UN AMORE SENZA FINE
POV
NARRATORE
Il
gruppo dell’avatar si stava nascondendo nella casa di Zuko,
sull’isola di Ember, e
quella mattina Zuko e Aang si
stavano allenando nel dominio del fuoco mentre Toph e Katara li
guardavano
annoiate.
«Fa
proprio caldo oggi» disse Zuko togliendosi la maglietta.
Nel
guardarlo Katara arrossì, «Hai ragione Zuko, e
certamente il dominio del fuoco
non aiuta» rispose Aang togliendosi a sua volta la maglietta.
Ripresero
ad allenarsi in silenzio.
Katara
continuava a guardarli, cercando di sembrare interessata non potendo
però fare
a meno di osservare Zuko.
Da
quando erano tornati dal loro viaggio aveva cambiato opinione sul conto
di
Zuko, ma purtroppo era
cambiato anche
qualcos’altro:
non capiva perché, ma era
attratta da lui.
Di
questo sentimento che era nato in lei ne aveva parlato solo con Aang,
che aveva
cercato più volte di spingerla a parlarne con Zuko, ma
Katara aveva sempre
evitato di farlo.
Ad
un certo punto Zuko si girò e notò lo sguardo di
Katara su di sé ma lei, appena
se ne accorse, distolse subito lo sguardo.
Il
gesto deluse un
po’ il ragazzo,
anche se Katara non poteva neanche lontanamente immaginarlo: lo
stesso Zuko provava dei sentimenti nei suoi confronti.
Durante
la cena Zuko continuava a pensare a Katara: era così bella !
forse, se
le avesse parlato…
Era
talmente preso dai suoi pensieri che non si era accorto che Katara si
era
allontanata ed era ritornata con una foto in mano.
«Ehi
ho una sorpresa per tutti» disse lei sorridendo.
«Lo
sapevo, avevi una relazione segreta con Haru!» disse Toph,
sorridendo a sua
volta. Tutti rimasero stupiti, soprattutto Zuko, il quale aveva stretto
i pugni
a quella fastidiosa affermazione, quell’affermazione gli
aveva dato molto
fastidio, ma non voleva darlo a vedere.
POV
ZUKO
Katara,
dopo
l’affermazione
di Toph,
era terribilmente arrossita. Che ci fosse qualcosa
di vero?
«Ehm…
no!
Stavo cercando delle pentole in soffitta e ho trovato questo»
disse mostrando
la foto «Guardate, è Zuko da piccolo. Non
è carino?» tutti risero ma io guardai
quella foto con rabbia, cosa che non sfuggì a Katara.
«Ehi,
su col morale, stavo solo scherzando!» mi disse cercando di
calmarmi;
ovviamente non poteva capire il motivo del mio comportamento,
così decisi di
spiegarglielo «Quello non
sono io… Quello è
mio padre!»
Dopodiché
mi alzai ed uscii di casa, raggiunsi la spiaggia, mi sedetti sulla
sabbia e
cominciai a pensare.
I
ricordi della mia famiglia felice continuavano a tormentarmi, ma quello
che mi
faceva più
rabbia
era l’immagine di Katara e Haru insieme...
solo
dopo un po’ di
tempo mi accorsi che Katara era
seduta acconto a
me.
«A
cosa pensi?» mi chiese lei gentile.
«A
niente» risposi io in modo secco.
«Con
me puoi parlare, lo sai»
«Non
pensi che forse non mi va di farlo?» le chiesi io sgarbato,
vedendola poi
abbassare lo sguardo.
«Scusa»
mi disse, poi si alzò per tornare in casa, ma io la fermai
«Katara, aspetta»
lei si fermò e si girò a guardarmi, quindi io mi
alzai per guardarla negli
occhi «Scusami tu, non dovevo risponderti in questo
modo».
Lei
mi sorrise e aggiunse flebilmente «Non
preoccuparti».
POV
NARRATORE
Katara
stava per tornare in casa, quando Zuko la fermò di nuovo.
«Katara?»
«Si?»
disse lei voltandosi.
