spiegazioni.

 

“Ha una spalla lussata e una lieve commozione cerebrale. Lo aggiornò. “Più una decina di ematomi qua e là, ma niente di grave. La terranno in osservazione fino a domani, solo per scrupolo. Lei ha la testaccia dura, non si preoccupi. Ma si ricorda cos’è successo?”

 

Scosse il capo in segno di diniego. Di preciso non ricordava niente.

Solo che Edward gli aveva chiesto una licenza per…

 

“Ma non eri a Resembool?” chiese, meditando sul fatto che quella era l’unica cosa certa che il suo cervello si degnava di rispolverare. Rammentava il modulo di richiesta ferie di Acciaio, la loro breve discussione infruttuosa, e poi che era stato di pessimo umore tutto il giorno, e quello successivo, e anche il seguente. E dopo aveva chiesto ad Havoc di andare a bere qualcosa insieme a lui, per distrarsi, ma il Sottotenente aveva rifiutato, perché aveva un appuntamento con una moretta tutta curve, e lui allora… cosa aveva fatto? Era rincasato, aveva dato da mangiare a Tora e aveva cenato, e poi… e poi c’era il vuoto più assoluto. “Come ci sono finito, io, qui?”

 

Edward sorrise, invitandolo alla calma. “Una cosa per volta, ok?”

 

L’altro annuì.

 

“I ragazzi l’hanno trovata svenuto in bagno. Dev’essere caduto, o scivolato…”

 

E di colpo, come se nel cervello di Roy fosse avvenuta una deflagrazione nucleare, una serie di immagini scomposte e frammenti di dialogo si assommarono, si sormontarono, si completarono.

 

Ed lo vide sussultare, come se fosse stato schiaffeggiato. “Si sente bene? Devo chiamare un dottore?”

 

N-no…” rifiutò, strofinandosi gli occhi con l’unica mano libera. “Devo ricordare se...”

 

“Sta ricordando?!” domandò Fullmetal, speranzoso.

 

E l’altro preferì mentire. “No. Nulla.”

 

“Con la commozione cerebrale è frequente. Però dopo andrà tutto a posto, l’ha detto anche il medico che l’ha visitata.

 

Ma Roy si era perso quelle rassicurazioni, troppo intento a ripescare i pezzi di quel puzzle scombinato. Riviveva il momento in cui s’era portato dietro il secchiello del ghiaccio e la bottiglia di whisky, poi s’era messo in ammollo, e aveva bevuto. Parecchio. E poi?

Poi Tora era entrato in bagno e...

 

“Le avevo telefonato per chiederle di posticipare il rientro di un paio di giorni e lei non rispondeva…” Stava raccontando Ed, allarmato. “Le avrò telefonato 20 volte, finché Tora non ha risposto…”

 

... e quel bastardo di un gatto non lo aveva fatto infuriare, con le sue malefiche insinuazioni...

 

“Ha parlato anche a te?!” gridò, registrando l’ultima frase di Acciaio.

 

“Sì, certo. Come no?” scherzò il biondo, con un sorrisetto strafottente.

 

“Ma hai appena detto che…”

 

“Ha continuato a miagolare nella cornetta.

 

“Ma ha risposto!!

 

“Non si agiti, non le fa bene…” gli consigliò, per stemperare l’ansia crescente del suo superiore.

 

Roy si lasciò ricadere sul cuscino, palesemente scontento e nervoso.

 

“Sì, che ha risposto; se sa aprire le porte delle camere, aggrappandosi alle maniglie, perché vuole che non riesca a spostare con le zampe una cornetta? Non è mica sordo, sa che il rumore viene da lì. L’avrà infastidito lo squillare continuo.

 

“E...?”

 

“E allora ho pensato che qualcosa non andava… il venerdì, lei è sempre a casa!”

 

‘Perché ci sto con te.’ Avrebbe voluto ribattere. Vi rinunciò.

 

“Quindi ho chiamato in Caserma, e ho mandato Falman e Fury a controllare.

L’hanno trovata svenuto nel bagno. Adesso ha un leggero trauma cranico. La terranno sotto controllo e poi la dimetteranno. Ripeté, come se la botta l’avesse reso anche scemo. Sbuffò. “E’ mai possibile che, se io la lascio solo due giorni, lei debba combinare sempre qualcosa?!” lo sgridò, dando fondo al suo stato apprensivo. “A volte, mi domando come sia sopravvissuto finora in quella casa da solo!”

