Vegeta4ever: Ok, non ho ben capito se la fic ti piace o meno vista la mancanza del piccolo Trunks, quello nato dal love-love ... Non sò che dirti se non "Amen, continua a leggere se ti và ... " olte a questo ti dico "Pazienta. Pazienta ma continua a sperare". Saggie parole del conte. Fammi sapere se anche questo capitolo ti piace. Un bacione!
folg_89: Piccolo è un genio, io l'ho sempre saputo e a pensarci bene è davvero il cervello del gruppo. Vegeta è un volpino ma troppe volte fa affidamento soltanto sulla forza bruta (ma è ovvio che anche per lui esistono le eccezioni XD). 17 saprà rendersi utile e spero che anche questo capitolo ti piaccia anche se l'azione sarà moooolto carente ... mi riposo un minuto per i prossimi capitoli ;D! Dimmi come ti sembra se ti và. Un beso!
Sgt: Piccolo Piccolo ... il genio stà guadagnado punti assieme a Crillin e 17 ... sono contenta :) Leggi e fammi sapere se puoi! Bacio
Juu_Nana: I blocchi si sono staccati in entrambi i cyborg ma evidentemente Cell è troppo sciocco per capire che cosa è successo al suo interno ... non che questo cambi la questione comunque XD Su msn spero di apparire il prima possibile evitanto letarghi così prolungati ... a presto scricciola mia! Un bacione!
Angelo Azzurro: Il gattone quì ha il nome originale (ovvero Karin) ma non ti preoccupare ... sempre di quel felino si tratta XD Vegeta si stà spompando ... speriamo che resista. Spero che anche questo capitolo ti piaccia almeno quanto gli altri! Un bes!
Umpa_lumpa: Ciao bellissima! (hi-hi-h ... <- faccia msn) Vegeta stà crollando ma per fortuna, questa volta, non è colpa di tutte le botte ricevute ma questo Cell non lo sà ... Spero di risentirti presto sià quì che su msn. Un bacione! ... Ah, della festa matildica poi non ne ho saputo più nulla, nè se è da fare, nè se è stata fatta ... in ogni caso il capo non me ne ha più parlato il che è un buon segno ;)
Ainim Skywalker: Sono davvero contenta che i capitoli continuino a piacerti, cerca però di fare attenzione alle pioggie di meteoriti ... non vorrei perderti nuovamente come lettrice! XD Ti saluto, un bacione!
Swwtcicia: Ciao! Dimmi anche tu se questo capitolo ti piace, ok? Un beso! (ah, visto l'email che ti ho mandato?)
Nion: Hehe ... spero allora che anche questo capitolo sia di tuo interesse anche se non succede granché. Ciao, un bacio!
chrystal_: Le sorelle ... sempre rompipalle XD!! Dai che scherzo, la lunghezza non è importante ... la cosa che conta che il capitolo ti piaccia, per il resto a me bastano anche poche sillabe ... A presto allora, un bacio!
Ok, per oggi ho finito e vi lascio con
le solite due parole di turno: ultimamente il "grande" onnipotente
Freezer (che molti sapranno che è anche colui che riaggiusta i pc impazziti
mediante minaccie di vario genere) sembra non voler collaborare e pertanto il
mio computer fà l'idiota un giorno sì ... e un giorno sì.
Per questo (anche perché quando mio fratello ci mette le mani sopra improvvisamente
le cose precipitano) io e mia sorella ci ritroviamo costrette ad evitare qualsiasi
ulteriore pericolo che possa far letteralmente saltare la scatoletta. Visto
che ci è capitato in passato varie volte che un nuovo contatto di msn
si presentasse e che noi, accettandolo, ci trovassimo puntualmente ricoperte
di virus, se qualcuno volesse prendere il nostro contatto prima di chiedere
l'ingresso, ci mandi una e-mail presentandosi così che noi sappiamo chi
siete e quindi possiamo accettarvi senza incorrere in un qualche boom di malattie
informatiche ... ok?
Con questo vi lascio e vi dò appuntameto al prossimo capitolo che, premetto,
sarà più movimentato di questo.
