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Autore: Atlantislux    30/05/2008    5 recensioni
Gli universi di Earl ed Earth collidono, mentre qualcosa di oscuro li minaccia entrambi.
Genere: Drammatico, Guerra, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Earth' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Controllo


Windbloom, 20 marzo, ore 19.00

“Lei e le guardie non ci disturberanno, ho modificato le loro percezioni in modo che non rilevino nemmeno la mia presenza. E tu per loro sei sempre seduto al tuo posto, a ridere tra te e te. Forse dovresti controllare questa cosa, la gente potrebbe pensare che non sei del tutto a posto. Se mai hanno avuto il dubbio che tu lo fossi.”
Nagi fissò il suo interlocutore, quasi sorpreso di non essere minimamente infastidito dalle parole del misterioso Zexion. Non gli capitava molto spesso di avere davanti qualcuno che osava dargli dei consigli. Anzi, aveva undici anni l’ultima volta che qualcuno ci aveva provato. Ma c’era qualcosa di più interessante dei suggerimenti non richiesti in ciò che l’uomo in nero aveva pronunciato.
“Modificare le percezioni?” chiese, cercando di nascondere quanto incuriosito fosse.
L’altro gli rispose con un tono di sufficienza. “Quello e molto altro. E non si tratta solo di allucinazioni ma, modificando qualche infinitesimale livello biochimico, per te quelle cose apparirebbero assolutamente reali. Senza contare che la tua stessa salute dipende, in parte, dalle tue percezioni.”
“Cioè?”
Zexion gli si era avvicinato, ma non così tanto da permettere a Nagi di vedere il suo volto, solo il mento e le labbra, che non sembravamo mai distendersi in un sorriso. Quella bocca assunse un’espressione quasi infastidita, mentre una delle guardie si piegava a terra scosso da conati di vomito. Nagi lo osservò con clinico interesse.
“Credo di capire dove vuoi arrivare...”
“Una cosa facile. Gli ho dato solo la percezione di avere qualcosa in gola. Capirai che posso fare anche di meglio.”
“Quanto?”
“Credi che lo venga a dire a te?”
“Altrimenti non saresti qui, no?”
“La reale estensione dei miei poteri è qualcosa che la tua mente mortale non può comprendere.”
“Un esempio sarebbe illuminante.”
“Ti basti pensare che c’è ben poco di quello che penso, che non posso realizzare.”
Nagi fece un passo verso Zexion. “Quindi è vero? La vostra volontà influenza totalmente l’ambiente circostante.”
“Esattamente come ti ha raccontato quella ragazzetta.”
“Sai tante cose di noi.”
“Non crederai mica di essere l’unico spione dell’intero multiverso?”
Per la prima volta Zexion sorrise, niente più di un tiepido stirarsi delle labbra, e Nagi si trovò ad imitarlo. Era consapevole di quanto bizzarra fosse la situazione, ma doveva ammettere di trovarla divertente. E non gli importava che, per una volta, non fosse lui quello con il coltello dalla parte del manico. Zexion era troppo interessante per accantonarlo semplicemente come il nemico e, dal poco che aveva detto, gli appariva estremamente controllato e razionale. E Nagi aveva sempre avuto molta meno paura di gente così, rispetto a quelli che sembravano camminare su una sottile linea tra sanità e follia, come Shizuru Viola.
Dietro di lui la guardia stava producendo un curioso rumore, come se avesse serie difficoltà a respirare.
“Ed esattamente cosa sai di noi?”
“Il necessario per spazzare via questo pianeta dalla nostra strada. Mentre noi, per voi, siamo un assoluto mistero.”
“Sappiamo cosa fate, può bastare.”
Zexion alzò una mano per fare segno di no.
“Colonnello, sei stato troppo su Earth, e hai imparato a ragionare come un militare e non come un politico. Per combattere efficacemente un nemico non basta il calibro dei cannoni, ma bisogna conoscerlo.”
“Tu sembri qui apposta per quello.”
Nagi affondò le mani nelle tasche del soprabito, compiaciuto all'inverosimile da quella conversazione. Nel giro di pochi giorni aveva trovato ben due persone che riuscivano a solleticare il suo interesse. Era decisamente un evento.
“Non ti darò certo l'opportunità di scoprire il nostro punto debole. Non che ne abbiamo uno, in effetti. Il motivo per cui sono qui è semplice, mi incuriosiva solo conoscere il mio collega dalla parte opposta, dopotutto, io e te non siamo così completamente diversi.”
'Già... alcune delle cose che dici potrebbero uscire dalla mia, di bocca, se le nostre parti fossero invertite.’