 

“E’ tutta colpa di quel sacco di pulci!” masticò tra i denti.

 

“Al contrario!” lo smentì. “Tora le ha salvato la vita! Dovrebbe essergli grato…”

 

“Ma al telefono… sì, beh… ti ha parlato?” richiese, titubante, riprendendo la questione che gli stava veramente a cuore.

 

“Sì.” Rispose sicuro Ed, pensando che scherzasse. “Una lunga chiacchierata su quanto lei fosse un Taisa stupido e irresponsabile!”

 

L’Alchimista di Fuoco sussultò, colpito e affondato.

 

Edo perse baldanza. “Scherzavo, sa? Come può anche solo immaginare che un gatto sia capace di parlare la nostra lingua? Non è che il colpo alla testa è stato più forte del previsto ed è impazzito del tutto?” sbottò, incurante dell’irrispettosità di tale affermazione.

 

“Ho bisogno di sapere com’era messo il bagno, nel momento in cui mi hanno trovato. Lo chiederò ai ragazzi.”

 

“Uhm… ma a che le serve?! Comunque sarà difficile, ha fatto un tale casino! Fury mi ha detto che c’era acqua dappertutto, un secchiello vuoto rovesciato a terra, una bottiglia in frantumi; gli ultimi cocci li ho raccolti io, qualche ora fa, quando sono andato a dare da mangiare a Tora.

 

“C’era anche una confezione di shampoo o una saponetta?” l’interrogò, come se fosse di vitale importanza saperlo.

 

“Certo.” Annuì. “Di solito, nei bagni ci sono.” Ironizzò Ed. “Servono a lavarsi, sa?”

 

“Acciaio! Non scherzare! Io ho bisogno di sapere!”

 

“Perché? Cosa cambierebbe? Lei era ubriaco, ed è caduto. Punto e stop.” Tagliò corto, con un vago tono di rimprovero nella voce.

 

Roy non se la sentì d’insistere ulteriormente. Avrebbe indagato a modo suo, appena gli si fosse presentata l’occasione giusta, anche se era certo che, più avrebbe atteso, meno risposte avrebbe ottenuto. Questo gli fece ricordare un’altra cosa.

“Da quant’è che sono qui? Per quanto ho dormito?”

 

“E’ successo solo ieri sera. Quindi… direi da meno di 12 ore.”

 

“E tu… come fai ad essere qui?”

 

“In che senso?”

 

“Il treno da Resembool non parte mai prima di mezzogiorno…”

 

“Sì, beh…” temporeggiò, imbarazzato. “Mi sono spaventato parecchio e, nella fretta di tornare, ho tirato fuori l’orologio d’argento e ho requisito un treno merci in partenza…” si grattò la nuca, guardando altrove con immenso interesse. “Non volevano passeggeri, quindi ci ho litigato un po’ e alla fine ho vinto io... Ma è tutta colpa di Breda, che mi ha angosciato descrivendola mezzo moribondo. Altrimenti, col cavolo che tornavo…”

 

Eppure Roy non riuscì a non sorridere, felice. Lo nascose con una smorfia provocata dalla spalla contusa.

“Pensi di ripartire?” domandò, cercando di impostare un tono volutamente neutrale. Benché desiderasse esattamente il contrario.

Lo voleva con sé, vicino a sé. Tutto per sé. Fanculo se era un pensiero egoista.

 

“No. Ovviamente, no. Ho già parlato con Al - anche lui era preoccupato, sa? -, e abbiamo concordato che lui rimarrà qualche giorno, io resterò qui. Chi si occuperebbe di Tora, altrimenti?

E anche lei, con tutto quel catafalco attaccato al busto… dovrà rimanersene a letto. Ma non creda di bighellonare, non è mica una vacanza! L’ha detto anche lei che siamo pieni di lavoro in questo periodo! Le porterò quintali di pratiche da leggere e firmare…”

 

Mustang fece un’espressione comicamente sconvolta.

“Io ho perso la memoria, non so chi sono… come pretendi che sappia capire le carte che leggo?” piagnucolò, in tono teatrale.

 

“Non ci provi. Non attacca! Lei non le legge mai, le carte! Tocca sempre al Tenente Hawkeye smistarle al posto suo! Non cambierà poi molto… faccia così con la manina…” aprì e chiuse di scatto l’auto-mail per un paio di volte. Roy lo imitò, seppur riluttante.

“Perfetto, la mano destra è più che funzionante!” gioì, prendendolo in giro, in un ghignetto che sapeva di vendetta.

