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Autore: Sghisa    13/01/2014    0 recensioni
La storia inizia dove finisce "Sulle tracce del passato". Duncan è stato arrestato. Perché? Come farà Veronica a tirarlo fuori di prigione? Ma soprattutto, riuscirà Veronica a sopravvivere in quel di Neptune?
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lilly Kane, Logan Echolls, Un po' tutti, Veronica Mars, Wallace Fennel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Solo nomi

E finalmente era arrivato: il fine settimana.
Andare al lavoro venerdì era stato per Veronica una vera e propria tortura. Il dipartimento dello sceriffo, con le elezioni che avanzavano a passo spedito, era in subbuglio, e lo sceriffo stava cercando di risalire la china discendente che la sua popolarità aveva imboccato negli ultimi anni. Le precedenti elezioni erano andate lisce: dopo il caso delle prove scomparse, Keith Mars si era definitivamente ritirato dalla competizione per il distintivo a stella. Inoltre Liam e i suoi cugini Fitzpatrick avevano aiutato Van Lowe nello sbaragliare eventuali concorrenti. Aveva gareggiato da solo e aveva ovviamente vinto.
Ma negli ultimi anni l'ex agente D'Amato, collega di Keith Mars, aveva fatto la sua bella figura, arrestando numerosi fuggiaschi e criminali. Vinnie temeva che il bell'investigatore privato potesse rivelarsi un valido avversario. Aveva quindi raddoppiato i turni dei propri dipendenti, e organizzato una serie di incontri di sensibilizzazione rivolti ai giovani. E così, mentre Sachs preparava una lezione sul consumo di stupefacenti e i pericoli a essi connesso per gli studenti del liceo, Veronica - in quanto unico agente donna - doveva preparare un incontro sulle violenze sessuali e di genere.
"Suvvia Mars" l'aveva provocata il suo superiore "non ti vergognerai mica di parlare di stupri di fronte a un branco di innocenti ragazzini? Che vuoi che sia, se non ricordo male, te la sei sempre cavata bene con le parole!"
Veronica aveva chiuso gli occhi, contato fino a dieci. Poi aveva sorriso e preso il plico di fogli che lo sceriffo le stava porgendo. Infine si era voltata verso la sua scrivania e, in perfetto silenzio, si era messa al lavoro. In realtà stava meditando. Su come la vita fosse ingiusta e crudele, sul fatto che sicuramente Vinnie aveva letto i file degli interrogatori per il suicidio di Cassidy "Beaver" Casablancas, e quindi fosse a conoscenza dello stupro di cui lei era stata vittima. Ma Veronica Mars non avrebbe ceduto all'ennesimo scherzetto che Vinnie le stava tirando: non gli avrebbe reso la vittoria così semplice.
Sì, perché se c'era una cosa che Vinnie desiderava più di vincere le elezioni, era il potersi finalmente liberare di Veronica Mars.


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Dopo una giornata infernale, passata a leggere e rileggere tutti i casi di stupro avvenuti nella contea di Balboa negli ultimi dieci anni, studiare la casistica e preparare dati e cifre per l'incontro con gli studenti e le studentesse del Neptune High, Veronica aveva finalmente potuto mettere la parola fine non solo a quel maledetto venerdì, ma a un'intera e snervante settimana. Erano quasi le otto di sera quando finalmente poté lasciare la sua scrivania, scivolare silenziosamente in macchina e dirigersi verso la casa di suo padre.
Era tradizione, da sei mesi a quella parte, che la strana combriccola - ovvero Logan, Veronica e la piccola Lilly - ogni venerdì occupasse il piccolo salotto di casa Mars per una cena in compagnia. Di solito Keith li strabiliava, cucinando piatti succulenti e particolari. Cercava di tenersi libero tutto il venerdì, in modo da potersi dedicare a quella che in un certo modo riteneva, essere la sua famiglia.
Quella sera il capofamiglia Mars aveva preparato trofie al pesto con fagiolini e patate, insalata mista e arrosto alle spezie. Infine aveva cucinato una deliziosa crostata ai mirtilli. Quando Veronica arrivò a casa, il vecchio Backup la accolse con uno scodinzolio, mentre i tre commensali le intimarono di sbrigarsi.
"V, ho fame!" esclamò la bambina "oggi il mister è stato spietato: ci ha fatte correre come delle matte!" Keith e Logan annuirono con fare trepidante: la pasta fumava nei piatti e anche a Veronica venne immediatamente l'acquolina in bocca.
Dopo la succulenta cena, era d'obbligo un film. "Tesoro, qui c'è South Park il film, oppure Inception. Cosa preferisci?"
"Qualcosa di adatto alla bambina? Che ne so, Rapunzel o Frozen. Potremmo evitare misteri, omicidi e parolacce per una volta?" domandò Veronica, mentre Logan assisteva ridacchiando alla scena. "Io non ho problemi né con la violenza, né con i misteri e nemmeno con le parolacce, V!" esclamò la bambina, che anzi rincarò la dose "Se non puoi sopportarlo, però, possiamo guardare le principesse…"
Veronica capitolò, e Inception fu.

