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Autore: FairyCleo    12/01/2014    9 recensioni
Dal capitolo 1:"Erano trascorse tre settimane dall' ultima volta in cui aveva trascorso una giornata con la propria famiglia al completo. Erano trascorse tre settimane da quando aveva litigato per l' ennesima volta con Chichi.
Erano trascorse tre settimane da quando lei aveva preparato i bagagli, lasciando lui e Gohan soli in quella piccola, silenziosissima casa in cui non sarebbero mai più risuonati i passi leggeri della donna che Goku aveva sposato".
Dal capitolo 3: "Io non so se sei venuto a conoscenza degli avvenimenti che hanno segnato la mia famiglia nelle ultime settimane..."[...]"Vegeta, mio papà non ha preso bene la cosa... è stanco, spento, immotivato.[...]"So che il tuo più grande desiderio è quello di battere mio padre, è per questo che ti chiedo di aiutarlo. Allenati con lui Vegeta. Diventa il suo nuovo stimolo. E sono certo che diventerai anche tu un super sayan. Il super sayan più forte della storia".
Genere: Angst, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Gohan, Goku, Un po' tutti, Vegeta | Coppie: Goku/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente qui
 
Il sangue gli si era gelato nelle vene. Sembrava che l’aria un attimo prima rovente fosse diventata di ghiaccio e che il suo corpo non rispondesse più ai suoi comandi, ammesso che il suo cervello fosse ancora in grado di formulare un qualsiasi pensiero coerente.
Era paralizzato dalla paura. Paralizzato in un modo che non avrebbe mai creduto possibile. Si era trovato di fronte alla morte tante volte, e in un’occasione l’aveva persino affrontata e vinta grazie all’aiuto del fratello del drago Polunga. Ma adesso, adesso la situazione era mille volte peggio di quanto mai avesse potuto credere.
Davanti a lui non c’era un uomo comune. Davanti a lui non c’era neppure un uomo, purtroppo, e questo perché davanti a lui c’era il demonio in carne e ossa.
 
Gli occhi di Broly erano bianchi come la neve e i suoi capelli avevano assunto una strana colorazione verde, facendo in modo che il suo aspetto risultasse mille volte più mostruoso e innaturale di quanto già non fosse. Il suo viso distorto dalla rabbia non poteva essere altro che un presagio di morte, una morte che il capo dei saggi temeva di non poter più evitare.
 
“Kaharot” – aveva ringhiato con quella sua bocca spaventosa – “Kaharot”.
 
Per un breve istante aveva creduto che non fosse possibile per uno come lui, per una bestia, pronunciare suoni in una lingua comune, eppure si era sbagliato.
Era così evidente che si trovasse lì per una sola ragione, che il suo unico obiettivo fosse il ragazzo che continuava a stringere tra le braccia come un tesoro, che il suo unico obiettivo fosse Goku.
Un altro al suo posto si sarebbe dato dello stupido. Un altro al suo posto si sarebbe dato dell’idiota per essersi fatto mettere in mezzo ancora una volta da uno straniero che non aveva nulla a che fare con il suo popolo, con la sua gente. Un altro al suo posto avrebbe spinto quel corpo semi-evanescente tra le braccia del nemico, consegnandoglielo e fuggendo come il più vile dei codardi, un codardo che avrebbe però avuto ancora la sua vita.
Ma lui non era un altro. Lui era il capo dei saggi, lui era il namecciano a cui era stata conferita la massima autorità, era l’equivalente di quello che sulla Terra chiamavano Supremo. Eppure, non per questa ragione aveva deciso che non avrebbe agito da vile. Fosse stato anche l’ultimo fra gli ultimi, avrebbe preferito morire in quell’istante fra atroci sofferenze piuttosto che trascorrere il resto della sua vita sapendo di aver condannato a morte un innocente. Goku era speciale. Goku era buono, Goku era un eroe. E lui non l’avrebbe mai e poi mai lasciato morire.
 
“Va-vattene!” – gli aveva urlato con voce tremante, stringendo più forte il saiyan al suo petto e cercando come meglio poteva di indietreggiare. Se Broly lo avesse voluto, avrebbe dovuto strappargli via le braccia – “Vai via!”.
“Ca-capo dei saggi… No…”.
Per un attimo aveva creduto che Goku avesse perso i sensi. Invece, il giovane guerriero morente era rimasto vigile nonostante il dolore che aveva invaso il suo corpo, un dolore sordo e accecante, un dolore che nessuna creatura, soprattutto non una così buona, avrebbe mai dovuto provare.
“Ragazzo, sta calmo… Troveremo un modo per fuggire. Io-io…”.
“No… No”.
Non l’avrebbe mai creduto possibile, ma Goku aveva trovato l’energia necessaria per posare una mano sul suo petto e spingerlo ad allentare la presa, girando il capo nella direzione del mostro rimasto immobile all’ingresso di quell’antro fino a qualche istante prima sicuro.
 
