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Autore: Marne    14/01/2014    2 recensioni
Quattordici (+1) momenti di vita delle coppie del Vecchio Continente, tradizionali e non.
Momenti felici, tristi, momenti di risate e di pianti.
...
01. Fuga {Ross/Emily} x
02. Morte {Clarisse/Nassar} x
03. Colti sul fatto {Jordan/Jerome} x
04. Paperella di gomma {Stephen/Christabel} x
05. Malinteso {Fay/Jordan} x
06. Il cavaliere in una scintillante armatura {Julian/Megan} x
07. Fredda notte invernale {Fabian/Anna} x
08. Dormi con un occhio aperto {Axel/Eloise} x
09. Incubo {Comandante Lasaire/Erin} x
10. Non è quello che sembra! {Jordan/Jerome} x
11. Affetto {Bryce/Sophia} x
12. Perversione {Damian/Rafael} x
13. Deja Vu {Gil/Lara} x
14. Minaccia {Axel/Belladore} x
+1 Scuoti il bacino! {Bryce/Morton/Haddams} x
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Fandom: Black Friars

Fandom: Black Friars.
Pairing/Personaggi: Gilbert Morgan/Lara Degret.
Rating
: Verde.
Chapters
: 13/14+1.

Genere: Romantico, Commedia.
Words:  1945
Canon or Fanon?: Assolutamente CANON! Dopo quattro libri di corteggiamenti spudorati, alla fine Gil ha trovato un modo per stupire e - forse - conquistare Lara! Dai, diciamocelo, non avrebbe potuto resistere ad un cavaliere mascherato!

Note: Io ho una specie di amore viscerale per Gil, il piccolo idiota del gruppo, che raggiunge quasi quello che provo per Ross e Bryce. Diciamo che è alla pari con Ross ma Bryce è ancora un po’ più in alto, ecco. E Lara è adorabile. Io la amo alla follia, esattamente come Megan! Sono due donne forti, sono cool *utilizza un termine davvero poco mainstream*. Spero sinceramente di non deludere nessuno, con questa mia versione dei fatti!

PS: AVETE LETTO LA NOVELLA? EH? AVETE LETTO? La nostra Ssignora Madre Autrice ha pubblicato una novella su Black Friars, incentrata sul primo viaggio di Sophia in Altieres. Ora, io non amo lei e Gabriel come personaggi (Sì, lo so, sono strana), nel senso che non sono nella mia top ten, ecco, ma li shippo spaventosamente, quindi è stato un sollievo constatare che non ci sono stati problemi fra loro. Però *tuono in lontananza, la “voce” ha l’eco* IO HO VISTO UN SACCO DI CONFERME JERDAN (Nome ship di Jerome e Jordan, per chi non l’avesse capito v.v). Magari non ci sono davvero e me le sono immaginate io, però… insomma, dai, troppe cose che convergono lì. Loro devono esserci. DEVONO. *altro tuono in lontananza*

Non posso dirvi altro che LEGGETE, non ho intenzione di spoilerare, anche se, alla fine, ho fatto un accenno ad una fantomatica missione ad un ballo di Nalvalle, che viene programmata proprio alla fine della novella!

 

 

Dejà vu.

Gil&Lara

 

 

Alla fine, Gilbert era riuscito a bloccarla abbastanza a lungo da chiederle quello che, da quando Lady Eloise gli aveva parlato, gli premeva sapere. Dopotutto, aveva provato ogni modo conosciuto per corteggiarla come un semplice ragazzo, un Morgan fra i tanti, cosa gli costava provare come Cavaliere Mascherato? Non aveva più nulla da perdere.

Si era intrufolato furtivamente all’interno dell’ospedale, sfuggendo per un pelo a Domina Heraclis ed ai suoi occhi di falco - aveva gli stivali leggermente sporchi di fango, rischiava di essere costretto alle pulizie per una serata intera - ed aveva raggiunto, grazie alle indicazioni di alcune infermiere che evidentemente dovevano averlo preso di buon occhio, la sala suture in cui l’unica donna che avrebbe voluto al suo fianco, per il resto della sua vita, stava rimettendo in ordine vari attrezzi acuminati con cui lui non avrebbe voluto assolutamente avere a che fare.