Un bacione a tutti quanti!
scImMIA
CAPITOLO 55
- RECUPERO LEGUMI-
Volava, volava ad una velocità sorprendente e al suo
passaggio gli alberi si piegavano, le rocce si sgretolavano e l'acqua del mare
si sollevava in spruzzi leggeri come se eseguissero servizievoli il suo volere
al suo rapido passaggio. I colori si fondevano divenendo una sfumatura infinita
e scarna di dettagli nella quale tutti gli elementi che lo circondavano divenivano
una cosa sola come se in fondo, tutto il resto a parte sé stesso, non
fosse altro che una massa informe di poca importanza che poteva mutare tranquillamente
senza modificare il suo stato d'animo ...
Euforico come non mai si spostava da un'altezza all'altra sfiorando dapprima
il bianco e soffice manto delle nuvole e poi dopo farsi bagnare da quegli spruzzi
chiari di acqua salmastra. Pareva e si sentiva inarrestabile e per questo rideva,
felice, per il nuovo potere acquisito con il quale pensava di poter fare qualsiasi
cosa ... rimanendo però all'interno di alcuni piccoli limiti.
Dopo pochi minuti, essendo conscio del fatto che gli mancasse meno di metà
strada per raggiungere il suo punto d'arrivo, il giovane si fermò su
di un erboso prato e su di esso si sdraiò lasciando che le braccia e
le gambe cadessero libere ... In quella posizione rilassata incominciò
dapprima a scrutare la superficie azzurra del cielo chiaro poi, dopo pochi istanti,
chiuse le palpebre sugli occhi di ghiaccio e si lasciò cullare dai suoni
della natura senza però cadere tra le braccia di Morfeo. Rimase ad ascoltare
il fruscio del vento che con il suo leggero soffio sfiorava la sua pelle senza
imperfezioni e sollevava i mori capelli ... nonostante fosse ancora giorno riuscì
a sentire il frinire dei grilli che, placidi e tranquilli, suonavano involontariamente
quella loro musica ... Quelle note lo portarono alla realtà e dopo ben
pochi secondi gli fecero aprire gli occhi e rialzare a sedere. Osservò
con lo sguardo perso l'enorme distesa di candide margherite che crescevano a
pochi metri di distanza ... da quella posizione il dolce suono sembrava già
essere meno udibile.
Lui era un cyborg creato dal dottor Gelo per portare la morte all'uomo chiamato
Son Goku e per questo il suo cuore non doveva conoscere la pietà. Non
sapeva se questo tipo di sentimento, dopo l'operazione dell'azzurra, fosse stato
aggiunto o se invero fosse sempre stato uno sciocco come lo definiva sua sorella
ma doveva ammetterlo: stare seduto su quel prato, tranquillo, senza pensieri
e nella pace più assoluta gli piaceva ... gli piaceva da matti ma ancora
non capiva bene i perché della sorella che, secondo i suoi discorsi da
donna isterica qual'era, sembrava desiderare ardentemente spargere fuoco e fiamme
attorno a sè pur di dimostrare la sua forza. A 17 ormai questo non importava
più. Odiava Gelo perché aveva ridotto 18 e lui in due esseri indefiniti
e li aveva fatti diventare, contro la loro volontà, delle vere e proprie
macchine da guerra e, visto che odiava dal più profondo quel vecchiaccio
malato di mente, sperava di poter condurre una vita tranquilla senza cadere
nel volere di quel pazzo ... pur di non dargli soddisfazione alcuna anche da
morto, non era più intenzionato uccidere il guerriero o conquistare il
mondo anche perché poi quello sconosciuto e il Mondo stesso non gli avevano
fatto poi nulla di male e perciò non aveva motivi per i quali spargere
sangue ...
Giuntosi alla fine di quella parentesi mentale capì di essere davvero
uno sciocco e per quello forse sua sorella aveva ragione.
Sorrise mentre con una mano afferrava una manciata di fili d'erba che poi, dopo
essere stati lanciati in aria, ricadevano leggeri su quel volto perfetto e quei
vestiti da normalissimo e giovane essere umano ... due elementi contrastanti
che lo rendevano ancora di più come uno strano ibrido. Forse, forse in
fondo a quel cuore di metallo, quelli che gli umani chiamavano sentimenti, continuavano
a martellare come se lui stesso non fosse mai mutato sotto quelle vecchie e
rugose mani ... Sentiva di amare quella tranquillità e desiderava che
anche la sorella scoprisse quanto sarebbe stato piacevole vivere alla luce del
sole senza essere continuamente coperti dall'ombra di quel dottore e sotto quella
sigla che anticipava quelli che erano i loro nomi. E forse, se lei fosse riuscita
ad uscire dal corpo di quel mostro orripilante, vedendo anche lei la sua nuova
forza, sarebbe rimasta contenta e avrebbe accettato più facilmente la
loro condizione da emarginati robotici.
