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Autore: Angie Mars Halen    15/01/2014    1 recensioni
Nikki sta attraversando il periodo più buio della sua vita e ha l’occasione di incontrare Grace. Dopo il loro primo e burrascoso incontro, tra i due nasce una profonda amicizia e Grace decide di fare del suo meglio per aiutare e sostenere il bassista. Inizialmente Nikki è felice del solido rapporto che si è creato tra lui e questa diciassettenne sconosciuta, ma subentrerà la gelosia nel momento in cui lei inizierà a frequentare uno dei suoi compagni di band. Mentre dovrà fare i conti con questo, Grace, che è molto affezionata a lui e quindi non vuole abbandonarlo, dovrà fare il possibile per non essere trascinata nell’abisso oscuro di Sikki.
[1987]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mick Mars, Nikki Sixx, Nuovo personaggio, Tommy Lee, Vince Neil
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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18) GRACE

Mi appostai dietro l’angolo e attesi che Vince sparisse a bordo della sua auto prima di mettermi in cammino per la villa. Nikki mi aveva detto diverse volte che per lui la notte era diventata un incubo, allora pensai che la presenza di qualcuno di cui si fidava avrebbe potuto aiutarlo. Camminai spedita fino a casa sua con un groppo in gola come se avessi potuto sentire il suo dolore da lontano, e svanì solo quando mi ritrovai davanti al cancello. Stavo per suonare il campanello quando scorsi una sagoma che si muoveva barcollando nel buio del giardino, allora strizzai gli occhi per metterla a fuoco meglio. Dalla statura e dai capelli riconobbi che si trattava proprio di Nikki. Provai a chiamarlo, ma sembrò spaventarsi: lasciò cadere per terra il bastone che teneva ben saldo con entrambe le mani e mi disse di scappare perché in casa c’era qualcuno di molto pericoloso.

“Che cavolo stai dicendo?” sbottai. “Hai un impianto di allarmi che batte quello di Alcatraz, come fa a esserci qualcuno? Vieni ad aprirmi, piuttosto.”

“No!” esclamò con la voce incrinata dalla paura. “Corri a casa, mettiti in salvo! Loro mi vogliono morto e uccideranno anche te!”

Era palese che si fosse tornato a imbottire di droga e non avevo intenzione di lasciare che continuasse a vagare per il giardino come uno zombie, soprattutto ora che le luci della villa di fianco erano ancora accese, perciò mi arrampicai sul muro come avevo già fatto ed entrai nel cortile. Nikki si era spostato sotto una luce e, ora che potevo vedere le sue condizioni, capii che la mia ipotesi di poco prima era più che azzeccata. Stava girovagando senza avere idea di cosa stesse facendo, vestito solo con un paio di pantaloni di pelle sgualcita e una canottiera ricavata da una t-shirt a cui avevano tagliato le maniche e il colletto. I capelli scompigliati e ancora impiastricciati di lacca creavano una nuvola nera intorno al viso dalla pelle giallastra, e tutto il suo corpo aveva assunto un simile colorito insano. Gli corsi incontro e feci appena in tempo a raggiungerlo per sorreggerlo prima che perdesse l’equilibrio rischiando di cadere per terra a peso morto. Era grande e grosso, però feci il possibile per sostenerlo. Continuava a dire che non dovevamo entrare in casa, ma non gli diedi ascolto e lo portai fino in salotto, dove lo aiutai a sedersi sul divano.

“Grace, tu che puoi, scappa,” mormorò portandosi le mani sulle orecchie, dondolandosi avanti e indietro in un lento moto straziante.

“Da cosa?”

“Sono qui per me, ma se ti troveranno ti uccideranno.”

