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Autore: ilaperla    08/01/2014    3 recensioni
Tommaso e Martina sono tornati a vivere. Li abbiamo lasciati, finalmente, con un finale tanto desiderato, voluto e ottenuto. Tanti sono stati gli ostacoli, materiali e non, nel loro cammino.
Ma cosa è accaduto prima? E cosa accadrà dopo il loro perdersi, ritrovarsi e amarsi?
Ritornano loro, ritornano gli altri e ritornano le emozioni.
[Continuo di Perdersi, ritrovarsi e amarsi. (Consigliata la lettura) http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1793747&i=1 ]
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Perdersi, ritrovarsi e amarsi'
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Amarsi: Quando qualcuno va via, non aver paura



Martina è in bagno mentre guarda quel bastoncino, con le sue due lineette rosa.
Non può credere ai suoi occhi. Ne aveva il dubbio da un paio di giorni, ma non credeva possibile fosse tutto reale.
Alza lo sguardo e i suoi occhi si scontrano con quelli nello specchio, così simili ai suoi.
Il volto della ragazza che è li, di fronte a lei riflette le sue stesse emozioni.
Sgomento, ecco quello che prova in prima battuta.
Ma, dopo che il mondo si è fermato per un attimo in quella stanza, un sorriso le increspa le labbra.
E forse, il primo sentimento da mamma, nasce proprio in quel momento.
 
Quando apre la porta del bagno, sente contemporaneamente la porta d’ingresso chiudersi con un tonfo.
Guarda l’orologio al suo polso e constata che suo marito è tornato con largo anticipo oggi, strano.
Solitamente non torna prima dell’ora di cena.
Subito si chiede come lui la possa prendere, dopo tutto si è così legato a Davide, il piccolo arrivato mesi fa, in casa di Matt e Miranda.
Dubbiosa, dato il fatto che non hanno mai affrontato l’argomento, decide di parlarne con calma quella sera, davanti a un bel film sul divano, accoccolati insieme.
Sorridendo, si avvia all’ingresso, mentre vede Tommaso indaffarato per slegarsi il nodo della cravatta.
“Bentornato” Lo saluta, avvicinandosi alle sue spalle.
“Hei piccola, ciao” Dice lui, mentre le lascia un bacio sulla fronte.
“Stai combattendo la tua guerra personale, verso quella povera stoffa? Cosa avrà fatto mai di male?”
Lui ridacchia e prendendola per i fianchi, l’avvicina a se.
“Mi dava fastidio”
“Ti aiuto”
Martina fa scivolare le sue piccole dita sul nodo, e con perizia e calma, lo slaccia, facendo scivolare la seta della cravatta grigia tra le sue dita.
“Fatto” Sorride, mentre torna a guardare gli occhi dell’uomo che tanto ama.
“Che c’è?” Gli domanda, vedendo la sua espressione seria.
“Stai bene?” Le domanda a sua volta Tommaso.
Non sa perché, ma Tommaso ha percepito qualcosa. È da stamattina che si sente questa sensazione addosso. È uscito da lavoro anche prima del previsto, perché non riusciva a rimanere in quella stanza, con il dubbio che ci fosse qualcosa che non avesse sotto controllo.
“Certo. Perché?”
“Presentimento” Detto ciò si allontana, andando in camera da letto per cambiarsi.
Martina, scrollando le spalle, si avvia in cucina pronta per preparare la cena per quel giorno così particolare.
 
Mentre sono sul divano, ormai come sempre, abbracciati a guardare la tv, Martina si attorciglia le dita preoccupata di come far uscire il discorso.
E se lui non ne sarà felice? E se lui decidesse che è troppo presto?
Del resto sono sposati solo da sei mesi, lei avrebbe voluto aspettare ancora un po’. Sono ancora tremendamente giovani e lei con un lavoro appena iniziato.
Ha paura per il futuro, paura che le condizioni saranno avverse.
Gira il capo e vede il profilo di suo marito concentrato e un po’ si calma, la paura un po’ sparisce e si tranquillizza.
È del suo Tommaso che sta parlando, quel ragazzo che non le griderebbe mai, quel ragazzo così coraggioso e testardo da affrontare le avversità.
Sentendosi osservato, il ragazzo volta la testa e scopre sua moglie a osservarlo. Sorride e le accarezza i capelli.
“Che è successo?” Le domanda curioso. Sa che nella testa di Martina frulla qualcosa.
Ne è sicuro, basta vedere i suoi occhi: diventano più cupi e tormentati.
Martina prende un sospiro e si siede più composta, allontanandosi un po’ dal corpo di Tommaso, ma non slegando mai la presa con la sua mano.
“Io, devo dirti una cosa”
Tommaso le fa un cenno con la testa, per invitarla a proseguire, ora più curioso e un po’ preoccupato.
Ma, vengono interrotti dal suono del cellulare di Tommaso che inizia a squillare sul tavolino di vetro di fronte al divano.
“Rispondi” Lo esorta Martina.
Lui la guarda un’ultima volta e piegandosi in avanti prende il cellulare e legge il mittente.
“E’ papà” Decreta un po’ turbato.
È sera, ormai le 22 passate e quest’orario incute un po’ di timore.
“Papà” Risponde con voce visibilmente curiosa.
“Tom, la mamma non sta bene. Siamo a casa”
“Arriviamo”
E questo basta per farlo scattare in piedi, ma rimane disorientato, senza sapere cosa fare realmente.
“Che è successo?” Domanda Martina, alzandosi anche lei.
Turbata, nel vedere il cambio di rotta delle emozioni del ragazzo.
Vedendo che nessuna parola esce dalle sue labbra, si avvicina e gli posa una mano sulla spalla.
“Tom. Che è successo?”
“Ci siamo. Mamma se ne sta andando”
 