 

“Ho l’impressione che mi starai col fiato sul collo…” gemette il Colonnello, compatendosi da solo.

 

“Naturalmente! Così impara ad interrompere le mie meritate ferie con i suoi giochetti acrobatici. Si diresse alla volta dell’attaccapanni, infilandosi il familiare cappotto rosso. “Verrò a prenderla domani pomeriggio, quando la dimetteranno. Cerchi di non suicidarsi cadendo dal letto, stanotte. La prego.” Ironizzò, congedandosi.

 

… Al Colonnello, non rimase che meditare.

 

 

 

Il giorno dopo…

 

 

 

Mustang attraversò l’uscio della sua abitazione, cercando di non sbattere contro il legno né la spalla infortunata né il gomito bloccato dal tutore. Si rivelò un’impresa titanica.

 

Edward attese pazientemente che il suo superiore si togliesse i mocassini con una pedata maldestra, poi appoggiò il borsone e li ripose diligentemente nella scarpiera, cercando un paio di pantofole per sé e per il padrone di casa. Non fece neppure in tempo a suggerirgli di accomodarsi sul divano, che l’altro – in una mossa fulminea tra sofà e tappeto – aveva urtato accidentalmente il vaso di fiori che stava sul tavolino basso davanti ai suoi piedi.

Fortunatamente il contenitore non si era rotto, ma l’acqua si era sparsa ovunque. Roy imprecò tra sé, a mezza voce.

 

Ed sbuffò, rassegnato, offrendosi di ripulire il guaio, a patto che stesse più attento e non si distruggesse l’appartamento prima dell’ora di cena.

Fu in quel mentre, che il loro micio tigrato fece il suo ingresso, salutandoli con un festoso miagolio di bentornato. Corse poi a strusciarsi sulle caviglie di Edo.

 

“Ti darò da mangiare tra poco, porta pazienza. Prima sistemo questo disastro. Non vedi che confusione ha fatto, quel pasticcione distratto del Taisa?” Gli spiegò, grattandogli amorevolmente il pelo dietro le orecchie.  

 

Mustang avrebbe giurato che Acciaio si divertisse un mondo, a prenderlo in giro e a offenderlo indirettamente in quel modo. “Ti rendo noto che sono qui presente, e che le mie orecchie funzionano a dovere, Fullmetal. Precisò, per puro puntiglio personale. Però lo sapeva bene…

Edward non sarebbe mai stato meno insolente di così.

 

“Avanti, Tora, vai a salutare il Colonnello…” consigliò al felino, raccogliendolo da terra e portandolo direttamente verso l’Alchimista di Fuoco.

 

“NO! Non se ne parla neppure!” ululò questi, agitandosi.

 

Taisa! Ma che le prende?” si stupì Elric, arrestandosi a pochi passi da lui. “Lei si ricorda di Tora, vero?” l’interrogò, a metà strada fra il sarcastico e il preoccupato.

 

“E chi se lo scorda!” guaì il moro, rifiutando l’animale che l’altro gli porgeva.

  

“Ma si può sapere che le succede?!” domandò, spazientito. “Gli antidolorifici le danno alla testa?”

 

“Ed! Tora parla! Ne sono convinto e devo verificarlo!” spiegò, concitato.

 

“Oh, sì. Certo!” Ironizzò. “Ha sempre parlato… Tutti i gatti parlano. Vero, Tora?”

 

Meeoooww…”

 

“Ecco!, visto?”

 

Roy fece un’espressione frustrata.

Non ne aveva le prove, non ancora. Ma era quasi sicuro di non aver sognato tutto, e di non essere impazzito. Sì, avrebbe cercato di capire. Ne andava della sua sanità mentale, in fondo!

 

Ora io appoggio qui il gatto. Vede?” scandì con lentezza e lo indicò, come se la bestiola fosse una cosa delicata e lui fosse idiota.

Poi, andrò a prendere uno straccio nello sgabuzzino. Non deve toccarlo per forza, ok?”

 

“Non sono rimbambito, sai?” sibilò, offeso.

 

“Tanto meglio.” Si risolvette Ed, alzando le spalle come a liquidare il tutto. “Ah!, questo mi fa ricordare un’altra cosa. Ho chiesto alla truppa, stamattina, riguardo a saponette e shampoo, - quella domanda strana che mi ha fatto lei. Ma nessuno ricorda niente. Potevano esserci, oppure no. C’era troppo disordine e hanno ripulito in fretta. Pensavano di farle un piacere. Quindi non li stressi.” E si avviò.

