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Autore: Onira_    16/01/2014    0 recensioni
Piccola Fanfiction su una cacciatrice di Artemide, non è lunghissima di tipo novecento capitoli,e ne sono consapevole, comunque per farla breve racconta di una delle tante semidee che hanno scelto il loro destino seguendo la vergine Dea Artemide: Katleen, che ha giurato la massima fedeltà alla sua Signora e alla sua luogotenente Talia.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Afrodite, Altro personaggio, Le Cacciatrici, Talia Grace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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II. Faccio ritorno al Campo Mezzosangue

La serata passò per Katleen come un'eterna tortura, accompagnata dalla consapevolezza che avrebbe dovuto affrontare qualcosa piu grande di lei. Era assieme alle altre cacciatrici, e questo lo sapeva bene, ma qualcosa a lei ancora sconosciuta le diceva in continuazione che non sarebbe riuscita a scoccare una freccia neanche su un telchino che dorme. Non si riteneva all'altezza degli altri mezzosangue e cacciatrici e il suo pessimismo si faceva avanti solo nei momenti meno opportuni.
Penso che sarebbe stata una mossa saggia ritirarsi, ma l'unica cosa che riuscì a dire difronte a Talia furono mormorii irriconoscibili e frasi del tipo "non vedo l'ora di partire" che, se non si fosse capito, era una bugia grossa quanto l'Olimpo.
Katleen si accovacciò su se stessa per sfilare dalla pelle di un cinghiale sua freccia d'argento. Guardò l'animale morto e insanguinato, per poi caricarselo fino alla sua capanna.
- Okey ragazze, oggi la spesa è toccata a Katleen. - Disse una di loro.
- Si, divertente. Questo è quello che ci faremo bastare. - Disse la ragazza, buttando il pesante corpo a terra. Svolazzarono commenti del tipo "Tutto qui" oppure "Almeno ci ha provato", ma se li lasciò tutti alle spalle, iniziando ad accendere un fuoco in versone primitiva. Avrebbe gradito molto un'accendino o anche un fiammifero, ma Artemide riteneva queste cosiddette 'vecchie usanze' molto, molto importanti per la vita di una cacciatrice. In tal caso, decise saggiamente di arrangiarsi, piuttosto che subire l'ira di una Dea leggermente vendicativa. Insomma, erano esseri immortali, la pena che avrebbero potuto arrecarle potrebbe durare anche cinquanta anni.
Tutte le cacciatrici mangiarono accompagnate dalla luce della luna. Sembravano completamente tranquille, rilassate, mentre, per quanto si sforzasse, Katleen era molto tesa. Non sapeva bene neanche lei se fosse per la tensione dell'attesa o per la paura del futuro, ma qualcosa la turbava anche in quell'aria serena e rilassante.
- Katleen, se vuoi ritirarti dimmelo pure. Artemide non si aspettava che tu ti offrissi volontaria... - Le disse Talia quando fu sicura che nessuno delle altre ragazze le sentisse. Le sue ultime parole la fecero riflettere un secondo.
- No, non voglio ritirarmi. Anzi, come ho gia detto, non vedo l'ora che sia domani. - Concluse nervosamente, rintanandosi dentro la sua capanna argentata, lasciandosi alle spalle la luogotenente.
"Potevo farlo. Ma non l'ho fatto. A questo punto, o vivo o muoio, non c'è piu differenza per me." Si disse tra se e se, guardandosi le mani sporche di sangue e fango.
- Ma alla fin fine ho fatto bene. - Pensò ad alta voce, autoconvincendosi definitivamente. Quasi sensa accorgersene si sdraiò sul letto, con il volto rivolto al muro d'argento luminoso, addormentandosi in meno di cinque minuti. 
