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Autore: BabyLolita    15/01/2014    12 recensioni
Elisabeth ha 18 anni e da due vive a Parigi e frequenta il Dolce Amoris. Il suo primo amico, non che vicino di casa, è stato Lysandro, uno dei ragazzi più popolari della scuola. Tuttavia lui non sa che Elisabeth è da sempre innamorata di Castiel, il suo migliore amico, che però non sa nemmeno che Elisabeth esiste.
Commento dell'autore: Avviso che questa storia tratterà di argomenti abbastanza forti. Ovviamente non subito dai primi capitoli, ma la storia avrà uno svolgimento alquanto particolare che porterà i protagonisti a fare scelte difficili e talvolta molto forti a livello emotivo. In ogni caso spero che apprezzerete! Buona lettura =D
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Lysandro, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mi riprendo dallo shock iniziale ed inizio a correre verso le volanti. Non appena Castiel mi vede mi fulmina con lo sguardo: “non avvicinarti! Mi hanno incastrato non voglio che lo facciano anche con te!”. Subito mi blocco dove sono e mi allontano leggermente per non farmi vedere dagli agenti “brava piccola” mi trasmette un’ultima volta prima di sorridermi ed entrare nella volante. Dietro di lui vedo un altro agente che si avvicina alla macchina accanto con un sacchetto contente della polvere bianca. Non ci va un genio a capire che quella è droga. Ma Castiel non usa certe sostanze. Qualcuno vuole farlo sparire dalla circolazione e non ci metto molto a fare due più due. Non appena le volanti se ne vanno corro verso la sala prove che, purtroppo, è vuota. Merda…ed ora come faccio a trovarlo?  Torno a casa di Castiel e raccolgo la chiave che tiene nascosta in giardino ed entro in casa sua. Cerco il suo cellulare e alla lunga lo trovo. Recupero il numero di Dakota e lo salvo sul mio cellulare. Esco di soppiatto di casa e la richiudo riponendo la chiave al suo posto e dirigendomi a casa mia. Non appena entro butto la giacca a terra e corro in camera mia. Mi siedo sul letto e cerco il numero di quel verme e non appena lo trovo decido di chiamarlo per avere una spiegazione. Sto per schiacciare il pulsante della chiamata quando un capogiro mi fa crollare. Quando riapro gli occhi i girasoli sono la prima cosa che vedo. Mi alzo di scatto e vedo Beatrice corrermi incontro. Inizio ad andare nella sua direzione ed appena la raggiungo mi afferra la mano ed inizia a parlare in modo abbastanza svelto, come se stesse facendo qualcosa di segreto:
-   Perdonami, ma era l’unico modo per contattarti –
-   Di cosa parli? –
-   Del capogiro…non avrei dovuto farlo perché non posso interferire, ma sono stufa di vederti sempre soffrire a causa di questa maledetta maledizione. Ora ascoltami, ho poco tempo. Come già hai capito lui è quella persona. Non appena vi siete stretti la mano quella volta, a lui sono tornati tutti i ricordi, per questo tu hai provato quella sorta di scossa. Questo spiega il suo interesse morboso nei tuoi confronti e si, hai ragione anche a pensare che sia stato lui ad incastrare Castiel. Tuttavia non chiamarlo accusandolo o riuscirebbe a farla franca e tu e Castiel sarete destinati a vivere le vostre vite separate per l’ennesima volta –
-   E allora come?! Come faccio a debellare questa odiosa maledizione?! –
-   Non lo so…ma non accusandolo! La maledizione dice che lui vi separerà sempre. Beh lo ha fatto. Ma tu devi trovare il modo di riunirti a Castiel. Solo in questo modo forse, e ripeto forse, tutto questo avrà fine! –
-   Come forse?! E se non succederà?! –
-   Non lo so! Ma per lo meno in questa vita riuscirete a stare assieme! –
-   Ho capito…e comunque mi dispiace per Lysandro –
La sua mano stringe la mia mentre i suoi occhi si lasciano attraversare, per un istante, da un lampo di tristezza:
-   Non preoccuparti. Per lo meno in questo modo potremo stare assieme…forse –
-   Come forse?! –
-   Beh ecco…io ti sto rivelando cose che non posso rivelarti e questo potrebbe interferire con la mia esistenza qui…se lo vengono a scoprire ai “piani alti” io cesserò totalmente di esistere, anche come spirito –
-   Ma allora perché? Perché fai questo per me?! –
-   Perché so cosa significa soffrire per amore. Io ci tengo a te e voglio aiutarti perché so che tu, se fossi stata nella mia situazione, avresti fatto lo stesso –
La mia vista si appanna mentre le lacrime mi riempiono gli occhi. Stringo la mano di Beatrice tirandola nella mia direzione e stringendola forte. Il corpo fragile di questa bambina viene avvolto totalmente dalle mie braccia. Lei contraccambia il mio abbraccio mentre piano piano la sento dissolvere:
-   È tempo che io vada…ti prego, sii felice anche per me. Sii felice…anche per noi –
Mentre la sento svanire dalle mie braccia osservo la sua figura diventare più trasparente ogni secondo che passa. Cerco di afferrarla, di non farla andare via, di tenere a me quello che ormai non è altro che una scia di profumo.
Quando riapro gli occhi sto ancora piangendo. Beatrice non c’è più perché ha voluto aiutarmi.  Lei si è sacrificata…per me. Mi porto le mani al cuore stringendolo. Te lo prometto…farò tutto quello che è possibile per esaudire il tuo ultimo desiderio. Perché mi hai dimostrato che il nostro era un legame vero, sebbene io non lo ricordi affatto. Mi alzo dal letto e sento le mie gambe fragili come non mai. Il mio cuore piange. Sento di aver appena perso uno dei legami più profondi della mia vita. Sento che una parte di me è appena svanita. Mi asciugo le lacrime facendomi forza. Non posso mollare, non ora. Scendo al piano di sotto e mi siedo sul divano, incrocio le gambe ed inizio a massaggiarmi le tempie. Qui serve un’idea…e subito.
Passo la serata ad arrovellarmi il cervello e un’idea inizia a formarsi nella mia mente. Quando salgo in camera da letto sono ormai le dieci di sera. Mi corico sul letto e rilasso i nervi. Quando apro gli occhi il soffitto color cenere di camera mia mi accoglie. Subito mi ricorda gli occhi di Castiel. Del mio Castiel. Mi perdo nel pensare a lui e lo faccio così intensamente che so che i miei pensieri lo stanno raggiungendo:
-   Fidati di me. Torneremo assieme costi quel che costi. Ti amo troppo per perderti ancora –
Mi alzo e mi infilo sotto la doccia prima di mettermi a dormire.