D’altro canto, era innamorato, ma non sciocco: proporsi mentre teneva in mano aghi e bisturi sarebbe stata la peggiore idea mai passata per la sua mente di giovane scapestrato. L’Onorabile Lara era dolce e gentile, se doveva rapportarsi a chiunque non fosse lui, ma sapeva tramutarsi in una belva spietata come Megan Linnet, ed era un paragona tutt’altro che confortante, per lui.

Rimase fuori dalla porta, osservandola con attenzione, stando ben accorto a non farsi vedere, in modo che continuasse a muoversi con quella tranquillità e quella rilassatezza che la rendevano ancora più sensuale e meravigliosa ai suoi occhi. Un sorriso gli incurvò le labbra, quando si rese conto che la dama stesse canticchiando la stessa canzone che lui le aveva composto e dedicato qualche anno fa, riproponendola in svariate versioni ed ottenendo sempre, in cambio, uno sguardo degno del più infimo verme ed uno schiaffo sdegnato. Una volta, l’anno precedente, lei lo aveva onorato anche di un delicatissimo calcio nello stinco che era riuscito dove neppure le minacce di Axel Vandemberg avevano avuto successo: lo avevano fatto zittire di colpo per il dolore.

Lara Degret canticchiava e si muoveva delicata per la stanza, ondeggiando leggermente con i fianchi, andando a tempo con una musica che non c’era, ma che lui sentiva riecheggiare nell’aria come se la sua banda di amici del postribolo l’avesse seguito. I lunghi capelli ramati le ondeggiavano sulle spalle, incorniciandole il bel viso e rendendola incredibilmente simile alle statue delle Sante che tante volte aveva visto a Delamar, durante le processioni. Era così bella, così perfetta da rendergli difficile il guardarla senza sentire una stretta feroce al cuore.

Cosa avrebbe fatto, se lei avesse continuato a volerlo evitare? Cosa avrebbe fatto, se lei si fosse sposata con qualcun altro? Oh, non sarebbe voluto essere nei panni di quello sventurato, perché la sua furia lo avrebbe strappato prematuramente a questo mondo ben prima di provare le gioie della prima notte. Non avrebbe permesso che lei, proprio lei, la sua donna, si concedesse a qualcun altro che non fosse lui. Non l’avrebbe sopportato, il suo cuore si sarebbe spezzato.

Solo lui avrebbe passato le mani fra quei fili di rame, solo lui avrebbe assaporato i boccioli di rosa che avevano preso il posto delle sue labbra. Solo lui si sarebbe immolato come suo eterno schiavo, votando la sua vita alla sua sola felicità. Lei sarebbe stata la sua regina, lui sarebbe stato il suo giullare, il suo schiavo, il suo re, se solo lei l’avesse voluto.

« Cosa diavolo ci fai qui, Morgan? » evidentemente, si era distratto abbastanza a lungo da perdere il controllo del proprio corpo e sospirare abbastanza forte da attirare l’attenzione della fanciulla che, con un balzo ed un ringhio feroce, aveva messo giù gli ultimi strumenti sterilizzati ed era partita verso di lui, a passo di carica, puntandogli contro l’indice.

« Questo è un ospedale, Lady Degret. Qui si curano le persone ed io sono ferito. » le rispose, serio come poche volte era stato in vita sua, senza azzardarsi a fare un passo verso o lontano da lei, senza osare alzare una mano e spostarle la ciocca di capelli che le oscurava la vista. Era come essere davanti ad una leonessa, un solo gesto avrebbe potuto distruggerlo.

« Ferito? A me sembri fin troppo in salute! » un leggero porpora colorò le guance della ragazza, la cui espressione divenne, se possibile, ancora più irritata, quando lui si limitò a chinare leggermente il capo. « Il reparto psichiatrico, come ti ripeto da anni, Morgan, si trova al piano di sopra. Parla con il dottor Lionnes, ti saprà aiutare. » aggiunse, acida, quasi avesse ritenuto non abbastanza pungente la prima parte della sua risposta.

