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Autore: Sghisa    24/12/2013    1 recensioni
La storia inizia dove finisce "Sulle tracce del passato". Duncan è stato arrestato. Perché? Come farà Veronica a tirarlo fuori di prigione? Ma soprattutto, riuscirà Veronica a sopravvivere in quel di Neptune?
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lilly Kane, Logan Echolls, Un po' tutti, Veronica Mars, Wallace Fennel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Disagio

L'aria era pesante, e Veornica a stento riuscì a sfoggiare uno dei suoi migliori sorrisi di circostanza. "Signorina Mars…" rispose la signora Hoogan, voltandosi leggermente verso l'ultima arrivata. Veronica passò al setaccio le tre persone sedute attorno al tavolino del soggiorno. La piccola Lilly, dondolando i piedi, la osservava implorante dalla sedia a fianco del televisore. Si stava mordicchiando le unghie, agitata come era. Quando la signora Hoogan si presentava a casa loro, per la più giovane dei Kane era una vera tragedia. Il terrore si impossessava di lei, e nei giorni immediatamente precedenti non riusciva a mangiare nulla. La paura che la portassero via da quella che era diventata la sua casa la attanagliava fino a quando l'austera signora Hoogan non usciva dalla loro porta di casa, lasciando che loro tre tirassero finalmente un sospiro di sollievo.
Veronica spostò lo sguardo sulla rigida donna di mezza età, seduta impettita sul divano. Gli occhi scuri della signora Hoogan la scrutavano con aria critica. Non si erano mai capite le due donne, nonostante ogni quattro settimane fossero costrette a condividere un paio d'ore assieme. Ore durante le quali ogni intimità di Veronica veniva messa a nudo.
Infine, mentre posava la borsa e si avvicinava allo sparuto gruppetto che popolava il soggiorno ben illuminato e accogliente di casa sua, Veronica incrociò lo sguardo di Logan. Non c'era rimprovero o rabbia, ma delusione e disappunto. Lei sorrise, cercando di stemperare la situazione, ma in risposta Logan si voltò verso l'assistente sociale e le domandò: "Posso portarle qualcosa da bere?".
Lei si sistemò gli occhiali sul naso e rispose al giovane uomo con poco più di un sussurro "Un bicchiere d'acqua, per cortesia." Poi indicando una sedia fece cenno a Veronica di sedersi. "Se volesse gentilmente unirsi a noi, signorina Mars, possiamo cominciare."
Veronica annuì senza proferire parola e si sedette mentre la signora Hoogan tirava fuori il formulario e iniziava a porre a tutti e tre le solide domande di rito.

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Dopo aver fatto un giro di ricognizione per la casa, durante il quale furono controllati tutti i cassetti, tutti i documenti, tutte le bollette, fu il turno del colloqui con Lilly. La signora Hogan e la bambina si sedettero in cucina, di fronte a due fumanti tazze di te. Veronica e Logan lasciarono le due per conto loro e si sistemarono sul porticato sul retro. Logan si appoggiò alla colonna, dando le spalle alla sua coinquilina.
Lei si sedette sul dondolo, tormentandosi le mani e guardandosi la punta dei piedi. "Hey" esclamò a bassa voce dopo un lungo e pesantissimo momento di silenzio. "Mi sembra che sia andata bene…" cercò di smorzare la tensione. Effettivamente l'"interrogatorio" era andato molto bene. La signora Hoogan era rimasta soddisfatta dal frigorifero pieno, dagli ottimi voti, dal calcio femminile e dal corso di chitarra. Dalle camere in ordine, il bucato fatto e le regole stabilite dai due adulti responsabili.
"Forse ce la siamo cavata anche questa volta!" continuò lei, nel tentativo di suscitare una qualunque reazione in Logan. Non ottenendo alcuna risposta, si alzò e si avvicinò a lui. Gli posò una mano sul braccio, cercando di avere la sua attenzione. Non appena la mano di lei entrò in contatto con il suo avambraccio, Logan si scostò velocemente prima di voltarsi e esclamare con voce atona: "Di certo non grazie a te". Lei si scostò, ferita da quella frase. "Cosa intendi dire? Io…" "Tu hai lasciato la casa in condizioni pietose. C'erano piatti sporchi e vestiti da lavare ovunque. Il frigo era desolatamente vuoto e ho impiegato buoni venti minuti prima di trovare l'orario scolastico e tutti i documenti della scuola." "Si ma…" "Ma se - la interruppe lui nuovamente - non fossi arrivato io, probabilmente la signora Hoogan non avrebbe nemmeno aspettato il tuo rientro: si sarebbe portata via Lilly senza che tu potessi salutarla. Quindi, Veronica, ti prego di comportarti bene nel tuo colloquio individuale con la nostra cara ospite. Adesso tocca a me!". E così dicendo si avviò verso la porta d'ingresso.
Una bionda figura aprì l'uscio. Lui la fece uscire, scompigliandole i capelli. "Tutto bene, Lil?" "Le ho detto che mi fate sempre mangiare la verdura!" esclamò lei, saltellando verso Veronica. "Ti aspetto qui, zio Logan. Veronica mi farà compagnia!".
Mentre il giovane uomo si chiudeva la porta dietro alle spalle, le due si sedettero sulla scala. "V, non ti preoccupare" la rassicurò la bambina "perché la signora Hoogan si fa sempre prendere per il naso. Ho fatto gli occhi dolci e ho raccontato solo le cose che voleva sentirsi dire" esclamò la bambina, con quel suo sorriso malizioso. "Sai cosa abbiamo stabilito in merito alle bugie…" la ammonì Veronica. "Oh - rispose la ragazzina - ma io ho detto solo la verità. Semplicemente non l'ho detta tutta!" e abbracciò Veronica con affetto e trasporto, una cosa alla quale la giovane detective non si era ancora abituata.

