Seduta sul
divano di casa sua, la bella Sheridan, guardava per
l’ennesima volta “Kill Bill
Vol. 1” Adorava Quentin Tarantino, e quella volta era oggetto
d’esame. Le
mancavano circa sei esami per la laurea. Finalmente il suo sogno di
regista si
avvicinava, e si sa, avrebbe lavorato per la band del suo migliore
amico e….
del suo ragazzo. Faticava a credere che Frank, quel
Frank stesse con lei. E ora era proprio seduta su quel
divano,
dove avevano fatto l’amore. L’amore.
Sospirò,
toccando la stoffa del divano.
Luce
IO NON POSSO FARCELA, LO SAI CHE
ODIO
ANALISI, VERO?!
La sua
migliore amica in preda al panico, le aveva mandato un sms. Sapeva che
ogni
volta che diceva così avrebbe passato l’esame.
Dalla sera del funerale della
signora Rush, Waynne, era completamente sparita dal mondo. A studiare,
a
dimenticarsi di Gerard. Rise all’arrivo del messaggio. Le
rispose che doveva
stare tranquilla e che sicuramente ce l’avrebbe fatta.
Appena inviò
l’sms, appoggiò il suo Nokia sul tavolino e
tornò a guardare il film; ma subito
dopo le arrivò una chiamata. Prese il telefono e sullo
schermino apparve il
nome
GeeK
Prese nuovamente il suo telefono nero e, schiacciando il pulsantino
verde,
rispose alla chiamata del suo migliore amico:
-Sher, vieni a casa mia oggi? Ci vediamo
un film!
-Buongiorno anche a te Gee. Certo che vengo. A che ora?
-Se puoi, anche ora! Ho bisogno di te, ti
devo raccontare una cosa.
-Arrivo.
Fortunatamente la bionda era già vestita. Prese le chiavi
della sua macchina e
si avviò verso casa Way.
Arrivata a
casa del suo migliore amico si avvicinò al citofono:
-Way… Way.. mmm.. oh eccolo!- suonò e qualche
istante dopo rispose Gerard
-Sher?
-No! Sono l’uomo nero. –
scoppiò a ridere- mi fai salire? - Il bel moro
aprì permettendo così alla sua migliore amica di
salire.
Arrivata sul
pianerottolo di casa non fece nemmeno in tempo a suonare il campanello
che
Gerard le si parò davanti.
-Ehi- si abbracciarono
-Ehi- rispose lei.
-Accomodati- Gerard aprì la porta di casa sua
La casa di
Gerard era piccola. Una casa da vero artista: fumetti sparsi ovunque,
disegni
appiccicati alla bella e meglio sui muri i quali erano sporchi di
colore, qualsiasi
colore. E ovviamente, tazze di caffè sparse in ogni dove.
-Puzzi d’alcool. – Disse Sheridan guardando con
disappunto il suo migliore
amico
-ho bevuto solo un pochino, dai!
Sheridan si
sedette sul divano di casa Way e iniziò a toccarsi i capelli.
-Dovrei cambiare colore, che ne dici?
-Stai bene bionda, Sher. Ma io opterei per un crazy colors: blu,
arancione o
viola. Mi piace il viola! Farebbe risaltare ancora di più i
tuoi occhi
-Dici? Ma dovrei trovare chi me li tinge – rispose Sher
scocciata. Ma, mentre
parlava vide Gerard andare in bagno. Tornò qualche minuto
dopo con una ciotola
piena di crema asciugamani e pennelli.
-Cos..?! – La ragazza, ancora per poco bionda,
sgranò gli occhi
-Volevo farmi i capelli viola, ma penso che li terrò neri.
Dai, vieni qui che
te li tingo! Ma non puoi guardarti allo specchio finché non
te lo dico io!- La
ragazza sgranò gli occhi ma infine acconsentì
Mentre Gerard
tingeva meticolosamente i capelli della sua migliore amica iniziarono a
parlare
della situazione che si era venuta a creare tra lui e Wayanne e fra lui
e
Becky. Soprattutto si chiedeva il perché fosse successo,
ancora non se ne
capacitava. Non l’aveva mai sopportata, soprattutto
perché al liceo non
riusciva a passare cinque minuti con Gerard perché si
accollava. Succedeva
sempre così alla fine. Tutte le volte che andavano al cinema
doveva per forza
esserci anche lei quindi erano sempre Sheridan e GerardBecky che si
sbaciucchiavano. Arrivarono a litigare, ma dopo due giorni Gerard si
presentò a
casa di Sheridan con una pizza gigante, Star Wars, D&D e
qualche fumetto
per lei in segno di pace.
