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Autore: Lilith of The Thirsty    16/01/2014    1 recensioni
Una ragazza approderà al liceo Dolce Amoris. Si creeranno nuove amicizie, si formeranno nuovi amori e scelte dolorose dovranno essere fatte da molti studenti.
Ma questa storia non finisce qui.
Djibril, la nuova alunna, non è esattamente una normale adolescente di 16 anni.
Che cosa troverai nella sua vita?
Un passato oscuro da nascondere. Una vita disumana da vivere. Un amore negato.
Riuscirà ad essere salvata prima che sia troppo tardi? Chi meriterà il suo amore?
[Nathaniel x Djibril x Lysandre]
Genere: Avventura, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lysandro, Nathaniel, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Capitolo 4
 
Concorso

 
«E, dopo avermi regalato questo bellissimo vestito, Leigh e io ci siamo baciati al chiaro di luna!» esclamò Rosalya, narrandoci del suo appuntamento con il suo ragazzo.
Avevo passato il weekend a districarmi tra i miei pensieri, ovvero se cedere al cuore o seguire la ragione ma non avevo ancora risolto nulla.
Tuttavia, avevo trovato un compromesso: l’indecisione.
Questa volta non avrei fatto nessuna mossa e avrei aspettato che succedesse qualcosa oppure che tutto rimanesse immutato.
Certo, sentire i racconti sdolcinati di Rosa non mi aiutava per niente a distrarmi dai miei pensieri ma almeno potevo contare su Alexy per poter scappare dalla realtà.
La ricreazione, quel giorno, sembrava non passare mai e la mia amica non accennava a smettere con i suoi racconti romantici.
Prima che potessi bloccare la voce petulante di Rosa, l’altoparlante del liceo chiamò tutti gli alunni a raccolta nella palestra.
Perplessi per quella novità, ci avviammo tutti verso l’edificio di mattoni rossi e dalle enormi vetrate trasparenti che copriva la fine del giardino e costeggiava le mura della scuola.
Entrammo all’interno, spazioso e ben pulito come al solito, sedendoci sul pavimento per ascoltare che cosa ci avrebbero detto gli insegnanti.
Un brusio forte si condensò nella palestra mentre facevano il loro ingresso la direttrice del Dolce Amoris, il professor Faize e il professor Boris.
Il brusio si calmò non appena il nostro insegnante di storia prese il microfono e ci salutò esitante.
«B-Buongiorno ragazzi, vi abbiamo riuniti qui per informarvi di un fatto molto importante che riguarderà voi, in primo luogo, dato che sarete i protagonisti di questa “vicenda” e spero che l’accoglierete con il giusto entusiasmo».
Notai facce perplesse tutt’intorno a me ma nessuno osò aprire bocca.
Il professore passò il microfono alla direttrice che, schiaritasi la gola, disse: «Cari ragazzi, parteciperemo ad un concorso indetto dal nostro giornale locale!».
Sbuffi, brusii e chiacchiericci si diffusero a macchia d’olio tra di noi ma la dirigente scolastica ci fulminò con un’occhiata e ci zittimmo tutti all’istante.
«Ho deciso di far partecipare il liceo a questa competizione per dare più prestigio alla nostra scuola e, per farlo, ho voluto coinvolgere anche voi e sono sicura che mi aiuterete in questa impresa» esordì la donna dal completo rosa.
«E’ la mia impressione oppure questa sembra una minaccia?» mi sussurrò all’orecchio Alexy, suscitandomi una risata che trattenni quasi per miracolo.