Era ovvio che fosse in preda alle allucinazioni dopo una dose. Quando gli dissi che non c’era nessuno, insinuò che fossi un’alleata di quei nani misteriosi che vedeva in giro, poi si alzò barcollando e si diresse di corsa al piano superiore, sempre tenendo le mani premute contro le orecchie. Salii le scale anch’io, ma lo trovai accovacciato sul pianerottolo, nascosto dietro un vaso con una pianta sofferente e uno scatolone. Si teneva strette le ginocchia come un ragazzino spaventato e l’immagine di quel bambino alto un metro e ottantacinque che tremava come una foglia mi spezzò il cuore. Gli tesi una mano per aiutarlo a rialzarsi e lui la fissò terrorizzato, come se stessi impugnando un’arma.

“Andiamo,” lo invitai con voce pacata.

Nikki mi guardava da sotto la frangia corvina. “Dove? A morire?”

“No, da qualche altra parte che non sia il pianerottolo delle tue scale. Tu dove vorresti andare?”

Si prese la testa tra le mani e si accartocciò ancora di più su se stesso. “Vorrei andare in camera mia, ma è piena di nani del cazzo.”

Mi inginocchiai di fronte a lui e feci passare una mano nello spazio tra i suoi capelli e il braccio per raggiungere la guancia, ora appiccicosa per le lacrime. “Non c’è nessuno, te lo giuro. Adesso entro e te lo dimostro, va bene?”

Incurante di Nikki che mi ordinava di tornare indietro, entrai nella sua stanza. C’erano vestiti sparsi ovunque e le coperte emanavano un fastidioso odore di stantio e sporco, allora aprii l’armadio alla ricerca di lenzuola. Tolsi quelle impregnate di sudore per sostituirle con quelle pulite che, a giudicare dal forte aroma di legno, dovevano essere state chiuse nell’armadio per mesi senza mai essere utilizzate. Lanciai le lenzuola sporche in un angolo della stanza e uscii nuovamente per chiamare Nikki, che si trovava ancora rannicchiato nel pianerottolo. Lo convinsi a seguirmi e lui prese a camminarmi dietro, come se io che ero la metà di lui avessi potuto difenderlo da eventuali intrusi. Si guardò intorno con sospetto e si lasciò cadere sul letto, nascondendo il viso contro un cuscino.

“Ha un odore diverso,” biascicò.

“Per forza. Ho cambiato tutto,” confessai. Nikki sollevò appena lo sguardo come per ringraziarmi, poi disse che avevo fatto una cosa senza senso dal momento che avrebbe tornato a sporcare tutto come prima.

“Non importa,” dissi mentre mi sedevo accanto a lui. “Siccome ho intenzione di farti compagnia qui, non ci tenevo a stare in mezzo a tutta quella roba maleodorante.”

Scosse il capo. “Qua dentro è tutto sporco, e lo sono anche io.”

“Allora fatti un bagno.”

“Non ha senso se poi devo tornarmi a sporcare.”

“Allora resta sporco. Io rimarrò lo stesso.”

Nikki appoggiò la testa sulle mie ginocchia e mi abbracciò le gambe. “Saresti la prima persona a farlo dopo T-Bone. Ti faccio così tanta pena?”

“No, ti voglio bene e basta.”

Mi fulminò con lo sguardo poi sembrò pentirsene. Si accucciò meglio e sbuffò. “È impossibile, nessuno me ne vuole.”

“Oh, no che non lo è.”

“Mi stai facendo fumare il cervello,” brontolò. “Adesso me ne vado nel mio sgabuzzino. Almeno lì non mi rompe le palle nessuno.”

Mi chinai su di lui prima che potesse alzarsi. “Non farlo.”

“Non puoi impedirmelo,” ribatté apatico.

Lo abbracciai per quanto potei. Strinsi a me quell’enorme massa di vestiti pregni di sudore e pelle umida e appoggiai la guancia contro la sua spalla. “Adesso ti tengo io e non puoi più scappare.”

Sbuffò. “E cosa dovrei fare?”

Premetti il viso contro la sua pelle. “Niente. Dormi. Se non vuoi dormire puoi parlarmi, oppure posso parlarti io. Basta che tu stia qui.”

