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Autore: CaDElena_    11/01/2014    0 recensioni
Il problema era l’infrenabile bisogno che lei aveva di sentirlo vicino.
La mattina lei doveva vederlo prima di girare, come prima di fare qualunque cosa. Ian e la caffeina le assicuravano la riuscita di una buona giornata.
Era stata tre mesi, tre lunghi mesi senza vederlo o sentirlo, e non avrebbe più permesso che accadesse.
Mai più.
Champagne. Vecchie maglie ritrovate. Amore e parole mai dette.
I Nian dopo questi, sconvolgenti, PCA.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Champagne, risate, una buonissima torta alla vaniglia e alcune tra le persone che la amano di più al mondo avevano reso quella serata ancora più perfetta per Nina.

Ma ormai si erano fatte le cinque, e le bottiglie bevute quattro, così Kevin aveva rispedito tutti a casa.

Il suono dell’ascensore li informa dell’arrivo al piano desiderato, Ian e Nina si dirigono fuori da esso per raggiungere le loro camere.

-Ehi Party Girl non riesci a camminare dritta-  La schernisce il moro mettendole una mano sul fianco e accompagnandola di fronte alla sua stanza. La frecciatina viene volutamente evitata da Nina che supera Ian arrivando alla porta e frugando, dalla grande borsa estrae una bottiglia di champagne mezza vuota rimanente dalla festa improvvisata a casa di Kevin.

-L’ultimo brindisi prima di andare a dormire?-

-Dobrev vuoi vedermi ubriaco?- Ride Ian prendendole la bottiglia dalle mani.

-Ti ho già visto, più di una volta, e ti garantisco che perdi tutto il tuo fascino.- Si volta e con la chiave magnetica apre la porta, invitando anche Ian ad accomodarsi nella stanza.

-Cerca dei bicchieri, io mi cambio. Potremmo bere…-

-Potremmo bere fuori perché ti piace vedere Los Angeles all’alba? Come vuoi Nina. Oggi puoi avere tutto quello che desideri.- Ian la guarda entrare in bagno con dei vestiti sorridendo, iniziando la ricerca dei due bicchieri.

Il telefono di Nina lasciato sopra il tavolo inizia a vibrare catturando l’attenzione di Ian, che istintivamente aveva allungato il braccio per vedere chi fosse.

Ritrae la mano scottato quando legge il nome sullo schermo.

Derek.

Quel nome gli ricorda che sapere chi chiama Nina non è più affar suo.

La sua Nina non è più affar suo.

Non è più roba sua.

Ma come può non essere più sua, avendola sempre in torno, sempre addosso, con il suo profumo su di se, quel misto di mora e liquirizia, dolce ma pungente, capace di rimanerti nelle narici per giorni prima di decidere di andare via.

Come può non essere più sua quella bellissima donna che esce ora dal bagno a piedi nudi, coperta solo da una larga e lunga maglietta vecchia ormai logora, decisamente non sua.

Ian la riconosce con un sorriso amaro come quella vecchia maglia che credeva di aver perso in uno dei suoi tanti traslochi. Evidentemente sbagliava, era di Nina ora.

Non le era già bastato prendersi tutto di lui?

-Non hai trovato i bicchieri?- Chiede vedendolo ancora nella stessa posizione in cui lo aveva lasciato.

-Come ci riesci?- Chiede Ian in un sussurro quasi rassegnato, fissando un punto imprecisato alle spalle di Nina.

-Riuscire a fare cosa?-

-Questo. Stare qua, con me. Con indosso solo una maglietta che evidentemente non ti ricordi di aver rubato da uno dei miei cassetti-

Nina non risponde andando ad afferrare uno dei lembi della maglia per cercare di coprire di più le gambe, come se solo quello fosse il problema.

Il problema era lei, lui, Derek, tutto.

Il problema era l’infrenabile bisogno che lei aveva di sentirlo vicino.

La mattina lei doveva vederlo prima di girare, come prima di fare qualunque cosa. Ian e la caffeina le assicuravano la riuscita di una buona giornata.

Era stata tre mesi, tre lunghi mesi senza vederlo o sentirlo, e non avrebbe più permesso che accadesse.

Mai più.

-Senti, da Kevin abbiamo bevuto  decisamente troppo. Non voglio dire o fare cose di cui più tardi sicuramente mi pentirò, quindi è meglio che vada.- Ian poggia la bottiglia sul tavolo e si avvia verso la porta.

-Ne ho bisogno- Nina si gira per guardarlo finalmente in faccia, trovandolo fermo e di spalle.

-Ho bisogno di questo. Nonostante noi. Nonostante tutto.- Finisce avvicinandosi e facendolo voltare.

Ian ride, ma di una risata amara, che sa di rimpianto e di dolore.

-Io credo di non essere più in grado di riuscirci. Non posso stare qui con te, a bare champagne nel terrazzo della tua camera d’albergo aspettando l’alba e chiacchierando su questa bellissima serata passandoci una sigaretta. E lo vorrei, lo vorrei davvero tanto Nina te lo assicuro, e sarebbe facile, davvero facile farlo. E sai perché? Perché in fondo non abbiamo mai smesso di farlo, non abbiamo mai smesso di essere noi, nonostante ora il tuo noi comprenda un'altra persona. Quindi scusa ma non posso stare qua con te a chiedermi per quale motivo ci siamo lasciati. Perché ogni volta che io e te stiamo insieme e stiamo bene non riesco a trovare un solo motivo per il quale io la sera non torni a casa da te- Le parole escono dalla sua bocca come un fiume, non con rabbia ma con rassegnazione e frustrazione, come quelle verità che nessuno aveva mai avuto il coraggio di dire.

