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Autore: Gyll    14/01/2014    5 recensioni
"Ti stavo cercando." Disse Sebastian senza alzare gli occhi dal bicchiere.
"E io ti stavo evitando, figlio di Valentine, come anche tutti quelli della tua specie." Disse il demone accendendosi una sigaretta. Lanciò un'occhiata al Nascosto, che subito distolse lo sguardo e tornò ad asciugare i bicchieri.
"Ed è cambiato qualcosa ora?"
Cam incurvò leggermente in su un angolo della bocca prima di fare un tiro. "Forse."
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Cameron Briel, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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  Un profumo di pini marittimi e sole sulla sabbia sostituì  l'odore di marcio e zolfo dell'Annunziatore. Mancava poco al tramonto e dalla pineta sulla collina sopra alla spiaggia il rumore dell'incredibile folla era attutito dalle cicale. Cam poteva quasi dimenticare tutte le case costruite ai limiti della sabbia, affacciate al mare, sulle colline, fra gli alberi... ovunque si girasse, delle case deturpavano il paesaggio, e il peggio era ai suoi piedi sulla spiaggia. Nonostante il sole stesse per calare la spiaggia era riempita di gente, talmente tanta che per camminare le persone dovevano seguire un percorso più intricato di un labirinto. Poteva quasi dimenticare tutte quelle case e ricordare le spiagge della Sardegna per come erano un tempo.        Quasi.
  Scese giù per il sentiero e si tolse la maglietta nera e abbandonò le scarpe per confondersi meglio nella folla della spiaggia.
  Come se fosse possibile. Con la luce arancione del tramonto la sua pelle sembrava ancora più pallida e metallica.
  Infondo non doveva passare completamente inosservato. 

 

  Jasmine lanciò nel gommone la sua borsa da spiaggia. "Aaahiiia." Mugolò Dawn seduta a terra nello scafo. Lanciò la borsa di tela a prua e si risistemò il cappello di paglia in testa sbuffando. "Non c'era bisogno di lanciarmela addosso."
  Certe volte a Jasmine veniva voglia di strangolarla, e quello era uno di quei momenti. Dawn era diventata di un color gambero in poco tempo e aveva sulla interrotto i flirt serali delle ragazze in spiaggia costringendo tutte a tornare sullo yacht di Regin, gentile concessione del papino che vomitava soldi per il loro viaggio di post diploma. La crociera nel Mediterraneo sullo yacht privato era l'unico motivo per cui Regin rivolgeva ancora la parola a suo padre. 
  Jasmine si sentiva un po' in colpa, ma era segretamente contenta di questi litigi fra padre e figlia. Le conseguenze erano sempre viaggi gratis in posti mozzafiato per lei e le sue amiche.
  "Certo che c'era bisogno." Borbottò Regin aiutando Jasmine a spingere il gommone in mare. 
  Cominciò a tirare la corda di avviamento e assestò una gomitata ad una delle ragazze dietro di lei. Dopo tre tentativi, una gomitata e un taglio sulla mano, passò la palla a Jasmine. Nonostante possedesse barche e motoscafi a non finire, Gin non era in grado di far partire il motore di un gommone. 
   "Serve aiuto?" Quando sentirono una voce melliflua rivolgersi a loro in inglese, e non in italiano, tutte e cinque le ragazze si girarono verso il ragazzo con l'acqua alla vita e i capelli neri. Lo stomaco di Jasmine si attorcigliò in una mossa acrobatica strana come succedeva ogni volta che vedeva Cameron Briel. Tutte le ragazze cambiarono improvvisamente postura sul gommone, schiena dritta e petto in fuori. Jasmine fu ancora più contenta di aver indossato il costume rosso rivestito di pizzo bianco.
  Prima che qualunque di loro riuscisse ad aprire bocca, Cameron Briel si issò sul gommone (Jasmine fece del suo meglio per cercare di non fissarlo in modo troppo evidente mentre fletteva i bicipiti e i muscoli dorsali). Nonostante indossasse dei jeans neri, quando salì non sgocciolò acqua in tutto lo scafo. L'acqua evaporava prima che toccasse il fondo del gommone. 
  "Buonasera, ragazze." Disse sorridendo. Le interiora di Jasmine divennero di gomma e tutto ciò che usciva dalla sua bocca era più simile ad uno squittio che un saluto. La consolò sentire che anche le altre ragazze ebbero reazioni simili. 
  "Cameron Briel!" Squittì Dawn. "Ciao! Che ci fai qui?!" Jasmine si tirò uno schiaffo in fronte mentalmente.
  Briel la fissò per un attimo che a Jasmine parve interminabile. Sapeva quello che vedeva; era ciò che da mesi vedevano Francesca e Steven quando la guardavano in classe, ciò che vedevano Shelby e Miles, ciò che tutta la Shoreline vedeva in Dawn da quell'autunno: Lucinda Price. Agli occhi di Jasmine, Dawn era ancora Dawn, ma anche lei non poteva negare di aver pensato a Luce guardando Dawn qualche volta. In realtà non era necessaria la somiglianza fisica di Dawn con Lucinda Price per pensare al mito di Luce e Daniel. Alla Shoreline non si era parlato d'altro per mesi, il grande amore eterno di Luce e Daniel finalmente trovava una conclusione. Il gran finale atteso da tanto. Un po' era triste - per lei Luce e Daniel erano ciò che per gli umani erano Romeo e Giulietta, solo molto più ardente. Letteralmente.
  Jasmine avrebbe dato qualunque cosa per essere fissata così intensamente dagli occhi smeraldo di Cam.
  Finalmente spostò lo sguardo e sorrise. "Quale buon demone lascerebbe cinque belle ragazze su un gommone che non parte senza dare una mano?" Chiese prendendo il posto di Gin accanto al motore, di fronte a Jasmine. Lo fissò mentre svitava il tappo del serbatoio di benzina, e una scintilla gli illuminò gli occhi. Fu solo un attimo, ma il cervello di Jasmine non era in grado di formulare pensieri coerenti. Non si accorse nemmeno che il motore stava rombando e che Cam la stava fissando a sua volta con un sorriso malizioso sulle labbra. Si ricordò troppo tardi di distolgiere lo sguardo.
  "Allora, dove vi porto?" Chiese guardando le altre ragazze. La domanda implicava che lui sarebbe venuto con loro. Lo stomaco di Jasmine cominciò a fare una serie di capriole.
  "La baia dietro a quella collina. Sulla barca." Disse Lilith senza una minima flessione nella voce. Jasmine sospettava che fosse lesbica. Cam non era evidentemente dello stesso parere. O forse era dello stesso parere e non gli interessava. Se lo sguardo che aveva rivolto a Dawn le sembrava intenso, questo sembrava che potesse scavare nel corpo di Lilith fino alla sua anima; e Lilith lo sostenne senza battere ciglio. 
  Cam distolse lo sguardo e annuì, il suo mezzo sorriso di nuovo sulla sua bocca. "Agli ordini capitano."