Negli ultimi
dieci minuti, però, avevano parlato di lei e Frank.
Una volta finito il colore, lavati i capelli e finalmente asciugati
Gerard
accompagnò Sheridan in camera sua e le permise di guardarsi
allo specchio
-SANTO CIELO! – esclamò- sono, diversissima! Ma
questo colore mi piace-
-Stai bene così – sorrise il moro mentre
l’abbracciava.
Sheridan si
guardava curiosa allo specchio, quando le cadde l’occhio su
un oggetto non ben
identificato sul pavimento. Si voltò e lo raccolse con il
dito indice
mostrandolo, al dir poco disgustata, a Gerard
-E questo cos’è?! – chiese infuriata.
-Sono mutandine! E sono di Becky- Gerard le strappò
l’indumento dalle mani,
imbarazzatissimo.
-Perché le sue mutandine
sono sul tuo pavimento?- In
realtà lo sapeva
benissimo del perché. Ma aveva paura di scoprirlo.
-Lo sai… - Gerard abbassò lo sguardo per qualche
secondo. Poi riprese – Ieri
sera io e Becky siamo andati a cena fuori, in un ristorante bellissimo.
Abbiamo
parlato, tanto, tutta la sera. Ci siamo baciati e poi dopo un
po’ abbiamo fatto
l’amore. E’ stato strano farlo di nuovo con lei.
Sheridan
rimase ad ascoltare tutto il tempo, senza fiatare. Gerard lo
trovò molto
strano, sapeva benissimo che se la sua migliore amica aveva qualcosa da
dire
non ci avrebbe pensato due volte. Ma questa volta no, era diverso.
Stavolta
Sheridan era talmente infuriata che non sapeva cosa dire.
Finché non inspirò
lentamente, poi chiuse gli occhi per riaprirli e guardare dritto negli
occhi
Gerard
-Ti ricordi Peter Pan, Gee?
-Certo che me lo ricordo, perché? – Non capiva il
discorso.
- Sai qual è il problema? Il problema è che stai
trattando Waynne come… come
Trilly. Lei c’è sempre stata per Peter, ma alla
fine lui ha scelto Wendy. E
Trilly? Trilly non la considera mai nessuno.
-Ma Trilly è una fata, mentre Wendy è umana. Come
Peter… – ribatté Gerard
-Ma Peter diceva sempre “io credo nelle fate, lo giuro! Lo
giuro!” – lo sguardo
di Sheridan era troppo difficile da sostenere per Gerard il quale
aprì la bocca
per cercare di dire qualcosa, ma la richiuse immediatamente.
-Perché hai baciato Waynne? –
-P..perché.. Waynne… Waynne è una
ragazza dolcissima e mi piace stare in sua
compagnia- sussurrò il ragazzo
-Se ti piace stare in sua compagnia, perché hai scelto
Becky?
-Lo sai..
-NO! – urlò – Non lo so! Tu non ami
Becky, tu ami il ricordo che hai di lei! La
ragazzina quindicenne che ti girava in torno e che ti infilava la
lingua in
bocca ogni qual volta che poteva. Bhe, pronto?! Apri gli occhi Gerard.
A quinci
anni non solo lei ti girava in torno! C’ero anche io! Ma tu
non mi consideravi
quasi mai! Solo perché preferivi baciare lei tutto il tempo
piuttosto che
passare dieci minuti con la tua migliore amica. Ora hai 24 anni e siamo
punto e
a capo. Ma stavolta non ci sono di mezzo io, che se
c’è qualcosa che non va
urla, s’incazza e agisce. No. C’è di
mezzo Waynne. LEI tollera tutto, e se per
vederti felice devi stare con Becky tutte tette ma niente cervello, si
toglie
da mezzo. Ma i baci, quei baci non si cancellano.
-Dai… Sher, non chiamarla così –
Cercò di appoggiare una mano sulla spalla di
Sheridan
- TU! Di tutto il discorso che ti ho fatto hai SOLO captato
“Becky tutte tette”?!