Nagi lo scrutò, ma non c’era modo di incrociare lo sguardo dell’alieno sotto il cappuccio. “Dici? In effetti, Mikoto vi aveva descritti come 'cadaveri senz'anima', ma tu non mi sembri affatto una di quelle cose nere che abbiamo visto nelle nostre registrazione. Anzi...”
“Si è dimenticata un dettaglio, o forse colui che l'ha messa in guardia da noi non gliel'ha mai riferito. Quando il cuore si separa dal corpo, e l'oscurità prende il suo posto, i normali esseri umani si degradano in Heartless, ma coloro la cui volontà è abbastanza forte da superare il trauma della morte diventano come me i miei compagni: Nobody superiori. Noi siamo immortali, Nagi, e abbiamo poteri sugli elementi. Noi siamo quegli elementi, in un certo senso. E, come ti ho detto, non c'è nulla che voi, comuni esseri umani, possiate fare contro di noi.”
Nagi sogghignò, tralasciando l'implicita minaccia nelle parole di Zexion, mentre contemporaneamente elaborava la nuova informazione.
'Nodoby superiori, eh? I loro poteri sono di certo devastanti, ma loro non sono numerosi come gli Heartless. Nelle registrazioni non ne abbiamo mai visti più di due, tre, tutti insieme. In tutto una decina. A meno non ce ne siano altri nel loro quartier generale. Questo, ad esempio, era uno che io non avevo mai visto, ma se davvero è il loro stratega non se ne andrà certo in giro sul campo di battaglia. Motivo in più per sapere cosa diavolo ci fa qui.'
“Se è vero, perché non ci avete ancora attaccato? Se è così facile toglierci di mezzo...” Nagi alzò le spalle. “Perché non l'avete già fatto?”
“Possibilità... probabilità...” l'altro gli rispose misteriosamente.
“Cos'hai detto?”
Zexion sorrise per la seconda volta. “Malgrado tutto voi siete avversari potenti, e il nostro primario interesse non è sconfiggere voi, ma accedere al vostro multiverso.”
“E non potete farlo fino a quando noi vi bloccheremo l'entrata.”
“Esatto. Questo pianeta è la soglia, come voi avete già efficacemente scoperto, e quei portali i corridoi attraverso i quali viaggiare ovunque. Preferiremmo concentrare le nostre risorse su quello, non ha senso sprecarle per voi, per quanto debole possa essere la vostra resistenza.”
“Volete che ci togliamo di mezzo?”
“Dovreste, se volete salvarvi la vita.”
“I miei colleghi non accetteranno mai.”
“E tu, invece?”
Nagi strinse gli occhi. “Pensi che venderei il mio pianeta, così, solo per salvarmi la vita?” ‘Pianeta del quale mi importa meno di zero, ma mi devi dare una dannata buona ragione per fare quello che hai proposto. Mettere in gioco la mia vita non è mai stato un problema, se quello che posso ottenere rischiandola vale il prezzo.’
Lo vide incrociare le braccia e dondolare leggermente il capo in avanti, come se stesse lievemente annuendo. “Su mondi meno evoluti dal punto di vista spirituale, come sono Earl e Earth, questo di solito basta come contropartita. Dopotutto, cosa c’è di più prezioso per gli esseri umani?”
Nella pausa che seguì, i rantolii della guardia risuonarono chiarissimi, ma Nagi scosse la testa con fare accondiscendente, non degnando lo spettacolo di un solo sguardo.
“Magari, semplicemente il pensiero che non aiutandovi vi farei un incredibile dispetto. Ho visto come operate e, anche se vi permettessimo di passare, dubito che ci lascereste per molto in una posizione così scomoda per voi. In ogni caso l’avreste vinta quindi, vorrei almeno rendervi la cosa un po’ difficile.” L’albino sorrise provocatorio, come un ragazzino in cerca di una rissa. “E se quello là dietro è inteso per spaventarmi, mi duole deluderti ma...”
“Credi veramente che uno come me abbia bisogno di usare tattiche così bieche?”
Questa volta, nel tono vellutato di Zexion c'era un accento più duro, che Nagi sentì chiaramente, come una lama avvolta nella seta che gli accarezzava la gola. La sensazione fu così netta che l'albino cominciò a chiedersi se l'alieno non stesse applicando anche su di lui i suoi poteri.
“Non so, ne conosci forse altre che io ignoro?” gli chiese forzando un sorriso. Non che avesse veramente voglia di farlo, dati gli sviluppi. Ma voleva continuare a farlo parlare. A parte l’interessante contenuto, quello che Zexion diceva era esposto con una voce sommessa e morbida, che Nagi era certo di avere già sentito da qualche parte. Doveva solo ricordare dove.