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Due ore dopo la piccola Lilly cominciò a sbadigliare non appena apparvero i titoli di coda. "E' ora di andare" commentò Veronica, stropicciando i capelli della bambina e guardandola con immenso affetto.
"Grazie papà Mars" gridò la piccolina, abbracciando forte forte un emozionantissimo Keith. "Grazie a te, piccolina. E' stata una serata stupenda!" "Sai" rispose la bambina aggrottando la fronte e assumendo un'espressione seria "Penso che in realtà la trottola stia per fermarsi. Hai notato anche tu come traballa?". "Penso proprio che tu abbia ragione!" acclamò l'uomo. "Notte papà" disse Veronica, baciando il padre sulla guancia e guidando la bambina verso la macchina. "Logan, noi andiamo. Ci vediamo a casa!" "Prendo la giacca e sono da voi" rispose il giovane uomo.
Uscendo dalla porta vide la macchina di Veronica allontanarsi. "Grazie Keith, è stato piacevole come sempre" "Grazie a te, ragazzo".
Guardandolo di sottecchi Logan decise che era ora di iniziare a rispondere per le rime. Non aveva forse ampiamente dimostrato di meritare la fiducia concessa? Che era un uomo adulto e maturo, ma soprattutto un uomo nuovo? "Certo che fare il nonno ti viene proprio naturale, Keith!" provocò scherzoso il giovane uomo.
Keith rimase brevemente interdetto, poi lo ammonì: "Non ci pensare nemmeno, ragazzo!".

