Anime & Manga > Mermaid Melody Pichi Pichi Pitch
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Autore: Jade Tisdale    13/01/2014    2 recensioni
E' già passato un anno dalla nascita di Seira e la vita sulla terra trascorre tranquilla per le principesse sirene. Un giorno però, la Regina dei Mari chiede il loro aiuto per affrontare una nuova minaccia, una forza molto più potente di Gaito e di Mikeru. Per sconfiggere il nemico, le principesse avranno bisogno dell'aiuto di un nuovo, misterioso personaggio, di cui non si sa ancora nulla. Riusciranno le sirene a cavarsela anche questa volta?
Dal 7° capitolo:
Mi stavo lentamente abbandonando quando, ad un tratto, una voce mi fece tornare in me.
«Seira, non puoi arrenderti così. Io lo so che puoi farcela.»
Aprii lentamente gli occhi e mi ritrovai in un luogo che, tutt'intorno, era bianco.
«S-Sara... Io non...»
«Tu puoi riuscirci. Puoi rialzarti e fargli vedere cosa sei in grado di fare.» Mia sorella sorrise. «Io credo in te, Seira. Non dimenticarlo mai.»
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sara, Seira, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dakota

 

«Mia signora, non la voglio disturbare. Ci tenevo solo a dirle che ho completato l'incarico che mi è stato assegnato.»
Mi voltai lentamente.
«Bravissima, mia cara. Adesso puoi andare a riposarti.»
Megumi alzò lo sguardo. «Dice sul serio, mia signora?»
«Certamente. Per ora non ho bisogno di te, quindi puoi prenderti una pausa.»
«La ringrazio infinitamente, maestà!»
La ragazza dai capelli dal color rosa perlato uscì dalla stanza e si ritrovò faccia a faccia con Aki. I miei poteri mi consentivano di vedere cosa accadeva alle persone direttamente, anche se non ero davanti a loro.
«Che intenzioni hai?» chiese lui infastidito.
«Non so proprio di che cosa tu stia parlando!» ribatté la sorella minore.
«Basta Megumi. Ti ho consigliato a sua maestà Dakota solo perchè aveva bisogno di alleati, ma questo non vuol dire che devi farti bella ai suoi occhi! Ti ricordo che io sono stato il suo primo servitore...»
«Sì, certo, me lo hai ripetuto un milione di volte. Peccato che Dakota questa mattina mi abbia affidato un compito davvero speciale, perciò significa che si fida di me.» continuò Megumi, allontanandosi dal fratello maggiore.
«Toglimi solo una curiosità.» disse Aki bloccandola per il braccio. «Lo fai solo perchè te l'ho chiesto io o perchè vuoi vendicarti con l'erede?» 
 Megumi deglutì e se ne andò senza proferire parola. 
Sorellina mia... sospirai ripensando ai bei momenti che avevamo passato insieme.

 

Naomi

 

Avevo corso fino a casa molto velocemente. Sapevo cosa mi attendeva: un'altra ramanzina da quello scocciatore di Hideo. Giunta davanti al portone di casa di zio Daisuke, cercai un'ulteriore via di fuga, ma ancor prima che potessi muovere un muscolo, la porta si aprì e Hideo mi portò dentro con la forza.
«Mi vuoi spiegare perchè sei così stupida Naomi?» chiese arrabbiato, sbattendo la porta della mia camera. «Siamo in una città che non conosciamo e ti saresti potuta perdere. Se lo zio Daisuke fosse arrivato, cosa gli avrei detto? Quell'idiota di mia sorella è scappata perchè voleva seguire le orme di un'altra stupida?»
Lo scaraventai contro al muro con una rabbia incessabile. «Non azzardarti mai più a parlare male di Yuma. Ha fatto tanto per noi, più di quanto tu possa immaginare. Se non fosse stato per lei a quest'ora non saremmo qui!»
«Yuma è scappata perchè aveva paura di doverci mantenere, Naomi, cerca di fartene una ragione!»
«No!» urlai mentre le lacrime mi bagnarono il volto. «Sono sicura che c'era una ragione! Non ci avrebbe mai lasciati soli, mai!» 
In quel momento, qualcuno iniziò a suonare insistentemente il campanello.
«Spero che Kumiko non diventi come voi due.» sbuffò Hideo uscendo dalla mia stanza.
«Tu di certo non sei migliore!» esclamai sbattendo la porta molto più forte di come aveva fatto lui. 