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"Signor Echolls, prego si sieda" lo pregò l'assistente sociale. Logan indossò il suo miglior sorriso e puntò gli occhi in quelli dell'austera donna che sedeva di fronte a lui. "Come sta signora Hoogan?" cercò di imbonirla il giovane. "Bene, grazie. Ma non sono qui per fare conversazione. Volevo sapere come procede con una bambina in casa. Come sta lei e come se la sta cavando con i suoi… trascorsi. Ha mai alzato le mani sulla bambina?" Domandò la donna.
Evidentemente la delicatezza non era materia d'insegnamento al corso per assistenti sociali. "Non mi permetterei mai di farlo. Io non sono un violento…" "Mi permetta di contraddirla, ma la sua fedina penale dice esattamente il contrario!" "Mi avete fatto tutti i test possibili e immaginabili, mi sono iscritto ad un corso per il controllo della rabbia, gestisco molto bene il mio ruolo di tutore di Lilly. E soprattutto non sono come mio padre: non oserei mai mettere le mani addosso a un bambino. Se lo metta in testa signora Hoogan, io ne ho subite abbastanza per me e per le prossime tre generazioni!" affermò il giovane, con decisione ma senza esplodere in gesti rabbiosi o aggressivi. Il suo sguardo era sereno e fermo.
"Mi fa piacere sentirlo. sa, se all'inizio ero scettica sulle sue potenzialità in quanto genitore, mi sono dovuta ricredere. Nonostante le sue numerose incarcerazioni, la fedina penale, i processi e il suo passato… burrascoso… lei è un'ottimo esempio di adulto. Come gestisce il fatto che il suo lavoro non è a Neptune?" "Cerco di stare via il minimo possibile. Se non è necessario rientro sempre nel pomeriggio e soprattutto i fine settimana sono intoccabili."
La signora Hoogan annuì in silenzio e poi scarabocchiò qualcosa sul suo blocco per gli appunti. Dopo un tempo che a Logan parve infinito, finalmente la donna riaprì bocca. "Vede signor Echolls, non è lei a preoccuparmi. Cosa mi può dire della signorina Mars? Sta svolgendo il suo ruolo come da impegni presi oppure le sue difficoltà iniziali si sono ormai incancrenite?"
Logan deglutì e fissò la donna senza aprire bocca. Lei allungò una mano oltre il tavolo e strinse il polso del giovane. "Non glielo chiederei se non fosse per il bene della bambina. Lilly ha già subito troppi scossoni. Vivere con una persona poco equilibrata come Veronica Mars non penso possa giovarle. In tal caso, la custodia andrebbe solo a lei, signor Echolls. Mi assicurerei che nessuno le porti via la bambina. Lei sarebbe un ottimo padre" concluse ammiccando.

