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Autore: Feel Good Inc    14/01/2014    6 recensioni
{ Dragon Trainer / Frozen: il regno di ghiaccio / Hotel Transylvania / Le 5 Leggende / Lorax: il guardiano della foresta / Rapunzel: l'intreccio della torre / Ribelle - the brave / vari ed eventuali }
Lui non ha il tempo di spostarsi: il fulmine rosso gli è addosso, e così da vicino si direbbe che più che un fulmine è una ragazza. Scontro frontale, come previsto.
«Ahi! Levati dai piedi, quello scompartimento è
mio
Si è sentito invisibile per tanto di quel tempo che ritrovarsela tra le braccia non gli dà alcun fastidio, ma questo la ragazza-fulmine non deve saperlo.

~
«Uhm... Scusa, ma... I tuoi capelli...»
La ragazza sorride e di colpo è come se il sole, in tutta la sua luce, filtrasse dalle nuvole fitte oltre i finestrini del treno in corsa. Stringe una ciocca all’altezza della guancia, come un fiore. «Ti piacciono?»
Hiccup non osa andare oltre e si dà l’aria di chi ha sempre frequentato gente con capelli lunghi quindici metri.

{ AU: Hogwarts!verse; foursome: Jack/Hiccup/Merida/Rapunzel; hints Jack/Elsa, Jack/Mavis, Johnny/Mavis, Mavis/Rapunzel, Once-ler/Merida, Once-ler/Rapunzel, & whatever you like }
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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- Questa storia fa parte della serie 'Hoggy Warty Hogwarts'
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Pigna, pizzicotto, manicotto, tigre ~

~ once upon another tale.

 

 

 

 

VI

Quidditch

{ Ora, il Quidditch è abbastanza facile da capire, anche se giocare non lo è altrettanto. }

 

 

 

 

 

 

# Grifondoro vs Tassorosso

 

Gli spogliatoi echeggiano dell’incedere sicuro del passo delle due nuove Cacciatrici di Grifondoro. I giocatori più grandi hanno imparato fin dal primo allenamento ad evitare battute sui loro capelli – Merida ha già faticato abbastanza per mettere a tacere Jack, coi suoi irritanti «Non lo sapevi? Nella tua Casa quello è un chiaro segno di raccomandazione!», e in cuor suo ringrazia il cielo che Hip abbia preso a mostrare i denti ogni volta che qualche compagno di squadra pronuncia la parola ‘rosso’ – ma oggi, si dicono con gli occhi mentre emergono dalle divise fiammanti con i cappucci bordati d’oro, oggi è tempo di sfatare il mito e dimostrare la propria bravura al grande pubblico.

Hip è la prima a scuotersi dall’istante di meditazione, battendo un pugno contro il palmo per assestarsi i guanti, o forse solo per colpire qualcosa. «Andiamo?»

«Ti raggiungo» fa Merida. Non lo confesserebbe neanche sotto tortura, ma ha bisogno di un altro po’ di tempo, prima di uscire ad affrontare per la prima volta lo stadio gremito.

Hip gonfia il considerevole petto e s’incammina con aria arcigna, da primate, verso lo spogliatoio dei ragazzi. Appare così buffa che Merida deve soffocare una risata. È già sparita oltre la porta quando sulla parete di fronte a lei si disegna l’ombra familiare di uno spilungone.

«Allora, signorina Ferguson, pronta a inaugurare la tua carriera sportiva mangiando la polvere?»

Merida assume un’espressione scandalizzata, voltandosi a guardare un inedito Once-ler che ostenta una sorprendente espressione alla Jack Frost.

«Cosa? Tu osi dire una cosa del genere a me? Tu non fai neanche parte della tua squadra, Oncie, secondo le mie fonti.»

«Questo perché io non gironzolo in giro sulle scope a fare figuracce» l’ammonisce lui con quel suo lungo dito da strimpellatore. «Sono abbastanza sicuro che, alla fine della partita, tra noi due non sarò io quello che si vergognerà di più.»

Merida incrocia le braccia e s’imbroncia, in una fedele imitazione di Rapunzel. «Tu non sei il mio Oncie, vero? Sei, non so, il suo gemello malvagio di Serpeverde. Ecco, sì, così ha senso. E ci scommetterei che sei pure l’amichetto del cuore di Frost. Vattene via, prima che mi metta a strillare.»