L'alieno alzò entrambe le mani e si indicò. “Migliaia di mondi sono caduti davanti a noi, e il vostro non farà eccezione. E quei sistemi sono scomparsi perché io ne ho pianificato la fine. Tu sei bravo a manipolare le persone, eccezionale, oserei dire. La volontà di ottenere quello che vuoi, per te o per il tuo paese, unito al tuo incredibile disprezzo per la tua stessa incolumità personale, ti rende un avversario veramente notevole. Perché non ti preoccupi per te stesso, ma solo dell’effetto che le tue parole avranno sui tuoi nemici. Ti piace giocare con le tue vittime, sai dove colpirli e quali punti deboli sfruttare, un po' quello che faccio anch'io, anche se lavoriamo su scale diverse.”
“È per questo che prima dicevi che io e te siamo... simili?” Nagi gli chiese senza curarsi di nascondere un'evidente invidia.
Zexion, stavolta, gli sorrise apertamente. “Sì. E forse è meglio che ti dica subito fino a che punto.”

Senza dargli il tempo di replicare, il Nobody si avvicinò di qualche passo, contemporaneamente scostandosi il cappuccio dal viso.
Nagi lo fissò, senza rilevare, ad una prima occhiata, niente di anormale rispetto ad un comune essere umano. Chissà perché, se li era immaginati un po' diversi.
Zexion invece era sostanzialmente della sua stessa corporatura, con un viso dai lineamenti delicati, parzialmente nascosti da un ciuffo di capelli color mercurio che gli ricadeva sull'occhio destro. L'altro lo fissava ironico, ricordandogli qualcuno.
La cosa veramente peculiare era che la sua pelle non aveva la minima traccia di imperfezione, né un neo, né una infinitesimale macchia di melanina. Sembrava in tutto e per tutto una maschera di ceramica o gesso. E altrettanto inespressiva, se Nagi escludeva quella labile parvenza di scherno nei suoi occhi azzurri.
“Adesso che ti vedo da vicino” gli disse l'alieno prima che l’albino potesse fare un qualunque commento. “Devo ammettere che, sempre per essere un umano, la tua pelle è pallida ma senza nemmeno una pecca che la sfigura. Mi ricorda il gesso...”
Per la seconda volta in vita sua, Nagi De Artai indietreggiò di un passo davanti all'improvvisa realizzazione di stare facendo un errore, riconoscendo finalmente qualcuno in quei lineamenti, e associando la voce al proprietario. L'aveva sentita in qualche video, e gli era suonata perfetta, suadente e carezzevole come lui l'aveva voluta. Assolutamente adatta per ingannare il prossimo.
“Tu sei... me?” chiese con incontestabile sorpresa.
Zexion annuì. “Diciamo l'essere che geneticamente ti è più prossimo nel nostro multiverso. Non siamo proprio identici, perché evidentemente i nostri antenati hanno compiuto scelte riproduttive diverse, ma ci assomigliamo abbastanza. E non solo fisicamente.” Il sorriso dell'alieno si fece glaciale. “Quindi, sarai d'accordo con me che tu non puoi vincere te stesso, specialmente un te stesso che non ha tutte le tue comprensibilissime esitazioni.”
Riavutosi dalla sorpresa, Nagi scoppiò a ridere. “Esitazioni? Di che parli?”
“Chiamale come preferisci. Reticenze, se la cosa ti fa stare meglio. O dubbi. Paure, forse? Nagi, io ho solo un obiettivo che è sconfiggervi, come il tuo è di proteggere il tuo mondo. E conservare il potere che indubitabilmente eserciti su molta gente. Ma, a differenza di te, io non ho la benché minima remora a usare ogni mezzo necessario per raggiungere i miei scopi.”
“Pensi che io ne abbia?”
Senza riuscire a trattenersi Nagi lanciò un'occhiata a Nina che, totalmente disinteressata a quello che le stava succedendo intorno, era inginocchiata in mezzo ad un'aiuola intenta ad estirpare dei fiori. Viste le sue considerazioni di poco prima sulla Nina di Earth, quello che stava insinuando Zexion lo metteva a disagio più di quanto non volesse.
“Perché in caso contrario tu saresti come me” fu la secca replica dell’alieno.
L'ex Arciduca di Artai girò la testa di scatto verso Zexion, che aveva ripreso la sua aria indifferente, impegnato ad annusare un piccolo fiore che teneva stretto tra le dita.