Cazzo, Gee, sei diventato superficiale. Me ne vado. Ah. Sai che giorno
è?!
-No… non lo so. Che giorno è? – rispose
mortificato Gerard
-Il giorno il cui Phil e Luce si vedono. Il giorno in cui Luce avrebbe
detto a
Phil di lasciarla in pace perché aveva un altro ragazzo per
la testa. – Dopo
aver lanciato questa pesante granata
Sheridan se ne andò da casa Way, lasciandolo a bocca aperta.
La
ragazza dai capelli viola, prese il suo nokia e scrisse un messaggio
alla sua
piccola Luce
To:
Luce
Smettila
di studiare e vai all’incontro con Phil.
Riguardò
l’sms un milione di volte. Non sapeva perché
indugiava a inviarglielo, ma alla
fine si decise.
SEND.
… … …
… Text
sent.
L’aveva
fatto.
ὼ ὼ ὼ ὼ
Shù
~
Smettila
di studiare e vai all’incontro con Phil.
Sheridan,
la mia migliore amica Sheridan, mi aveva ricordato di qualcosa che
cercavo di
dimenticarmi da giorni. Però aveva ragione. Dovevo andare da
Lewis ed ero già
dannatamente in ritardo. Mi fiondai immediatamente sotto la doccia,
aprii
l’acqua calda e la feci scorrere sul mio corpo, avevo la
testa piena di
informazioni. Avevo studiato tutta la notte, in più mi ero
svegliata presto per
ripassare.
Uscii
dalla doccia e tentai di prepararmi: infilai un vestitino nero, in
segno del
mio lutto nei confronti di analisi, dei sandali rossi, gli occhiali da
sole e
presi la borsa che avevo lanciato sul letto. Nera, rappezzata con tante
toppe
di tante band. C’era anche una spilla dei My Chemical
Romance. Non ricordavo di
averla, sicuramente ce l’avevo messa lì la sera
che mi ubriacai.
-Mhh. Spero che gli occhiali coprano le mie occhiaie.- Dissi
stancamente
guardandomi allo specchio
Chiusi
la porta di casa e scesi velocemente le scale, avevo una gran paura di
perdere
l'autobus.
Dovevo assolutamente prendere la patente, non ne potevo più
di correre a destra
e a manca per evitare di perdere l'autobus. E poi, vogliamo parlare
degli
scioperi?
Che tasto dolente. Solo Sheridan sapeva quante volte avevo bestemmiato
perché
il pullman non passava, o ritardava.
Che odio.
Troppo.
Erano già le 9.30 AM e ovviamente il pullman non passava,
infatti Phil mi
chiamò.
Risposi.
-Pronto tesoro, dove sei?!- La mia
vena nell'occhio aveva iniziato a gonfiarsi.
-Sotto casa mia, sto aspettando che il pullman passi.- Risposi senza
alcun
interesse
-Ti vengo a prendere, dai!
- Guarda, non ti preoccupare. Il pullman sta arrivando giusto
ora, 10
minuti e sono lì!
Salii
sul pullman, tirai fuori il mio portafoglio nero, lo aprii e mostrai
l'abbonamento all'autista, il quale non si degnò nemmeno di
guardare la mia
tessera. Sconcertata dalla cosa mi andai a sedere nell'unico posto
libero. Mi
misi le cuffie nelle orecchie e mi abbandonai a me stessa, con tutta la
rabbia
del mondo, a ritmo di St. Anger dei Metallica.
I feel my world shake
Like an earth quake
Hard to see clear
Is it me? Is
it fear?
L'autobus
portava fino in 'Tuckahoe Road' mentre io dovevo arrivare in 'River
street'.
Questo valeva a dire che ci avrei messo altri cinque minuti per
arrivare a
destinazione. Dovevo proprio? D'altronde, dovevo parlare a Phil della
mia
cotta, non corrisposta, per Gerard. Magari potevamo essere solo amici.
O magari no.
Lewis’
Ero
quasi arrivata. La scritta, in blu, del locale si vedeva lontano un
miglio. Respira Waynne, respira. A
passo veloce
mi diressi verso il locale, all'entrata mi aspettava Phil. Riconoscevo
la sua
tracolla verde piena di toppe di band appiccicate.
-Ciao
Waynne- Mi abbracciò
-Ehi! Scusami per il ritardo, stavo studiando per analisi. Mi sono
completamente dimenticata del mondo esterno. Mi tolsi gli occhiali e li
posai
nella custodia infilandola in borsa.