Viaggiano nella notte in completo silenzio.
Martina cerca di reprimere quei singhiozzi fastidiosi, non gli ha mai sopportati. È come se ti mancasse il respiro, è come se qualcuno ti stesse stritolando la gola.
Non ha avuto la forza di parlare, semplicemente si sono infilati i cappotti e sono scesi in garage per prendere la macchina di Tommaso.
E ora eccoli qui, completamente all’oscuro, inghiottiti dal buio.
Tommaso guida veloce, quei dieci minuti che distano dalla casa dei suoi genitori, quel giorno diventano cinque.
Lo sa che non dovrebbe andare così veloce, non quando almeno accanto a se ha la ragione della sua vita.
Ma no stanotte, non questo giorno.
Sa che è il momento. Sa che deve dire addio a quella che è stata la donna più importante della sua vita.
 
Arrivano senza fiato, come se avessero corso le olimpiadi, alla porta dei genitori.
Il papà di Tommaso apre loro la porta e li invita ad entrare.
La casa è in silenzio, come se si fosse racchiusa in preghiera, come se sapesse anche lei di dover dare l’ultimo saluto alla sua padrona.
“Perché non siete andati in ospedale?” Domanda burbero Tommaso.
“Tom, lo sai qual’era il suo desiderio” Lo ammonisce il padre.
Il desiderio di Sofia è sempre stato quello di andare via, rimanendo nella propria dimora.
Non avrebbe mai voluto lasciare questo mondo attaccata a delle macchine, in una fredda camera d’ospedale e con quei dottori che non l’avrebbero fatta avvicinare dai suoi parenti più cari.
“Come sta?” Domanda con un filo di voce Martina.
“Male. Ha difficoltà anche a parlare. Entrate uno alla volta per salutarla, non deve affaticarsi più del dovuto”
E guardando quegli occhi così tristi, così colmi di lacrime, Martina si sente così piccola, così indifesa.

Mentre rimangono in silenzio, Tommaso perlustra il salotto con lo sguardo, rimanendo in piedi vicino lo stipite della porta, Martina si è seduta sul divano, senza emettere nessun fiato. Probabilmente per non disturbare.
Tommaso la guarda, la vede diversa, ma non si sofferma più del necessario.
Ha la testa pesante, anche se è tremendamente vuota.
Ad un tratto la porta della camera da letto dei suoi genitori si apre e per un attimo la sua mente pensa che da quella porta potesse uscire la figura di Sofia. Con il solito volto sorridente, con i suoi soliti capelli biondi in ordine, con gli occhi così identici a quelli di Tommaso.
Avrebbe voluto vedere nuovamente sua mamma, prima che il tumore la corrodesse, prima che tutto questo iniziasse.
Ely, piangendo esce e chiude la porta dietro di se, sollevando il volto trova quello di suo fratello, lo stesso provato. E non ha pensieri, tranne quello di gettarsi tra le sue braccia e sfogarsi, piangere tutte le lacrime che ha in corpo. Perché un pezzo del suo cuore sta andando via.
Tommaso non sa che fare, non è mai stato bravo nel consolare le persone. Non sa nemmeno come consolarsi da solo alle volte. Ecco perché si è sempre costruito la sua fortezza personale accanto. L’unica che sa dargli forza è sua moglie. Ma ora lei non conta, deve essere lui a dare la carica a sua sorella. Glielo deve.
“Non piangere piccola, lei starà bene”
Ma la verità è che queste parole fanno piangere anche lui. E per la prima volta, dopo tanto, troppo tempo, Tommaso vede la vista appannata.
 