“Niente scalfisce la tua maschera di bieco opportunista, Colonnello. Ma se non avessi nessuna paura o sentimento ad influenzare le tue decisioni, per quanto in maniera molto labile, non saresti neppure un essere umano.”
Per una volta, Nagi De Artai rimase senza parole.
“Per rispondere alla tua inespressa domanda, no, non abbiamo cuore, per cui le nostre azioni non sono condizionate da turbamenti emotivi di qualsivoglia natura. Al di là di tutti i nostri poteri, è questa la radicale differenza tra me e te, che non potrai mai sperare di eguagliare. Io sono un essere fatto di volontà e logica, Nagi, tu di volontà e emozioni, che non puoi sradicare da te stesso, solo mettere temporaneamente a tacere.”
Zexion fece un cenno verso Nina. “Come quando suggeristi a lei di trasformarsi in una bomba umana. O quando sparasti in testa al tuo braccio destro, Sergay Wang, durante la passata guerra. Loro sono i due che ti sono stati, in un modo o nell’altro, più vicini per tutta la tua vita. Sono il tuo pubblico e i tuoi giocattoli preferiti e, in un certo senso, tu dipendi da loro. Non dire che non ti sarebbe costato rinunciarvi, altrimenti, ad esempio nel caso di Sergay, l’avresti fatto alla prima avvisaglia di tradimento.”
“L’ho fatto quando mi è servito” Nagi rispose, scuotendo le spalle con indifferenza.
“Non sei bravo a mentire a chi sa benissimo come vedere oltre le tue bugie, sai? Anche adesso la tua faccia mostra esattamente la stessa espressione dispiaciuta di allora, mi sorprende come la gente non si renda conto di quello che ti passa per la testa. Certo, quando sacrificare i tuoi giocattoli è stato opportuno l’hai fatto senza esitazioni, ma solo dopo aver scartato qualunque altra ipotesi.”
“Sei il miglior psicologo che io abbia mai conosciuto, Zexion.”
“È facile. Anch’io ero come te, prima che le ombre divorassero il mio cuore. Di tutti gli esseri umani o umanoidi, che io abbia mai esaminato, tu sei tra quelli più razionali, al punto che le tue decisioni appaiono immorali ai più, perché non basate sull’etica ma sull’opportunità. Ma questo è il massimo che puoi ottenere.”
Non c’era la minima traccia di compiacimento nelle parole dell’alieno, che Nagi scrutò con cautela.
“Grazie per l’apprezzamento, e per la seduta, ma questo cos’ha a che vedere con Earl?”
“Nulla se non il fatto che tu, che sei il loro stratega, non riuscirai mai a vincere contro me. Quindi, ti do una settimana per convincere il resto dello Stato Maggiore di Earth ad aprirci le porte verso il vostro multiverso. Poi lo faremo lo stesso, a modo nostro. Ma se acconsentirete, in cambio ti prometto la salvaguardia di questo pianeta.”
Nagi sogghignò. “Non credo di potermi fidare di me stesso.”
“Lo faresti, come succede a tutti quelli che ti circondano, se non avessi altra possibilità.”
Zexion si avvicinò ulteriormente, e gli mise qualcosa in mano. “Pensaci, Nagi De Artai. Un essere umano non potrà mai vincere contro un Nobody”, gli sussurrò prima di voltarsi e di sparire in un turbine di oscurità.

“Quello credo che sia morto.”
Sbattendo le palpebre, Nagi rivolse la sua attenzione a Nina. Sorprendentemente, si ritrovò seduto sulla panchina, senza ricordare come ci fosse arrivato.
Non avendo ottenuto risposta, la donna si girò a guardarlo. “Stai bene? Mi sembri confuso.”
Lui sorrise al suo tono impensierito.
“Non è nulla.”
'Mi hanno solo mostrato quello che io ho più fortemente desiderato in tutta la mia vita.'
“E quel fiore che hai in mano? Non mi sembra di questo giardino, assomiglia ad una piccola stella.”
“Dove sono nato la chiamano Stella Alpina. Quando ero bambino era il mio fiore preferito.”
“Carino, e dove l'hai preso?”
Nagi non le rispose, distogliendo lo sguardo da lei e riprendendo a mordicchiarsi un'unghia. Quell'insignificante fiorellino apriva nuove ed interessanti ipotesi sull'estensione dei poteri di Zexion.
'Il mio corrispettivo. Niente poco di meno che. Come ha generato questo fiore? E da dove ha preso l'informazione? Chiacchiere e ultimatum a parte, lo show di Zexion mi è sembrato proprio un'esibizione a mio uso e consumo. E sarà stato solo per farmi presente che le informazioni di Mikoto sui Nobody non sono poi così esatte? A chi credere? Forse agli scienziati che hanno creato l'Harmonium per sconfiggerli? Qui si ritorna al problema originario perché, sicuramente, tutto quello che trecento anni fa sapevano di questi tizi è conservato nella biblioteca.'