 

Ma nel momento stesso in cui Acciaio scomparve in corridoio, il micio si appressò a lui, accoccolandosi ai suoi piedi.

Dannato sacco di pulci!

“Stammi alla larga, brutto bastardo. Io scoprirò la verità!” Lo minacciò, in un sussurro udibile solo fra loro.

 

Tora scosse la testa.

Mi-hi-hi-hi-aooo…”

 

Edo fece il suo ritorno in quel mentre, interrompendoli, e si chinò ad asciugare e a ripulire.

 

“Hai sentito?!” gridò il Colonnello, infervorandosi e additando il gatto. “Ha riso! Si sta prendendo gioco di me!”

 

“Cos’è che avrebbe fatto?!” domandò, stupito. “Stava tossendo. Anche l’altro giorno lo faceva…”

 

“NO! Non ti sembra che abbia riso di me?!

 

Edward scosse la testa, con rassegnata ironia. “Lei è paranoico, lo sa?”

 

Roy dovette ingoiare ciò che sapeva. Come avrebbe reagito Mame-chan, credendolo pazzo?

Sospirò. “Lasciamo perdere.”

 

Ma gli sarebbe sempre rimasto il dubbio che...

 

 

Fine



Disclaimers: I personaggi citati in questo racconto non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro, da parte mia.

 

Note varie: il titolo, anzitutto. Cane da riporto è quel genere di cane utilizzato nell’arte venatoria (altresì detta caccia), perché addestrato a riportare la preda uccisa al padrone. Mi piaceva giocare sul titolo, perché l’incidente del bagno ha riportato Ed da Roy, ma nello stesso tempo Ed è un cane da riporto, perché torna sempre dal suo padrone *__*

 

Ecco un’altra volta il nostro Taisa preferito all’ospedale ^____^ (Dio, quanto mi diverte!) però, benché anche questo sia un post-sbronza, non ha molto a che spartire con il precedente post-sbornia (cap. 16Mai svegliare il can che dorme!’ à ricordate il pugno di Ed? XD).

Ho cercato piuttosto di costruire un parallelo con un’altra situazione, quella del cap. 41Le ferite di guerra di un cane dell’esercito’(Il mitico Tronchetto della Felicità XD del Taisa, su cui Tora si era rifatto le unghiette).

 

Allora… alzi la mano chi crede che Tora abbia parlato per davvero! ^__=
E gli altri pensano che sia tutto un delirio del Taisa?

Mi spiace, dovrete tenervi il dubbio, come Roy. XD

 

Il catafalco, in cui hanno imbrigliato il Colonnello, è il tutore per chi ha una spalla slogata. Per farla rimanere in sede, il braccio rimane sollevato a 90° rispetto al fianco, con una struttura rigida.

Mio zio l’ha provato. Giura che è scomodissimo, continuava a sbattere ovunque.

 

 

Precisazioni al capitolo precedente: No, Roy e Edo non stavano insieme. Altrimenti credo che Roy avrebbe utilizzato altre rimostranze, per convincerlo a rimanere, non la scusa deltanto lavoro in ufficio’.

Mi è piaciuto tantissimo il parallelo di Tora con lo Stregatto di ‘Alice nel Paese delle Meraviglie’! ^___^

X Beat: avete deciso il nome del nuovo micio? *__*

X Secchan: mi hai chiesto info sui caratteri delle pagine, e ti ho mandato una mail attraverso il ‘contatta autori’ di EFP. Ti è mai giunta? Ricontattami: elyxyz@alice.it

 

Vengo al commento di Red Robin:

Sinceramente non capisco se la recensione è fatta per farsi due risate, come critica costruttiva o che altro. Una cosa così piena di errori… mi è venuto il dubbio che fosse uno scherzo.

La prendo in buona fede, e mi sembra giusto chiarire un paio di cosette.

Per prima cosa, non mi sono offesa assolutamente per ciò che hai scritto. Se le pensi veramente, sono felice che tu me le abbia dette. Anche se non capisco perché tu legga fic yaoi, se poi non ti piacciono le fic a tematica omosex. Qui non è questione di pair, ma di relazioni gay. E’ un po’ come se io odiassi il calcio e poi mi guardassi le partite, criticando un branco di idioti che corrono dietro ad un pallone. Mah.

‘Ultimamente la gente non ha tempo’  è una scusa vecchia come mio nonno. E’ statisticamente impossibile che tutti i lettori stiano facendo la maturità. Il calo si vede dai primi di aprile. Erano tutti in febbrile studio?