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Veronica e Lilly stavano mangiando del gelato dalla stessa coppetta sedute sulle scale della Veranda. Si rubavano le cucchiaiate a vicenda e ridevano di gusto. Logan le osservava dalla finestra, e non voleva interrompere quel raro momento di complicità tra le due donne che ora erano tutta la sua vita. Ma d'altro canto non poteva certo far aspettare la signora Hoogan. Aprì la porta abbastanza rumorosamente da attirare l''attenzione delle due signorine. "Veronica, ti dò il cambio!" esclamò con fare disinvolto, anche se dentro fremeva di irrequietezza. Come avrebbe preso Veronica quanto la signora Hoogan stava per dirle? Si sarebbe arrabbiata? Che domande, certo che l'avrebbe fatto. D'altronde lui non poteva fare molto per salvare la situazione, e Veronica avrebbe capito. L'aveva fatto per il bene di Lilly!
La giovane bionda si alzò e li squadrò con fare minaccioso. "Non finite tutto il gelato, lasciatemene un po' voi due ingordi!" e cedendo il posto al giovane uomo, gli accarezzò con dolcezza il braccio prima di sparire dentro casa.
Varcò la porta del salotto e si sedette alla bella tavola che a breve avrebbe apparecchiato per cena. Cena, pensò, dopo tutto quel gelato la vedo difficile. E fece spallucce a sé stessa.
"C'è qualcosa che la diverte, signorina Mars?" domandò caustica l'assistente sociale. "Nulla, signorina Hoogan, solo una barzelletta che mi ha appena raccontato Lilly!" "Quindi condividete storie divertenti…" Veronica sapeva che dietro a quell'affermazione all'apparenza innocente si nascondeva una trappola. "E mi dica… che genere di storie racconta lei alla piccola? Forse die casi di omicidio che hanno costellato la sua esistenza? O magari della morte della madre?" Veronica accusò il colpo, ma rispose con fermezza ed educazione. "Le racconto di sua madre e di sua zia, delle favolose persone che erano, di quanto fossero entrambe importanti per me e per suo padre. Ma no, non le racconto come sono morte, della violenza che ha accompagnato il loro ultimo giorno sulla terra. penso che sia giusto che la bambina sappia, ma non ora. E' troppo piccola. Sarà su padre, una volta uscito di prigione, a raccontarle delle loro morti. Non io, perché non è un mio compito. Io devo proteggerla, nutrirla, volerle bene, assicurarle una formazione adeguata in attesa che l'innocenza di suo padre venga finalmente provata." "Sempre che sia innocente…" commentò caustica la signorina Hoogan. Veronica si morse la lingua e la fissò, aspettando la domanda successiva.
L'assistente sociale perse tempo e sfogliò la sua cartellina. Poi alzò lo sguardo sulla giovane bionda di fronte a lei e le chiese con non curanza: "E il suo problema con l'alcool?" "Beh come ha potuto vedere in casa non ne può trovare nemmeno una goccia. A prescindere dal fatto che quello di cui lei sta parlando è stato per me un momento molto difficile" ma non poté finire, perché la severa esaminatrice di fronte a lei la interruppe. "E questo non lo è?" poi, visto che Veronica non rispondeva incalzò la dose: "A quanto mi risulta lei ha dovuto abbandonare il suo lavoro, la sua città, la sua vita. Ora fa l'agente al commissariato locale. Altro che investigatore delle star… E poi, che dire. Si è ritrovata catapultata in un passato che ha cercato con tutte le proprie forze di dimenticare. Neptune, lo sceriffo Van Lowe, i suoi problemi con i signor Echolls. E per di più si ritrova a fare da madre!"
"Lei non capisce…" provò vanamente a ribattere la giovane donna. Ma non poté far altro che lasciare che il fiume di parole della signorina Hoogan finisse il suo corso. "Madre… deve essere difficile per lei riuscire a ricoprire questa carica dopo che la sua di madre l'ha abbandonata. Ripetutamente. Una madre alcolizzata e fuggiasca. Cosa mi garantisce che lei non sia così? So per certo che questa è la sua più grande paura…" Logan, ti uccido, pensò Veronica mentre contava fino a dieci, prima di rispondere alla detestabile assistente sociale.
"Glielo assicura il fatto che sono anche figlia di mio padre. Il miglior padre del mondo. Tutto ciò che ho imparato, e non solo sull'essere genitori, lo devo a lui. Alla sua pazienza, al suo coraggio. Quindi, per rispondere alla sua domanda: esiste nel fondo della mia anima il timore che quanto ho ereditato da Lyanne Reynolds emerga, ma in ogni caso ciò che mio padre mi ha insegnato mitigherà sempre e comunque questo tipo di carattere." Lo disse senza pause, per non farsi interrompere, per non cedere, perché se voleva che le cose funzionassero doveva crederci lei per prima.
Dopo un lungo, lunghissimo silenzio, la signorina Hoogan aprì bocca. "Per questa volta abbiamo finito. Vi invierò quanto prima le mie osservazioni". Raccolse tutti i suoi materiali e li infilò nella pesante borsa di cuoio. "Signorina Mars, non si adagi troppo sugli allori: la tengo d'occhio." Poi uscì sulla veranda per salutare Logan e Lilly. Infine rivolse i soliti saluti e convenevoli anche a Veronica che inebetita sorrideva senza sentire una parola. La sua mente era già lontana. Scampato il pericolo dell'assistente sociale, per altre quattro settimane avrebbe potuto concentrarsi su un'unica cosa: tirare fuori Duncan di galera.