Once-ler è ancora sulla soglia che dà sull’esterno dello stadio, stagliato in controluce, ma Merida ha la netta impressione che sia arrossito, e non sul ‘Serpeverde’ ma sul ‘mio’. Sorride trionfante – missione compiuta: ora non resta che vincere la partita, dopodiché la giornata sarà definitivamente positiva.

«E va bene, Grifondoro, io ti ho avvertita...»

«Aspetta!» Ci ripensa, lo ferma appena prima che lui se ne vada col naso all’aria. Once-ler si volta di nuovo, per metà, con fare sostenuto. «Che ne dici di una scommessa? Se vinciamo noi, alla prossima partita di Tassorosso tu te ne vai a sederti nella tifoseria avversaria.»

Una parte di lei si aspetta di vederlo saltare per aria – dopotutto, si è presentato nel suo spogliatoio appositamente per fomentare la concorrenza, o no? – ma, per una qualche misteriosa ragione, Once-ler si esibisce in un nuovo sogghigno che non promette niente di buono.

«Mi sta bene. Se invece vinciamo noi, tu mi farai un favore.»

Merida resta a lambiccarsi per un pezzo sul significato oscuro delle sue ultime parole, anche dopo che lui è sparito come Hip dietro una porta chiusa. Chissà, forse l’ipotesi del gemello malvagio di Serpeverde non è del tutto da escludere.

 

 

 

# Tassorosso vs Corvonero

 

«Uhm, permesso? Scusate. Mi spiace. Ahia. Ehi, è libero quel posto?»

Rapunzel è così concentrata su Hiccup – concentrata, soprattutto, nell’inviare pensieri positivi oltre la sua espressione terrorizzata, impegnando nell’impresa ogni fibra del proprio essere – che ci mette un po’ a rendersi conto che qualcuno, incastrato in un gruppetto urlante, sta parlando con lei. A malincuore si guarda intorno; il qualcuno è Once-ler, che ha appena calpestato un piede di Audrey e ora si sta profondendo in scuse, accolte dal sorriso paziente di lei. La preoccupazione per Hiccup è ancora così pressante che, di nuovo, Rapunzel non si rende subito conto dell’incongruenza della scena, limitandosi a far cenno al ragazzo di raggiungerla nel posto accanto al suo, per riportare subito gli occhi sul campo, dove i due Capitani si stringono la mano e le due squadre si preparano a schizzare in aria sulle scope... Soltanto quando Once-ler, superata Audrey e poi lei stessa, le si è ormai seduto vicino, Rapunzel realizza e si volta a guardarlo con uno scatto tale che la spessa treccia bionda gli colpisce forte un braccio.

«Ahi! Senti, sul serio, io mi faccio gli affari miei e non ti chiedo spiegazioni sui tuoi capelli, però...»

«Ma tu che ci fai qui?» lo interrompe Rapunzel, talmente attonita da dimenticarsi quasi di Hiccup e del suo nervosismo che riesce a dilagare lassù fino a lei. «Questa è la tribuna di Corvonero!» Bizzarro; cose del genere è più abituata a dirle a Jack.

Once-ler sospira e a sua volta guarda il campo. «È una lunga storia. Chiedi a Merida

«Oh.» Rapunzel si riconcentra su Hiccup. Potrebbe anche farsela bastare, come spiegazione – Merida a volte le riserva sorprese così – ma in effetti è curiosissima. Acclama la partenza insieme a tutti gli altri, ma poi, pur continuando a seguire l’amico con lo sguardo e con tutta l’intensità dei suoi pensieri positivi, non può fare a meno di rivolgersi ancora a Once-ler. «Hai perso una scommessa, per caso?»

«Però, sei brava! L’anno prossimo ricordati di scegliere Divinazione.» Once-ler segue con lei la traiettoria di Hiccup, che vola adesso con incredibile agio al di sopra di tutti, alla ricerca del Boccino. «Hic mi sembra in forma. Due secondi fa avevo l’impressione che stesse per vomitare.»

«Sì, lui è fatto così.» Rapunzel non riesce proprio a trattenersi, anche se sa benissimo che né il luogo né il momento sono i più adatti per una discussione anche solo vagamente concernente Merida. «Una scommessa su che cosa?»

«Diciamo che tipi come me e te, Punzie, devono starsene bene alla larga dal Quidditch e rimanere con i piedi piantati per terra» risponde Once-ler, adottando le espressioni più tipiche di Merida, ma in tono un po’ più mogio.