Il mio ultimo cap 55 è stato aperto (e credo letto) 200 volte in 6 ore dalla sua pubblicazione. Quindi c’erano 200 anime su EFP, che anziché studiare leggevano la fic. Bene. Cosa costa un minuto in più per recensire? Chi non ha tempo, non ha tempo neppure di leggere.

Ho visto il primo commento dopo la 50ª apertura. E gli altri?

Il calo di recensioni diffuso, si chiama pigrizia diffusa. Il tempo, se si vuole, lo si trova. Prima o poi.

Forse quella strana sono io, non so. Non riesco a capire.

Io non leggo fic inconcluse. Non sopporto di attendere mesi per leggere una conclusione (che forse neppure vedrò, perché molti abbandonano le loro storie). Quindi attendo che finisca, e poi la leggo e recensisco. Ma commento sistematicamente tutte quelle che leggo. Mi sembra il minino dare un parere, un consiglio, un’opinione sul lavoro di chi ci ha messo fatica e tempo.

Hai detto ‘ultimamente fai cilecca’. Grazie della sincerità. Però vorrei capire dove e come.

Subito dopo affermi che sono i primi capitoli ad essere incasinati. (Cioè quelli postati un anno fa?)

Ma se hai appena detto che sono gli ultimi, quelli con i problemi!

Mi sembra tu abbia le idee un po’ confuse…

Sul fatto che mescolo momenti in cui Roy e Edo sono amanti, ad altri in cui non stanno neppure insieme, hai ragione.

Ma ho detto decine di volte che questa fic è una raccolta, NON una long-fic. E sinceramente credo che uno dei suoi punti di forza sia proprio questo continuo salto temporale tra presente e passato, in cui il lettore conosce nuovi particolari e li unisce ai vecchi, scoperti nel tempo.

Ci tengo anche a ricordare che ho sempre specificato (riportando numero del cap e titolo) quando un capitolo era direttamente legato o collegato ad un altro.

Sarebbe impossibile e impensabile riordinarli cronologicamente adesso.

Oppure dovrei smettere di aggiornare per un anno, scrivere i restanti 50 capitoli mancanti, e poi postarli in ordine. Ma non so quanta gente sarebbe d’accordo.

Non so come aiutarti, come rimetterli in ordine.

Ci sono capitoli che segnano dei punti fissi, come:

‘La gatta sul tetto che scotta’ (cap 4), perché da lì in poi Ed va da Roy anche per studiare, non solo per Tora.

Kiss the rain’ (cap 12), la loro dichiarazione.

‘Gatto nero, gatto bianco’ (cap 25): la loro prima volta.

‘Stelle a quattro zampe’ (cap 46): la promozione di Roy a Generale di Divisione e di Edo a Colonnello.

A breve, ne arriveranno altri, che segneranno nuovi traguardi.

Una cronologia è impossibile, perché gli eventi di certi cap entrerebbero in contrasto tra di loro.

Ma molti si possono inserire a piacimento del lettore, e mi sembra che sarebbe una forzatura obbligarvi a pensarla come me.

Se vuoi togliere la fic dai preferiti, perché ti senti deluso/a (scusa, non so come definirti, visto che ti piace giocare su questa ambiguità) sei libero/a di farlo. Non sei il primo che l’ha fatto, e non sarai l’ultimo.

L’ultima cosa che mi preme da dire è che, se certi episodi si ripetono (tipo la sbronza nella vasca), non è per mancanza di idee, ma perché mi piaceva creare dei richiami. Offrirvi la possibilità di fare dei confronti, su ciò che è cambiato e ciò che è rimasto tra Ed e Roy.

Concludendo, ti invito a rileggere un commento prima di postarlo. Il regolamento prevede che non siano zeppi di errori. E’ un indice di poco rispetto per chi lo leggerà.

 

E ora la mia domanda è: chi non commenta, la pensa come Red Robin? E’ scontento di come va la fic, ma non vuole dirlo?

In quel caso vi pregherei di farvi sentire, a maggior ragione. Grazie.

 

 

Un’ultima nota da festeggiare (almeno per me).

 

Stamattina ho raggiunto la 100ª preferenza come autrice  ^____^

Ne sono davvero onorata. ^/////^

 

 

 

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Come sempre, sono graditi commenti, consigli e critiche.


Grazie (_ _)

elyxyz

 

   
 
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