«Hai
davvero una relazione con Haru?» lei arrossì
«Ecco
io…no, non potrei mai avere
una
relazione
con Haru… » disse
in
evidente imbarazzo.
«Perché?»
le chiese Zuko curioso.
«Perché
sono innamorata di un altro…» a
quelle parole Zuko si sentì come se una lama gli avesse
trafitto
il cuore.
«Oh...
capisco, scusami ma ora devo andare» disse lui girandosi e
correndo via.
«Credo
che abbia capito che sei innamorata di un altro, Katara»
disse Aang, comparso
dal nulla, facendo spaventare Katara «Aang! Mi hai fatto
prendere un colpo! Scusa,
che vuoi dire con questa frase?» chiese lei.
«Katara,
ma quando aprirai gli occhi? Zuko è innamorato di te, ma
è troppo impacciato e
insicuro per dirtelo!» lei era dubbiosa, così Aang
perse la pazienza «Secondo
te perché è andato via? Perché pensa
che tu ami un altro! Katara, raggiungilo e
confessagli il tuo amore!» Katara decise di seguire il suo
consiglio e senza
neanche rispondergli lasciò Aang sulla spiaggia
incominciando a correre.
Trovò
Zuko poco dopo, seduto su una piccola collinetta mentre guardava il
mare.
«Perché
sei andato via?» gli gridò Katara e lui si
girò a guardarla «A te che importa?
Perché non vai dal ragazzo di cui sei innamorata e mi lasci
in pace?» gli
gridò lui di rimando, “allora Aang
aveva
ragione”
pensò Katara.
«Non
posso andarci…» gridò
lei.
«E
allora da me cosa vuoi? Lasciami in pace!» le disse lui prima
di girarsi e
incominciare a
camminare.
In
quel momento, le parole di Aang cominciarono
a ripetersi nella sua mente “Credo che abbia capito che
sei innamorata di un altro… Zuko è innamorato di
te, ma è troppo impacciato e
insicuro per dirtelo… Katara raggiungilo e confessagli il
tuo amore!”
Come
se qualcun altro stesse muovendo il suo corpo, incominciò a
correre e raggiunse
Zuko e gli
afferrò
un braccio per farlo fermare.
«Non
posso lasciarti in pace!» gli disse guardandolo negli occhi.
«Perché?»
chiese lui.
«Perché
sei tu il ragazzo che amo, razza
d’idiota!» gridò
e solo dopo si
rese conto di quello che aveva detto.
Zuko
rimaneva immobile, non riusciva a credere alle sue orecchie,
così rimase in
silenzio, un silenzio che Katara scambiò per un rifiuto.
«Scusa,
ho sbagliato, fai finta che ti abbia detto niente» disse
girandosi per andare
via, ma lui, una volta ripresosi dallo shock, le afferrò una
mano e la fece
voltare.
Gli
occhi dorati di Zuko si persero in quelli azzurri di lei,
così le accarezzò una
guancia, poi unì le sue labbra con quelle di lei: era un
bacio casto, labbra
contro labbra, ma per loro era il bacio più bello del mondo.
Quando
si staccarono, Zuko poggiò la sua fronte su quella di
Katara «Ti amo anch’io piccola pazza!»
«Ehi!
Io non sono pazza!» disse lei mettendo un finto broncio e
dandogli le spalle,
lui le cinse la vita e poggiò la testa sulla sua spalla
«Lo so, ma nemmeno io
sono un idiota, quindi siamo pari» disse lui sorridendo.
«Va
bene, sei perdonato» disse lei baciandolo. Rimasero seduti in
spiaggia a
baciarsi fino a quando si addormentarono sulla sabbia.
Il
giorno dopo furono svegliati dalle grida di Sokka, corso in spiaggia
per
cercarli; da quello che diceva, Aang dopo una furiosa lite con gli
altri, causa
la sua volontà di trovare un modo per sconfiggere il signore
del fuoco senza
ucciderlo, era scomparso insieme a Momo.