«Chi è il Cercatore di Tassorosso?» li interrompe Audrey, il naso in su – sembra trovare perfettamente ordinaria la presenza di un Tassorosso tra le fila di Corvonero sovreccitati dal tifo. Rapunzel individua una zazzera rossa alle calcagna di Hiccup, e intanto si chiede se l’amica non voglia approfittare di Once-ler per strappargli informazioni sul nemico. Oh, accidenti. Il Quidditch la rende paranoica.

«Ah, è Johnny. Johnny Harker. È del mio anno e penso abbia una cotta per la vampira, ma non so dirti se sia in gamba. Ho capito che ne capisco molto meno di quanto pensassi...»

Rapunzel osserva attentamente Johnny Harker, chiedendosi se a Hiccup non servirà qualcosa in più che i suoi semplici pensieri positivi, e al contempo sforzandosi di non contagiarlo con il suo, di nervosismo, ora che lui sembra così tranquillo e sicuro di sé, il tutto continuando a fare congetture circa la misteriosa scommessa tra Once-ler e Merida.

«Va bene» si arrende – non può reggere tutte quelle domande insieme. «Dimmi solo una cosa. Che sarebbe successo, se avessi vinto tu?»

Non ha staccato gli occhi dal gioco nemmeno per un secondo, eppure, chissà perché, è sicurissima che ora Once-ler stia sorridendo.

«Assolutamente niente di speciale.»

Rapunzel vorrebbe insistere, ma Gambedipesce ha appena parato un bel tiro e nello stesso istante Hiccup ha avvistato il Boccino – per oggi, preoccuparsi per la partita le dovrà bastare.

 

 

 

# Grifondoro vs Corvonero

 

Dopo la sua prima partita, culminata nella sensazione di freddo calore che era il Boccino ben stretto tra le sue mani – e il pubblico che impazziva, e laggiù la chioma inconfondibile di Rapunzel che ballava di gioia accanto a... Once-ler? – per un periodo, un periodo di una lunghezza un filo imbarazzante, Hiccup si è visto riconoscere e salutare nei corridoi e Hogwarts non gli è parsa più la stessa. Per settimane non ha avuto le idee chiare su come comportarsi, e anche lontano da quelle nuove attenzioni, da solo, a notte fonda, non ha saputo determinare se fosse il caso di scrivere a suo padre che dopotutto c’è qualcosa d’inerente al volo che sappia fare, anche se non prevede l’uccidere draghi... Jack è stato l’unico in tutta la scuola a investirlo bonariamente del sentimento opposto, ricordandogli che a battere Tassorosso «non ci vuole niente» e che «devi ancora vedertela con me, Hic, e considera sempre che Ferguson si sta preparando da mesi a mangiarti in pubblico in un sol boccone. Ammesso che ci riesca, dal momento che giocate in due ruoli completamente diversi...»

Hiccup non si è aspettato niente, la prima volta che ci ha pensato, quando Merida gli si è portata accanto davanti a quella Nimbus, a Diagon Alley. Non ha pensato che potesse significare qualcosa per lui o per qualcun altro, sapendo solo quello che ha sempre saputo, da tutta la vita. Volare sarebbe forte.

«Stai contando le farfalle o aspetti che un drago emerga dal centro della terra?»

Alla sua prima partita era così nervoso da non riflettere quasi su ciò che faceva e sentiva e viveva. Alla sua seconda partita, oggi, mentre i riccioli di Merida gli sfiorano di sfuggita il viso come scie di comete in fiamme, Hiccup deve lottare con se stesso per ricordarsi che il Quidditch è uno sport, e uno sport ha uno scopo, e lui dovrebbe sfrecciare all’inseguimento di quello scopo e non restarsene così a mezz’aria a godersi, nel volo, quello strano senso di libertà.

Ma per questo gli ci vuole un minuto, un minuto di una lunghezza un filo imbarazzante.

 

 

 

# Serpeverde vs Tassorosso

 

Non è che non se ne fosse accorto, insomma, è dallo scorso Natale che ha dei fondati sospetti. Ricorda molto chiaramente il vischio, forse più chiaramente di Mavis – che ha sempre fatto di tutto per schermirsi, salvo poi tradire sussulti più o meno immotivati al passaggio dei Tassorosso accanto al loro tavolo a colazione. E, in tutta coscienza, non può certo aspettarsi che la squadra avversaria non ricorra a ogni espediente pur di trarre il meglio dall’ultima possibilità di rimettersi in pista: al loro posto farebbe esattamente le stesse cose, ricorrerebbe agli stessi meschini mezzucci, compreso l’amoreggiare con il nemico.