I perché che lo spingevano ogni volta a chinare il capo, ad accettare
i compromessi, ad ubbidire agli ordini e, come in quel caso, a rialzarsi in
piedi e voltarsi verso il suo obiettivo erano sempre rivolti alla sua sorella
che, nonostante avesse la sua stessa età, la sentiva più piccola
e perciò si sentiva addosso maggiori responsabilità. Ogni qualvolta
che faceva qualcosa contro la sua volontà era per lei perché le
voleva bene ...
18 aveva perfettamente ragione: 17 era davvero uno stupido sciocco ... ma se
lo era lo era soltanto per lei.
Non sentendo più la musica dei grilli, che gli avevano ricordato involontariamente
Cell, si rialzò nuovamente in volo e guizzò nel cielo non prima
però di aver memorizzato quel luogo perché forse, un giorno, vi
avrebbe potuto portare una persona speciale.
Pochi minuti gli ci vollero per raggiungere quell'alta colonna
intarsiata con quei disegni tribali. Quando fu vicino ad essa piegò la
sua traiettoria volando in verticale verso il famoso obelisco di Karin. Quando
lo raggiunse rimase sospeso per aria un qualche attimo notando che dentro ad
esso sembrava non esserci anima viva ... incrociò i bracci e nel frattempo,
sempre sospeso a mezz'aria, si addentrò all'interno di quel luogo e arricciò
il naso trovandolo a dir poco squallido per essere un obelisco ... a dire il
vero si aspettava qualcosa di maestoso paragonabile almeno al palazzo sovrastante.
Poggiò i piedi a terra e si osservò nuovamente attorno concentrandosi
maggiormente sull'unico elemento che sembrava risaltare in quell'ammasso di
piattume ovvero quei disegni spastici in rilievo sulla colonna che attraversava
l'edificio. Mentre contemplava un teschio di bue sentì dei passi alle
spalle e così si voltò verso quella piccola scaletta ...
Storse nuovamente il naso disgustato vedendo chi gli era apparso dinanzi ...
« Sei tu Karin? ».
Il tizio continuò ad osservare il cyborg con piglio scocciato «
No, non sono io. E tu chi diavolo sei? »
Il ragazzo si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo nello scoprire che
quella palla di grasso vestita con quella ridicola vestaglia non fosse chi cercava
« Non ti deve importare chi sono io ... » sibilò a denti
stretti sciogliendo l'incrocio tra le braccia « ... Stò cercando
Karin ... ».
Jirobay rimase fermo sul posto come se dello sconosciuto non gliene importasse
nulla di nulla ... Si mise addirittura un mignolo nel naso. 17 ovviamente s'innervosì
sentendosi preso in giro e senza riuscire a contenere il nervoso, aumentò
l'energia deformando così un po' della struttura. Il grassone, pensando
che forse gli conveniva essere un pochino più accondiscendente, estrasse
il dito e dopo aver ammirato il bottino recuperato, lanciò lontano il
premio con un cricco ... il cyborg continuò ad essere infastidito ...
Jirobay si avvicinò nuovamente alla scaletta e senza scendere di un solo
scalino sbraitò a gran voce come una vecchia lavascale: « HEI GATTACCIO!
C'E' UN TIZIO CHE TI VUOLE!!! MUOVITI!!! »
"Gattaccio? ..." pensò il moro mentre la sua rabbia si sbolliva
rapidamente "... spero che non sia una presa in giro ...".
Una risposta giunse a quel richiamo irrispettoso: « MA COME TI PERMETTI,
RAZZA DI MALEDUCATO CHE NON SEI ALTRO?!?! E POI CHE BISOGNO C'E' DI URLARE?!?!
