THE
SECRET IS OUT
Shannon, invece di andare
agli studi di registrazione, si precipitò ad Hollywood, sul
set della
Paramount, dove Jared, vestito da poliziotto, stava recitando la scena
madre
del suo nuovo film: un poliziesco a base di inseguimenti,
interrogatorio del
colpevole, prigioni fatiscenti e
manette
assortite.
Aspettò, piuttosto
pazientemente, che Jared finisse il ciak e lasciasse il set ma anche la
sua era
una bella prova di recitazione visto che Shannon non si sentiva per
niente tranquillo,
né in grado di aspettare un minuto di più. Jared
lo vide e gli fece segno di
seguirlo verso il camerino, poco lontano.
“Ehi, Jay.”
“Ciao, Shan. Come
va?”
“Bene, dai. Tu?”
“Tutto Ok. Un
po’ incasinato
con le riprese, ma tutto sommato bene. Siamo alla fine ormai, ancora
pochi
giorni. E’ partita Stella?”
“Sì,
stamattina.”
“Peccato.”
Jared si appoggiò
al tavolino del trucco, mentre si toglieva gli aggeggi dalla divisa.
“Che
volevi?”
“Devo parlarti
urgentemente.”
“Di cosa? Problemi con la
tournee?”
“No, nessuno.”
“A Tomo è
passata
l’influenza?”
“Sì, era una
cosa da poco,
via, forse un po’ di stress.”
“Allora, cosa
c’è? Non mi
dirai che Tim ci lascia?”
“No. Non
c’entrano i 30
Seconds to Mars.” Shannon gli si mise davanti a braccia
conserte.
“Meno male, pensavo di
avere
problemi ancora prima di…”
Shannon lo interruppe. Non
ce la faceva più.
“Ho incontrato Kate,
oggi.”
“Ah, sì?
Dove?”
“All’aeroporto.
Stava
tornando a New York.”
“Davvero? E come
sta?”
“E’
incinta.”
Jared si bloccò di
colpo,
rimanendo con la fondina della finta pistola in mano, e si mise a
fissare il
fratello. Per un attimo non disse nulla. Cercava di trovare nel suo
cervello un
senso a questa notizia. E, già che c’era, anche
qualcosa da dire.
“C-come? Si…
si è sposata?”
Shannon
scosse la testa: “Penso di no.”
“E
allora…”
“Non sai niente,
tu?”
Jared lo guardò,
sconcertato:
“Ma… cosa dovrei sapere?”
“Sei tu il padre del
bambino, Jay?”
Jared rimase a guardare
Shannon ad occhi spalancati, incapace di articolare una frase. Bambino?
Padre?
“Ma… te
l’ha detto lei?”
“No. Non esplicitamente.
E’
stato come parlare con una tomba, a dire il vero, ma proprio il fatto
che non
mi abbia parlato del suo compagno mi fa supporre che non ce
l’abbia. Quando ho
provato a chiedere, è scappata via.”
“Ma non è
detto…”
“E’ di circa
cinque mesi e
ora siamo in Maggio, quindi deve essere successo a Natale, quando sei
andato a
trovarla tu. I conti tornano, o no?” Shannon contò
i mesi sulle dita, sotto il
naso di Jared.
“Oddio.” Jared
si sedette
pesantemente su una sedia lì vicino. Non poteva essere vero.
Lui, padre? No.
Impossibile. Non aveva mai pensato ad una eventualità del
genere e comunque,
nelle sue relazioni, brevissime o lunghe, aveva fatto sempre tutto in
modo che
non potesse accadere.
Jared aveva sempre glissato
con il fratello su quanto era accaduto quella notte a casa di Kate e
Shannon
continuò: “Ma… non per farmi gli affari
tuoi, ma quella notte non siete stati…
ehm… attenti?”
Jared si passò una mano
tra
i capelli, sospirando. “No. A dire la verità, no.
E poi… non ero andato a casa
sua con l’intenzione di scopare. Non so perché
sono andato… mi faceva pena,
forse per quello, era da sola, senza nessuno.” La voce
dell’uomo era quasi un
sussurro. “Mi ha raccontato dell’incidente dei suoi
genitori. Era disperata e
ubriaca, io era tanto che non… e… la situazione
mi ha preso la mano… insomma,
hai capito…”
Se non l’avesse
conosciuto
bene, Shannon poteva pensare che Jared fosse imbarazzato. Ma no, non
poteva
essere: non era la prima volta che parlavano di donne, sesso e scopate
varie.
“Sì, ho
capito. Cosa pensi
di fare, ora?”
“Non so… Devo
pensarci…”
Shannon si sentì in
dovere
di fare il fratello maggiore, di consigliare, almeno per una volta.
Lui, che
non sapeva consigliare nemmeno se stesso su cosa fare con Stella.
“Senti: devi
andare a parlare a Kate. Non puoi fare finta di niente. Lo sai che lei
è
testarda e da te non viene nemmeno se il bambino fosse davvero tuo.
Quindi devi
andare tu e chiarire le cose.”
Jared si alzò dalla
sedia e
si avviò verso la finestra, mettendosi a guardare fuori:
“Lei mi odia, mi ha
sempre detestato e
non so perché. Ed ora
mi disprezzerà ancora di più. Per quello che le
ho fatto.”
“Non occorre che ti
ricordi
che certe cose si fanno in due, lo sai benissimo.”
“E se è mio?
Poi cosa
faccio?”, disse Jared, dopo un po’.
Shannon gli andò vicino
e
gli mise una mano sulla spalla. “Dovrai decidere se fare o
meno il paparino
affettuoso. E comunque pagarle gli alimenti per il bambino, che tu
voglia o no,
non mi pare ci siano altre soluzioni. Non siamo delle bestie. Se
è davvero tuo
figlio non hai scelta.”
“Pensi che sia facile
affrontare Kate?”
“No. Non è
nemmeno facile
per lei affrontare te. Visto che siete testardi e rompiballe allo
stesso modo.
Ma devi farlo.”
“Ci
penserò.” Jared si alzò,
sospirando. “Ora devo andare a girare l’ultima
scena.”
“OK. Ci sentiamo
più tardi.
Usciamo a cena, se vuoi.”
Jared cominciò a
sbottonarsi
la camicia per cambiarsi il costume di scena: “No, grazie.
Non so a che ora
finisco, qui. Comunque…”
“Cosa?”
“Per favore, Shan, non
dire
niente a nessuno, d’accordo? Nemmeno a Stella, né
a mamma. Per il momento
almeno.”
Shannon fece spallucce.
“OK.
Come vuoi.”
“Grazie.”
“Di niente.
Ciao.”
Shannon uscì e subito
entrò
la costumista per preparare Jared. L’uomo lasciò
fare, pensando alla scena che
avrebbe dovuto girare, ma si rese conto che non si ricordava
più le sue
battute.