Resta però il fatto che lui, che Mavis, che praticamente tutti loro hanno qualcosa da dimostrare.

«Datti una sveglia, Nosferatu!» sbraita Astrid spazzando la via di fronte a loro, strappando la Pluffa al Cacciatore Tassorosso di turno, mentre per l’ennesima volta – accidentalmente o meno – Mavis s’imbatte in Harker e rimane imbambolata.

Jack vorrebbe urlarle di piantarla di chiamarla così, ma la sua voce non vincerebbe su quella di Moccicoso che copre alle spalle la ragazza ululando il suo perpetuo «Oy, oy, oy!»

Esasperato, si ferma in un punto qualsiasi del campo e rimane immobile per un paio di secondi, a guardarsi intorno. La sua squadra è composta da una coppia di Battitori che nei momenti di noia si prendono a bastonate l’un l’altro, una coppia di Cacciatori in cui lui è più interessato a lei che alla Pluffa, e una terza Cacciatrice attualmente troppo presa dal Cercatore avversario per segnare anche una sola rete. Altro che Boccino; prima bisognerebbe trovare un po’ di credibilità, in questa partita.

La strategia dei Tassorosso è fin troppo chiara: posti di fronte alla possibilità di tornare in classifica sconfiggendo una squadra di primini, non devono giudicare troppo disdicevole che Harker approfitti del suo ascendente su Mavis così che i Serpeverde non possano contare su di lei – tanto, per quanto lei si sforzi, tutta la scuola se n’è accorta. La vampira centododicenne che si trasforma in gelatina per un Tassorosso qualsiasi! Jack sarebbe volentieri il primo a prenderla in giro fino alla morte, non fosse che è anche la sua squadra quella che oggi si gioca la faccia.

Passato il momento, e senza ancora veder traccia del Boccino, si lancia verso Mavis evitando il Bolide che Testa Bruta ha appena spedito allegramente addosso al gemello. La raggiunge in tempo per evitare che, di nuovo, Harker le sbarri la strada e la distragga.

«Non che la cosa non mi diverta» le dice con tutta l’indulgenza possibile, mentre volano affiancati sfiorandosi le ginocchia, «ma potresti cercare di fingere, almeno, che il gioco t’interessi il minimo indispensabile?»

L’espressione che Mavis gli rivolge, accompagnata dalle parole che la seguono, appare assurdamente fuori luogo. «Non sarai mica geloso, Jack?»

Jack non coglie il nesso, all’inizio. Poi qualcosa negli occhi di lei lo fa sentire un idiota: finora ha creduto che fosse Harker ad approfittarsi di Mavis, e invece è esattamente il contrario. Troppo occupato a distrarre lei, lui stesso dimentica di fare il suo dovere...

Tutto ciò gli esplode in mente in meno di un secondo, e allora si guarda intorno improvvisamente frenetico; e come in miracolosa risposta, ecco, il Boccino è lì, dall’altra parte del campo, lontanissimo dal Cercatore di Tassorosso già pronto a piombare nuovamente su Mavis.

«Sei un genio» le lancia a mo’ di commiato, prima di spingere al massimo la velocità della Thornado. «Un genio. Adesso sì che sono geloso.»

Si lascia alle spalle la sua risata di denti a punta, euforico.

 

 

 

# Corvonero vs Serpeverde

 

L’impatto è improvviso, fortissimo e assolutamente non premeditato.

Hiccup ha la sensazione di precipitare per un tempo infinito, anche se alla fine sa bene che non volava molto in alto, quando si è ritrovato davanti alla ragazza a una velocità troppo sostenuta per potersi fermare. Sente la scopa di lei intrecciarsi con la sua in una sorta di goffa danza, cerca invano di recuperare il controllo della propria, e poi, prima del previsto, arriva il contraccolpo del terreno duro sotto di sé.

In un primo momento pensa di essere svenuto, ma quando apre gli occhi il dolore alla gamba sinistra – la stessa che il Platano Picchiatore ha avuto la gentilezza di marcargli a vita – è percorsa da fitte dolorosissime, troppo anche per perdere i sensi. Sopra di lui è tutto un brulicare di figure colorate e lontane, piccole come api. Si chiede confusamente se qualcuno penserà di fermare la partita... Poi, un gemito sonoro gli ricorda la ragazza: incapace di sollevarsi, volta la testa e se la ritrova addosso, incastrata in qualche modo illogico insieme a lui, che lo fulmina con gli occhi.