L’indomani mi alzo verso le undici. Scelgo i vestiti e mi cambio. Ho bisogno di fare due passi per completare definitivamente il piano. Mi infilo la giacca ed esco di casa. Inizio a passeggiare per il centro e poi mi dirigo al parco. Mi siedo su una panchina isolata mentre il sole mi accarezza dolcemente. Una folata di vento mi spettina i capelli ma non mi importa, resto seduta composta al mio posto mentre spero che il vento porti via anche tutte le sfortune che perseguitano me e Castiel. Non appena la folata cessa mi sposto i capelli rimettendoli in ordine e mi alzo rimettendomi a camminare. Passeggio fino a raggiungere la centrale. Mi fermo li davanti poiché una strana sensazione mi pervade dall’interno. Una sensazione che ho imparato a conoscere e che mi disgusta ogni volta di più. Una mano si poggia sulla mia spalla ed una scossa mi paralizza. Mi giro di scatto scostando la mano dandole uno schiaffo e maledicendo colui che si trova alle mie spalle. Dakota mi sorride mentre i miei occhi lo trafiggono:
-   Anche tu da queste parti? –
-   Già… -
-   Ho saputo che hanno arrestato il tuo ragazzo…che peccato, non è vero? –
-   Già… non pensavo fosse una persona del genere –
Mi fingo delusa, amareggiata, quasi disgustata mentre vedo la mano di Dakota avvicinarsi alla mia guancia accarezzandola. Resto ferma, deglutendo a forza per trattenere il senso di nausea che il suo gesto mi provoca.
-   Mi dispiace piccola. Se vuoi ci sono io per te! –
-   Ti ringrazio…ma per il momento preferisco restare da sola… -
-   Ma io non voglio lasciarti sola! –
-   Dake. Ho detto di no –
-   E va bene…per questa volta ti lascio andare. Ma dammi almeno il tuo numero, così ti chiamo –
-   Preferisco di no. Dammi tu il tuo, ti chiamerò se ne avrò voglia –
-   È già qualcosa! –
Mi dice sorridendomi. Distolgo lo sguardo. Sono arrivata al limite. Estraggo il cellulare dalla tasca e digito il suo numero mentre me lo detta fingendo di non averlo ancora nella mia rubrica e lo salvo, poi lo saluto freddamente allontanandomi in fretta, o il desiderio di spaccargli la faccia prenderà il sopravvento.
Raggiungo a passo svelto casa mia sprofondando sul divano immediatamente. Il sangue mi ribolle ancora nelle vene per la rabbia mentre cerco di distendermi. L’idea di fingere di avvicinarmi a quell’essere è più complessa del previsto, non credevo che la sua sola esistenza mi turbasse a tal punto. Mi alzo e mi dirigo in cucina dove mi cucino un pasto veloce che non tocco più di tanto. Sono troppo stressata per toccare cibo. Non so ancora nulla di Castiel, ma so che non vuole che vado a trovarlo o potrei restare coinvolta anche io anche se so che non è negli intenti di Dakota. Mi alzo e salgo al piano di sopra, ma mentre cammino per le scale sento suonare il campanello. Un velo di ansia mi avvolge istantaneamente. So già di chi si tratta. Stringo le mani e pugno e prende un bel respiro prima di indossare nuovamente la maschera della ragazza ferita e delusa che non sa la verità. Ritorno sui miei passi avvicinandomi al portone di casa che per la prima volta mi sembra un luogo tetro e meschino al quale non voglio avvicinarmi. Ma non posso mollare, non adesso. Avvicino la mano alla maniglia e mi faccio coraggio, ancora una volta, prima di abbassarla e ritrovare difronte a me colui che da chissà quanto tempo, rovina la mia esistenza.
Dakota mi osserva sorridente mentre regge in mano un mazzo di rose rosse ed una scatola a forma di cuore che deduco contenga dei cioccolatini. Lo osservo attentamente mentre mi accorgo che mi spoglia con gli occhi. Incrocio le braccia, fingo di essere offesa ma felice di vederlo, mentre quello che provo in realtà è solo un tremendo senso di disgusto:
-   Ciao piccola –
-   Non ti ho chiamato –
-   Beh ma ho pensato comunque di passare a farti un saluto. Posso entrare? –
Inclino leggermente la testa fingendo dubbiosità. Lui mi guarda con quegli occhi da cucciolo che probabilmente inteneriscono tutte le altre ragazze. Già…tutte le altre. Mi sposto leggermente per farlo entrare e lui torna a sorridermi. Lo osservo entrare nel mio soggiorno mentre richiudo la porta alle sue spalle. Gli indico dove poggiare i regali e poi mi siedo sul divano. So che mi raggiungerà subito. Ed infatti non si fa aspettare. Lo sento sprofondare accanto a me mentre con un braccio mi cinge le spalle. Afferro il telecomando ed accendo la tele mentre sento che Dakota continua a tirarmi nella sua direzione.