 
  Cam fischiò piano. "Credevo avessi detto barca, non palazzo galleggiante. Tuo?" Chiese a Lilith. 
  "Mio." Rispose Gin saltando sulla passerella e legando la cima del gommone. Cam la seguì subito dopo aver spento il motore e aiutò le ragazze a scendere. Non era veramente necessario, ma ogni occasione per toccare Cameron Briel meritava di essere sfruttata. Se Jasmine era in iperventilazione prima,rischiò un infarto quando Cam la prese per la vita come se fosse poco più pesante di un cuscino.
  Fu come salire di nuovo per la prima volta sullo yacht di Gin. Tutte le ragazze erano di nuovo in preda alla stessa euforia, saltellando in giro sui vari piani dello yacht, convincendosi che avrebbero passato un mese lì sopra visitando i luoghi più belli del Mediterraneo. Regin aveva aperto il mini bar e avevo dato mostra del suo talento. Non era stata soprannominata 'Gin' per nulla, dopotutto.
  L'unica differenza era la causa scatenante dell'euforia. Cam.
  Kora era appesa al suo bicipite sinistro, Dawn a quello destro. Entrambe avevano un sorriso stampato sul volto che cominciava da un orecchio e finiva all'altro. 
  "Che ne dici di un drink, Cameron Briel?" Urlò Gin dal piano di sopra. Jasmine salì le scale di corsa per non perdersi le sue magie. C'era qualcosa di ipnotico nel guardarla far volteggiare le bottiglie intorno alle sue mani. Sembra che non fossero soggette alla forza di gravità, ali invisibili sui colli delle bottiglie. 
  "Non rifiuterei per nulla al mondo." Disse da dietro la testa di Jasmine. La sua voce, improvvisamente dietro di lei, la fece saltare in aria. Nonostante il suo insegnante fosse un demone, non era abituata ai loro poteri. Dawn e Kora corsero su per le scale per raggiungere il demone scomparso improvvisamente dai loro tentacoli. Un briciolo di soddisfazione sfiorò la sua mente.
  Gin fece afferrò un'altra bottiglia per il collo e la fece volteggiare in un modo che sembrava impossibile per le sue mani piccole. Le tornò in mente la prima volta che le mostrò questo suo talento quando le ragazze andarono a casa sua a quindici anni. Mio padre contava le bottiglie del mini bar aveva detto semplicemente, come se fosse una spiegazione. Con il tempo Jasmine capì che Regin amava sfidare la sorte sul limite del pericolo: doveva dimostrare di saper giocare con il fuoco senza bruciarsi, far volteggiare bottiglie di gin senza farle cadere. 
  "Spero ti piacciano i caipirinha, Cameron Briel." Disse Gin facendo sfoggio del suo melodico accento portoghese (Brasiliano, puntualizzava sempre Gin). Mise sei bicchieri sul bancone del mini bar (mini era veramente un insulto a quel mini bar) e versò in ognuno il drink aggiungendo altro lime. 
  "Brasileira." Disse Cam sorridendo malizioso. Ne prese uno e lo alzò davanti a lui come per fare un brindisi a Gin. "Chiamami Cam."
  Tutte le ragazze si fiondarono sui bicchieri sul bancone e ci fu un cin-cin molto caotico. Salirono tutti sul tetto in tempo per vedere il sole che scompariva dietro le colline tingendo tutto di arancione. C'era qualcosa di affascinante nel tramonto; da soli, in compagnia, sobri, con un caipirinha in mano o con un demone che rifletteva la luce rosa arancione nei suoi occhi verdi, il tramonto era sempre stato il momento della giornata preferito di Jasmine. Era innamorata del concetto di tramonto, dell'improvvisa sensibilità che possiede per una manciata di minuti coloro che si fermano ad ammirare i colori del cielo, dell'aggettivo "romantico" che le persone associavano al tramonto. In quel momento 
  Jasmine era innamorata del riflesso arancione negli occhi verdi di Cam, gemme perse nel vuoto, assenti e allo stesso tempo brillanti.
   
 
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