Nina lo guarda in silenzio, stringendo i pugno, senza il coraggio di guardarlo in faccia, avendo paura di quegli oceani blu che la fissano dolorosi.

-Ti ricordi perché ti sei innamorato di me?- Chiede a bruciapelo Nina, ormai senza riuscire a trattenere alcune lacrime che silenziose le scendono sulle guance.

-Ovvio Nina.- Ian l’asseconda, volendo vedere dove lo portava il discorso della mora, ormai vicinissima a lui.

-Bene, quello è lo stesso motivo per cui ci siamo lasciati.- E lo dice stranamente serena, finalmente felice di poterlo dire a voce alta, di poter condividere questo con lui. Gli poggia le mani sul viso accarezzando lentamente le sue guance con i pollici, sentendo sotto le dita la sua barba leggermente lunga.

-Io mi sono innamorata di te perché eri un meraviglioso uomo con incredibili storie da raccontare, sapevi esattamente cosa volevi dalla tua vita e non avevi paura di andartelo a prendere, eri sicuro di te, convinto di quello che sapevi fare e determinato a salvare il mondo con la tua fondazione.

Tu invece ti sei innamorato di una ragazzina che aveva solo voglia di viaggiare e di scoprire il mondo, spaventata però dall’ignoto, con la gran paura di sbagliare e assolutamente nessuna idea di cosa volesse dalla sua vita. Non ti ricordano forse i motivi per cui non stiamo più insieme? Un uomo che sa cosa vuole e una ragazzina che deve scoprirlo.- Sono parole dure da dire e altrettanto dure da sentire.

 

Sono quelle verità che fanno male.

Quelle verità che nascondi dietro bugie a cui ti aggrappi per non cadere.

-Poetico no?- Ian fa uno dei suoi mezzi sorrisi sghembi, scostando una sua mano dal suo volto per stringerla con la sua.

-Non posso più farlo Nina, almeno per un po’. Non posso più essere il tuo migliore amico Som che ti porta la colazione a casa per assicurarsi che affettivamente tu la sveglia l’abbia sentita e non farai tardi alle riprese. Ho bisogno di non sentire più il mio cuore battere così forte quando tu mi sei vicina.- Porta le loro mani incrociate all’altezza del suo cuore che batte come impazzito.

-Mi dispiace tanto, per tutto.- Nina scoppia in un pianto liberatorio nella braccia di Ian che non può far altro che stringerla forte tra le sue braccia, cercando di placare almeno quel dolore che invade entrambi.

Come a ricordargli il motivo di quel dolore il cellulare di Nina torna a squillare, e quello stesso nome torna a illuminare lo schermo del telefono e ad interrompere quel momento.

-Va a rispondere, questa è la tua giornata, sarai richiestissima.- Ian interrompe l’abbraccio accarezzando lentamente i suoi capelli, andando a risistemare una piccola ciocca caduta dalla sua coda arruffata.

-Notte Ian.-

-Notte Piccola Dobrev.- Come ultima cosa Ian le lascia un piccolo bacio sulla fronte, assaporando quel profumo, volendoselo imprimere bene nella mente.

-Questo è un addio non è vero?- La voce di Nina si incrina pronunciando quelle parole.

-No Nina, solo un arrivederci.- Un ultimo sorriso ed esce dalla stanza, sentendo come ultima cosa un ciao Derek pronunciato con dolorosa allegria.

Chiudendo la porta sperava di poter anche chiudere la porta del suo cuore, non sapendo però che la porta era già chiusa,  e l’unica che sarebbe stata in grado di riaprirla era la persona dietro quella porta, l’unica ad avere le chiavi.

La proprietaria del suo cuore.

Il suo cuore l’aveva lasciato dentro quella porta.

Con la persona di cui era sempre stato.



Angolo autrice
 
Salve a tutti! Finalmene posso tornare qua su EFP, avevo il pc rotto e potevo collegarmi solo col telefono, ho potuto leggere pochissime storie e purtropp non ho potuto lasciare recensioni, spero di potermi rifare presto, ma passiamo alla storia..
Inevitabile dopo i PCA non scrivere o avere mille pensieri su questi due. La loro rivelazione, anche se rivelazione non è, credo si fosse ben capito ormai, è stata abbastanza sconvolgente, non per le loro parole ma per il modo, è stato strano vederli parlare della loro vita privata così, non lo avevano mai fatto.
Nonostante però, secondo le loro parole, la loro storia sia pacificamente finita il mio cuore Nian non può comunque non sperare che un giorno tornino insieme, anche se da fan sarò, ovviamente contenta per loro, e li appoggerò in ogni loro scelta
Queste parole hanno creato rassegnazione, nuova speranza o nuove teorie, in me ha fatto nascere questa shot che spero possa piacere anche voi!
Se vi va fatemi sapere cosa ne pensate. :)

A presto, un bacio :*

C.

  
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