-   Potresti smetterla per favore? –
-   Smettere cosa? –
-   Di comportarti così. Non sei il mio ragazzo –
-   È vero…però mi hai fatto entrare –
-   E allora? Non significa nulla –
-   Suvvia non fare la capricciosa. Lo so che ti piaccio –
Dice afferrandomi il mento con la mano mentre con l’indice mi accarezza le labbra. Una serie multiple di sensazioni sgradevoli si alternano alla velocità della luce mentre vendo nei suoi occhi i suoi sporchi intenti. Scatto all’indietro sfuggendo alla sua presa, non riesco a resistere oltre. Mi avvicino alla porta spalancandola e facendogli segno di uscire. Lui si oppone ma alla lunga riesco, gentilmente, a cacciarlo fuori da casa mia. Non appena sparisce richiudo la porta alle sue spalle, badando bene a chiuderla a chiave. Salgo al piano di sopra e mi butto sul letto. Non mollerò adesso…questo dolore non mi fermerà. Questa volta la maledizione verrà fermata, mi ripeto cercando di autoconvincermi che, nonostante tutto, posso davvero farcela. Quando scendo al piano di sotto decido di andare alla centrale. Tutto questo dolore mi ha sfiancata, ho bisogno di vedere Castiel subito. Non mi importa se mi arresteranno, se mi riterranno una complice o che altro. Io ho bisogno di lui, ora più che mai. Non posso farcela da sola. Ho bisogno che lui ci sia con me, anche solo con il pensiero. Ma ora ho bisogno di vederlo, per recuperare quella forza di cui Dakota mi ha privata, per ritrovare quella gioia che solo lui sa darmi. Esco di casa correndo. Voglio vederti…voglio vederti!  Ripeto nella mia mente mentre il mio cuore aumenta i battiti per la fatica ma anche perché so che sto andando da lui. Mi manchi…mi manchi così tanto. Manca poco ormai alla caserma ed è solo un giorno che non ci vediamo, ma è come se mi sentissi morire dentro. La sua presenza nella mia vita è più vitale dell’ossigeno e questa nostra forzata divisione me lo fa capire sempre di più. Mi fermo davanti a quelle mura grigie che conosco e cerco di riprendere rapidamente fiato. Lui è li, oltre quella porta, oltre quella barriera che so che riusciremo a superare. Salgo i gradini varcando la soglia di quella che è diventato il nostro inferno personale. I poliziotti mi guardano, sanno chi sono, si ricordano delle mie visite a Lysandro. Una fitta mi attraversa il cuore mentre nella mia mente riemerge quel doloroso ricordo. Subito dopo mi ricordo anche di Beatrice, di come l’ho sentita svanire dalle mie braccia. Sento che sto per piangere ma non è il momento, ora devo essere forte. Per me, per Castiel, e per chi si è sacrificato per noi e per l’amore. Io posso farcela, so di esserne capace, ho solo bisogno della sua conferma. Mi avvicino al poliziotto seduto alla scrivania. Osservo i suoi occhi scrutarmi mentre ho ancora il fiatone. Si alza senza dire una parola ed inizia a camminare, io lo seguo, so che mi sta già portando dove voglio andare. Quando i miei occhi si posano finalmente sul mio ragazzo un brivido di terrore mi percorre la schiena. Vederlo dietro le sbarre è davvero frustrante. Ho paura, paura che resti li per sempre, paura di non riuscire a farcela, paura che anche questa volta verremo inesorabilmente divisi, paura che nonostante tutti gli sforzi la mia forza di volontà non sia abbastanza. Mi avvicino alla sbarra appoggiandoci sopra le sbarre. Castiel non si volta. Chiudo gli occhi e gli parlo come il nostro legame mi permette di fare, so che mi sente:
-   Ti prego…non ignorarmi –
-   Non saresti dovuta venire –
-   Ma io…ho bisogno di te –
-   Ma non capisci?! Potrebbero incastrare anche te! –
-   No, non lo faranno –
-   Come fai ad esserne tanto certa?! –
-   Perché è tutto un piano di Dakota, lui è colui che ci ha mandato la maledizione. Anche lui ogni volta si rincarna e ci insegue. È lui che ha architettato tutto. Lui vuole me, per questo non sono in pericolo –
-   Come sai tutto questo? –
-   Perché Beatrice me lo ha detto –
-   Quando? Quando te lo ha detto? –
-   Poco tempo fa…lo ha fatto per me, per te, per noi. Non voleva vederci soffrire ancora…e ha dato la sua esistenza pur di far sopravvivere il nostro amore –
-   Cosa intendi? Lei è già…morta –
-   Si, lo so. Ma mi ha rivelato cose che non poteva rivelarmi. E per questo è stata “punita”. La sua esistenza è stata cancellata per sempre. Non esiste più e mai più lo farà, nemmeno come spirito –
-   Perché lo ha fatto?! –
-   Io…non lo so. Ha detto che voleva che fossimo felici…ha detto che lo ha fatto perché, se io fossi stata nella stessa situazione, avrei fatto lo stesso per lei –
Le lacrime iniziano a rigarmi il viso mentre i miei occhi sono ancora chiusi. Sento le mani di Castiel poggiarsi sulle mie:
-   Non piangere piccola…sono qui con te –
-   Promettimi che resterai con me…dimmi che questa volta ce la faremo. Dimmi che le morti di Lysandro e di Beatrice non saranno dimenticate, dimmi che non si sono sacrificati per niente. Dimmi che hanno fatto la cosa giusta, che si sono ritrovati e che anche loro non stanno più soffrendo. Dimmi che ce la faranno, che ce la faremo, che tutto questo dolore finirà per svanire e che non ci divorerà distruggendoci per l’ennesima volta –
-   Beth –
Apro gli occhi di scatto mentre la sua voce entra nelle mie orecchie. I suoi occhi sono lucidi e scuri proprio come me li ricordavo. Profondi e sinceri e come il buio della notte mi avvolgono dandomi quel calore di cuoi ho bisogno. La sua mano si sposta raggiungendo la mia guancia cancellando ogni traccia del precedente tocco di Dakota. Mi lascio accarezzare mentre Castiel porta via con se ogni mia insicurezza. Appoggio la mia mano sulla sua mentre mi lascio rapire nuovamente dai suoi gesti, dai suoi occhi, dal suo calore.