«M-mi dispiace» è la prima cosa che riesce a dirle, appena prima di un «Ti sei fatta male?» del tutto circostanziale, visto che ha già la sua gamba di cui preoccuparsi e ora come ora non si sente un modello di altruismo.

«Non tanto quanto ne farò a te» ringhia lei, e Hiccup deglutisce suo malgrado. Nota che ha i capelli biondi stretti in una treccia, come Rapunzel, ma Rapunzel non gli è mai sembrata così minacciosa.

Una scopa solitaria scende più vicina al loro livello, e lo sconosciuto cavaliere grida qualcosa che suona come «Datti una sveglia, Hofferson

La Serpeverde incastrata a Hiccup sembra imbestialirsi ancora di più. Lui si chiede con sincera curiosità se si tratti di un qualche tipo di messaggio in codice. Dalla voce sembrava Mavis, la ragazza-vampiro.

Dopo qualche attimo imbarazzante di districamenti improvvisati, nel corso dei quali la gamba malridotta di Hiccup non cessa di protestare, quando è ormai evidente che la partita va avanti – figurarsi se la si ferma per una bazzecola come uno scontro tra giocatori – Jack atterra, nello stupore generale tradotto in un «Oh!» di mille bocche, accanto a loro.

Con sufficienza, come un bambino che distrugga metodico un puzzle, li stacca l’uno dall’altra e tira Hiccup in piedi, non senza strappargli un lamento: il dolore si è appena trasmesso alla schiena.

«Oh, scusa.» Jack guarda la ragazza come per sincerarsi che stia bene, ma sembra subito dimenticarsene, e gli scocca il solito sogghigno. «Ehi, almeno stavolta non è colpa mia.»

Hiccup borbotta qualcosa d’indistinto, massaggiandosi il ginocchio, e mentre – con un’ultima occhiataccia – la Hofferson riparte a una velocità disumana all’inseguimento della Pluffa, si ritrova ad alzare gli occhi verso gli spalti.

Il pubblico sembra aver perso interesse per la partita. Tutti sono visibilmente curiosi di sapere cosa ci faccia il Cercatore di Serpeverde al malconcio cospetto di quello di Corvonero, con il Boccino d’Oro che vaga indisturbato da qualche parte là sopra, forse a miglia e miglia di distanza verticale.

«E perché saresti venuto quaggiù?» bofonchia Hiccup.

«Oh, bel ringraziamento!» Jack alza le sopracciglia. «Pensi che sia divertente fare la mia parte, se tu non sei in campo?»

Hiccup sospira e si lascia cadere a sedere a terra, di nuovo, troppo ammaccato per rimontare sulla scopa. Tiene il viso chino. «Va’ a fare quello che devi, per favore. Io per oggi ho chiuso.»

Spera con tutte le sue forze residue che Jack non veda il sorrisetto che gli è spuntato sulle labbra.

 

 

 

# Grifondoro vs Serpeverde

 

«Era chiaramente fallo, Frost, e lo sai benissimo.»

«Invece non ho la minima idea di cosa tu stia parlando.»

«Oh, sì che ce l’hai. L’hai visto anche tu, Hic, vero che l’hai visto?»

«Non potresti tenermi fuori, per una volta?»

«Sì, Ferguson, perché non lo tieni fuori, per una volta? Non sei in grado di sostenere una tua tesi da sola? Ai M.A.G.O. come farai?»

«Se non fossi stanca morta giuro che...»

«Ragazzi, vogliamo darci un taglio? È stato divertente o no?»

Rapunzel si staglia davanti a loro con quella sua aria da maestrina buona ma autoritaria, le mani sui fianchi, gli occhi che saettano dall’uno all’altra come se un minimo accenno di obiezione minacciasse di farla esplodere – anche se poi, si sa, Punzie non esplode mai. Però ci tiene sempre a far capire loro cosa è davvero importante. Forse è un bene che non giochi a Quidditch, si dice Merida; nel loro gruppo c’è davvero bisogno di qualcuno come lei. Non rinuncia comunque a scoccare un’altra occhiata in tralice a Jack, prima di allontanarsi perentoria verso i giardini, dove Hip si è fermata ad aspettarla.

«A domani, allora.»

«A domani.»