Quella era la prima volta in cui l’eroe della Terra aveva l’occasione di guardare negli occhi la bestia che aveva fatto del male a Vegeta. Quella era la prima volta in cui poteva vedere il suo viso. Eppure, qualcosa che non riusciva a spiegare gli stava quasi suggerendo che quello non fosse il loro primo incontro, che il suo aspetto fosse molto più familiare di quanto non avesse potuto pensare. Certo, poteva anche essere stato il dolore a fargli venire in mente simili pensieri. Dopotutto, aveva la vista annebbiata e la mente sconvolta dalla sofferenza. Forse, era stato proprio quel pensiero così assurdo ad aver stimolato in lui il riso.
 
Non era in grado di combattere. Non era neppure in grado di stare seduto dritto, come avrebbe potuto battersi contro un’autentica belva? Sentiva la sua aura bruciare sulla pelle come fuoco. Ma non era ancora arrivato il suo momento. Sapeva che sarebbe morto, che sarebbe presto scomparso, ma ciò non poteva avvenire prima di rivederlo. Ciò non poteva avvenire prima di rivedere un’ultima volta Vegeta.
Ma come poteva proteggere se stesso e il capo dei saggi? Come? Broly non avrebbe avuto alcuna pietà. Il namecciano sarebbe stato una vittima innocente, l’ennesima.
 
Il super saiyan leggendario aveva nuovamente perso la ragione, e questa volta Goku dubitava che ci sarebbe stato un modo per rendere reversibile quel processo portato a compimento. Continuava a chiedersi perché non lo avesse già attaccato, perché si ostinasse a rimanere all’ingresso di quell’antro così freddo. Stava forse giocando con lui come il gatto fa con il topo?
Sentiva il cuore battere talmente forte da fare male. Lo aveva trovato. Broly lo aveva trovato prima di Vegeta, ergo, che altro voleva da lui? Che cosa diamine poteva volere?
 
“Kaharot” – aveva ripetuto, stritolando con la mano la roccia a cui si era aggrappato. La rabbia stava montando in lui in maniera incontrollabile. Se avesse lasciato esplodere la sua aura, sarebbero morti schiacciati dalle macerie del luogo in cui avevano provato a nascondersi.
Avrebbe tanto voluto lanciargli contro un’onda energetica, ma essendo impossibilitato a muoversi, Goku si era limitato a parlargli con la voce stanca, rotta dal dolore. Ormai non gli restava altro da fare se non piangere.
“Sono qui, Broly…Eccomi… Eccomi qui… Ora… Ti prego, lascia andare il capo dei saggi…”.
“Ragazzo, non ho intenzione di lasciarti” – no, non se ne parlava minimamente. Anche se l’avesse supplicato di lasciarlo, non lo avrebbe fatto.
“E’ me che vuole… Lui… E’ me che vuole…”.
 
Ci aveva provato. Aveva provato a mettersi seduto e a staccarsi dalla salda presa del namecciano, ma non era stato in grado di farlo. Ogni singola fibra del suo essere stava urlando di dolore e il suo corpo aveva smesso di obbedire ai suoi comandi. Se solo il capo dei saggi lo avesse ascoltato, se solo si fosse messo in salvo, avrebbe avuto un piccolo sollievo in quel momento di puro, autentico orrore.
“Ragazzo…”.
 
Aveva pronunciato quella parola con il terrore nella voce. Broly stava avanzando verso di loro, stava per raggiungerli. A quel punto, solo gli dei avrebbero saputo quale sarebbe stata la loro fine, in quale modo atroce avrebbero lasciato il loro mondo.
“Broly, lascialo andare. Lascialo, io… NO!”.
 
Gli era bastato un balzo per raggiungere Goku e strapparlo dalle braccia del namecciano con un unico strattone. Lo aveva afferrato per la gola, stringendo le dita con tanta forza da impedirgli di respirare.
Goku non aveva le forze per lottare. Non aveva la forza neanche per provare a scalciare, per provare a liberarsi. Le uniche cosa che avvertiva erano il dolore e la paura di morire prima del suo arrivo. Perché non era ancora arrivato? Perché? Perché Vegeta stentava ad arrivare?
 
