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Autore: Erisachan    29/05/2008    4 recensioni
Quando hai 6 anni e fai una cosa decisamente stupida,la mamma ti guarda,allunga il dito verso di te e scuotendolo ti chiama bricconcello e ti dice che "non si fa".
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Coppie: Brian.M/Matthew.B
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note dell'autrice..secondo capitolo di questa storia che ancora non ho capito dove andrà a finire, ma che intanto sembra voglia continuare!
Ora, come l'ultima volta e quella prima ancora Brian e Matt non mi appartengono e non fanno le cose qui citate.
Mi scuso da subito con le incongruenze, se qualcuno vuole specificare per esempio i nomi della madre e del nonno di Matt sarò felicissima di modificare il testo! >.< Scusate ancora!




'Couse it's my home, and only this




Solitamente quando un uomo porta a casa la propria ragazza è spaventato.
Anzi, di solito un uomo non ce la porta proprio a casa, o perlomeno cerca di ritardare l'infausto giorno per più tempo possibile.
Ecco, il mio attuale problema è che quel tempo è scaduto, e io sono fottuto.
Perchè non solo è arrivato il momento di portare a casa la persona che amo, ma si da il caso che questa persona sia un uomo. A condire il tutto c'è anche che non è un uomo normale, perchè io gli uomini non me li scelgo mai normali, vado a cercarmi le situazioni complicate, quelle su cui puoi restare a farti seghe mentali per giorni uscendone fuori senza lo straccio di una buona idea.
Il mio ragazzo, il mio uomo, è il frontman dei Placebo, Brian Molko.

Voi direte che due persone adulte e vaccinate come dovrebbero essere due trentenni, non hanno nessun motivo per farsi di questi problemi, beh, provate a dirlo al tizio che mi siede di fianco elargendo i suoi motivo dal primo al centesimo sul perchè "non piacerò mai a tua madre".
Io lo capisco il panico da "esibizione" diciamo? Ma arrivare a dire che non gli piacerà perchè quando era piccolo aveva un cane di nome Bob (che è il nome di mio nonno morto in guerra) e che quando lo verrà a sapere lo prenderà come un'affronto mortale...è un tantino troppo paranoico e troppo stupido per i miei gusti.

Quindi capirete senz'altro perchè ora che ho parcheggiato nel vialetto di casa mia io sia un tantino titubante all'idea di suonare il campanello. Dopo tutto il tempo che ho passato fuori da questa casa, da questo quartiere, da questa città, lontano da mia madre, i dubbi e le paure di quando ero ragazzino si riaffacciano nella mia mente. Mi sembra ancora di vedermi a testa bassa a ricevere l'ennesima strigliata per l'ennesima buca a scuola, per l'ennesima festa da Dominic con risvolti tragici, per l'ennesima canna fumata nel garage con Dom e Chris. A pensarci bene il 90% delle strigliate me le sono prese per colpa di Dom, forse dovrei cominciare ad attuare qualche piano di vendetta nei suoi confronti.

Ma dopotutto è mia madre, la solita Marylin, la solita casa, il solito quartiere e la città di sempre. Quindi mi faccio coraggio, ignoro le proteste di Brian sul fatto che non è ancora psicologicamente pronto e suono il campanello, avvertendo quella morsa allo stomaco che distingue sempre l'attesa.

E ad aprirmi è una madre, con un grembiule addosso, un mestolo in una mano e l'altra ancora appoggiata alla maniglia della porta spalancata. Ed è davvero come tornare adolescente, ad ogni gradino verso l'uscio, ad ogni sfumatura che si intravede sul suo viso, è come quando torni a casa da scuola, sbatti lo zaino in entrata alla meno peggio e la senti mentre ti dice "Bentornato Matt". L'unica differenza è che stavolta non ho uno zaino, ma una valigia, e che non l'ho sbattuta ma me la sono proprio dimenticata mentre andavo verso di lei e l'abbracciavo riscaldato dal suo "Bentornato a casa" il saluto di sempre.

