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Autore: xmichaelhair    09/01/2014    4 recensioni
“Va bene Taylor, facciamo un patto.” dice.
Sbuffo.
“Che tipo di patto?”
“Dovrai passare tredici giorni con me e cercherò di farti innamorare di me.”
Accetto senza pensarci due volte, tanto sapevo che non ci sarebbe mai riuscito.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Shelley, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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6.Giorno numero cinque.



Passai un pomeriggio fantastico in compagnia di George, Josh, JJ e Jaymi che continuavano a cantare canzoni allegramente.
Quei quattro dovevano assolutamente andare ad X-Factor.
La parte brutta della giornata fu la sera.
Appena tornai a casa i miei genitori iniziarono a farmi la ramanzina dato che ero uscita senza chiedere il permesso.
Odiavo quando erano così severi, e per di più mi beccai pure una punizione.
Perfetto direi.

“Dovete sempre controllare la mia vita, non ne posso più lasciatemi vivere e divertire una volta per tutte.” sbottai lasciando tutti e due a bocca aperta, per poi correre in camera mia e sbattare la porta.
Non ne potevo più.

Inviai un messaggio ad Ele.


“Salvami, ti prego.
Tay. x”


“Che succede?
Ele. x”


“Punizione..”


“Ma sei stupida? Cosa hai combinato?”


“Sono uscita senza permesso, ti racconto meglio domani a scuola..
Tay. xx”


“Okay, a domani.
Ele. xx”




Andai poi a farmi una doccia fredda.



***


Ero finalmente a letto e come sempre stavo ascoltando la musica.


“I can almost see it
The dream i am dreaming
But there’s a voice inside my head saying
‘You’ll never reach it’ 
Every step i’m taking
Every move i make feels
Lost with no direction
My faith is shaking
[…] 
it’s the climb.”




Mi arrivò un messaggio da George.


Hey:) Sei stata la prima ad ascoltare gli Union J, dovresti essere felice.
George. xx


Gli Union J?
Tay. xx


Io e i ragazzi stiamo tenendo in considerazione ciò che hai detto, ovvero partecipare subito ad XFactor, abbiamo già scelto il nome, ti piace?
George. xx.


Uh, si, mi piace e sono felice per voi, è la scelta giusta, credimi.
Tay. x


È ciò che pensiamo pure noi (e speriamo).
Grazie ancora per essere passata oggi.
I love you to the moon and back.
George. xx 



Iniziai a non sentirmi bene, non nel senso che stavo per vomitare, una sensazione mai provata prima.


Di nulla, notte.
Tay. xx




George Pov:


Suonò la sveglia.
Mi alzai esattamente con pochissima voglia, per poi cambiarmi, prendere lo zaino e scendere.
“Esci già?” Mi domandarono i miei genitori.
“Uhm, si, non voglio arrivare in ritardo.” Dissi sorridendo per poi uscire.
Mi incamminai verso scuola dove incontrai Ele.
“Hey.” la salutai.
“Ciao George.”
“Dov’è Tay?”
“Non lo so, comunque sappi che è talmente attratta da me che si è pure fatta mettere in punizione, ma non dire che te l’ho detto.”
“Dici sul serio?”
“Caro, so benissimo della vostra scommessa e so già che la vincerai tu, però se la farai soffrire più avanti te la vedrai con me, ricordatelo.”
“Non oserei farla soffrire.”
“Lo spero per te, mio caro.”
“Comunque, come hai capito che è ‘attratta’ da me?”
“Dai, si nota lontano settecentomila chilometri se non di più: allora, ieri è venuta a casa tua, cosa strana dato che fino a tre giorni fa ti odiava a morte.”
“Uhm, si hai ragione, comunque grazie.”
“Figurati.”
Entrai poi nella scuola che era praticamente vuota.
Andai verso il mio armadietto prendendo i libri di matematica e inglese, le prime lezioni della giornata.
In giro di pochi minuti la scuola era già piena.
Notai Taylor al suo armadietto mentre parlava con Ele e altre sue amiche.
Si girò e mi vide, salutò poi le sue amiche venendo verso di me.
“Buongiorno Shelley.”
“Buongiorno meraviglia, come stai?”
“In piedi, tu caro?”
“Pure io.” risi
“A parte gli scherzi male, perché abbiamo matematica e perché sono in punizione.”
“Ma bene perché sei qua con me, ammettilo.”
“Uhm, forse.” Rise.
“Usciamo stasera?” Le domandai.
“Ti ho appena finito di dire che sono in punizione, ignorante.” rise di nuovo.
sbuffai.
“Esci di nascosto.”
“Sei pazzo? Se mi scoprono mi uccidono.”
“Devi pur farle un po’ di esperienze nella tua vita, non vorrai mica stare rinchiusa in camera tua a vita.”
“Okay, hai ragione.”
“Allora stasera alle otto, in piazza.”
“Si capo.” 
Sorrisi per poi andare con lei in classe.