Dopo
averlo cercato invano per tutta l’isola di Ember, Zuko
propose di chiedere a June (la
cacciatrice
di taglie) di rintracciare Aang, ma purtroppo, neanche
l’animale di June riuscì nel
suo intento, così Zuko le
chiese di trovare suo Zio Iroh, in modo che potesse aiutarli a
sconfiggere il signore
del fuoco.
June
li portò a Ba Sing Se, dove i membri del loto bianco li
scortarono fino alla
tenda del generale, ma Zuko, una volta arrivato davanti alla tenda, si
fermò:
non aveva il coraggio di affrontare suo zio, aveva paura che lui lo
odiasse
troppo.
Katara
lo vide lì, si avvicinò e gli cinse la vita da
dietro, lasciandogli un bacio
sulla spalla
«Cos’hai?»
«Mio
zio mi odia, con che faccia mi presento da lui dopo tutto quello che
gli ho
fatto?» chiese lui preoccupato.
Lei
lo fece girare e gli accarezzò una guancia «Tuo
zio non ti odia, lui ti vuole
bene e sono sicura che appena ti vedrà sarà
felicissimo di averti di nuovo al
suo fianco!» disse lei, dopodiché gli diede un
bacio sulle labbra e se ne andò
lasciandolo solo.
Dopo
le parole di Katara, Zuko prese coraggio ed entrò; quello
che aveva detto Katara
si era avverato,
suo zio
dopo averlo visto era scoppiato a piangere e l’aveva stretto
a sé.
Dopo
aver fatto colazione però, il generale Iroh disse che non
poteva aiutarli a
sconfiggere il signore del fuoco «Mi
dispiace ragazzi, ma solo l’avatar può porre fine
a questa
guerra e il vostro
destino è quello di aiutarlo».
«E
dopo che Aang avrà sconfitto il signore del fuoco, tu
riprenderai il tuo
legittimo posto sul trono?» gli chiese Zuko.
«No,
dovrai essere tu a diventare signore
del fuoco Zuko, tu sei l’unico che insieme
all’avatar può porre
fine a questa guerra e riportare la pace nel mondo; dovrai
stare attento perché Azula sarà lì ad
ostacolarti,
ma sarebbe meglio se
qualcuno ti aiutasse a sconfiggerla» gli disse suo zio.
«Non
preoccuparti zio» gli disse Zuko sorridendo
«Katara, mi aiuteresti a
sconfiggere Azula?» chiese guardando la sua ragazza negli
occhi.
«Certo
Zuko, con estremo piacere»
Così
Zuko e Katara partirono con Appa verso la nazione del fuoco.
Mentre
erano in volo, Zuko tirò fuori un bracciale che aveva fatto
lui la notte
scorsa, mentre aspettava che suo zio si svegliasse; era un semplice
laccetto
blu con una pietra azzurra scolpita a forma di luna come pendente.
«Katara?»
lei si girò a guardarlo «Dimmi» gli
disse sorridendo.
«Vorrei
darti questo» disse mentre si avvicinava a lei e le legava il
bracciale intorno
al polso «Zuko, è bellissimo» disse lei
dandogli un bacio per ringraziarlo.
«Avrei
voluto dartelo in un momento migliore, solo che... non so come
andrà a finire
con Azula, quindi…»
Katara
gli mise un dito sulle labbra «Non preoccuparti, fino a
quando staremo insieme non dovremo temere niente e nessuno»
si scambiarono un
tenero bacio, quando si staccarono si guardarono intensamente
«Mi sembra ancora
un sogno poter stare insieme a te» le disse Zuko continuando
a guardarla.
«Davvero?
» gli disse Katara sorridendo.
«Si… Ci
sono persone che nascono per sognare e persone
che nascono per essere un sogno» le disse lui serio.
«E
con questo cosa vuoi dire?
» gli chiese lei confusa.
«Bè
tu sei nata per essere un sogno, il mio sogno,
mentre io sono nato per sognarti in eterno» le disse mentre
l’avvicinava a se
per baciarla di nuovo, questa volta più intensamente, come
se volesse
dimostrarle che quello che le aveva detto era vero.