«Il primo premio sarà una pagina di giornale a noi dedicata, nuovi fondi per la scuola e, per voi, un viaggio quasi del tutto spesato da un’agenzia viaggio che ha deciso di collaborare a questa iniziativa».
L’idea cominciava a farsi interessante e le esclamazioni di approvazione arrivavano da tutti i ragazzi che, ora, avevano la più completa attenzione per le parole della nostra dirigente.
«La meta del soggiorno verrà decisa più avanti, quello su cui dovete concentrarvi sarà il concorso e le regole che adesso vi comunicherò» disse metodica la direttrice, inforcando bene gli occhiali, scrutando la platea che aveva di fronte a sé.
«Il concorso s’intitola “Sogno di una notte”. Dovete realizzare un disegno su cosa sia il sogno, l’irrealtà, dal vostro punto di vista e aggiungere una frase o una riga che spieghi la vostra opera. La scuola che partecipa potrà inviare solo tre lavori che verranno poi giudicati dai curatori della galleria d’arte della nostra città poiché il disegno vincitore, sarà l’emblema della mostra che ospiterà il museo questa estate».
Non era per niente facile trovare un’ispirazione su un tema così vasto ma i miei compagni non avevano intenzione di lasciar perdere visto l’enorme premio che c’era in palio.
Poi, il professor Boris prese il microfono che la direttrice gli offriva e si schiarì la voce per iniziare a parlare.
«Noi professori, insieme alla direttrice, abbiamo deciso di lasciarvi due giorni interi per trovare le idee e confrontarvi. Consegnerete i disegni il terzo giorno e noi valuteremo quali siano i più adatti ad essere inviati al concorso e non ci saranno favoreggiamenti. Inoltre, per questo lavoro, abbiamo deciso di dividervi in gruppi composti da tre persone e farvi lavorare insieme per integrare ancora di più il vostro rapporto e farvi collaborare».
«Noi saremo in squadra assieme!» esclamò Rosa, prendendomi sotto braccio mentre tentava di cacciare Alexy che mi voleva tutta per sé.
«Non ho finito!» esclamò l’insegnante di educazione fisica, ponendo fine alle chiacchiere che ognuno di noi stava facendo con i suoi compagni. «Per questa volta abbiamo deciso che non sarete voi a scegliere i vostri compagni di lavoro ma noi. Potrete trovarvi in squadra con chiunque e speriamo che questo sia stimolante e non accettiamo lamentele».
Gli occhi lampeggianti della direttrice ci avvisarono subito di non opporci oltre e così nessuno di noi osò fiatare.
Il professor Faize prese il microfono e ci spiegò che l’indomani mattina avremmo saputo con chi avremmo dovuto fare coppia e ci avrebbero dato altre indicazioni ed istruzioni sul concorso.
Tornammo in classe, tutti presi da una strana euforia mista alla preoccupazione ma, in generale, potevo vedere che molti di noi si stavano già dando da fare per trovare qualche idea per il concorso.
Salutai i miei amici una volta finite le lezioni e ritornai a casa fresca e riposata.
Non dovevo fare compiti, né studiare, perciò ne approfittai e andai a fare un giro al cimitero della città.
Vagai tra le tombe grigie e bianche, puntando verso la lapide in marmo chiaro che si stagliava vicino ad un grande salice.
Mi avvicinai e appoggiai un mazzetto di fiori alla base della tomba, pulendo la scritta incavata dalla polvere che vi si era accumulata.
 