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La cena era volata in un battibaleno. Avevano mangiato bistecca e insalata. Niente dolce, visto il pieno che avevano fatto nel pomeriggio. Lilly aveva aggiornato "lo zio Logan" su quanto era successo a scuola nei giorni precedenti. Poi gli aveva raccontato dell'allenamento di calcio e infine aveva voluto sapere dal giovane uomo come erano andate le riprese del film.
Insieme avevano sparecchiato la tavola e poi Lilly si era fondata sul divano mentre Veronica e Logan lavavano i piatti. "Ce la siamo cavata anche questa volta!" esclamò lui mentre faceva partire la lavastoviglie. "Non per merito tuo" rispose lei lapidaria.
"Prego?" domandò Logan, chiudendo la porta che dava sul salotto.
"Dovevi proprio raccontare alla signora Hoogan delle mie insicurezze come madre? Del bell'esempio che ho avuto? Cosa credevi di fare? Mi hai teso una trappola, Logan…" "No" rispose lui accigliato "Ti ho slavato il fondo schiena, mia cara. La signora Hoogan ha capito che qualcosa non va, e cercare di negarlo sarebbe stato inutile. Cosa avrei dovuto dirle? Che sei completamente assente? Che rifiuti la bambina? Che l'unica cosa che fai è cercare di tirare fuori suo padre di galera?"
Veronica lanciò a terra o strofinaccio. "L'unica cosa che faccio? Se non ci fossi io a indagare su Duncan, chi se ne occuperebbe? Chi restituirebbe alla dolce Lilly il suo papà? Nessuno, ecco chi. Quindi quello che faccio è la cosa più importante…"
Logan sospirò raccogliendo il canovaccio e riponendolo al suo posto. "Non puoi continuare a ignorare i bisogni di Lilly. A lei serve che tu sia presente, che giochi con lei, che la aiuti con i compiti, che prepari la cena e fai la spesa. Quando sono arrivato qui, questa casa era un disastro. Ho dovuto pulire tutto, fare le lavatrici, verificare i voti della bambina, scrivere gli orari sul frigo. Ti sei perfino dimenticata che oggi veniva l'assistente sociale…"
"Sarà anche come dici tu, ma intanto oggi ho messo le mani sui fascicoli che si trovavano al dipartimento. Vedremo poi chi la bambina ringrazierà!" Esclamò lei impettita. L'argomento era chiuso. Logan la osservò uscire dalla cucina e sospirò profondamente. Non sapeva proprio come uscire da quella situazione.


Spazio autrice
Buon Natale a tutti!
Per chi avesse già seguito la mia precedente FF "Sulle tracce del passato", sono tornata. Che dire, ho ripreso la storia da dove la avevo interrotta. Questi primi due capitoli sono molto descrittivi: non accade molto. Ma presto entreremo nel vivo delle indagini.
Non prometto continuità nè scadenze: aggiornerò quando mi sarà possibile! Grazie a chi segue e, con pazienza, continua a farlo!
Ancora buone feste

Sghisa




  
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