 

Coco

 

Quando Lucia rientrò ero appena uscita dalla vasca da bagno. Le ero andata incontro all'ingresso, ma capii fin da subito che c'era qualcosa che non andava.
«Dov'è Seira?» chiesi mentre lei se ne andò verso la cucina. La bloccai per il braccio e fu costretta a guardarmi negli occhi. «Allora?» ripetei impaziente.
«Oh, scusami Coco, non mi ero resa conto che eri qui... Ecco, Seira si è fermata alla spiaggia...»
La guardai interrogativa. «Che ti succede Lucia?» 
Sospirò. «Sono un po' pensierosa. Non ti è sembrato strano il comportamento della Regina questa mattina?»
«Mmh... Onestamente mi è parso più strano il comportamento di Seira. Cos'aveva di strano la Regina secondo te?»
«Beh, diciamo che è strano il fatto che non ci abbia mai parlato della storia di Malika, ma è stata proprio lei a sembrarmi strana nel tono di voce, ma soprattutto quella frase che ha detto: "Apparirò a voi tutte le volte che ne avrete bisogno."»
«Mi sembra una frase normalissima...» 
«E' strano invece. La Regina è apparsa a noi solo quando voleva lei e il fatto che in quel momento avessimo bisogno del suo aiuto era solo una coincidenza.»
La guardai ancora negli occhi, rendendomi conto che era davvero interessata alla questione.
«Seira ha detto di aver sognato Sara.» placai un po' la voce non appena pronunciai quel nome. «Secondo te ha qualche significato preciso?»
«Non saprei. Sara mi è apparsa qualche volta davanti come spirito e può anche darsi che abbia voglia di conoscere Seira: in fondo, se ci pensiamo bene, sarebbe la sua sorellina minore.»
La lasciai andare e rimasi nel corridoio da sola. Strinsi la mia collana tra le mani. Sara, mi manchi da morire. pensai mentre una lacrima scendeva lentamente sulla mia guancia.

 

Seira

 