-   Ho paura –
-   Non averne piccola. Ce la faremo –
-   Si, ce la faremo. Ho un piano –
-   Che piano? –
-   Fidati di me. Ti tirerò fuori di qui e vivremo la nostra vita insieme una volta per tutte –
-   Non fare nulla di pericoloso –
-   Nulla è più pericoloso per me di vivere una vita senza di te. Io sono morta senza di te. Quindi qualsiasi cosa farò, di certo sarà meno dolorosa o rischiosa di vivere l’ennesima esistenza lontana da te –
Vedo gli occhi di Castiel addolcirsi improvvisamente ed una lacrima solcargli per la prima volta il viso. Avvicino la mia mano asciugandogliela e lui le approfitta per avvicinarsi a me rubandomi un bacio. Quando le sue labbra si separano dalle mie mi piange il cuore vedere queste dannate sbarre che ci dividono, ma una parte di me è felice perché, nonostante tutto, ancora possiamo esprimere i nostri sentimenti:
-   Ti amo. Ti prometto che ti tirerò fuori di li. –
-   Mi fido di te ma ti prego, non fare qualcosa che ti metta davvero in pericolo –
-   Non preoccuparti, e poi…ti ho già detto come la penso –
Affermo facendogli l’occhiolino ed allontanandomi dalla gabbia stringendomi forte il petto in prossimità del cuore che, ad ogni passo che faccio allontanandomi da Castiel, urla sempre più disperato.  Esco dalla caserma e mi lascio coccolare dal sole che è ancora alto e caldo nel cielo. Chiudo gli occhi e spalanco le braccia come per abbracciare la sua forza. In quel momento sento un pensiero di Castiel raggiungermi:
-   Ti amo piccola mia. Ti amo più di chiunque altro –
Sorrido riaprendo gli occhi. Questa volta…finiamola sul serio. Dico saltando gli ultimi gradini e cominciando a correre verso il parco. Mi siedo su una panchina ed estraggo il cellulare. Faccio una foto al fiume che scorre davanti a me e la invio a Dakota, so che arriverà di corsa. Passano circa venti minuti prima che mi raggiunga. Mi sposto leggermente per farlo sedere accanto a me. Lo lascio riprendere fiato e poi inizio a parlare:
-   Sono passata da Castiel oggi… abbiamo rotto –
-   Oh finalmente! Hai deciso di diventare la mia ragazza finalmente? –
-   Calma. Una cosa alla volta. Non sono pronta ad iniziare subito una nuova relazione visto quello che è successo. Ma se vuoi possiamo cominciare con l’uscire assieme –
-   Perfetto! Quello di adesso posso reputarlo un appuntamento? –
-   Veramente no…volevo solo avvisarti dell’accaduto. Ora ti saluto. –
Così dicendo gli faccio un rapido cenno con la mano e mi alzo allontanandomi ma lui subito mi afferra fermandomi. Lo sapevo! Mi volto nella sua direzione guardandolo fingendomi sorpresa:
-   Insisto, vorrei che questo fosse il nostro primo appuntamento –
-   Se ci tieni… -
Dico avvicinandomi a lui mentre la sua mano inizia a stringere la mia e le nostre dita si intrecciano. Un forte senso di disgusto mi invade lo stomaco ma non ci faccio caso e lo ignoro portando avanti quella che forse, diventerà la mia salvezza. Camminiamo per un po’ e Dakota fa di tutto per cercare di conquistarmi ed io mi fingo sorpresa e gioiosa delle sue attenzioni mentre continuo ad osservare l’orologio pregando che tutto questo finisca presto. Quando mi riaccompagna a casa sono le otto di sera e sono a pezzi. Mi avvicino al cancello di casa e gli faccio un timido cenno di saluto per poi voltargli le spalle ma lui subito mi afferra voltandomi nuovamente verso di lui e stringendomi in un mortale abbraccio:
-   Non me lo merito un bacio? –
-   Un appuntamento non implica che ci debba per forza essere un bacio –
-   Ma io lo voglio –
-   Senti…ho accettato di uscire con te ma ti ho detto di fare le cose con calma. Se mi forzi a fare qualcosa non ci metterò ne uno ne due a scaricarti. Non me la sento di baciarti. Quindi o ti accontenti e te ne vai da bravo ragazzo, o fai qualcosa di sbagliato per il quale non ti perdonerò mai troncando a prescindere quello che potrebbe essere un futuro rapporto –
Osservo Dakota mentre pensa a quale risposta darmi. Successivamente sospira lasciando la presa ed io mi allontano spontaneamente di qualche passo. Trattengo un sospiro di sollievo mentre i miei occhi incrociano nuovamente i suoi:
-   Ti ringrazio –
-   Non ringraziarmi. Non mi resterai ancora a lungo sappilo –
-   Questo lo vedremo con il tempo. Grazie della serata –
Così dicendo mi avvicino alla porta di casa aprendola. Sto per entrare quando lo sento dire qualcos’altro:
-   A domani –
mi volto verso di lui fingendo un sorriso gioioso:
-   Si, a domani! –
Poi mi chiudo in camera. Corro in bagno ed inizio a vomitare. Perdonami Castiel…perdonami… ripento nella mia testa mentre un senso di colpa mi divora da dentro.
Il giorno dopo mi alzo presto. Ho passato la nottata tormentata dagli incubi e non appena mi vedo allo specchio mi accorgo di avere delle occhiaie terribili. Afferro un po’ di trucco e cerco di nascondere quelli che sono i segni di un evidente sonno poco tranquillo. Scendo al piano di sotto preparandomi la colazione. Afferro il cellulare accendendolo e subito inizia a vibrare. Mi massaggio la testa nervosamente mentre vedo un numero sempre maggiore di messaggi comparire sul display. Non appena il tremolio finisce lo afferro ed osservo lo schermo impallidendo nel vedere 33 messaggi da parte di Dakota. Appoggio sfinita la testa sul bancone mentre un terribile conato di vomito mi fa capire che tutto questo non è semplicemente un incubo. Corro in bagno a rigettare e poi torno in cucina rispondendo un po’ alla volta a tutti i messaggi cercando di farmi forza e di autoconvincermi che tutto questo lo sto facendo per il motivo più importante della mia vita, di tutte le mie vite, passate e future, ma soprattutto lo sto facendo per la mia attuale vita, che sento sia la più importante e fondamentale di tutte, poiché sarà quella che darà una svolta definitiva alle nostre esistenze spezzando tutto il dolore che da secoli ci perseguita. Torno al piano di sopra vestendomi. L’ultimo messaggio di Dakota era un luogo ed un orario. Pretendeva un altro appuntamento, e subito. Esco di casa e mi dirigo al ristorante da lui prescelto. Quando arrivo lui è già li che mi aspetta circondato da un sacco di ragazze in fase di ammirazione. Nascondo il disgusto mentre lui le scansa avvicinandosi a me. Avrei preferito che restassi con loro… quando mi raggiunge si abbassa e mi bacia la guancia poi mi afferra la mano portandomi dentro al ristorante. Mentre mangiamo lui si pavoneggia vantandosi della sua bravura con il surf e del suo talento musicale. Assecondo ogni sua mossa cercando di non destare in lui alcun tipo di sospetto. Al pomeriggio mi porta all’acquario e passiamo il resto del tempo a parlare di quanto lui sia fantastico mentre l’unico pensiero che vaga nella mia mente è “rivoltante”.  Quando riesco a sfuggire a lui e a rintanarmi in casa sono ormai le sei di sera. Dakota mi accompagna fino alla porta e ancora una volta tenta di rubarmi un bacio ma riesco a sgattaiolare velocemente dentro casa evitando ulteriori contatti inopportuni. Mi dirigo verso il frigo estraendone uno yogurt e poi mi getto sul divano accendendo la televisione. Mi distraggo il più possibile fino a quando, sfinita, finisco per addormentarmi.