»
« Ma tu guarda da che pulpito ... DATTI UNA MOSSA!! ...» riurlò
il ciccione osservando verso il piano sottostante poi si voltò verso
17, che nel frattempo aveva reincrociato gli arti, e gli rivolse nuovamente
la parola « ... Adesso arriva ... ». Dopo aver detto ciò
si allontanò ed andò a sedersi da una parte, estrasse chissà
da dove un sacchetto di patatine e incominciò a trangugiarle come un
ingordo ... Il moro dal bell'aspetto non lo seguì nemmeno con lo sguardo
e rimase concentrato sulla piccola scaletta.
Sessanta secondi trascorsero con una lentezza disarmante e il rumore fastidioso
provocato dal masticorio di quell'essere abnorme riuscì in quel brevissimo
lasso di tempo ad innervosire ancora di più il ragazzo ... quando però
iniziò ad intravedere un lungo bastone dalla forma famigliare il suo
sguardo mutò non riuscendo a nascondere un ché di curiosità
... quando vide tutto il resto però rimase basito: quello che gli si
apprestava davanti era un vero e proprio gatto dal pelo bianco un po' troppo
cresciuto. Gli occhi rimasero sgranati per un bel pezzo ...
Il maestro Karin, notando una nota di disappunto negli occhi del giovane, tossì
leggermente e cercò di parlargli con il tono più cordiale possibile:
« Io sono Karin, molto piacere. Tu sei 17 vero? Ho sentito parlare di
te ... ».
Gli occhi di ghiaccio si spalancarono ancora di più dalla sorpresa «
Ma come fa ... »
Il micio si strinse al bastone « Non ti allarmare, io so tutto sai? Grazie
a quello ... » disse indicando un vaso poco distante con all'interno un
liquido che pareva comunissima acqua. Sotto cenno del felino, 17 si avvicinò
all'oggetto e vi osservò dentro vedendo ... acqua. Karin gli si avvicinò
e appena poggiò una zampa su quella superficie di coccio si iniziò
a formare un'immagine all'interno del contenitore: Vegeta che combatteva con
furia contro il terribile Cell mentre gli altri erano a bordo campo in attesa
del ritorno del cyborg.
« Con questo posso vedere qualsiasi cosa, come Dio ... mi correggo, come
il piccolo Dende » disse sorridendo il felino mentre si pettinava i lunghi
baffi.
« Beh, ameno questo ha una spiegazione sensata ... » disse senza
pensare il moro ma poi, ricordandosi il perché era lì, scrollò
la testa e si voltò verso l'animale « ... ma ho fretta, non perdiamo
altro tempo! ».
Il gatto rimase impassibile « Che? »
« Ma come "Che?" ... lo sa perché sono quì no?
Allora si dia una mossa che ho fretta! »
« A dire il vero non so perché tu sia quì » disse
tranquillamente Karin lasciando il giovane 17 completamente spiazzato.
Il ragazzo additò il grosso vaso con la mano sinistra « Ma come
... Non l'avete visto attraverso il vaso? »
Il felino rimase ad occhi chiusi e lasciò oscillare leggermente il bastone
di legno « E' ovvio che posso vedere tutto attraverso il vaso non posso
starci davanti mica ventiquattro ore su ventiquattro perché sennò
impazzisco! Dimmi cos'è successo ».
Al cyborg cascarono le braccia ma cercò di mantenersi « Sarò
breve: non so come Cell mi ha espulso ed ora è tonato al secondo livello,
Vegeta continua a combatterlo ma gli mancano le forze e se per caso le esaurisse
toccherebbe a me e agli altri affrontarlo. Per me non c'è problema ma
gli altri sono ridotti a dei colabrodi ed è per questo che Piccolo mi
ha mandato da lei e adesso io sono quì ... »
« Capisco ... »
17 sbracciò ancora « ... Quindi mi dia in fretta quelle maledette
lenticchie! »
« Lenticchie? » ripeté Karin sorridendo sotto i baffi da
gatto.
Il ragazzo sbottò esasperato con gli occhi iniettati di sangue e lasciando
che l'energia aumentasse ancora come poco prima « Lenticchie, fagioli,
piselli, ravanelli ... non mi importa cosa siano! Si dia una mossa!!! »
Il gatto si staccò da un paio di centimetri da terra dallo spavento dopodiché
corse verso il piano sottostante dicendo a ripetizione la parola esatta ovvero:
fagioli ...
