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Autore: IlQuokkaDaWonderland    07/01/2014    1 recensioni
Una lezione serale durante la quale la principessa Sophia si annoia particolarmente. Un giorno quasi normale nella nuova vita di quella che poco prima era un'orfana senza cognome.
Non ci sono spoiler, è ambientata dopo "L'Ordine della Spada", ma non in un momento preciso.
Probabile occ in alcuni punti.
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Adrian Blackmore, Ashton Blackmore, Bryce Vandemberg, Cain Blackmore, Sophia Lord
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Perché tu sei la mia fine e il mio inizio. '
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Queste sono cose da fratelli

- Queste sono cose da fratelli -

Dedicata a te ancora una volta.

Perché sì.

Auguri in ritardo, Lara.









Sophia si stava annoiando. Si stava annoiando tanto da sentire la pressione dello sbadiglio sulle labbra, ma l’uomo davanti a lei – una disgustosa, rotondeggiante, palla di grasso, vestita di viola che rispondeva al titolo di Lord Von Hounten – continuava a parlare incessantemente. Era così lento ed esasperante che lei si sarebbe volentieri buttata da una finestra della residenza dei Blackmore, se con lei non ci fosse stato Cain.

L’angelico redivivo stava in un angolo, sveglio da poco dopo il tramonto, e sghignazzava di tanto in tanto quando lei gli rivolgeva delle occhiate disperate, in cerca di aiuto, facendo, quindi, deformare l’ombra tremolante e importante del Lord alla luce delle candele e del caminetto.

“State ascoltando, principessa Sophia?” La voce di Bryce Vandemberg la scosse e lei annuì vigorosamente, nonostante avesse perso gli ultimi dieci minuti d’istruzioni.

“Molto bene. Dunque, mi prendo il permesso di uscire, ma tornerò quanto prima. Confido in voi Lord von Hounten.” Sophia avrebbe voluto pregarlo di restare, ma il suo tutore era già uscito, sorridendole allegro e tronfio del suo, finto, successo.

Cain, nel frattempo, si era spostato vicino a una delle statue presenti nella stanza e, mentre la sorella cercava di capire quale fosse il suo intento, assumeva la posa del marmo e la sua perfetta immobilità. La giovane Blackmore emise una risatina, svegliandosi da quel torpore e smettendo del tutto di ascoltare, troppo presa dal gioco fraterno.
Il biondo, vedendo che le sue azioni stavano avendo successo, continuò la sua opera, spostandosi nuovamente accanto a un busto di un vecchio parente, imitandone l’espressione e facendo sorridere nuovamente la ragazza che cercava invano di contenersi.

“Vi fa ridere parlare di guerre, mia signora?” Il Lord Porcello – così lo avevano battezzato i due fratelli Blackmore – l’aveva beccata.

“Assolutamente no, non stavo ridendo!” Fece la sua migliore espressione indignata da tale offesa e l’uomo sembrò convincersi.

L’eterno fanciullo, però, era di un altro avviso e, trovando attraente la riproduzione fedele di una donna in un quadro appeso, decise di continuare il suo gioco. Nell’istante preciso in cui il giovane s’immobilizzò, la porta della stanza si aprì, mentre Alexis portava da mangiare e da bere e annunciava l’entrata di Ashton e Adrian Blackmore dietro di lui.

Il redivivo più anziano – l’idolo delle cortigiane e di tutte le altre donne per bene, assiduo frequentatore di cimiteri e tombe inviolabili, nonché migliore amico non vivo di Eloise Weiss – finse garbatamente di non notare quello che, da vivo, sarebbe dovuto diventare re. Si avvicinò, anzi, a Sophia e le sussurrò a un orecchio: “Ne deduco che siate entrambi molto interessati a quello che sta dicendo.”

Lei sorrise imbarazzata, mentre Adrian faceva il suo ingresso e si raggelava all’istante, fissando il compagno più giovane, ancora intento a imitare i busti, le espressioni e le pettinature degli antichi parenti.

Nonostante tutto il Lord sembrava non accorgersi di nulla e continuava a parlare imperterrito. Adrian fissava Cain, cercando forse di ammonirlo con lo sguardo. Lui, per tutta risposta, fece risalire un’ombra sulla sua gamba, sorridendo. Ashton si limitava a osservare la scena, comodamente seduto vicino a Sophia, quest’ultima indecisa se scappare o ridere.

“Lord Von Hounten, spero non vi offenderete se io e il giovane Cain non assisteremo al resto della lezione. Purtroppo abbiamo delle incombenze da sistemare.”. Riuscì a proferire Adrian con la solita eleganza e calma, dopo quasi cinque minuti.

“No, certo. Ma Cain? Cain Blackmore? “Chiese l’uomo, perplesso. “Perché? Si trova qui?”

La risata cristallina di Cain fece vibrare le ombre nella stanza e spaventare il Lord, mentre Adrian lo raggiungeva a grandi passi, spingendolo verso la porta delicatamente, ma tenendo la mano ferma su una sua spalla. “Fuori.” Sussurrò così piano, in modo che solo i vampiri potessero sentire.

Il biondo si lasciò trascinare, fermandosi solo davanti alla sorella e mormorando: “Salutami il Lord Porcello anche per me appena esce da qui.”, suscitando un sorriso in Ashton, una nuova ondata d’imbarazzo in Sophia e una spinta più vigorosa da parte di Adrian.

La principessa fissò la porta chiudersi, pensando chiaramente che oltre a essere grasso, noioso, esasperante e cieco, Von Hounten fosse anche sordo per non sentire il rimprovero esasperato del parente più vecchio fuori dalla stanza.

“Cain, Lord Porcello! Ma cosa ti sei permesso di dire una cosa simile? E perché mai eri lì dentro?”

“Oh Adrian! Mi stai dicendo che è magro? E Sophia si sarebbe addormentata se non fossi entrato!”.

“Non-“ Si udì il redivivo più anziano sospirare. “Non farlo mai più. Io l’educazione ho tentato di insegnartela e non credo sia stata una totale perdita di tempo.”.

“Quindi, mi stai dando ragione.”

Sophia immaginò perfettamente l’espressione sorniona del fratello, mentre pronunciava quelle parole.

“Muoviti Cain, usciamo.”

La risata divertita, eternamente giovane e chiara come l’acqua di quello che era stato Haydan Lusian Blackmore rimbalzò un’ultima volta tra le pareti, mentre Ashton scuoteva la testa.
E Sophia pensò che, in fin dei conti, anche quelle lezioni potessero risultare divertenti.



*Nella tana della Lepre*

Dedicata sempre a Lara, ispirazione presa da una gita al museo Correr di Venezia.
Io stessa mi sono messa a imitare le varie statue e sì, ho pensato che Cain potesse farlo.
Probabilmente va un po' ooc, ma mi sono divertita a scriverne.
Lord Porcello non esiste, non esiste un Von Hounten (per fortuna).
Spero vi piaccia (°-°)/
Ciao ^^
   
 
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