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La casa era silenziosa. La pace regnava sovrana. Finalmente Veronica aveva tempo per sé e le sue indagini. Logan dormiva nella sua stanza, o per lo meno da ore la luce in camera sua era spenta. Lilly era crollata in macchina, e aveva dovuto aspettare Logan perché la portasse in braccio fino alla cameretta. Veronica sedeva alla sua scrivania, nella sua camera. L'unico spazio privato che si era riservata, dove teneva le cose dentro gli scatoloni. Non li aveva ancora disfatti dopo il trasloco da Los Angeles e a dire il vero la maggior parte delle sue cose si trovava in un magazzino nella periferia di Neptune.
Veronica aprì la finestra, silenziosamente. E poi cominciò a frugare nelle tasche della giacca. Ne estrasse un pacchetto di sigarette e un accendino. Era il suo momento di intimità: il mondo non esisteva, Duncan non doveva essere tirato fuori di galera, Lilly non dormiva nella stanza dall'altro lato del corridoio, Logan non era rientrato prepotentemente nella sua vita, e soprattutto non la teneva a distanza. Nessuno lo sapeva, nessuno lo doveva sapere. Era un momento tutto suo e voleva che nessuno si intromettesse.
Dopo aver spento il mozzicone sul bordo della finestra, fece circolare l'aria per un po' prima di mettersi al lavoro. L'attesa l'aveva rosa: aveva quei fascicoli in mano da più di un giorno, ma non aveva ancora avuto occasione di leggerne il contenuto. Ora assaporava quel momento, mentre lentamente si sedeva alla scrivania, accendeva la luce, si legga i capelli e infine si immergeva nella lettura del primo fascicolo. Kane L.
Due ore dopo la giovane si stiracchiò sula sedia scricchiolante. Nulla di nuovo. Aveva letto e riletto quasi tutto ciò che era contenuto in quel fascicolo, o meglio, era stata lei a far sì che la maggior parte di quelle prove facesse effettivamente parte di ciò che era a disposizione delle forze dell'ordine. Il resto delle prove era sempre opera Mars: Keith era sceriffo all'epoca dell'omicidio e, nonostante l'opinione diffusa, aveva fatto un ottimo lavoro.
C'erano le poche prove, la maggior parte false e pertanto rigettate dalla corte, che erano state raccolte da Lamb. E poi c'erano quelle prove che non avevano senso. La statuetta dell'oscar vinta da Aaron e i capelli di Duncan trovati sopra di essa. Non corrispondeva con la tempistica, con le videocassette purtroppo andate perdute, con l'atteggiamento violento dell'ex star del cinema. Non aveva senso nemmeno il loro ritrovamento. La villa dei Kane e il suo giardino erano stati rivoltati zolla dopo zolla. Come è possibile che l'arma del delitto sia stata ritrovata quasi due anni dopo? Si domandava Veronica, mentre prendeva appunti e cercava di costringere tutto ciò a seguire un qualunque filo logico.
Non riusciva però a costringere quei pochi elementi dentro una struttura. Chiuse sbattendolo il fascicolo e sbuffo esasperata. Perché la statuetta? Cosa se ne sarebbe fatta Lilly di una stupida statuetta? Vantarsi di averla fregata a una star si Hollywood? Non era da lei… Rivenderla? Lilly non aveva davvero bisogno di soldi. No signore. Lei sapeva che quella che le prove raccontavano non era la vera storia: sapeva benissimo come erano andate le cose. Doveva solo dimostrarlo.
Si alzò dalla sedia camminò su e giù per la stanza. Fissava il secondo fascicolo con timore. Se anche quello non avesse contenuto nulla di importante, si sarebbe ritrovata bloccata. Oltre dieci anni, niente piste, nessuno che la sosteneva. Come avrebbe potuto tirare fuori Duncan di galera?
Poi, esasperata, raccolse il più sottile raccoglitore che portava scritto sulla copertina, Echolls A. e si sdraiò sul letto.
Alla prima occhiata la cosa quasi le sfuggì. Tra i tanti interrogati, i troppi nomi, le moltissime dichiarazioni rischiò di non notarlo. Poi si ferrò e tornò indietro. Priscilla Banks. Quel nome la costrinse a rileggere la pagina, rileggerla attentamente non una, non due ma tre volte. Nonostante fossero passati quasi dieci anni dalla prima volta che l'aveva sentito, quel nome le riempì le orecchie e il cervello. Il cerchio cominciò a tornare, la logica a reggere. Balzò giù dal letto, spalancò la porta e corse verso la camera di Logan. Saltò sul suo letto e lo scosse con una mano tenendo i fogli nell'altra. "Logan, Logan, svegliati"
Lui mugugnò qualcosa, e lei accese la luce. "Logan, tu sai spiegarmi questo?" domandò lei, sventagliando davanti agli occhi ancora appannati del giovane uomo. "Veronica, sono le tre del mattino…" brontolò il giovane "…tornatene a letto".
"No, Logan, è importante. Davvero importante. Tu forse puoi aiutarmi a capire perché è stata Priscilla Banks a trovare il corpo senza vita, ma ancora caldo di tuo padre nella suite del Neptune Grande?"
"Chi?" domandò lui mentre si appoggiava sui gomiti e cercava di ritrovare un minimo di lucidità.
Veronica gli rispose con uno sbuffo. "Priscilla Banks… ma come? Avete avuto una specie di relazione voi due e tu nemmeno ti ricordi di lei…" fece una pausa studiata, attendendo una reazione dal suo interlocutore. "Forse tu la conosci con un altro nome: Kendall Casablancas!"
Finalmente sorrise, soddisfatta dalla reazione sconcertata  del giovane uomo.


Spazio autrice
Ed eccoci qua con un nuovo capitolo. Spero di continuare a tenere questi ritmi, e di essere più brava con l'ortografia! Grazie a chi segue e chi commenta!
Al prossimo capitolo
Sghisa


  
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