Uhm…oggi darkosa *___* che
bello, il
Passato il momento di
emozione, vi chiedo immensamente scusa per il ritardo estremo ma ho avuto due
settimane con una verifica o un’interrogazione importante al giorno e ho un
debito da recuperare -______-
Ecco cosa mi sono
dimenticata di dire la volta scorsa…Kirakishou in questa fiction avrà un ruolo
marginale, perché non sapevo né che strumento assegnarle né il carattere…e non
potevo farla restare muta XD Ma in compenso Barasuishou…Deidara: Zitta, non fare spoiler! Io: Oh caspio (esclamazione che dico spesso e non si sa da che
mondo provenga o___O), hai ragione! Se non ci fossi tu…
Coooomunque, è giunta ora
dell’angolino delle recensioni!!
candy candy: Molte grazie, hai
ragione, sono stata per diversi anni in un club anti bullismo…e diciamo che ne
ho anche picchiato qualcuno alle medie, ho un temperamento da testa calda che
quasi sempre mi fa reagire così… ^^
uchiha_girl: Grazie mille, fai con
calma ^^
Shinku: Grazie davvero, in
effetti è l’unica coppia esistente in questo manga a parte le yuri XDXD
A_chan: Grazie *__* il tuo nick per caso è preso
dal film “Paprika”? Perché lo a-d-o-r-o!!! In effetti anche io vedevo bene
Souseiseki alla batteria, visto il suo comportamento da maschiaccio mi sembrava
adatto uno strumento da maschiaccio U___U e dovrebbe anche essermi grata visto
che è lo strumento preferito di mio marito, nevvero Dedi?
- Stazione di Okinawa -
Suigintou sentì un tuffo al cuore, mentre
afferrava la sua chitarra e si precipitava fuori dalle porte prima che si
chiudessero. Non poteva permettersi un altro biglietto del treno.
Mentre guardava nella tasca esterna della
custodia del suo strumento, notò un’altra ragazza, più o meno della sua stessa
età che camminava impettita, in un vestito rosso cupo, così scuro da sembrare sangoire. Di certo era molto, molto
ricca, aveva visto quello stesso vestito nella vetrina di un negozio, una delle
poche volte in cui era uscita alla luce del sole. Costava una cifra che non
avrebbe potuto permettersi neppure in tutta la vita, eppure era lì, su di lei,
con la sua aria snob.
Il suo cuore saltò un bel po’ di battiti
quando si accorse che non c’era. Non c’era.
“Oh no. OH NO.”
Cercò freneticamente nella borsa, dentro
lo scomparto della chitarra, dentro la cassa di risonanza di essa. Niente. Rien.
Nada. Nothing.
“Porca puttana!”
Imprecò dentro di sé, quando sentì una
mano toccarle la spalla.
Si girò di scatto e si accorse della
stessa ragazza di prima che le porgeva quello che tanto aveva cercato: il
foglietto dell’indirizzo dove si svolgeva il provino della sua vita.
I capelli biondi rilucevano come oro fuso
sotto i gentili raggi del sole che parevano accarezzarli piano, i seri occhi
azzurri, brillanti come zaffiri che la guardavano con un’espressione
indecifrabile.
Afferrò il foglietto di colpo,
brontolando un “grazie” mentre si rialzava e la fissava con uno sguardo seccato,
detestava essere osservata in quel modo. Sentì già di odiarla. Si voltò e fece
per andarsene, quando lei le chiese in tono calmo:
- Quel foglietto è l’indirizzo dello
stabilimento radio dove si svolge il concorso per incontrare Rozen, vero? -
Si raggelò, la mano destra che stringeva
allo spasmo il manico della custodia. Celò la sorpresa dietro una maschera
indifferente e annuì.
- Farsi gli affari propri è diventato un
optional per caso? -
Voleva apparire brusca e ci riuscì
perfettamente; l’espressione della bionda si indurì, mentre le rispondeva:
- Anche la gentilezza a quanto pare. Ho
ricevuto anche io l’invito, per questo l’ho riconosciuto. La carta profuma di
rose. -
La sfrontatezza di Suigintou si incrinò
sotto quell’affermazione, perciò si limitò a dire, per salvare la faccia:
- Di solito uno li legge i biglietti, non
li annusa. Comunque grazie. Sei anche tu una fan del “Padre”? -
Il viso della ragazza addolcì
leggermente, evidentemente aveva toccato il tasto giusto.
- Lo amo più della mia stessa vita. Darei
qualsiasi cosa per incontrarlo. E a quanto pare anche tu, l’appellativo di “Padre”
lo conosce solo chi è una vera e propria fan. Comunque mi chiamo Shinku. -
- Era un complimento? Suigintou. –
- Può darsi. Hai un bel nome: molto
sciolto. –
- Anche il tuo non è male, ha un significato
molto diretto. –
- E il tuo molto complicato. Facciamo la
strada insieme? –
- D’accordo. Non vedo strumenti…che cosa
suoni? –
Suigintou aveva fatto quella domanda di
getto, senza pensarci. In teoria quella lì era una sua rivale, un ostacolo per
il successo postosi davanti alla sua strada, ma non poteva fare a meno di
provare curiosità verso di lei, e anche se non voleva ammetterlo, invidia.
- Suono unicamente la mia voce, anche se
sono una discreta suonatrice di organo. -
- Oh. Io sono troppo ovvia. –
Shinku sorrise impercettibilmente,
rispondendo:
- Invece no. Dentro quella custodia
potrebbe esserci un basso o una chitarra. Elettrica o classica per di più. Sono
io che sono troppo evidente. -
La ragazza rimase spiazzata dalla
chiarezza cristallina di quell’affermazione così ovvia e non disse nulla per un
buon pezzo di strada.
All’improvviso si ritrovò per terra, con
addosso a lei una strana bambina troppo cresciuta, vestita di rosa e i capelli
biondo miele che la fissava con un verde sguardo innocente.
- Tante scuse. Mi chiamo Hinaichigo e tu?
–
AAAAAAAH, scusate il
capitolo del cavolo, troppo breve e troppo stupido, ma dovevo postare. Mi sono
appena resa conto che quasi nessuna frase dura più delle 6 o 7 parole.
Latino del cavolo -____- mi
impedisce di formare frasi intelligibili…*rimane più spiazzata di Suigintou per
la colta parola che ha appena pronunciato*.
Ehm…RECENSITEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE
O VI SPACCO TUTTI XD scherzo ovviamente, potete anche sputarmi in un occhio per
quel che vi riguarda ^^