L'esserone dal pelo bianco ricomparve dopo pochi attimi con appresso un piccolo
sacchetto di tessuto marrone. Lo porse al ragazzo « Fate molta attenzione
a come li utilizzate. Sono pochi perché questo non è il periodo
più adatto per la crescita quindi ... usateli con il cervello! »
Il moro annuì e si apprestò a legare il dono alla larga cintura
di pelle quando risentì la voce fastidiosa del maestro: « Il tuo
corpo è ricoperto di lievi ferite. Prima di tornare indietro passa da
Dende e fatti curare da lui, così risparmierete con un fagiolo ... Non
ti preoccupare, l'ho già avvisato che gli farai visita ».
Le giovani mani strinsero maggiormente il piccolo nodo « Tzk. Non ne ho
bisogno »
Il gatto insistette « La forza di ogni singolo guerriero è importante
ed è bene che tutti voi siate in splendida forma per quando si presenterà
il momento di giungere in aiuto ... Non fare il testone e non rinunciare un
aiuto puramente gratuito ». Karin si allontanò lasciando spazio
a 17 che con un salto fu fuori dall'obelisco.
In pochi istanti fu sul piastrellato del grande palazzo e appena
toccò terra vide avvicinarsi verso di sè il piccolo, nuovo supremo
affiancato dal suo fedele servitore Popo che, gentilmente, lo seguiva portandosi
appresso il bastone del superiore.
« Abbassati che ti curo le ferite ... » disse spiccio il piccoletto.
17 si abbassò senza proferire parola e lasciò che il monello lo
circondasse di una splendente luce di colore verde ... sentì tutte le
ferite chiudersi mente un leggero senso di sollievo lo riempiva dall'interno.
« Ecco, ho fatto! » esultò Dende portando le manine al cielo
in segno di vittoria. Il moro si rialzò silenzioso ...
Il piccoletto riafferrò il suo bastone e cercò di assumere una
posa da saggio o qualcosa del genere « Ti devo dire una cosa importante
che dovresti gentilmente riferire anche agli altri ... ».
Un cenno di assenso intimò al namecciano a proseguire « ... Allora,
stò osservando lo scontro contro Cell e devo ammettere che siete fortissimi!
Dovete però riuscire a resistere, purtroppo non so perché ma Goku
e Gohan non sono ancora usciti dalla Stanza dello Spirito e del Tempo e non
so per quanto tempo dovranno stare ancora al suo interno ... » Dende si
voltò verso l'ingresso del palazzo e 17 fece lo stesso. Compiendo quel
movimento i due notarono la povera Chichi, la moglie di Son Goku, abbandonata
a sé stessa seduta su quegli scalini mentre sbuffava un po' annoiata
( ammettiamolo: tutti ci eravamo dimenticati di lei =_=") ...
« ... Spero tanto che escano presto ... » aggiunse il piccoletto
prima di rigirarsi verso il giovane con aria sognate « ...ma voi continuate
così! Tutti contiamo su di voi! ».
Il cyborg s'indirizzò verso il bordo del palazzo e guardò il paesaggio
sottostante prima di rigirarsi perplesso verso il piccolo Dende ... Una domanda
gli frullava nella testa ma non aveva il coraggio per porgergliela. Fece soltanto
un rapido cenno con la mano destra dopodiché si abbandonò alla
gravità precipitando senza paura verso la terra.
Il bimbo corse anch'egli verso la fine della struttura fluttuante e gridò
a gran voce « BUONA FORTUNA!!! » e anche il gattone al piano sottostante
urlò lo stesso vedendo il moro dirigersi a gran velocità verso
il suo obiettivo.
Dopo alcuni minuti però l'annosa questione continuava a martellare incessantemente
del suo cervello meccanico ...
"Ma come farà ad osservare la gente da lassù? Io non l'ho
ancora capito!!"
La terra tremò quando accolse tra le sue braccia il guerriero
dorato. Sprofondò nella sua voragine lasciando che delle rocce in frantumi
lo ricoprissero in parte. Cell si avvicinò a quell'anima ormai esausta
e l'afferrò con rudezza per i lunghi capelli. Quando lo sollevò
in aria gli fece provocare un lieve gemito sommesso ma poi, non contento del
risultato ottenuto, lo colpì violentemente allo stomaco con un sinistro
perfetto ... Vegeta spalancò la bocca e sputò un fiotto di sangue,
ormai era giunto al limite ...