Sotto gli occhi stupiti di Nina, Nagi sorrise pericolosamente, mentre uno scenario che non aveva prima preso in considerazione gli si apriva davanti. 'Ma soprattutto, visto che lui è me, perché anch’io non posso essere lui? Devo rivedere la mia strategia nei confronti Nina. Al momento, la cosa più importante è sapere se c’è qualcosa là dentro che riguarda i Nobody. A qualunque costo.’
Guardò in alto verso il palazzo. Lo stesso posto che lui aveva abitato per qualche mese dopo la caduta di Windbloom.
Ai tempi diedi io stesso a Sergay l’ordine di fare di tutto per far passare la supposta Regina di Windbloom dalla nostra parte. E lui non mi obbedì, rifiutandosi di sedurre la piccola Arika. Stavo per commettere il suo stesso errore, e lasciare per ultima la carta probabilmente vincente. Probabilmente.'
Si alzò, sotto lo sguardo di Nina che non aveva smesso un momento di fissarlo. Diverse persone erano accorse intono alla guardia, adesso stesa a terra, nelle mani di qualcuno che gli stava praticando un massaggio cardiaco.
“Rientriamo” disse alla sua amante. ‘Non è poi così tardi per andare a trovare la vera Regina di Windbloom.’

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Natsuki sapeva che quel momento sarebbe arrivato. Non immaginava però così presto.
Alzò gli occhi dalla scrivania, determinata a rimanere calma, incontrando lo sguardo spiritato di Haruka Armitage.
“Cosa sono queste voci che girano?” la Meister di Aries sibilò, sporgendosi in avanti fino a sfiorare con il generoso petto il piano della scrivania.
“Niente che tu debba sapere prima della Presidentessa Chrysant.”
Natsuki sbirciò dietro le spalle della donna, dove un assortito gruppo di Meister Otome sembrava in trepida attesa della risoluzione del conflitto. Tra loro spiccava l’assenza delle Otome di Florince e dei Regni Uniti di Lutesia.
“E guardami in faccia quando ti parlo!” urlò Haruka, sferrando un pugno sul tavolo che rovesciò la preziosa teiera di Natsuki, prontamente salvata da Shizuru prima che si fracassasse a terra. La Direttrice osò scoccare solo un’occhiata di ringraziamento all’amante, per poi rivolgere di nuovo la sua attenzione ad Haruka. Fu però anticipata da Miss Maria.
“Non è il caso di ricorrere alla violenza. E ricordati con chi stai parlando, per una buona volta.”
La frase non sembrò impressionare l’opulenta bionda, ma fece fare un passo avanti alla donna immediatamente alle sue spalle.
Ann Luh poggiò una mano sulla spalla di Haruka. “Ha ragione. Non perdiamo la calma. Direttrice, non voglio essere irrispettosa, ma è necessario un chiarimento. Ci sono notizie allarmanti che filtrano da Florince. Dicono che quelli di Earth conoscono i segreti del Garderobe.”
Non esattamente’ pensò Natsuki con una smorfia. “Non è proprio così.”
Ann, però, la interruppe scuotendo la testa. “E non è neppure vero che li hanno passati ad alcuni governi di Earl? Perché è questo che mi ha detto Laura Bianchi. Lei sostiene di averli visti. A chi dobbiamo credere, Direttrice?”
Il tono angosciato della donna quasi la commosse. Si girò verso Miss Maria e Shizuru, incrociando i loro sguardi.
‘Se non gli rivelo adesso quello che so non si fideranno più di me. È assolutamente inevitabile, visto che in futuro avrò sempre più bisogno di loro. Gli stati che rappresentano devono allinearsi con il Garderobe e Windbloom.’
Prese un bel respiro, appoggiando il capo sulle mani raccolte a pugno sotto il mento.
“Non hanno scoperto il segreto della materializzazione. Quello è impossibile a meno che non esaminino direttamente lo Shinso. Mentre per ora pare che abbiano identificato solo come funziona il sistema delle nanomacchine, ma sono anche a conoscenza dell’esistenza di un meccanismo di controllo su di voi e sui vostri Master. E del fatto che... le vostre nanomacchine non si deteriorano a contatto con il cromosoma Y e con la PSA, ma bensì ricevono l’impulso di distruggersi dallo Shinso.”
Un silenzio glaciale accolse le sue parole mentre, sui volti di quelle che avevano una qualche conoscenza di informatica, si spargeva un’espressione sconcertata.