Quando
le loro labbra si separarono,
si abbracciarono e rimasero così fino a quando non
arrivarono
alla nazione del fuoco.
Azula
stava per essere incoronata, ma Zuko fermò subito la
cerimonia «Non sarai tu a
diventare signore del fuoco, sarò io!» disse Zuko
guardando la sorella.
«Bene
Zuzu, se vuoi il trono dovrai
batterti con
me, solo tu ed io, con l’Agni Kai!»
disse
Azula sfidandolo.
«Accetto»
rispose Zuko.
«No!»
gridò Katara «Non puoi affrontarla da solo, anche
tu hai ammesso di aver
bisogno di aiuto con Azula, io non voglio perderti!» disse
lei abbracciandolo.
«Andrà
tutto bene, ce la farò: Azula ha qualcosa
di diverso, è più debole» la
baciò un’ultima volta e poi
la fece allontanare.
Il
combattimento tra Zuko e Azula ebbe inizio e dopo un po’ lui
iniziò ad avere la meglio «Cosa c’è
Azula,
niente fulmini oggi?» disse provocandola.
«Te
lo faccio vedere io il fulmine!» rispose lei.
Azula
si preparò per scagliare il suo attacco, mentre Zuko si
preparava per
riceverlo, ma accadde una cosa che Zuko non aveva previsto.
Azula
all’ultimo minuto
aveva
cambiato direzione scagliando il fulmine contro Katara.
«No!»
gridò Zuko che corse il più in fretta possibile
verso la ragazza che tanto
amava, parandosi davanti a lei, facendole scudo con il suo corpo.
POV
KATARA
«No
Zuko!» gridai con le lacrime agli occhi, mentre vedevo il mio
ragazzo cadere a
terra dopo essere stato colpito per proteggermi.
Feci
per avvicinarmi a lui ma Azula me lo impedì
«Preferirei che fosse il medico di
famiglia a occuparsi del piccolo Zuzu» disse ridendo.
Sentii
la rabbia crescermi dentro «Pagherai per questo
Azula!» detto questo
incominciai a
combattere
contro di lei.
Azula
era sicuramente molto più forte di me, ma io ero molto
più determinata: aveva
osato colpire il ragazzo che amavo e per questo avrebbe pagato!
Grazie
all’utilizzo
di uno
stratagemma e all’aiuto del mio dominio dell’acqua
riuscii a bloccarla e ad
incatenarla.
Corsi
verso Zuko e m’inginocchiai accanto a lui:
era svenuto.
Provai
a chiamarlo, ma non si svegliava,
quindi
utilizzai dell’acqua per curarlo,
ma i suoi occhi
continuavano a rimanere chiusi.
«Amore
mio, ti prego non mi lasciare, io non posso vivere senza di
te» gli dissi
abbracciandolo, ma lui continuava a dormire.
POV
NARRATORE
Katara
continuava a piangere e a stringere Zuko tra le sue braccia: il ragazzo
era
stato colpito vicino al cuore, sicuramente non sarebbe sopravvissuto.
Mentre
piangeva, Katara non si accorse che alcune lacrime erano cadute sulla
ferita
sul petto di Zuko e grazie a queste, piano piano la ferita si stava
rimarginando.
Katara
all’improvviso
sentì
una mano che gli accarezzava una guancia «Non
piangere, sei più bella quando sorridi» Zuko si
era svegliato, le lacrime della
ragazza erano
lacrime
d’amore, ed era stato
proprio il suo amore a guarire
Zuko.
Katara
lo strinse forte e lo baciò.
Quando
si staccarono lei gli sorrise «Ho avuto paura, credevo di
averti perso per
sempre».
«Tu
non mi perderai mai, noi staremo insieme per sempre, è una
promessa»
Si
guardarono negli occhi prima
di scambiarsi
un tenero bacio d’amore, un amore che sarebbe
durato
per sempre.
FINE
Questa
storia ha
partecipato al contest “Ad
ogni
genere la sua frase” di Nemi23.