È passata ormai una settimana da quando ho messo in atto il mio piano. Vedo Dakota tutti i giorni mentre di Castiel non so più nulla. Ogni tanto cerco di contattarlo con il pensiero ma lui non mi risponde, e questo mi angoscia ancora di più. È un Venerdì sera quando, probabilmente per una frase azzardata, riesco ad estrapolare un’importante informazione. Io e Dakota siamo a cena assieme, sono ormai le otto e stiamo uscendo dal ristorante dirigendoci al cinema. La sua mano stringe prepotentemente la mia mentre mi apre la porta per farmi entrare. Mi dirigo al bancone comprando i biglietti per il film mentre Dakota, dietro di me, regge bibite e pop corn. Entriamo nella sala e ci sediamo in fondo, lontano da tutto e tutti, per un motivo che non chiunque capirebbe. Non appena mi siedo sento le sue dita intrecciarsi alle mie mentre con forza mi tira a lui:
-   Allora…ti stai divertendo con me? –
-   Certo –
-   Sono molto meglio del tue ex vero? –
-   Si hai ragione…avrei dovuto uscire subito con te! –
-   Hai visto? Te l’ho sempre detto che sono migliore di lui! –
-   È vero! –
-   Beh…visto che la pensi così…che ne dici di darmi un bacio? –
-   Shhh! Il film sta iniziando! –
Per fortuna l’abbassamento delle luci in sala mi salvano all’ultimo. Tiro un sospiro di sollievo ignorando lo sguardo arrabbiato di Dakota. Il film parla di fratello e sorella che crescono separati fin dalla nascita, quando si ritrovano si innamorano non sapendo il loro legame di sangue e, non appena lo scoprono, cadono in preda allo sconforto. Nonostante tutto decidono di restare comunque assieme e alla fine del film si scopre che lei in realtà è stata adottata quindi il legame sanguigno non c’è e possono stare assieme come una felice coppia. La situazione mi sembra un po’ quella che ho io con Castiel. Un intenso sentimento li lega ma qualcosa di più grande di loro li costringe a dividersi, ma alla fine riescono a trovare una soluzione ritrovandosi e potendosi amare liberamente. Non appena il film finisce Dakota mi accompagna a casa mentre una forza nuova si fa largo dentro di me. Ci mettiamo poco a raggiungere casa mia e non appena arriviamo Dakota mi abbraccia. Contraccambio l’abbraccio e non appena mi allontano vedo che tenta di baciarmi. Volto il viso da un lato e lui sbuffa:
-   Ma come? Ancora niente baci? –
-   E va bene…uno te lo sei meritato. Ma ad una condizione! –
-   Ovvero? –
-   Dimmi un tuo difetto. Vedi mi hai sempre parlato dei tuoi pregi eccetera eccetera…vorrei sapere un tuo difetto, così da poter amare ogni parte di te –
-   Stai dicendo che mi ami?! –
-   No…ma stai guadagnando punti. Però vorrei sapere ogni cosa di te prima di prendere una decisione definitiva –
-   E va bene….allora ti dirò il mio unico difetto! – così dicendo si avvicina al mio orecchio e sussurrando aggiunge – non reggo l’alcool –
Poi indietreggia e distoglie lo sguardo:
-   E perché dovrebbe essere un difetto? –
-   Beh perché quando esco a bere con gli amici sono sempre il primo che crolla!  -
-   E quindi? –
-   Stai scherzando vero?! Io devo essere il migliore in tutto! Non posso essere un pappamolla! –
-   Va bene facciamo così allora, ti allenerò io. A differenza di quello che sembra sono un’ottima bevitrice, resisto un sacco all’alcool! Vediamo se riesci a battermi –
-   E va bene! Ma sappilo, sarà un’amara sconfitta! –
-   Lo vedremo! –
Così dicendo scivolo via dalla sua presa ed entro in casa nascondendomi dietro il portone e chiudendolo alle mie spalle:
-   Ehy! – interviene lui cominciando a battere pugni sulla porta – e il mio bacio?! –
-   Facciamo così…se riuscirai a battermi nella sfida con l’alcool, avrai molto di più che un bacio –
Improvvisamente smette di battere i colpi alla porta, lo sento scoppiare a ridere:
-   Va bene! Vado a comprare i preservativi allora! –
-   Ci vediamo domani alle sette da me, vedremo chi è il migliore –
-   Sono io il migliore bambolina, aspetta e vedrai –
Così dicendo lo sento allontanare. Mi fiondo in camera mia e mi butto sul letto pensando intensamente a Castiel e inviandoli l’ennesimo messaggio:
-   Forse domani riuscirò ad ottenere quello che voglio. Aspettami amore mio, sto venendo a salvarti –
Mi infilo il pigiama e infilo sotto le coperte, addormentandomi praticamente subito. Il giorno dopo mi alzo di buon ora andando in un negozio di elettronica, devo comprare il tocco finale per il mio piano. Prendo un piccolo registratore portatile e me lo infilo in tasca dirigendomi velocemente a casa. Non appena arrivo prendo del nastro adesivo ed attacco il registratore sotto il tavolo in modo tale da nasconderlo per bene. Passo il pomeriggio distraendomi e verso le sei mi infilo sotto la doccia e poi esco preparando la cena. Alle sette precise il campanello suona e Dakota entra non appena gli dico di farlo. Lo vedo sorridente e beffardo come sempre mentre gli sorrido come se non aspettassi altro che il momento in cui sarebbe arrivato il che, in questo caso, è vero. Si avvicina a me dandomi un bacio sulla guancia mentre mi abbraccia:
-   Sono passato in farmacia –
-   Sei sicuro di vincere eh? –
-   Certamente! –
-   D’accordo allora! Vedremo a chi andrà la vittoria! –
Concludo invitandolo a sedersi a tavola. Mentre mangiamo cena lui inizia a vantare una vasta esperienza con precedenti ragazze delle quali non mi importa proprio nulla. Non appena abbiamo finito scendo in cantina afferrando due bottiglioni di vino. Non mentivo quando dicevo che reggo bene l’alcool. Nella mia vecchia città, prima del trasferimento, avevo degli amici che mi avevano “allenata” a dovere con l’alcool. Mi siedo vicino a lui aprendo il primo bottiglione e riempiendo i due bicchieri. Che la sfida abbia inizio!