“Mattew & Lucinda Donovan”
 
Avevo perso i miei genitori all’età di tre anni a causa di un disastro aereo e mia nonna mi aveva preso con sé, portandomi in un paese piccolo e sperduto, dove avevo vissuto fino a quando mia zia non mi aveva preso con sé e portato nella mia cittadina natale dove adesso mi trovavo.
Ero contenta di essere ritornata e sentivo che questo era il posto adatto a me perciò, dopo aver salutato i miei genitori, mi avviai a casa con il morale più sollevato e con il cuore un po’ più felice.
 

 
Il giorno seguente andai a scuola agitata. Per l’occasione avevo indossato una maglietta azzurra con scollo a V, i soliti braccialetti di stoffa e dei jeans abbinati alle mie Converse blu preferite.
Entrai in classe e il professor Boris ci accolse con un caloroso sorriso mentre distribuiva i fogli ad ognuno di noi.
La tensione era palpabile e nemmeno Alexy riusciva a rompere quel silenzio con qualche sua battuta; anche se vedevo che mi gettava occhiate preoccupate.
«Bene, adesso annuncerò con chi sarete in squadra. Chi sentirà il proprio nome si alzerà, verrà qui da me e gli indicherò la postazione da raggiungere per poter lavorare al concorso. Naturalmente, noi verremo a controllarvi di tanto in tanto. E’ tutto chiaro?» chiese con voce squillante.
Un timido “sì” si levò dalle nostre file e così l’insegnante cominciò a chiamare i nostri nomi.
«Iris».
La nostra compagna si alzò, portando con sé il foglio del concorso, e si avvicinò al professore.
«Tu farai coppia con Castiel e Kim. La sala che vi è stata assegnata è l’aula di scienze. Impegnatevi e in bocca al lupo!».
«Grazie» rispose Iris, scomparendo oltre la porta della nostra classe.
«Djibril» chiamò poi il professore, spaventandomi.
Non mi aspettavo di sentire subito il mio nome e per poco non rischiai di cadere dalla sedia per la sorpresa ma mi ripresi in fretta.
A quanto pareva, avrei scoperto solo alla fine con chi sarebbero stati in squadra i miei amici.
Con il cuore in gola mi alzai e mi diressi verso il docente per sentire con chi avrei fatto squadra.
«Tu starai con Nathaniel e Lysandre. Andrete in giardino. In bocca al lupo!».
Annuii sbalordita e uscii dalla classe velocemente.
Quello doveva essere uno scherzo del destino e non era affatto divertente.
Perché dovevo far coppia proprio con le persone che dovevo assolutamente evitare?
Camminai fino in giardino e mi sedetti sulla panchina. Nathaniel e Lysandre non erano ancora arrivati e mi godetti un po’ dell’aria calda e riposante che soffiava quella mattina.
Decisi che non mi sarei fatta spaventare dalle mie emozioni e che avrei affrontato con serenità e fermezza la faccenda; in fondo, non era mica un appuntamento e dovevo smetterla di martoriarmi così.
Pochi minuti dopo, apparvero i due ragazzi con cui dovevo far coppia.
Nath indossava la sua camicia bianca, accompagnata da dei pantaloni color marrone chiaro mentre Lysandre vestiva con il solito completo Ottocentesco.
«Ti abbiamo fatta aspettare?» domandò premuroso il ragazzo che mi aveva salvata dalle scale.
«No, sono appena arrivata» ammisi.
«Bene, allora dove vuoi che ci sediamo. Abbiamo tutto il giardino a nostra disposizione» sorrise il segretario delegato.
Non volevo appartarmi troppo e, per il momento, quella era la posizione più comoda per tutti e tre.
«Possiamo rimanere su questa panchina» proposi ed entrambi annuirono.
Con mia sorpresa, i due ragazzi si divisero e mi trovai Nath alla mia destra e Lysandre alla mia sinistra.
Le mie emozioni si scatenarono subito: la mia pelle sembrava scottare come lava, il mio respiro quasi si mozzò mentre il cuore mi saltava alla gola e vi si aggrappava con dei forti artigli.
Non riuscivo a capire quale dei due ragazzi riuscisse a scatenare tutti quei sentimenti dentro di me ma cercai di concentrarmi sul discorso che aveva appena iniziato Nathaniel.
«Quindi, propongo di leggere attentamente il programma, vedere cosa dobbiamo escludere e raccogliere le nostre idee e confrontarci. Siete d’accordo?».