“LASCIALO! MOSTRO! LASCIALO IMMEDIATAMENTE!”.
 
Il namecciano aveva provato ad afferrare il solido braccio del guerriero leggendario nel tentativo di forzarlo a mollare la presa, ma era stato tutto inutile. Broly era fatto di marmo, e lui si era solo ustionato i palmi delle mani a causa della sua immensa aura rovente. Gli era bastato scagliargli un calcio neanche troppo potente per metterlo al tappeto. A quel punto, forse, sarebbe stato meglio per lui morire. Non avrebbe avuto il coraggio di assistere impotente alla dipartita del giovane Goku.
 
“Kaharot” – aveva detto di nuovo Broly, stringendogli attorno al collo anche l’altra mano – “Kaharot”.
“Mpf…Mmmm!”.
“Kaharot” – aveva ripetuto ancora, sfoderando il più sadico dei sorrisi – “Muori”.
 
E lo avrebbe fatto, lo avrebbe ucciso se non fosse stato fermato da un calcio, da un unico e solo violentissimo calcio che gli aveva imposto di lasciar andare la sua vittima pochi istanti prima che fosse troppo tardi.
 
Goku era certo che avrebbe impattato violentemente contro la fredda e ruvida roccia frantumandosi le fragili ossa ancora presenti nel suo corpo ormai dissolto. Era certo che al suo dolore se ne sarebbe solo aggiunto un altro, intenso, pungente, impossibile da evitare. Eppure, Goku si era sbagliato. Non era stata la fredda pietra ad accoglierlo, ma qualcosa di diverso, qualcuno di diverso, qualcuno in cui aveva sempre creduto e sperato, qualcuno che finalmente sarebbe stato in grado di vedere un’ultima volta, qualcuno che gli aveva appena dimostrato che non c’è sempre bisogno di sette sfere e di un drago per vedere espresso un proprio desiderio.
 
Aveva aperto gli occhi con fatica, impiegando qualche secondo di troppo per mettere a fuoco la sua sagoma così familiare eppure così diversa, una sagoma vibrante di oro puro.
Avrebbe tanto voluto chiamarlo, ma aveva il fiato corto e un nodo in gola che non riusciva proprio a sciogliere. Per questa ragione, dopo aver osservato per un lunghissimo istante quel suo viso così bello e fiero, aveva chiuso gli occhi, preferendo abbandonarsi contro il torace nudo che gli avrebbe fatto da cuscino, inspirando forte il suo odore. Non era riuscito a trattenere le lacrime. Lacrime di gioia, lacrime di sollievo, ma anche di dolore. Non sarebbe mai tornato sui suoi passi se avesse avuto l’opportunità di tornare indietro, eppure non riusciva ad accettare di non poter più stare al suo fianco, di non poterlo vedere mai più.
Lo amava. Per la prima volta in vita sua era stato in grado di capire davvero cosa volesse dire stare insieme a qualcuno, non a causa di uno sciocca promessa fatta da infante ma perché veramente consapevole di quanto piacevole potesse essere un sorriso strappato, di quanto dolce potesse essere una battuta solo in apparenza pungente, e di quanto tormentata e dolorosa potesse essere la lontananza. Aveva iniziato a vivere davvero solo dopo averlo incontrato, solo dopo aver capito cosa volesse dire essere complici, cosa volesse dire stare insieme, e solo gli dei potevano sapere quanto avrebbe voluto stargli accanto, perché solo loro potevano capire quanto immenso fosse e puro il sentimento che lo legava al borioso, cocciuto, dispotico il principe Vegeta.
Perché doveva lasciarlo? Perché il destino aveva deciso che si sarebbero dovuti separare subito dopo essersi trovati? No, per quanto si sforzasse, non riusciva proprio a capirlo e a sopportarlo.
 
“Maledetto…” – aveva ringhiato Vegeta, stringendolo con più forza – “Maledetto Broly”.
 
No. Perché stava rovinando quel momento? Perché stava pensando a quella belva invece che occuparsi di lui? Erano i loro ultimi istanti insieme, dopo non avrebbero avuto più niente… Non poteva proprio pensare a lui.
 
“Ge-Geta…” – aveva trovato la forza di parlare solo per mostrargli che lui era ancora lì, anche se per poco, che c’era e che non sarebbe andato via così in fretta.
L’avrebbe pagata cara per quel gesto. Il dolore sarebbe stato immane, ma l’avrebbe sopportato. Cos’altro poteva ancora capitare a chi stava per svanire nel nulla?
 