Dopo appena il primo bottiglione e mezzo vedo che Dakota comincia già a cedere. Il suo corpo ondeggia mentre i suoi occhi sembrano persi nel vuoto e la sua parlata comincia a essere tremendamente biascicata:
-   Aaaaavanti un altro! Non shono per niente ubriaco! –
-   Si lo vedo…sicuro di resistere? –
-   Ehy tuuuu! Io questa shera ho intenzione di fare meta…quindi piantala di lagnarti e vershamene un altro! – dice allungando in modo confuso il bicchiere nella mia direzione.
-   Castiel resiste molto più di te lo sai? –
-   Non parlare di quello shifoso con me! – non appena entriamo nel discorso, accendo il registratore sotto al tavolo.
-   Beh ho solo detto la verità –
-   Non parlare dei tuoi ex con me! Shoprattutto she shono inferiori! –
-   Inferiori? –
-   Shi! Inferiori! Penshava di averti tutta per lui! Non aveva altro per la teshta quello shmidollato! –
-   E dove sta il problema? È normale ero la sua ragazza! –
-   Ma adessho shei la MIA ragazza! Quindi shmettila di parlare di lui! –
-   Io non sono la tua ragazza –
-   Shi che lo shei! Ti ho portata via da lui! Quindi shei mia! –
-   Come portata via? Ma se sono io che l’ho lasciato! –
-   Ssssschema chi penshi che lo abbia tolto dalle palle eh? She non ci avesshi penshato io lui non sharebbe mai shparito dalla circolazione! Ho dovuto farlo fuori con le mie shtesse mani! Shono bravo eh? SHONO IL MIGLIORE! – urla alzandosi in piedi e bevendo tutto d’un colpo l’ennesimo bicchiere di vino per poi ricadere sulla sedia.
-   Cosa intendi?! –
-   Ma shei schema o cosha?! Shveglia! Shono io che gli ho messho la droga in casha! –
-   E come hai fatto?! –
-   Shemplice! Anche se non shi direbbe anche io usho quella roba e ne coltivo altri tipi in casha…è forte shai? Mi è bashtato prenderne moooooolta più del sholito e mettergliela in casha….poi fare una shoffiata ad un mio amico che ha il padre poliziotto e voilà! Il rompipalle è fuori dai giochi! SHONO IL MIGLIOREEEEE! –
Esulta scattando nuovamente in piedi, questa volta troppo in fretta però, poiché cade all’indietro. Gli vado subito incontro e lui inizia a massaggiarsi la testa:
-   Non mi shento tanto bene…. –
Lo aiuto ad alzarsi accompagnandolo in bagno dove inizia a vomitare. Gli porto del pane e dei grissini e lui comincia a mangiarli e dopo circa due ore smette di vomitare e si addormenta a terra. Mi avvicino al registratore fermando la registrazione. Ora ti ho in pugno! Inizio a canticchiare infilando il registratore nella borsa. Resto sveglia tutta la notte guardando la tele, ho troppa paura che scopra il mio piano e manometta il registratore per andare a dormire. Non appena si sveglia lo aiuto ad alzarsi e gli offro un’aspirina:
-   Che è successo ieri sera? –
-   Hai bevuto troppo e hai finito con il vomitare –
-   Io…non ricordo nulla –
-   Tranquillo…ma sappi che hai perso –
-   Non lo accetto! Stasera ci riproviamo! –
-   Non è necessario… -
-   Perché?! Io voglio vincere! –
-   Perché non serve più che tu mi batta per ottenere quello che vuoi. Vedi ieri sera, mentre eri ubriaco, mi hai detto una cosa davvero bellissima! –
-   E sarebbe? –
-   Non te la dico! Ma sappi che sono bastate quelle parole per farmi prendere questa decisione! –
-   Quale decisione? –
-   Vieni con me e te lo dirò –
Affermo passandogli la giacca. Lui la afferra e se la infila mentre mi metto il cappotto ed afferro la borsa. Mentre camminiamo mano nella mano Dakota continua a farmi domande sulla mia decisione ma io non gli dico nulla e continuo a camminare spedita fino a raggiungere la centrale. Dakota mi guarda spaesato ed alterato:
-   Che diavolo ci facciamo qui?! –
-   Devo dire una cosa a Castiel, ma devi esserci anche tu con me –
Concludo trascinandolo dentro. Gli agenti mi osservano mentre vado verso la sua cella. Non appena arrivo lo vedo li seduto a terra nell’angolo con una piatto di cibo accanto, probabilmente freddo, che non è stato nemmeno toccato. Mi avvicino alle sbarre trattenendo le lacrime e la voglia di urlare il suo nome e di toccarlo, mantenendo quell’aria gelida che la mia affermazione dovrebbe trasmettere:
-   Castiel –
Non appena sente la mia voce scatta nella mia direzione, Dakota mi afferra al volo tirandomi all’indietro. Osservo Dakota e gli faccio cenno di lasciarmi andare ma lui non lo fa. Torno ad osservare Castiel che guarda Dakota con aria omicida:
-    Castie, sono venuta qui per dirti che sto insieme a Dakota da oggi. Quindi quando uscirai da qui, se mai uscirai, non cercarmi e non parlarmi. Io e te da oggi siamo estranei –
Gli volto immediatamente le spalle per non vedere quei suoi occhi tristi che so che non sopporterei. Dakota scoppia a ridere stringendomi a lui:
-    HO VINTO IO! –
Urla baciandomi improvvisamente. Sento Castiel agitarsi alle mie spalle mentre subito mi stacco dalle labbra di Dakota.
-   Non qui, riprenderemo questo bacio più tardi. Ora scusami ma un agente mi sta chiamando. Torno subito – mento scivolando via dalle sue braccia.
-   Va pure, devo dire due parole al tuo ex –
Conclude pronunciando con gusto l’ultima parola. Mi giro mentre nella mia mente risuonano queste parole che so che ascolterà: “fidati di me”. Mi allontano dalle celle andando da un agente e portandogli il registratore. Lui mi guarda incuriosito e io gli dico che li c’è la prova dell’innocenza di Castiel. Il poliziotto mi guarda sbigottito e chiama alcuni colleghi prima di far partire il nastro ed ascoltare la registrazione. E’ questione di un attimo, poco più di qualche minuti prima che la situazione si ribalti. Un agente recupera delle chiavi mentre altri due, insieme a me, lo seguono verso le celle. Non appena arriviamo Dakota si sposta venendo nella mia direzione per abbracciarmi ma un agente lo afferra per un braccio. Lui lo guarda incredulo mentre con palese sorpresa vede la cella di Castiel che viene aperta sotto i suoi stessi occhi:
-   Sei libero –
Gli dice un agente. Castiel si avvicina uscendo da quella che è stata la sua dimora in quei giorni.