Mi volto staccandomi dal suo abbraccio, mi volto e vedo sul volto di Brian un espressione nuova, che non avevo mai visto, un misto di tenerezza e gioia, di rammarico e rimpianto e d'improvviso mi torna alla mente come dev'essere per lui vedere una madre e un figlio che si abbracciano, quando lui, dai suoi genitori non ha mai ricevuto quel tipo di affetto. Ma so che non me lo farà mai pesare, so che è felice quando lo sono io e che sa che c'è posto per lui, in ogni mio abbraccio.

"Mamma, quello è Brian, il mio ragazzo" ed è strano pronunciare quelle parole, che non si addicono a un trentenne, la parola "Ragazzo" si usa con i liceali, con i ragazzini alle prime cotte, eppure nessuno dei due fa una piega mentre tendo la mano verso Brian, mentre si incammina verso di noi e la prende salendo i pochi scalini che lo separano dalla porta, mentre sorride a mia madre come un perfetto gentiluomo e la ringrazia per l'ospitalità.

"Il piacere è tutto mio Brian, vedo che il mio Matt non smentisce il suo buongusto" gli strizza l'occhio e io vedo per la prima volta quelle guance bianche come la neve imporporarsi di un rosso che non è dovuto all'eccitazione, ma all'imbarazzo, un colore che dura solo pochi attimi prima di scomparire dietro a un sorriso malizioso.

"Beh, direi che di buongusto ne siamo dotati entrambi a sufficenza!" questa volta sono le mie guance che si imporporano mentre sento quelle parole e la stretta di Brian farsi più forte nella mia mano.

"Su questo non ci sono dubbi! Non hai idea di cosa combinava quando andava ancora a scuola grazie al suo bel faccino!"

"Effettivamente no, ma sono convinto che lei sarà ben lieta di raccontarmi tutto...nei dettagli"

"Ovvio! Non è forse uno dei doveri principali di ogni madre che si riespetti!?"

Mi ritrovo a fissarli prima uno poi l'altra cercando di capire dove siano finiti la madre amorevole e l'uomo che fino a 10 minuti fa era in preda a una delle migliori crisi isteriche della sua vita, e quando cavolo hanno lasciato il posto a questi due mostri che stanno pianificando la mia umiliazione.

"Non pensarci nemmeno mamma! Giuro che se provi a raccontargli di quando mi hai lasciato in mutande fuori casa per punizione me ne vado all'istante!"

"Direi che ci hai già pensato tu tesoro...." mi volto e fisso Brian che sta cercando di riprendere a respirare tra una risata e l'altra, con mia madre che cerca di trattenersi per non aggravare ulteriormente la situazione.
Non mi resta che utilizzare tutta la mia maturità e tirarmene fuori elegantemente. Quindi gonfio le guance, li guardo in cagnesco e li spingo dentro chiudendomi la porta alle spalle esprimendo il desiderio di pranzare, non fosse che Brian mi ricorda che le nostre valige sono ancora fuori dal cancello "non vorrai che qualcuno rubi il tuo set di trolley rosa vero?" chiaramente non è una delle possibilità alle quali sono disposto a cedere, quindi mi catapulto fuori e porto al sicuro i miei piccoli rassicurandoli che non capiterà mai più una cosa del genere in tutta la nostra vita insieme e che non li lascerò mai più soli in un posto che non conoscono.

Nel frattempo noto che mia madre si è rimessa ai fornelli per finire la preparazione del pranzo che ho tanto appassionatamente affermato di volere, lasciandomi però tutto il tempo per sistemare le mie cose nella mia vecchia stanza e dare un occhiata alla casa accompagnato da Brian, beandomi nel vedere le foto di sempre, solo qualche mobile nuovo fa sfoggio di se all'interno del salotto, una nuova tv, un nuovo tavolino da caffè, ma il divano, la poltrona, le tende sono sempre le stesse e il profumo di casa è inconfondibile, lo respiro appieno godendomene ogni particella, lasciando che mi avvolga e che avvolga anche Brian, sperando che possa sentirsi anche lui un pò a casa.




   
 
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