I capelli a fiamma per un brevissimo attimo tornarono di un colore corvino ma
poi, grazie a un incitamento generato dal suo enorme ego, la luce tornò
a spendere su quella superficie facendo proseguire la tortura per quel corpo
martoriato. E Cell se la rideva di grosso mentre lo sbeffeggiava risaltando
la sua forza inconsapevole che se il sayan era ridotto in quelle condizioni
non era solo opera sua ... si illudeva di aver compiuto una grande impresa ...
Piccolo, a distanza, sapeva che ormai il momento suo e degli altri sarebbe arrivato
di lì a poco e il nervosismo scorreva al suo interno come se non avesse
freno alcuno, fremeva teso come un filo ...
« Sono tornato ».
Tutti si voltarono verso la voce che era sopraggiunta alle spalle e tutti sorrisero,
chi più chi meno, nel vedere il giovane C17 già di ritorno con
il sacchetto di fagioli magici.
« Allora li hai presi! ... » esclamò Crillin correndogli
incontro felice come una pasqua ed afferrando il piccolo fagotto dalle mani
del giovane mentre questo annuiva forse non del tutto consapevole del grande
buon gesto che aveva compiuto « ... Sei stato grande! ».
Senza perdere ulteriore tempo il piccoletto slegò il nodo e svuotò
il contenuto su di una mano rimanendone però un po' deluso per cui il
suo sorriso si smorzò appena ... Piccolo, accortosi di ciò, si
avvicinò « Cosa c'è? ».
« Karin stà diventando sempre più resco ... Questa volta
ne abbiamo soltanto sette. Chissà se bastano ... » disse a bassa
voce Crillin.
« Evidentemente è un brutto periodo per la loro crescita. Karin
non ce ne darebbe così pochi in un momento come questo se non ne avesse
un motivo preciso. Ma per ora ci bastano quindi non lamentiamoci ...»
il namecciano afferrò spiccio uno dei fagioli e lo trangugiò a
gran velocità. In pochi attimi gli altri terrestri, Crillin escluso,
imitarono il suo gesto e in poco tempo sentirono nei loro corpi riscorrere tutta
l'energia persa.
Crillin osservò quei piccoli quattro fagiolini rimanenti e si voltò
verso il moro arrivato poco prima « A te serve? » chiese mentre
gliene porgeva uno ostentando la sua solita gentilezza.
« No. Prima, al palazzo, il mocciosetto mi ha curato quindi non ho bisogno
di quella roba » rispose secco facendo anche un rapido cenno con la nuca.
« Bene! ... » esclamò il piccoletto riponendo all'interno
due dei fagioli rimasti e ridando nuovamente il sacchetto al moro « ...
Lo dai tu a Vegeta vero? E poi tieni tu quello in più ... io penso a
Trunks ... » e così dicendo si allontanò di corsa verso
il sayan dai capelli color glicine e si protrasse verso di lui. Dopo aver ingerito
il legume Trunks si rialzò e, sorpreso per l'avvenimento, iniziò
a tastare con mano varie parti del corpo come per essere sicuro che tutta quella
energia non fosse un'illusione e poi l'amico, notando che il giovane sayan si
era ripreso tranquillamente, masticò anche lui il suo fagiolino e iniziò
a saltare carico come non mai.
Cell dalla sua posizione, nonostante fosse occupato, notò l'aumento dell'energia
dei presenti e si allarmò: come avevano fatto a riprendersi? Il fatto
era che non si era accorto che qualcuno si era allontanato senza farsi percepire
...
Trunks, vedendo che il padre cadeva a più riprese ai
piedi del mostro, rimase impassibile e l'unica azione che fece fu quella di
trasformarsi nel guerriero dall'aura d'oro lasciando che i suoi occhi azzurri
divenissero di quello strano colore.
Piccolo divenne serio vedendo quegli occhi « Trunks, vuoi salvare Vegeta?
»
Il giovane non rispose subito ...
« No. Sconfiggerò Cell e basta »
Il ragazzo si alzò in volo con un unico obiettivo nella testa ...
...Continua...