-   Che diavolo sta succedendo qui?! – sbraita Dakota in preda all’ira.
-   Lei è in arresto. Qualsiasi cosa dirà potrà essere usata contro di lei. Se non ha un avvocato gliene sarà assegnato uno d’ufficio. –
Gli dice il poliziotto che lo accompagna fino verso la cella. Castiel gli passa accanto e Dakota si gira verso di me:
-   Tu lurida puttanella! Che cazzo hai fatto?! –
A queste parole, Castiel si gira e gli tira un pugno in faccia gettandolo a terra d’un sol colpo:
-   Non azzardarti mai più a dire o fare qualcosa alla MIA ragazza sono stato sufficientemente chiaro?! –
Così dicendo si volta nella mia direzione. D’impulso gli corro incontro abbracciandolo e lui mi stringe forte.
-   Non sai quanto mi sei mancato! Perché non hai mai cercato di contattarmi?! Che è successo in questi giorni? –
-   Perdonami ma non volevo metterti pressione o ansia. Mi hai detto di fidarmi di te e l’ho fatto. Ma non volevo essere un peso o distrarti dal tuo piano. So che ce l’avresti fatta, in un modo o nell’altro! –
-   Finalmente sei di nuovo qui con me! –
-   Finalmente sarai mia per sempre! –
Dice stringendomi nuovamente a lui. Usciamo dalla caserma e respiriamo insieme l’aria della libertà. Poi Castiel si mette a fissarmi in modo inquisitorio:
-   C-che c’è? –
-   Come hai fatto a liberarmi? –
-   L’ho ubriacato e lui ha confessato tutto spontaneamente. Mi sono limitata a registrare la sua confessione e a portarla ai poliziotti –
-   Mmm….ok….e lui? Ti ha fatto qualcosa in questo tempo che siamo stati divisi? –
-   Che intendi? –
-   Scema! Sai cosa intendo! –
-   Ahh…no, nulla. A parte il bacio di prima. –
Dico portandomi d’istinto una mano sulle labbra.  È vero…non sono riuscita ad evitarlo…davanti a Castiel poi! Mi odierà per tutta la vita per questo!
-   P-perdonami io…non sono riuscita a --- -
Non riesco a finire la frase che la sua mano inizia a fregarmi violentemente le labbra. Dopo un po’ la toglie e mi stringe a lui:
-   Va tutto bene. Ora l’ho cancellato –
-   Castiel! –
Dico stringendolo forte. Poi si allontana e mi guarda. Dai suoi occhi traspare un sentimento che da tempo ormai so che prova, ma che ora più che mai vedo chiaro e limpido:
-   Ti amo piccola –
-   Ti amo anche io –
Gli rispondo mentre le sue labbra si posano gentili sulle mie che ormai non apparterranno più a nessun altro.
Mentre passeggiamo tornando a casa mi fermo improvvisamente:
-   Che c’è? –
-   Vieni con me. Voglio portarti in un posto –
Cammino svelta raggiungendo il cimitero ed arrivando alla tomba di Lysandro. Castiel stringe forte la mia mano mentre sento la sua tristezza fluirmi dentro:
-   Alcuni giorni fa i suoi genitori mi hanno chiamato dicendolo che lo avrebbero sepolto senza un funerale. Non volevano vedere ulteriori lacrime. Ho pensato che avresti dovuto vederlo –
-   Eri già venuta? –
-   No…volevo farlo con te. Sapevo che da sola non ci sarei riuscita –
Mi appoggio al petto di Castiel mentre i miei occhi restano incastonati su quella lapide che ferisce più della lama di un coltello. Il mio ragazzo mi stringe e piangiamo un po’ prima di ritirarci con la speranza che il nostro amico sia finalmente felice. Io e Castiel passiamo il resto del giorno assieme, non ci lasciamo per nulla al mondo. Questi giorni separati sono stati l’agonia più grossa della nostra vita e non vogliamo ripeterla mai più. Abbiamo un sacco di tempo da recuperare ma siamo intenzionati a farlo. Quando ci mettiamo a letto sono le dieci e mezza ed una sorpresa inaspettata sta per accoglierci.
Quando riapro gli occhi Castiel è accanto a me e stringe dolcemente la mia mano ma i miei occhi sono fissi verso l’alto, dove un sacco di nuvole corrono rapide nel cielo ed un profumo familiare mi inebria le narici. Girasoli?  Mi tiro su e vedo intorno a me quel posto fiorito che credevo non avrei più rivisto. Agito la mano svegliando Castiel che subito si sente spaesato:
-   Dove diavolo siamo?! –
-   Dove di solito incontravo…Beatrice –
Lui è incredulo nell’ascoltare le mie parole e subito si sorprende di vedere su di lui quell’abito bianco. Gli spiego il significato e lui annuisce mentre ci alziamo e ci guardiamo intorno. Inizio a camminare portando Castiel con me. So dove andare, anche se non so chi ci troverò. Raggiungo lo spiazzo dove di solito mi mettevo a parlare con lei, ma non ci trovo nessuno. Amareggiata mi siedo a terra e spiego al mio ragazzo il senso di questo luogo ed il valore che ha per me. Poco dopo una mano si appoggia sulla mia spalla e non appena mi volto Beatrice mi sorride. La tiro a me stringendola e scoppiando a piangere. Castiel è incredulo mentre lei, staccandosi da me, si avvicina a lui sorridente:
-   È da un po’ che non ci vediamo. Sei cambiato –
-   Tu invece sei rimasta la stessa. Come te la passi? –
-   Sono felice. Ho visto che siete riusciti a tornare assieme –
-   Già…ma come mai sei…cioè…Beth mi aveva detto che… -
-   Lo so…mi hanno concesso un ultimo saluto prima di andarmene –
-   Quindi…sparirai per sempre? – intervengo io.