Tornai a casa molto tardi quella sera. Di sicuro le altre sirene erano state in pensiero per me e fui molto dispiaciuta per quello. Quella notte non sognai Sara, così come la sera dopo e quella successiva ancora. Mi chiesi quanto avrei dovuto aspettare ancora. Sentivo come il bisogno di vederla e di parlarle. Era come se la conoscessi da tempo. Ma non era così. Da quando ero nata l'avevo vista sì e no due volte, ma mai in un sogno. In quei giorni il mio pensiero fisso non era solo lei, ma anche quella misteriosa ragazza che avevo incontrato in spiaggia. Avevo messo la sua foto nel comodino e tutte le sere, prima di andare a dormire, la riguardavo e la analizzavo nei minimi dettagli. All'estrema destra vi era un uomo molto giovane coi capelli corti e castani e di fianco a lui un bambino coi capelli neri e due occhi vispi. Alla destra di quest'ultimo, c'era una donna mora con un lungo vestito celeste che teneva per mano una bambina bellissima e al tempo stesso in braccio un neonato. In primo piano, dietro a tutti, vi era una biondina che avrà avuto all'incirca la mia età. Tutti loro sembravano molto felici. Mi chiedevo se quella fosse la famiglia di Naomi. Ma se così fosse stato, allora perchè quando l'avevo vista mi aveva suscitato l'impressione di essere una ragazza triste e arrabbiata? Dovevo rivederla. Me lo ero imposto. Così come mi ero convinta che avrei dovuto sognare ancora Sara. E la mia attesa non durò molto: era un giorno di metà luglio quando, dopo un faticoso giorno di lavoro al Pearl Piari, mi ero addormentata di colpo e lei apparve subito nella mia mente. Ma quella visione mi sembrava così reale che non riuscii a definirlo un sogno. Ero sotto le coperte e Sara era in piedi vicino al letto. Faceva un caldo indescrivibile, ma solo il pensiero di averla vicino mi fece spaventare e mi ero nascosta sotto al lenzuolo. Sentii la sua mano posarsi sulla mia testa arancione.
«Seira, non devi avere paura di me.»
Mi scoprii e la guardai negli occhi. Aveva ancora la mano sopra alla mia testa e aveva iniziato ad accarezzarmela dolcemente.
«Com'è possibile?» chiesi quasi come un sussurro.
«Seira, noi siamo sorelle. Ho percepito fin da subito il tuo disagio della prima volta che ti sono apparsa in sogno, ma ho voluto tenerti un po' sulle spine per vedere se avresti resistito.»
Mi sedetti al suo fianco e la guardai confusa.
«Come facevi a sapere che la Regina sarebbe venuta da noi?»
«E' stata lei a dirmelo. O meglio, se ben ricordi, lei mi ha solo detto qualcuno sarebbe venuto a farvi visita quel giorno, non ho mai nominato la Regina.»
Aveva ragione.
«Quindi vorresti dire che la Regina non sapeva che lei stessa sarebbe venuta da noi quel giorno?»
«Perché, è venuta la regina da voi quel giorno?» chiese. Non era una vera domanda. Sembrò quasi un modo per farmi riflettere.
Iniziò a scomparire davanti ai miei occhi, lasciandomi lì da sola, perplessa, con quella frase che mi ronzava nella testa. 

 

Yuma 

 

Imbucai la lettera e iniziai a correre più veloce che potevo verso l'hotel in cui alloggiavo. Più me ne stavo al chiuso e meglio sarebbe stato per i miei fratelli. Mi chiesi cosa stessero facendo in quel momento. Era mattina presto e molto sicuramente, Kumiko era nella sua stanza a giocare mentre Ogai la controllava, Naomi cuciva qualche vestito con la mamma e Hideo era in barca con papà. No, era impossibile. Troppe cose erano cambiate nell'ultimo anno. Di certo, in quel momento, Naomi era nella sua stanza a piangere per l'assenza di mama e papà, Hideo mi odiava a morte perchè credeva li avessi abbandonati, Kumiko stava peggio di prima a causa della malattia e Ogai non sapeva come mandare avanti la nostra famiglia; o meglio, quel che ne era rimasto. Nessuno di loro mi poteva capire, Hideo per primo. Non capivano che me ne ero andata per il loro bene, per proteggerli. E non lo avrebbero mai capito fino a quando, un giorno, non fossi tornata e glielo avessi spiegato. Ma questo sarebbe accaduto solamente con un miracolo.

 

Hippo

 

Mi stropicciai gli occhi e non mi ci volle molto per rendermi conto che era notte fonda. Sentii un rumore strano provenire dal piano terra e corsi giù a vedere. La porta d'ingresso era mezza aperta, ma dopo aver controllato ogni centimetro del pianterreno dell'hotel, mi rassicurai convincendomi che non si trattava di un ladro. Sicuramente una delle ragazze era andata a fare una nuotata in mare. La prima porta che aprii fu quella della camera di Lucia, la più vicina alle scale: di solito era lei ad uscire di notte, ma dormiva come un ghiro. In seguito controllai quelle delle altre, lasciando quella di Seira per ultima. Si trattava proprio di lei. Ritornai nella camera di Lucia, visto che dalla sua finestra si poteva vedere il mare. Seira era seduta sulla spiaggia, vicino alla casetta dove avevo conosciuto Yuri. Stava piangendo. Mi sembrò come di rivivere il primo incontro con la dolce Dark Lover e provai molta nostalgia, ma decisi di non intervenire. Se la principessa dell'Oceano Indiano aveva qualche problema, era giusto che fosse lei la prima a parlarcene.

   
 
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