Anche gli altri tre si dividono. Merida vede Hiccup e Rapunzel tornare insieme al castello, Jack che si riunisce alla sua squadra. Raggiunge Hip e si accorge solo allora di Once-ler, il braccio appeso al collo, reduce palese dell’infermeria: le sta correndo incontro con l’aria abbattuta di chi si è perso una bella giornata.

«Allora è già finita, eh? Lo sapevo. Chi ha vinto?»

Merida lo prende sottobraccio – quello funzionante, naturalmente – e lo guida di nuovo verso Hogwarts. «Perché, importa qualcosa?»

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio dell’autrice

 

Questo capitolo è stato un parto. Era in progettazione da mesi, perché volevo rappresentare tutte le possibili partite tra Case ma non avevo idea di come strutturarlo, ed è finita che ho coinvolto i personaggi secondari in un modo che non avevo esattamente previsto, e così eccoci qui. Sarà meglio che vi spieghi brano per brano tutto ciò che ho volutamente lasciato non detto.

Primo, la scommessa di Once-ler: vi confesso candidamente che ero incerta tra fargli chiedere a Merida o un appuntamento con Rapunzel o un appuntamento con lei stessa. La men che scarsa possibilità per gli studenti di avere appuntamenti prima di poter andare a Hogsmeade non è stato il motivo principale che mi ha spinta a lasciare inespressa la sua posta; in realtà l’ho fatto soprattutto perché, come forse non mi sono mai curata di chiarire, vorrei che i miei lettori percepissero dal mio headcanon le ship che più amano (per me non è un problema darvi hints su chiunque, io ne ho così tante che mi sta bene praticamente qualsiasi combinazione XD), e dunque niente, voglio solo dire che potete interpretarla come più volete, questa situazione come tutte le altre. I riferimenti all’inesistente gemello malvagio di Oncie sono invece un’allusione alla sua presunta doppia personalità in Lorax – più lo immagino a Tassorosso, più mi dico che forse non sarebbe stato poi tanto male a Serpeverde. *ride*

Secondo, l’Oy! Oy! Oy! di Moccicoso. Qui voglio precisare che non me lo sono inventato sotto effetto di stupefacenti. È davvero il suo grido di battaglia e lo si scopre nella serie animata Dragons, spin-off di Dragon Trainer che se non conoscete vi consiglio caldamente di guardare, anche perché amplia di molto i personaggi che nel film restano inesorabilmente nell’ombra [dell’immensità] di Hiccup e Sdentato.

Terzo, il finale, l’ultima partita, quella decisiva circa la Coppa di Quidditch: l’ho lasciato così, con quel «Perché, importa qualcosa?» di Merida, perché non sapevo a chi assegnare la vittoria XD non volevo dare troppa importanza al torneo in sé. Voglio dire, in questa storia ho visto il Quidditch soprattutto come un [ulteriore] punto di contatto, ergo l’indugiare di Hiccup nel suo senso di libertà; mi piaceva l’idea di concludere il capitolo con una vittoria non meglio specificata (Merida accusa Jack di fallo, ma Grifondoro potrebbe benissimo aver vinto) proprio per sottolineare che alla fine l’importante stava altrove.

Ah, sì, un’altra piccola annotazione circa il cognome di Johnny: gli ho attribuito ‘Harker’ perché è quello dell’omonimo Jonathan nel romanzo Dracula, né più, né meno. Alcuni cognomi li ho davvero inventati di sana pianta – Ferguson ad esempio viene chiaramente da Fergus, padre di Merida – ma ci tenevo a dire che questo potrebbe essere il vero cognome di Johnny in Hotel Transylvania.

La citazione iniziale è tratta, come certo saprete, da La Pietra Filosofale ed è pronunciata da Oliver Baston. *loda il discorso sportivo più chiaro e lineare di tutti i tempi*

Chiudo queste note con un doveroso annuncio. Tutti quanti avrete visto o anche solo sentito parlare di Frozen, l’ultimo capolavoro (è il caso di dirlo!) firmato Disney. Bene, devo dunque avvertirvi che il mio crossover arriverà a toccare anche gli incantevoli abitanti di Arendelle, ma poiché la storia aveva già da tempo una sua scaletta, per questioni di trama dovrete aspettare un bel po’ per vederli. Soprattutto Elsa, ma, shh, niente spoiler! Insomma, just so you know. Pensavo vi facesse piacere.

Quel che è certo è che a me non potrebbe fare più piacere la vostra attenzione: grazie di essere qui, come sempre! :)

Aya ~

   
 
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