« Il mio cuore sanguina, Onorabile Lara. Sanguina da anni e solo voi potete porre fine al mio tormento, in un modo o nell’altro. » affermò quindi lui, afferrandole delicatamente la mano che ancora era puntata contro il suo petto e stringendola come se fosse stata fatta di petali di rose. Con una lentezza che sembrava non appartenergli, si portò il dorso alle labbra, sfiorandolo con estrema dolcezza e con abbastanza sensualità da far rabbrividire la giovane donna, con gli occhi sgranati fissi in quelli del suo corteggiatore storico.

« I bisturi sono in quella stanza, ti prometto che sarà una cosa veloce e relativamente indolore. » ribatté allora lei, strappando la mano dalla presa di Gilbert e fissandolo come se le avesse appena ucciso il cagnolino da compagnia. Il rossore sulle sue guance aumentò in modo esponenziale, quando lui, invece che ridere ed insistere con la solita corte sfacciata, si fece avanti di un passo, alzando le braccia ed intrappolandola fra se stesso ed il muro, guardandola con serietà e quello che, lei se ne rese conto con sorpresa, era autentico dolore, quasi disperazione.

« Non vi servono, vi basta una parola per uccidermi. » il giovane uomo iniziò a sussurrare, quasi temesse di svegliare qualcuno, facendole sentire l’odore del cordiale che doveva aver bevuto poco prima di raggiungerla. Forse era ubriaco, per quel motivo sembrava talmente serio. « Vi ho chiesto di sposarmi quasi ogni giorno, dalla prima volta che vi ho vista, ma voi mi avete sempre rifiutato. Sempre, a volte anche con una certa violenza. Mi sono umiliato davanti a voi, ho fatto tutto ciò che un Morgan avrebbe potuto fare. » continuò, senza perdere un grammo della serietà con cui aveva iniziato, senza scomporsi nel notare l’espressione tutt’altro che accondiscendente della ragazza.

Lara aveva lasciato perdere la strana emozione provata nel vederlo quasi disperato, puntando gli occhi fuori dalla finestra. Dopotutto, era stato sciocco, da parte sua, credere che quella volta sarebbe stato diverso, che non si sarebbe proposto come aveva sempre fatto, con il solo scopo di ottenere la sua mano e provare l’ebbrezza di tradirla apertamente con qualche strana sgualdrina della cittadella. Non c’era da fidarsi di un Morgan, suo padre lo diceva sempre.

Nessuno dei due sentì Stephen, poco lontano, allontanarsi con una risatina. Nessuno dei due, se lo sentì, dimostrò di averlo fatto.

« Se fossi mascherato, mi sposereste? » la domanda del giovane la colse completamente impreparata, facendola voltare verso di lui, confusa e boccheggiante, quasi avesse voluto accertarsi che, effettivamente, fosse stato lui a parlare e non si fosse immaginata tutto.

In fin dei conti, più notti si era svegliata dopo averlo sognato nelle spoglie del cavaliere mascherato che, anni addietro, l’aveva salvata e baciata, al Cimitero degli Innocenti. Lo sognava arrampicarsi fino alla sua finestra e baciarla con passione, prima di scappare di nuovo per compiere il proprio compito di giustiziere in nome della legge ma dalla legge ricercato. Oh, sapeva bene che una cosa simile fosse assolutamente impensabile. Non avrebbe mai concesso il suo cuore ad un fuorilegge, come sosteneva di aver fatto sua nonna. Suo padre non l’avrebbe perdonata. E, comunque, era assai improbabile che quel valoroso giovane si ricordasse di lei.