Pov Tay:


L’ora di matematica non passava mai.
Ero seduta vicina a Jasmine, una mia amica e davanti a noi il più simpatico della classe, che non faceva altro che raccontare favolate facendo ridere me e Jasmine che ci stavamo beccando un bel po’ di sgridate.
“Potreste smetterla di ridere voi due?” Ci domandò quella di matematica.
“No.” Disse Jasmine.
Risi.
“Taylor!” Mi richiamò di nuovo.
“Scusi.” Dissi continuando a ridere.
Il coglione della classe fece una battuta che fece ridere tutti.
“Non ce la faccio, scusi.” Dissi scoppiando a ridere di nuovo battendo il cinque a Jasmine.
“Taylor e Jasmine, ora cambiate posto, sono stufa.”
“No oddio, la prego.” Disse Jasmine.
“No. Jasmine vicina a George e Taylor vicina Josh, veloci.”
George e Josh non parlarono.
Presi le mie cose spostandomi vicina a Josh.
“Ciao.”
“Hey.” disse.
Infine la lezione si concluse con tranquillità, così come inglese.
Dopo aver messo via tutto velocemente presi Jasmine per un braccio e la trascinai fuori dall’aula.
“Calmati.” Disse lei.
“Scusa… Andiamo in cortile?”
“Okay.”
Durante la pausa chiacchierammo un po’ di tutto.
Vidi George che mentre parlava con i suoi amici non faceva altro che guardarmi.
Mi metteva abbastanza in imbarazzo ma dettagli.
Suonò la campanella, entrammo per poi andare nell’aula di musica.
Finalmente una lezione decente.



***


Infine passarono pure le ultime due ore della giornata, ovvero francese.
Corsi velocemente fuori cercando Ele.
La trovai con David.
“Scusa, te la rubo un secondo.” Dissi a David.
“Tranquilla.”
“Ele, devi assolutamente aiutarmi.”
“Che succede?”
“Ho un appuntamento con George e non so cosa mettermi, insomma non ho delle felpe fottutamente belle.”
“Tranquilla, io le ho, te ne impresto una.”
“Seria?”
“Seria.”
Salutò David e andammo poi a casa sua, che fortunatamente abitava vicina a me.
Mi prestò la sua felpa dell’Abercrombie nera.
“Poi sotto abbinaci dei Jeans e le blazer nere, infine il tuo amato berretto nero con scritto “1994” alla Justin Bieber, a parte che il suo è rosso ma okay."
“Si capo, grazie mille, non so cosa farei senza di te.”
“Di nulla tesoro, divertiti."
Corsi poi a casa.
I miei genitori iniziarono a farmi domande tipo “Com’è andata a scuola?” e cavolate varie.
Passai poi tre orette in camera mia, per poi scendere a cena e risalire a prepararmi.
Mi vestii per poi sistemare i miei capelli, ovvero lisci, dato che di solito erano mossi.
Guardai l’orologio: 19:45.
Scesi dalla finestra, per poi andare sulla albero e scendere.
Mi incamminai poi verso la piazza, che era tutta vuota.
Andai a sedermi su una panchina aspettando George che non era ancora arrivato.
“Sei in anticipo vedo.”
“Georgey.” Dissi alzandomi e salutandolo con un abbraccio.
Iniziammo a chiacchierare camminando tra le strade di Bristol.
“Oh guarda, siamo sotto un vischio.” Disse lui ridendo.
“Ma guarda te, lo hai fatto apposta, ammettilo.”
“Forse si, forse no, diciamo che è colpa della vecchietta che abita in quella casa.”
“Perché dovrebbe essere colpa sua? Il vischio è attaccato sotto questa specie di arcata.”
“Si ma le mette lei le decorazioni e non le toglie mai perché ama il Natale.”
“Quanta gente strana qui in giro.”
“Si ok, ma ora, ricapitolando, dovrei baciarti quindi, se permetti…”
Lasciai che mi baciò.
Infondo non avevo nessuna intenzione di respingerlo.
Il bello era che mi era pure piaciuto. 
Sono sempre più confusa.


Seeera.
Inizio dicendo: scusate.
Sì, scusate per l'immenso ritardo ma ho avuto un bel po' di impegni, poi con tutte queste feste..
Comunque per farmi perdonare ho fatto il capitolo un po' più lungo del solito.
Continuo a tre recensioni, come sempre.
Ciau. xx
  
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