Lysandre annuì. «Sì, se ottimizziamo il nostro tempo abbiamo maggiori possibilità di concentrarci sul nostro progetto».
«Ok, per me va bene».
Non potevo aggiungere altro, Nath aveva ragione su tutta la linea con quel discorso appena fatto e, perciò, cominciai a leggere il foglio che ci era stato dato in precedenza.
In sostanza, il concorso si basava sul realizzare un disegno con la tecnica che più si preferiva, dovevamo solamente rispettare le misure che ci erano state date e il numero di righe per le frasi o la poesia da comporre.
Il soggetto poteva essere qualsiasi cosa ci venisse in mente – paesaggi fantastici o naturali, soggetti irreali e molto altro – e che, naturalmente, avesse come tema principale il sogno.
Insomma, eravamo abbastanza liberi di fare qualsiasi cosa ma proprio per questo era complicato trovare qualcosa che non fosse troppo scontato ma nemmeno che uscisse dagli schemi.
Suonò la campanella della ricreazione e il giardino fu invaso dal solito sciame di studenti ma nessuno smetteva di riflettere sul concorso e ancora molti di noi non avevano trovato nessuna idea plausibile.
Finita la merenda, dove non avevo trovato Alexy, Violet e Rosalya, mi rituffai dentro le riflessioni del nostro terzetto.
Poi, senza preavviso, mi venne un’idea.
«Nathaniel, tu sai su cosa si baserà la mostra del museo? Cioè, che quadri ci saranno esposti?» chiesi al ragazzo biondo che si riscosse dalla sua meditazione.
«Mi dispiace, non so dirti nulla. L’unica cosa che ho letto sul giornale è il fatto che sarà presente il quadro “L’incubo” di Füssli».
«Perfetto. Allora, se vi va, ci potremmo concentrare sulle creature sovrannaturali insomma, quelle che popolano i nostri sogni fin da bambini così da poter estendere il nostro messaggio a tutti. In fondo, ognuno di noi è stato bambino, no? Credo che sia un tema che possa avvicinarsi ad adulti e ragazzi indifferentemente».
Un attimo di silenzio avvolse il nostro gruppo mentre io, presa dal nervosismo, mi morsicai il labbro inferiore.
«Sì, Djibril hai perfettamente ragione!» esclamò Nath, regalandomi un sorriso mozzafiato.
«Concordo. Sei la nostra musa» aggiunse Lysandre, sfiorandomi la mano.
Sorrisi compiaciuta, lasciando che le mie guance s’imporporassero.
I due ragazzi erano d’accordo con la mia idea e, concentrati sul nuovo argomento, cominciammo a buttare alcune idee su un foglio di carta ma nessuna sembrava convincerci appieno.
Ormai mancava solamente un’ora alla fine dell’ultima lezione.
Mi alzai dalla panchina per sgranchirmi le gambe e feci un breve giro del giardino finendo, per puro caso, sotto un albero in fiore.
Non mi ero mai sentita così calma e a mio agio con dei ragazzi ed essergli stata a fianco per tutta la mattinata, senza che mi fossi sentita male, lo dimostrava.
Potevo superare il mio trauma se avessi continuato in quella direzione.
Il vento caldo soffiò all’improvviso e alcuni petali cominciarono a cadere intorno a me facendomi sorridere teneramente.
Mi voltai verso i miei compagni e scoprii che mi stavano fissando con aria trasognata.
«Forse so cosa possiamo disegnare per il concorso» dichiarò Lysandre ad alta voce, girandosi verso Nath che ricambiò lo sguardo d’intesa con il suo amico.
Li fissai incuriosita, avvicinandomi nuovamente alla panchina.
«Te» dissero in coro i due ragazzi, fissandomi con un sorriso celato sulle labbra.
Mi gelai sul posto e li fissai terrorizzata.
Se quello era uno scherzo, non mi piaceva proprio.

 
 
NdA
Ciao a tutte, rieccomi con il nuovo capitolo! :-)
Allora, che ve ne pare? Siete curiose di sapere come andrà a finire l’idea per questo concorso e cosa dovrà affrontare la nostra Djibril?
Un particolare ringraziamento va a: DarkViolet92 e a sabrinacaione. Vi adoro ragazze! ^^
Grazie anche a chi leggerà senza commentare, a chi metterà la mia storia tra le sue preferite/seguite/ricordate.
Al prossimo capitolo allora! :-)
Baci
Lilith
   
 
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