Martina è seduta in poltrona, mentre guarda fuori la finestra, dietro quelle tende si nasconde la luna.
Silenziosa spettatrice di una fiammella che sta spegnendosi.
Involontariamente si tocca la pancia, ancora troppo piatta.
Si domanda, nuovamente, cosa accadrà. Ma stavolta il dubbio più grande è cosa farà suo marito dopo questo giorno. Sarà lo stesso? Non ne ha idea, ma qualsiasi cosa accadrà lei sa che gli sarà sempre affianco. Nel bene e nel male, proprio come quella promessa di tanti mesi fa, che li videro uniti per la vita.
Sente una presenza dietro le sue spalle e si alza girandosi, per ammirare gli occhi verdi di Tommaso lucidi e provati dalle troppe lacrime.
“Se vuoi, puoi entrare” Sibila lui, con voce roca.
Ma non la sua solita voce, questa è rotta dal pianto e a Martina viene la pelle d’oca. Farebbe qualsiasi cosa pur di scacciare via quella sensazione.
“Tom…” Lo richiama lei, avvicinandogli una mano alla guancia.
Ma lui non è pronto, non ancora.
Fa un passo indietro e Martina fa cadere il braccio lungo il suo fianco.
“Va, io rimango qui” Sussurra lui.
La ragazza asseconda con la testa e butta giù il nodo che le si è formato in gola.
Con passo incerto si allontana, lasciando li, quel ragazzo spezzato a metà, mentre si lascia cadere sulla poltrona occupata poco fa da lei.
 
Quando apre la porta, una strana calma la invade.
Ha sempre amato quella stanza della casa. È un po’ come un mondo a parte.
Le piace l’angolino che ha creato Sofia con tanta cura. Nell’angolo in fondo alla stanza c’è un piccolo scrittoio, con una poltroncina di velluto verde scura e una biblioteca proprio accanto.
Sullo scrittoio un set da scrittura prende posto al centro, con tutto il suo splendore.
Al centro della camera un grande letto matrimoniale, che al momento ospita una donna con gli occhi chiusi, visibilmente stanca.
Ma Martina si sorprende ancora, anche così debole, Sofia emana una lucentezza pacifica, ordinata.
Ne è sicura. È un angelo.
Chiude la porta silenziosamente, cercando di fare il minimo rumore, ma Sofia apre stancamente gli occhi e sorride.
“Tesoro” La chiama e a Martina mille brividi le passano sulla schiena.
Quella donna l’ha sempre considerata tale: un tesoro. Perché per lei, ha salvato la vita di quel figlio sbandato, che probabilmente avrebbe preso strade diverse.
“Ciao” La saluta ricambiando il sorriso.
Martina si siede su una sedia posta accanto al letto e Sofia allunga una mano livida, che prontamente la ragazza l’afferra.
“Sarai stanca, riposati” La invita Martina.
Sofia sorride e guarda quella ragazza con tanta devozione ed ammirazione.
“Avrò l’eternità per riposarmi” Decreta, senza paura della morte.
Anche nel letto di morte, ha voluto rassicurare tutta la sua famiglia.
Starà bene, ne è sicura, perché lei veglierà su di loro.
Martina reprime un singhiozzo e chiude gli occhi per bloccare le lacrime.
“Non piangere cara. Vorrei da te solo una promessa”
“Qualsiasi cosa”
“Prenditi sempre cura di mio figlio. Lo so che alle volte sarà difficile, lo so che lui sarà testardo, è fatto così. Ma tu piccola mia, non rinnegarlo mai. Perché la forza dell’amore è a vostro vantaggio”
Martina si asciuga una lacrima e nega con la testa.
“Non lo farò mai. Nemmeno se lui mi dicesse di mollare tutto. Perché non si può tornare più indietro Sofia. E sai perché? Perché lui diventerà papà”
E per la prima volta, dopo il tanto preoccuparsi di essere forte, Sofia cede. Cede alle lacrime.
“E’ stupendo” Dice solo, affaticata, ma felice.
Si, anche ora che sa che dovrà lasciare tutto, anche se sa che non vedrà suo nipote crescere, non potendogli stare accanto fisicamente, è felice.
“Siate sempre importanti l’uno per l’altro e sostenetevi”
“Te lo prometto”
Sofia chiude gli occhi, ma sorride. Finalmente pronta per andare via. Senza rimpianti.
Ha avuto la famiglia che ha sempre desiderato e ora che tutti i suoi figli hanno trovato le loro strade, anche lei può intraprendere questo nuovo viaggio.
 