Vegeta aveva abbassato la testa di scatto, incapace di mascherare la sua apprensione.
Come biasimarlo? Goku stava letteralmente sparendo fra le sue braccia, cosa avrebbe dovuto fare?
 
“Sei-sei…”.
“Kaharot, Vuoi stare zitto? Non mi sembra che tu sia molto in forma, al momento”.
 
Aveva cercato di essere rude come al solito, ma era più che evidente che gli tremasse la voce. Era terribilmente emozionato, così tanto da non essersi conto di quanto forte lo stesse stringendo. In un’altra occasione, Goku non si sarebbe lamentato, ma adesso che stava così male, non era stato in grado di reprimere un gemito.
 
“Kaharot…” – aveva allentato la presa, pentendosi immediatamente della sua stupidità. Aveva evitato di guardarlo, in un primo istante. L’immagine del suo corpo straziato era molto diversa da quello a cui era abituato. Quella stupida terza classe, la sua stupida terza classe, stava letteralmente svanendo fra le sue braccia.
Era quella, dunque, la fine che gli era stata riservata? Era quello il suo destino? No, non lo avrebbe permesso. Si era fatto teletrasportare su Neo-Namecc proprio per impedire che quello scempio avvenisse. Kaharot, Goku, non sarebbe morto quel giorno. E per impedirlo, era pronto a fare qualsiasi cosa fosse in suo potere – “Sta tranquillo. Ci sono io adesso, mi hai sentito?”.
Ma Goku sembrava che avesse perso i sensi.
“Mi hai sentito, Kaharot?”.
Lo aveva scosso leggermente, ottenendo esattamente l’effetto sperato. Gli occhi di Kaharot, anche se in parte velati, si erano nuovamente schiusi, specchiandosi nei suoi.
“Grazie”.
 
Senza proferire parola, Vegeta si era sollevato reggendolo fra le braccia, portandolo poi dal capo dei saggi. Quest’ultimo, anche se ferito e un po’ intontito, non aveva perso neanche il più piccolo passaggio di quanto si era verificato davanti a lui. A quanto sembrava, alla fine Goku aveva avuto ragione, alla fine Vegeta era arrivato.
 
Non aveva potuto non notare quanto egli fosse diverso. Non solo nel fisco, ma nell’atteggiamento. Dal suo sguardo trasparivano preoccupazione e angoscia misti ad una profonda severità per una volta non dettata da un eccesso di spavalderia. Per un attimo, aveva creduto che quell’essere biondo non fosse il cinico principe dei saiyan, il mostro che aveva cercato di sterminare il suo popolo per recuperare le sfere del drago ed esprimere il più vile dei desideri. Vegeta non si sarebbe mai inginocchiato per posare il corpo del suo più acerrimo nemico fra le sue braccia, chiedendogli silenziosamente di occuparsi di lui. Vegeta non gli avrebbe mai riservato il più triste degli sguardi, cercando di celare quegli occhi così stanchi leggermente velati dalle lacrime.
 
“Non gli permetterò di avvicinarsi a voi” – aveva asserito, serio – “Non finché non sarà necessario, almeno”.
“Che-che cosa vuoi dire con ciò?” – aveva osato chiedergli, preoccupato.
Ma il principe dei saiyan non aveva risposto, e con estrema lentezza si era rimesso dritto, puntando con lo sguardo il nemico prossimo a rialzarsi.
“Proteggilo fino al mio ritorno. E tu non provare a lasciarmi di nuovo. Hai capito, Kaharot?” – ed era partito a gran velocità nella direzione opposta, lasciando dietro di sé una potente, dorata scia di energia lucente e un namecciano più confuso e preoccupato che mai.
 
Continua…
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Eccomi qui!!!
Sono in ritardo? Spero proprio di no! =)
Alla fine, Vegeta è riuscito a raggiungere il suo stupido Kaharot, a quanto pare. Mi sono quasi emozionata. A momenti non riuscivo a credere neppure io che potesse farcela, mentre, alla fine, è accaduto.
E fidatevi se vi dico che Vegeta sa esattamente quello che fa e dice.
 
Ora, perdonatemi se scappo ma sono stanchissima.
Spero di non aver fatto troppi errori di battitura considerando che sto scrivendo e sentendo/vedendo OAV e gli ultimi episodi dello scontro contro Majin Bu. XD
Me li sono persi, purtroppo, e questi sono i miei preferiti in assoluto. Perché DBZ deve essere già finito? Uff…
E va bè! Pazienza! =)
A presto ragazzi!
Un bacione
Cleo

 
   
 
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