“Non ho capito, che hai detto?” chiese rudemente Haruka.
Fu Nao a risponderle, l’unica che sembrava non sorpresa dalla parole di Natsuki. “Significa che non abbiamo la proibizione di fare sesso, solo che dovremmo farlo senza che lo Shinso lo scopra.”
Dal modo in cui, ridacchiando, Nao strizzò l’occhio alla bionda Meister, Natsuki intuì che dovesse sapere molte cose sul tema. Ancora una volta, si chiese se fosse stata giusta la decisione di promuoverla al rango di Pilastro del Garderobe.
“E dove sta la differenza, scusa? Sempre di proibizione si tratta...”
Una voce si alzò da dietro le spalle di Haruka, interrompendola. Era rauca, e la Direttrice ci mise un attimo a capire a chi appartenesse.
“Quindi vuol dire che noi siamo stati divisi senza una ragione?”
Tutte le teste si girarono verso la ragazza che aveva parlato. Catapultata al centro dell’attenzione, Akane Soir invece fissava la Direttrice, ma come se non la vedesse veramente.
“Che ti cambia? Che sia per un difetto intrinseco, o perché programmato dallo Shinso, quello è il risultato. Il come è il perché è solo un dettaglio.”
Natsuki maledì silenziosamente Nao, la cui replica noncurante fu prontamente rimbeccata dall’aspra risposta di Akane.
“Quel tuo dettaglio è tutta la mia vita. E quella di Kazuya.”
La ragazza si guardò attorno, sull’orlo delle lacrime. “Voi ci avete raccontato che un’Otome doveva scegliere tra l’amore e la fedeltà al suo paese, pena la perdita del suo status di invincibile guerriera. E adesso vengo a sapere che non era vero nulla?”
“Non mi hai ascoltata, Akane.”
Natsuki si alzò in piedi, fissandola con tutta la calma che riuscì a raccogliere. Perché intorno a lei molte altre Meister avevano lo stesso sguardo sconvolto. “Ho solo detto che le vostre nanomacchine si degradano tramite un processo diverso da quello che vi abbiamo raccontato, non che la causa sia differente. Non avendo nozioni di informatica non avreste comunque capito e, da che esiste il sistema, i reggenti del Garderobe scelsero un altro tipo di approccio, più facile per voi da assimilare.”
Akane scosse la testa rabbiosamente. “E cos’è quella storia che anche nel corpo dei nostri padroni sono impiantate delle nanomacchine? Perché non gli è stato detto? Quelli di Earth sostengono di conoscere un modo per risolvere il problema. A questo punto lo voglio sapere anch’io, tanto per cominciare, e poi...”
Diverse teste annuirono ma, prima che Natsuki potesse dire qualcosa, Miss Maria calò di piatto la mano sul piano del tavolo, attirando l’attenzione di tutte le presenti.
“Meister Akane Soir. Si controlli, prima di tutto.”
Colpita dalla dura replica, e dall’occhiata carica di disprezzo della più anziana Otome in servizio, la ragazza si zittì.
“Mi fa piacere vedere con che facilità avete messo in discussione la fedeltà al vostro Master, e l’onore del Garderobe. Per non parlare di tutti i giuramenti che avete fatto fin’ora. State ragionando come gatte in calore, non come le guerriere che vi abbiamo addestrato ad essere. E tutto perché qualcuno vi è venuto a sventolare sotto il naso la possibilità di fare sesso.”
“La possibilità di condurre una vita normale, direi piuttosto” esalò Haruka, prendendo sorprendentemente le difese di Akane.
La voce di Miss Maria, fino ad allora controllata, salì di un’ottava. “Ma voi non siete normali. Siete Otome. Il sistema fu concepito in questo modo per proteggere prima di tutto voi e i vostri padroni. E anche se ne avessimo avuto le possibilità tecniche, noi non l’avremmo modificato. O pensate forse che sarebbe stato divertente, per voi, andare in battaglia con marito e figli? Magari mettendo a repentaglio la vita del vostro stesso compagno?”
La donna fece un cenno verso Akane. “Rispondimi ragazza. Se adesso ti pare penoso, quanto lo sarebbe se voi due avreste una famiglia?”
“Almeno avremmo avuto una scelta” rispose lei.
“La scelta l’avete fatta nel momento in cui avete acconsentito ad entrare qui dentro. O nel vostro cuoricino speravate sempre di riuscire a conciliare l’amore con il dovere?”