Alcuni giorni dopo, dopo aver salutato definitivamente quella donna generosa e dal cuore d’oro, Tommaso è seduto nel suo studio in casa, con lo sguardo perso.
Sono ormai giorni che si chiude li dentro senza un compito ben preciso.
Scribacchia su quei fogli senza realmente concentrazione.
Ha allontanato tutto e tutti, anche Martina. Perché vuole solo rimanere solo, solo con il dolore.
Ma non sa che questa è la decisione più sbagliata che potesse prendere.
Perché non importa quanto forte sia il dolore, noi dobbiamo essere sempre più forti, per affrontarlo e sconfiggerlo.
Martina si asciuga le mani nell’asciugamano in bagno e si guarda allo specchio.
Sospira pesantemente quando uscendo dal corridoio, vede la porta dello studio chiusa.
È come se suo marito abbia messo una sorta di muro invalicabile. Ma lei ne ha abbastanza. Ha fatto una promessa a Sofia e intende mantenere la parola data.
Con un colpo di nocche, bussa alla porta, ma non ottenendo risposta decide comunque di aprirla.
Quando entra, il tono di voce di Tommaso la colpisce duramente.
“Voglio stare solo” Esordisce lui, in piedi dietro le tende della finestra.
“Tom, non esci di casa da giorni, non credi sarebbe opportuno cambiare aria?”
“Non mi importa un accidente”
Lei sospira, perché sa che questo non è il Tommaso vero, questo è un sostituto momentaneo, preso dalla rabbia.
“Stai sbagliando”
Lui si gira e un lampo di fuoco attraversa il suo sguardo.
“E sentiamo Martina, perché starei sbagliano eh? Non è morta tua madre e non sai nemmeno cosa si prova, perciò fa silenzio”
Martina è spiazzata, non si sarebbe mai aspettata una reazione così.
È impaurita, è vero, ma non scapperà. No, non lo farà mai più nella sua vita.
Prende un sospiro e decide di dirglielo, perché lo deve a lui, ma maggiormente a quella donna.
“Tom io sono incinta”
 
Tommaso è furente, sa che non dovrebbe urlarle contro, non se lo merita. Ma è così arrabbiato con la vita.
Perché ha portato via una vita così genuina? Perché proprio sua madre? Quella persona così dolce, così sincera e solare. Non se lo sa spiegare.
Mentre guarda con gli occhi arrabbiati quella ragazza che tanto ama, ma che ora vorrebbe solo lontana da lui, perché vuole crogiolarsi nel dolore, vede quanto lei sia caparbia.
La vede prendere un sospiro e poi pronunciare le ultime parole che si sarebbe aspettato.
“Tom io sono incinta”
Tommaso strabuzza gli occhi.
Ed è un attimo, come un calcolatore, il cervello mette a posto tutti i tasselli.
Ricorda quella sensazione di quel giorno a lavoro, ricorda negli occhi di Martina una luce diversa, ricorda il discorso di sua moglie prima di essere interrotti da quella telefonata.
E si sente uno schifo. Si sente come l’ultima persona degna di tutto ciò sulla faccia della terra.
Si avvicina titubante a Martina, impaurito di vederla scappare via.
Ma lei rimane, perché Marina è cambiata. Perché ha promesso. Perché nel suo cuore, rimanere è la scelta più giusta da fare.
Tommaso la circonda con le braccia e sussurrandole all’orecchio cerca l’ennesima redenzione da quella ragazza.
“Perdonami” Sussurra.
“L’ho fatto da quando ci siamo ritrovati Tom”
E Tommaso ne ha la conferma. Ama quella donna e ora ama anche quella nuova vita dentro di lei.

 

*Si asciuga una lacrimuccia*
BUON ANNO!
Scrivere questo capitolo è stato un parto, ha prosciugato tutte le mie idee.
E perdonatemi se (per caso) andrò un po più lenta negli aggiornamenti.
Ma cercherò sempre di pubblicare al momento opportuno.
Vi piace il capitolo? A me tanto, veramente molto.
Sapete ormai che io amo Sofia e scrivere tutto ciò, nell'aggiornamento è stato difficile.
Ma il suo destino lo avevo ben fisso in mente, da quando scrivevo la prima storia.
Infatti, nell'epilogo c'era anche qualche accenno.
Insomma, è un po toccante ma ce l'ho fatta!
Perdonatemi se sono di poche parole, ma sono immersa nello studio e le uniche parole che al momento mi vengono in mente sono: contratti, oggetti e cause.
Vorrei salutare e ringraziare voi tutti, che vi siete aggiunti nelle festività e che commentate attivamente questa storia.
Continuo ad avere recensioni per "Perdersi, ritrovarsi e amarsi" davvero dolci.
E non riesco a crederci che c'è gente che continua a leggerla.
Vi ammiro e vi adoro! Sappiatelo.
Ora vado, altrimenti il libro si sente solo.
Vi ricordo che se ne avete voglia, potete aggiungermi nei link sotto.
Un bacione.
-Ila-


 
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