« Hai bevuto, Morgan? Quanto hai bevuto? » gli chiese, sconvolta, cercando di sfuggire, senza successo, dalla prigione in cui il ragazzo l’aveva intrappolata, ritrovandosi invece stretta ancora di più a lui, incatenata dai suoi occhi colmi di quella che sembrava aspettativa e, forse, speranza. « Sei uno screanzato! Lasciami andare subito! »

« No. Non questa volta. Non senza sapere se… se con la maschera… » sussurrò lui, zittendola, iniziando con sicurezza ed esitando sempre di più, senza portare a termine la frase. « Se tradire un giuramento mi permetterà di avervi, Lara, che sia così. Forse non dovrò parlare, forse basterà… forse capirete… » continuò, sempre più inconcludente, fissandola come se avesse voluto ricevere da lei delle risposte.

« Giuramento? Che giuramento? Tu sei impaz- » ogni tentativo di rispondere fu bloccato dalle labbra del giovane uomo che premevano sulle sue, con impazienza, nervosismo e con una dolcezza quasi disarmante, in totale disaccordo con la stazza di colui che la stava stringendo e baciando.

Ancora ad occhi semichiusi, lui le accarezzò leggermente una guancia, prima di parlare. « Pensateci. Se mi sposereste, mascherato, non dovete far altro che farmelo sapere. Aspetterò tre giorni, poi, se non avrò vostre notizie, giuro che non vi disturberò mai più. » promise, solennemente, per poi piegarsi nuovamente su di lei e baciarla ancora, con trasporto.

Quando, poi, si allontanò di colpo, lasciandola lì, sola e boccheggiante, lei non riuscì ad impedire a se stessa di arrossire ed avere le palpitazioni.

La forte sensazione di dejà vu provata quando lui l’aveva stretta era impossibile da fraintendere.

 

« Dov’è Gilbert? A quest’ora sarebbe dovuto essere già qui. Rischiamo di tardare al ballo di Nalvalle. » Axel ringhiò, occhieggiando l’orologio da taschino con fare nervoso e battendo nervosamente le dita sul tavolo in legno dell’osteria in cui si erano fermati per aspettare il quinto compagno.

« Aveva un incontro con l’avvocato Degret, sai, per il contratto di matrimonio. » Ross sogghignò, divertito, ricordando la faccia piena di orgoglio con cui l’altro aveva affermato di avere quell’impegno in particolare. Dopotutto, era riuscito ad ottenere ciò che, per anni, aveva bramato. Ancora nessuno riusciva a capacitarsi di come fosse potuto accadere: la giovane donna lo aveva raggiunto, una mattina, e lo aveva semplicemente baciato davanti all’intero corpo studentesco, facendo venire un principio di infarto al principe Bryce e causando uno svenimento nelle sue più care amiche e colleghe.

« SCORDATELO! Non mi sposerò su una delle tue stupide navi, Morgan! Dovrai prima uccidermi! Mai! » una voce familiare li fece voltare tutti e quattro verso la strada, dove stava passando, furiosa come non la vedevano da quando il fidanzamento era diventato di dominio pubblico, Miss Lara Degret, forse non più tanto futura signora Morgan. Alle sue spalle, con il viso da cane bastonato, camminava il neofidanzato, portando in mano delle carte in cui c’erano rappresentate varie navi.

« Mia adorata, se solo mi concedessi un piccolo viaggio… uno piccolo, dal Canale fino alle coste di Delamar e ritorno! Tutti i Morgan si sono sposati in mare! Tutti! » stava supplicando l’altro, con il tono supplice che non utilizzava più da quando aveva ottenuto la mano della ragazza. Un attimo dopo, lui era crollato in ginocchio, le mani congiunte e l’espressione da bambino smarrito, completa di broncio. « Ti prego, mia amata. Ti prego. »

« Sparisci! »

I quattro ragazzi all’interno dell’osteria si lanciarono uno sguardo divertito, anche se quello di Stephen era pieno di commiserazione.

« Beh, quantomeno avremo da divertirci ancora per molto, molto tempo. » commentò il giovane medico, osservando la ragazza calpestare senza ritegno il mantello del fidanzato, camminando spedita verso l’ospedale della Misericordia, per iniziare il suo turno.

« Ho una fortissima sensazione di Dejà vu, sapete? » l’affermazione di Bryce venne accolta da un insieme di grugniti concordi. Quei due non sarebbero cambiati mai.

   
 
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