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Autore: shanna_b    29/05/2008    2 recensioni
La vita a volte prende pieghe non prevedibili... e se Jared, durante un concerto, si rompesse una gamba? Cosa succederebbe al suo ego, alla sua vita e alle sue vicende lavorative e personali?
In questa storia è contenuto anche il sequel della mia ff precedente "Shannonite acuta", in cui compaiono i personaggi di Shannon e Stella.
Soliti avvertimenti: non conosco i 30STM e questi "Leto" sono come me li immagino io (e qualche mia amica...), non scrivo a scopo di lucro e mi sono inventata TUTTO MA TUTTO MA TUTTO MA TUTTO...
La dedico a Tannaca e Folleria che mi fanno da Beta-Readers, amiche e psicologhe...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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I’M A SELFISH BASTARD

 

Jared era sconvolto, in realtà.

Non lo aveva dato a vedere davanti a Shannon, ma non si capacitava che la sua vita avesse preso quella strana piega. Ora, seduto sulla veranda di casa sua a godersi la tiepida serata californiana con una bottiglietta d’acqua in mano, doveva assolutamente decidere il da farsi.

Lui, padre?

Di un bambino?

Da una donna che lo odiava, che lui conosceva appena e della quale non era innamorato?

Cosa doveva fare, ora?

Precipitarsi da Kate e dirle “ti amo facciamo finta che tutto funzioni perché avremo un figlio?”. No. Decisamente no. Non era in discussione nemmeno un secondo. Dirle una cosa del genere significava solo raccontarle una balla bella e buona, falsa anche se, volendo, poteva essere confezionata bene. Ma Jared non aveva intenzione di impacchettare e infiocchettare alcunchè.

Dire a Kate ‘ti amo’? Assurdo. Non aveva mai pensato nemmeno per un momento di amarla. Non sapeva cosa poteva provare per lei, ma non era amore. Non era quello che vedeva negli occhi di Shan e di Stella quando si guardavano: niente del genere. Non era desiderio di stare insieme ad una persona speciale: erano quasi sei mesi che non la vedeva, a Kate aveva pensato sì e no un paio di volte e, soprattutto, non gli mancava per niente. E allora cos’era? Che cosa provava lui veramente per Kate? Non sapeva spiegarselo.

Perché era andato a casa sua, quella sera? Aveva detto a Shannon che era perché la donna gli faceva pena, visto che era da sola come un cane, ma non era del tutto vero. O forse sì?

Allora perché?

Per dare cibo al suo ego, offeso da una donna che lo odiava e poi vendicarsi di lei facendoci l’amore? No, gli pareva che non fosse quello. Non era stato spiacevole fare l’amore con Kate, dopotutto, anzi. Si ricordò che aveva goduto di ogni momento che aveva trascorso nel suo letto: si ricordava perfettamente il profumo di lavanda della sua pelle, il suo corpo arrendevole, i suoi baci appassionati, le sue mani calde. Aveva certamente avuto compagne di una notte ben peggiori, molte delle quali pagate profumatamente.

Allora cos’era?

Jared non riusciva a darsi una risposta, nonostante la sua mente razionale provasse tutte le possibilità.

E Kate, cosa provava per lui? Probabilmente niente. Forse lo odiava: lo aveva sempre trattato con freddezza, fin da quando si erano conosciuti, non erano mai entrati in sintonia. Non si erano mai davvero conosciuti. E poi il modo in cui si erano congedati quella mattina, dopo un’intera notte passata una nella braccia dell’altro, era da incubo. Lei non lo voleva nella sua vita, non l’aveva mai voluto. E ora cosa avrebbe potuto aspettarsi da lei? Una porta chiusa in faccia e un insulto, sicuramente.

Era un casino. Un gran casino.

E ora uscirci? Come si poteva fare?

Jared riprese a guardare il panorama di Los Angeles, sospirando.

Cosa poteva fare?

Niente?

Niente?

Esatto.

Niente.

Forse a Kate non era il caso di parlare affatto.

Jared pensò che poteva tranquillamente fare finta di niente. In certi casi, non fare niente era come fare tutto e permetteva di risolvere situazioni apparentemente senza soluzione.

Chi sapeva dell’arrivo di questo bambino?

In pratica, NESSUNO.

Lui ufficialmente no: Kate non gli aveva detto niente.

Shannon lo supponeva soltanto, sulla base dei suoi conti e sulla dimensione della pancia di Kate, ma… che diavolo ne sapeva Shan di donne incinte? Da quando suo fratello si intendeva di Pediatria applicata? Diceva che la donna era di cinque mesi e magari non era vero per niente. Shannon non sapeva nulla di certo e se Kate, all’aeroporto, non gli aveva detto niente era perché non voleva che Jared lo sapesse, oppure perché lui non era affatto il padre del suo bambino. Altrimenti glielo avrebbe sbandierato in faccia, no?

Quindi: che problema c’era? 

Nessun problema.

Bastava che Shannon stesse zitto con quella sua ciabatta di bocca da comare e non dicesse niente a nessuno. Nemmeno a Stella… dopo tutto non erano affari di nessuno dei due.

Bastava che lui non vedesse più Kate, il che era anche fattibile visto che lei abitava nella East Coast e lui nella West. Se lei avesse voluto trovarlo lo avrebbe fatto, no? L’indirizzo di casa sua la clinica lo aveva e anche il numero di telefono. Vuol dire che Kate non voleva, a maggior ragione.

Bastava che nessuno parlasse ed era finita lì, ancora prima di iniziare.

Un giorno, in futuro, FORSE Kate avrebbe detto qualcosa su suo padre al bambino e allora, e solo in quel momento, FORSE Jared si sarebbe posto il problema. O FORSE Kate non avrebbe raccontato nulla al suo bambino e allora non sarebbe cambiato comunque niente.

Perfetto. Bastava fare così.

A giorni sarebbe partito il tour mondiale dei 30 Seconds To Mars che avrebbe toccato l’Europa, l’America Latina, l’Asia e l’Australia: Jared avrebbe cambiato addirittura continente e per tre mesi non sarebbe tornato per niente negli Stati Uniti, impegnato in Festival, concerti ed apparizioni televisive.

Perfetto. Meglio di così…

Ormai era sera tardi. Jared si alzò dalla veranda per andare a letto. Sbadigliò e si stiracchiò i muscoli, togliendosi la maglietta.

Si sentì sollevato per avere trovato una soluzione, come quando faceva i compiti da bambino e trovava il risultato del problema, velocemente e senza sporcarsi più di tanto le mani.

Bene, era tutto a posto.

Tutto.

Proprio tutto.

E allora perché non ne era così felice?

   
 
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