L’Otome di Cardair scosse la testa. “No, sapevo che ci sarebbe stato un momento nel quale avrei dovuto scegliere. Ero preparata, e sarei stata felice di rinunciare ai miei poteri. Però, per tutto l’impegno che io ho profuso qui dentro, e proprio in virtù di quei giuramenti così grevi che siamo state chiamate a pronunciare, io avrei almeno voluto conoscere tutta la verità!”
Akane, adesso, stava apertamente piangendo. Senza attendere una risposta si girò di scatto e, superate le altre ragazze, sbattendo la porta uscì dall’ufficio della Direttrice. Natsuki prese un profondo respiro, prima di guardare in faccia tutte le Otome rimaste.
“Voi altre, se avete qualcosa da dire fatelo immediatamente. Si approssima la prova più dura per il nostro pianeta, io devo sapere se posso contare su voi.”
Tutte annuirono, chi convinta come Haruka, e chi invece sottilmente irriverente come Nao.
“Bene. Potete ritornare dai vostri padroni. Vi riconvocherò al più presto possibile per comunicarvi la strategia da adottare contro l’invasione. E, preventivamente, contro quelli di Earth. Mahya, tu segui Akane e bada che non faccia nulla di stupido.”

Natsuki le guardò uscire in composto silenzio, chiedendosi se quella scenata non segnasse l’inizio della fine per il Garderobe. Solo quando fu finalmente sola, si decise a volgere lo sguardo su Shizuru.
La donna aveva ancora gli occhi amaranto sulla porta.
“Tu non sei d’accordo con Miss Maria, non è vero?” le chiese debolmente.
“Fondamentalmente sì. Ma la ragione è anche dalla parte di Akane. Per lei dev’essere molto difficile. La capisco, anche se in questo momento considerazioni tanto personali su ciò che il Garderobe ha fatto di giusto o sbagliato nei secoli dovrebbero essere lasciate da parte.”
Shizuru si voltò verso la vetrata, mentre Natsuki si alzava e la raggiungeva. Stettero per un po’ in silenzio, poi l’Elegante Ametista fece scivolare un braccio attorno alla spalle della donna più bassa, stingendola a sé con fare protettivo.
“Non ti preoccupare, Natsuki, è solo un momento di sbandamento. Sono certa che loro sanno perfettamente quello che devono fare e quello che ci si aspetta da loro. E non tradiranno la nostra fiducia. Ma non dimenticarti che sono il tuo gruppo, e che hanno bisogno della tua guida e del tuo sostegno, ora più che mai.”
La Direttrice annuì, grata all’amata per quelle parole. Non poté fare a meno di chiedersi, tuttavia, che interpretazione quelle donne avrebbero dato alla parola fiducia, che il Garderobe, almeno dal loro punto di vista, aveva tradito per primo.


Earl, località sconosciuta, 20 marzo, ore 21.00

Le dune sembravano mimare una distesa marina, sotto la luce livida della luna. In molte lingue quella successione di dolci gobbe era chiamata mare, cosa che non sorprendeva affatto Zexion, più interessato a ricordarsi esattamente quante erano quelle lingue, che a godersi lo spettacolo. Che, in ogni caso, era un piacevole diversivo rispetto alla monotonia del mondo sul quale i Nobody, fuggiaschi da tutti gli angoli del multiverso, avevano trovato rifugio.
'Dove il nostro pianeta è ghiaccio e neve, questo è deserti e aspre montagne. Non mi stupisco che abbia dato i natali a gente così ostinata a sopravvivere. Sono quasi come noi. E anche quelli più civilizzati hanno una forza d'animo inconsueta per gli abitanti di un pianeta che, a prima vista, parrebbe così insulso. Per non parlare dei loro gemelli di Earth, se possibile ancora più tenaci. Almeno su quello non ho mentito a Xemnas, molti abitanti di questi luoghi hanno forza di volontà più che sufficiente per trasformarsi in Nobody superiori.'
“Ci vuoi rendere partecipi delle tue masturbazioni mentali, Zexion, o dobbiamo rimanere qui a indovinare cosa ti passa per la testa?”
Zexion si voltò lentamente verso il proprietario della voce, bassa e decisamente più sgraziata rispetto alla sua.
“Axel, anche quando avevi un cuore eri così noioso?”
“Noioso io? Sei tu che da quando sei tornato te ne stai a guardare il panorama senza degnare i tuoi compagni di uno sguardo.”
“Sto pensando. E mi serve un po' di silenzio. Lo capiresti se lo facessi più spesso anche tu.”
L'irruento Nobody dai capelli rossi alzò gli occhi al cielo, per poi fissarli sull'ultimo componente del terzetto. “E tu, Marluxia, non gli dici nulla?”