***
La mattina dopo si svegliò di soprassalto alla luce dei raggi del sole. L'unica cosa che riuscì a ricordare fu il suo strano sogno, che l'aveva quasi colmata totalmente di paura:
- C'era un mostro. Era alto, grande. Sembrava fatto di pietre e un suo passo equivaleva a cinquecento metri a piedi, circa. Lui aveva... Come dire... Spappolato completamente diversi semidei, altri li aveva mangiati assieme ad alcune di noi. Un semidio, non ricordo la sua faccia, lo sconfisse con la spada e quando tutti i ragazzi rimasti vivi al Campo dichiararono vittoria contro Crono, Luke e tutti gli altri, Talia venne quasi colpita da una freccia. Ma mi sono svegliata prima che quest'ultima la colpisse al cuore. Che significa tutto questo? Non ho mai visto un Titano in vita mia, ma potrebbe centrare qualche cosa con la missione che lei ci ha affidato, non crede? - Chiese Katleen ad Artemide, raccontandole quindi il suo sogno. Il passo svelto della Dea, nel bel mezzo del bosco, frenò.
- Non credere nei sogni rivelatori prima che essi accadano, soprattutto prima di questo evento. L'Oracolo, al Campo, conosce la vera risposta ai tuoi dubbi, se vuoi ti do il consenso di consultarlo appena partiti. Se quello che dici è vero Talia saprà come cavarsela, non per niente è la luogo tentente. Approposito Katleen, sono felice che tu ti sia offerta volontaria. Ora vai a prepararti, prendi il tuo arco migliore e quando sarai pronta, raduna tutte le altre e portale nella mia capanna. - Mi ordinò. La sua risposta riguardo alla sua domanda precedente la deluse un poco.
- Subito signora. - Rispose chinando un po' la testa in segno di rispetto, poi scattò nella direzione opposta rispetto a quella di Artemide. Si concesse un'ora per prepararsi allo scontro, prima di eseguire gli ordini dati dalla sua signora.
Quest'ora si trasformò ben presto in una tortura data dall'attesa, che fortunatamente fu spezzata dall'arrivo di Talia.
- Eccomi, sono pronta. - Disse la luogotenente uscendo dalla sua capanna. Aveva indossato vestiti argentati che uniti al colore scuro dei suoi capelli la faceva sembrare una specie di punk.
- Daccordo. - Rispose Katleen muovendo nervosamente le mani.
Tutte le cacciatrici prescelte si radunarono un una strada di New York, alla fermata dell'auto. Appunto quest'ultimo arrivò e tutte salirono. Il conducente non era un mortale: Argo guidava il mezzo pubblico, probabilmente diretto a Long Island, destinazione: Campo Mezzosangue.
- Ho sentito parlare di Argo. - Rispose la ragazza alla spiegazione riguardo a lui di Talia.
- Gia, questo era scontato. Sei pur sempre una semidea. - Aggiunse una ragazza castana seduta al sedile davanti alle due.
- Ooookey.... - Mormorò Katleen presa a giocherellare con un cellulare che aveva trovato sul posto dove ora era seduta lei.
- Perché andiamo al Campo? - Chiese poi.
- Elimina quel coso immediatamente. - L'ammunì Talia. La ragazza la guardò storta, senza capire perché il suo tono fosse così allarmanto.
- Calmati è solamente un cellulare! - Rispose ridendo e spingendo un tasto.
- Attira dei mostri. Se non lo butti via verremmo uccise prima del tempo prestabilito. - Katleen sperò che quelle non fossero parole d'incoraggiamento, altrimenti avrebbe dovuto lavorarci parecchio. Poi si decise a lanciarlo lontano dal finestrino rotto che avevano accanto. Il vento le aveva completamente congelato il viso quando finalmente tornarono a toccare terra.
- Il Campo... - Mormorò. Non se lo ricordava così... Così bello. Ripensò ai momenti passati con i suoi "coetanei", per non dire cugini. Sorrise difronte al suo passato, poi varcò l'albero che una volta era il corpo morto della sua luogotenente, della sua migliore amica. Tutti i semidei la investirono per venirla a salutare, poi la raggiunse Chirone.
  
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