“Mi va bene dormire, però non andartene. Anzi, ti dispiace se restiamo un po’ qui?”

Si spostò per appoggiare la testa sul cuscino e io rimasi seduta ad aspettare. Passai un quarto d’ora a guardarlo mentre si contorceva in una pozza di sudore, chiamando dei nomi che non conoscevo e menzionando cose che ignoravo. A volte mi afferrava la mano e mi diceva di non andarmene, ma io non potevo fare molto a parte accarezzargli il capo e sperare che si calmasse. Non mi ero mai trovata in una situazione simile e non sapevo come comportarmi, però ero stata io stessa a cacciarmi in quel casino. Conoscevo Nikki da poco ma sentivo che eravamo uniti da un legame che poteva essere già definito amicizia, e gli amici non si abbandonano.

Nikki si addormentò avvinghiato al cuscino e tenendo stretta la mia mano come se fossero stati la sua ancora di salvezza, allora gli scostai una ciocca di capelli dal viso e liberai la mano che mi aveva preso facendo attenzione a non svegliarlo. Sapevo che avrebbe dormito per un po’, così decisi di approfittarne per riordinare casa sua dal momento che anche il sonno era andato a farsi fottere. Non sarei riuscita a riposarmi in nessun modo perché l’immagine di Nikki che barcollava nel giardino di casa sua come se si fosse trovato in un luogo oscuro e sconosciuto non mi aiutava a rilassarmi. Raccattai le lenzuola sporche e scesi le scale in punta di piedi, poi andai dritta in garage, certa che là avrei trovato una lavatrice. Fortunatamente c’era per davvero e non dovetti girare la casa in lungo e in largo per cercarla. Ci stipai dentro le lenzuola e tutte le altre cose che mi capitarono in mano e che riuscii a farci stare, impostai la temperatura al massimo e la feci partire. Mentre aspettavo che il bucato fosse pronto, decisi di sistemare un po’ anche la sala. Trovai residui del suo armamentario ovunque e mi domandai cosa avrei dovuto farne. Se fosse stato per me, avrei riempito un sacco e avrei sbattuto tutto via nonostante sapessi che Nikki ci avrebbe messo un attimo per rifornirsi, poi pensai che aveva così tanti soldi che per lui non sarebbe stato un problema spenderne altri, allora strappai un sacco nero per i rifiuti dal rotolo e ci cacciai dentro tutto quello che trovai. Terminai buona parte del mio lavoro alle quattro e mezza, e ci sarebbe stato ancora tanto altro da fare. Considerando che avevo ancora qualche ora a disposizione, decisi di utilizzarla per riposarmi e tornai al piano superiore, dove Nikki stava ancora dormendo, o almeno così credevo. Quando mi sdraiai mi abbracciò e mi tirò a sé, gli occhi ancora chiusi. Aveva decisamente un cattivo odore, acre e pungente. Affondò il viso nei miei capelli, ancora leggermente cotonati per la serata fallita, e sospirò. Io intanto pensavo che a quell’ora avrei dovuto essere a dormire a casa di Elisabeth dopo aver saltato al Whisky a Go-Go. Se a casa avessero saputo che cos’avevo fatto veramente, come minimo mi avrebbero impedito di uscire fino al mio quarantesimo compleanno. Probabilmente nemmeno Beth era rientrata e mi domandai che tipo di scusa si fosse inventata per andare via con Tommy. E chissà se aveva coperto anche me?




N. d’A.: ‘Sera!
Devo ammettere di essere molto affezionata a questo capitolo. È così con tutti quelli un po’ drammatici in cui il protagonista è Nikki... spero che sia piaciuto anche a voi. =)
Ad ogni modo, credo di aver fatto contente le Sixx-dipendenti visto che, come promesso, il bassista dei nostri sogni è tornato in pieno stile Sikki...
Come al solito, grazie di ♥ a tutti quanti!
A mercoledì, dudes!

Angie

   
 
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