L'interpellato scosse le ampie spalle, facendo ondeggiare i capelli di un peculiare colore rosa carico. “No. Mi interessa solo sapere quando ce ne andremo di qui.”
Entrambi si volsero verso Zexion, in attesa della risposta che il Nobody stava meditando da ore.
“Dobbiamo essere cauti. Ci sono molti luoghi di questo pianeta dove i nostri poteri non funzionano come dovrebbero.”
“Come l'interno di quel castello con il fiore in cima?” gli chiese Axel.
“Sì. E la costruzione chiamata Garderobe. Sono schermati da qualcosa che blocca ogni tentativo di teletrasportarsi dentro, e che si irradia anche nelle vicinanze.”
L'essere riuscito a leggere solo in parte i ricordi del Colonnello De Artai lo indisponeva, ma non c'era nulla che potesse fare. Si reputava, anzi, abbastanza fortunato da essere riuscito a carpire abbastanza informazioni per mettere sul chi vive l'ex Arciduca.
'Le sue paure, poche, e i suoi desideri, inconsueti per un essere umano della sua età. È la persona che fa per me, per tutto quello che ho in mente. Che non necessariamente equivale a quello che Xemnas, e questi due, pensano che si debba fare qui. Non mi turba non avere capito dove sono dislocate truppe di Earth, il già sapere che esistono costituisce un vantaggio immane sugli abitanti di Earl, ma c'è qualcosa di importante che Nagi è riuscito a nascondermi. Dovrò incontrarlo ancora, meglio se ben lontano da quel posto.'
Incrociando le braccia al petto fissò i suoi due compagni.
“Ma la cosa che dovete assolutamente ricordarvi è che, a contatto con le ombre, molti di questi umani rischierebbero di diventare come noi, almeno quelli che sono i nostri corrispettivi su questo mondo. Per questo non possiamo rilasciare senza controllo le armate di Heartless, come abbiamo sempre fatto.”
Axel scosse le spalle. “E anche se fosse? Non sarebbero comunque in grado di usare i propri poteri per molti giorni.”
“Non voglio rischiare. E poi siamo qui proprio per evitare che questa gente muti in Nobody, non dimenticatevelo. Dobbiamo arrivare al pianeta che chiamano Earth e distruggerlo, questa è la nostra missione, possibilmente senza trasformare nessuno nel processo.”
“E quindi?”
Zexion guardò Marluxia, passandogli telepaticamente un'informazione. “Intanto ho bisogno di sapere come potere sconfiggere queste guerriere che chiamano Otome. Le armate di Earth di stanza qui mi preoccupano assai di meno. Una volta tolte di mezzo quelle donne, non credo che avremo problemi a forzare i portali di trasferimento. Pensaci tu a sondare la loro forza. Senza contare che... hanno bisogno di una piccola dimostrazione.”
Un sorriso ferino apparve sul bel volto di Marluxia, che tra i compagni era chiamato il 'Leggiadro Sicario'.
“Molto appropriato. Ci vediamo tra un po'.”
'Marluxia è decisamente adatto per questo lavoro. Molto più di Axel, per il quale comunque dovrò trovare presto un'occupazione. Anche se prevedo che ci sarà lavoro per tutti.'
Dando le spalle ad Axel ritornò a guardare il mare di dune, trovando il panorama asettico ma gradevole ai suoi occhi. 'È un bel posto. Un luogo dove, a differenza del nostro multiverso, nessuno ha poteri extrasensoriali. E quindi nessuno si può accorgere quanto esattamente siamo differenti da loro. Se non facessimo sfoggio dei nostri poteri saremmo indistinguibili dai semplici umani. Sì, decisamente un bel mondo dove vivere...'


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Recensioni: LOL! Felice che ci sia ancora gente che sta seguendo questa mazzata, per la quale ringrazio come sempre le mie consulenti e beta reader Shainareth e Solitaire. Questo capitolo in particolare è dedicato a Sol, che mi ha presentato quel gran bastardo di Zexion, il quale condivide davvero con Nagi molte caratteristiche, non ultima la voce del doppiatore, il bravissimo Akira Ishida.
Un grazie di cuore a tutti i lettori e a chi mi ha lasciato scritto qualcosa, Hinata, Chiarucciapuccia (non temere, le due Otome sono vive e vegete, anche se nelle mani di Yokho Shinigami Helene... no, forse non stanno tanto bene...), Frozen, Gufo_Tave (hai assolutamente ragione! Mettere una pezza alle falle dell'opera originaria è un divertimento incredibile, molto di più che giocare al "gioco delle coppie" ^__^).

  
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