-   Purtroppo si. Non rinascerò più come essere umano. Mi dispiace, non potrò più starvi accanto. Ma ovunque sarò veglierò su di voi –
-   E Lysandro? –
-   Io andrò con lei –
Una voce che conosciamo fin troppo bene risuona alle nostre spalle. Di scatto ci giriamo e Lysandro è li, proprio come lo ricordavamo, come se non se ne fosse mai andato.
-   LYSANDRO! –
Gridiamo all’unisono correndo nella sua direzione. Ci abbracciamo e tutti e tre piangiamo senza vergogna perché siamo riusciti a ritrovarci.
-   Ragazzi, perdonatemi. Perdonatemi per tutto. Io non volevo farvi del male. Ne a voi, ne a Beatrice. Ma sono stato uno stolto, accecato dall’odio e dalla vendetta ho impedito a voi di stare assieme e a tutti di essere davvero felici…potrete mai perdonare questo povero stolto? –
-   Lys…la tua morte è stata la una delle cose più dolorose che io abbia mai affrontato, e credo di parlare anche a nome di Castiel con queste parole. Noi non ce l’abbiamo con te. Anzi vorremo vederti felice con Beatrice anche se temiamo non sia possibile. Ti prego, non credere che proviamo sentimenti negativi nei tuoi confronti perché così non è. Sappi che ti vogliamo bene, a nostro modo ti amiamo. Quindi non essere triste, ma condividi la gioia con noi. Ora possiamo davvero essere felici –
Lysando sorride e ci abbraccia ancora una volta prima di allontanarsi ed osservare Beatrice. Tutti noi la osserviamo mentre viene avvolta da una luce che piano piano la cambia, trasformandola e facendola crescere facendola diventare un’adolescente proprio come noi. Lysandro si avvicina a lei e la stringe. Le sussurra parole dolci che non sentiamo, ma che scaldano anche il nostro animo prima di baciarla appassionatamente. Castiel mi stringe e poi mi bacia mentre il campo intorno a noi inizia a dissolversi lentamente. Ci riavviciniamo tutti quanti e ci prendiamo per mano:
-   Beatrice, non ti ringrazierò mai abbastanza per quello che hai fatto per me e Castiel. Ti sarò debitrice a vita. E pregherò per tutto il tempo che la nostra gioia possa raggiungervi e che possa essere condivisa con voi –
-   No Beth, grazie a te. Grazie di essere riuscita ad essere felice. Grazie per avermi ascoltata e per aver capito le mie parole. Grazie per avermi dato la possibilità di ritrovare Lysandro perché è grazie a te che hai sventato la maledizione che mi è stato concesso tutto questo. Quindi io sono felice grazie a te. –
-   Ma ora…dove andrete? – interviene Castiel.
-   Diventeremo stelle – risponde Lysandro – astri del cielo che vi seguiranno costantemente. Noi vi guarderemo e vi proteggeremo –
-   Ma non potrete stare assieme! –
-   Non preoccupatevi! È vero saremo stelle…troppo lontani per toccarci, ma non abbastanza per non amarci. Io e lei staremo comunque assieme, anche se distanti. Questo è quello che ci è stato concesso, e a noi va bene così. –
-   Ora è tempo di andare – conclude Beatrice mentre i girasoli ormai sono svaniti del tutto – addio! –
-   No – intervengo io per l’ultima volta – ARRIVEDERCI –
Sorridiamo tutti quanti mentre le nostre mani si separano e Lysandro e Beatrice, stretti in un abbraccio, salgono alla volta del cielo.
Quando riapriamo gli occhi e vediamo il soffitto della mia stanza sappiamo che è davvero tutto finito, ma che siamo tutti felici. Mi giro verso Castiel e mi appoggio sul suo petto mentre mi stringe forte:
-   Adesso possiamo stare insieme senza nessuna complicazione –
-   Già…adesso e per sempre –
Termina lui dandomi il bacio del risveglio più dolce di tutti


EPILOGO
Sono passati venti anni da quella notte e da allora di Beatrice e Lysandro non abbiamo più saputo nulla. Le nostre vite sono cambiate, siamo cresciuti e cambiati. Abbiamo trovato una nuova bassista e la nostra band ha sfondato e, che dire, il successo è una cosa splendida, anche se alle volte mi piacerebbe tornare ai ritmi di una vita senza paparazzi. Io e Castiel ci siamo sposati e ci siamo trasferiti nella mia terra natale, lontani da Dakota e da altri problemi. Ogni anno però torniamo in quella città per fare visita alle tombe dei nostri amici perché, nonostante tutto, non ci siamo scordati di loro. Dieci anni fa, in oltre, ho dato alla luce due splendidi gemelli, un maschio ed una femmina, che ora corrono gioiosi nel nostro giardino giocando con i cuccioli di cane che abbiamo preso. Lysandro e Beatrice sono i loro nomi, e forse li abbiamo chiamati così un po’ per nostalgia, ma molto probabilmente per fargli sapere che loro per noi esisteranno sempre e che li ricorderemo come li abbiamo visti l’ultima volta: abbracciati, felici ed innamorati. I giorni sono duri e gli anni passano ma noi ci alziamo sempre con il sorriso e con la forza di spaccare il mondo. Non ci arrendiamo mai e diamo sempre il massimo perché, quando la notte cala ed i nostri sguardi si rivolgono al cielo, sappiamo che i due punti più luminosi sono loro due, che da lassù continuano ad amarsi ed a vegliare su di noi.




COMMENTO DELL'AUTORE: snif snif....ho pianto un sacco scrivendo le ultime righe di questa storia T.T ammetto che l'idea iniziale era quello di un finale tragico tra Beth e Castiel...ma poi ho creato Beatrice e con tutte le cose tragiche che ho fatto passare a quei due...non me la sentivo di farli separare ancora! Beh...che dire...questa storia è finita...e mi fa malissimo pensare che non potrò più scriverla T.T è vero, ci ho messo tanto e ho fatto dannare voi lettori/lettrici perchè ci mettevo una vita a postare i capitoli poichè spesso mi bloccavo...ma ora che l'ho finita mi sento quasi in colpa perchè mi sembra una storia troppo breve T.T in ogni caso spero vi sia piaciuto il finale e la storia nel suo insieme. Lasciate una recensione e farete felice questa povera neo-scrittrice dal cuore infranto per la fine della storia xD grazie a tutti coloro che hanno seguito questo racconto fino alla fine e come sempre spero di non avervi deluso! Ci vediamo alla prossima storia e risponderò a tutte le vostre recensioni =D
   
 
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