-No, tranquilla, non ti preoccupare. Ti capisco perfettamente, anche io
quando
studio mi dimentico di tutto: il che se ci pensi non è
proprio una bella cosa
-Già- Sbadigliai -Entriamo? Ho bisogno di un
caffè nero mega gigante!
Il
locale non cambiava mai. Erano anni che ci andavo, e vedevo sempre i
soliti
camerieri, la solita tappezzeria verde, i tavolini color mogano ormai
rovinati,
e dei divanetti neri. In realtà, esteticamente, il locale
non era granché
bello. Ma faceva un caffè spettacolare..... per non parlare
dei donut al
cioccolato. mmmh... cioccolato.
Ci
sedemmo al primo tavolinetto libero che avevamo visto. Ci si poteva
leggere una
storia intera su quel tavolo. Era pieno di scritte fatte dai ragazzini
innamorati, e soprattutto incivili. Non si rovinano i tavoli.
...
JAMES + MARY
JASON + VIOLET
...
E
via dicendo... Miriadi di nomi erano stati incisi sul quel tavolo.
Speranza di
un amore lungo e duraturo.
Mentre ero distratta dal leggere i nomi delle coppiette innamorate si
avvicinò Daisy,
la cameriera. Avevo passato tanto di quel tempo in quel locale che
ormai sia le
cameriere che il proprietario mi conoscevano.
-Waynne! Cosa posso portarti oggi di buono? - Mi chiese lei sorridendo.
-Le avete le frittelle? Ho voglia di frittelle.
-Sei fortunata, Lewis ha appena fatto l'impasto! Da bere cosa ti porto?
-Umh, direi un caffè nero. In tazza grande, sono reduce da
un nottata folle di
studio. Ho bisogno di riprendermi.
-Tu, invece cosa prendi?- sorridendo si rivolse verso Phil
-Umh, io vorrei un tea verde con un donut al cioccolato
-Di che colore la vuoi la glassa?
-Rossa- risposte Phil. Dio che colazione orribile! Chi cazzo beveva il
tea
verde? Di sua spontanea volontà per aggiunta. A me non
piaceva per niente.
Bleah.
Daisy si congedò e andò in cucina a preparare le
nostre ordinazioni
-Sai...-
iniziò Phil - ti ho invitato perché devo dirti
una cosa veramente importante. É
da tanto che volevo dirtela..- Vidi Phil diventare
rosso.
Bzz
bzz bzz ... ... ... Shù
~
-Mi
sta chiamando
Sheridan. Scusami, è importante- premetti il tastino verde
per rispondere,
portai l'apparecchio al telefono e uscii dal locale per non far sentire
nulla a
Phil
-Pronto?
...
...
...
silenzio
-Sher?-
-...- Silenzio.
Iniziò
a piangere.
Sbiancai, mi stavo preoccupando.
-Che s..succede?- Chiesi allarmata
-Non dovrei farlo, ma so che ci tieni a lui
-Non capisco
-Gerard.
-Sher, continuo a non capire.- il mio cuore batteva all'impazzata.
-Gerard e Becky... Hanno fatto l'amore ieri notte. Non dovrei dirtelo,
lo so,
ma non forse è meglio che tu lo sappia da me. Forse. Forse.-
Scoppiò a
piangere. Il cuore mi si gelò, e fuori divenne buio.
-D..devo andare Sher, Phil mi aspetta-
Con
molta calma, tornai
dentro il locale e mi sedetti al tavolo. Poco dopo Daisy ci
portò ciò che
avevamo ordinato. Ringraziai distrattamente. Presi la forchetta e
iniziai a
mangiare silenziosamente
-Ti ho portato una cosa- Disse Phil rovistando nella sua borsa. Dopo
poco ne
estrasse un pacchetto blu con un nastrino color oro e lo
posò sul tavolo.
–Aprilo- mi sorrise
Presi il pacchettino, iniziai a tastarlo per cercare di capire cosa
fosse.
-Che cos’è?- chiesi entusiasta
-Se non lo apri non puoi sapere cos’è
-Omh.. Sì, giusto. – agitai il pacchetto per
cercare di capire cosa fosse.
-Dai, aprilo! È una cosa da niente, eh! Spero ti piaccia.
Scartai
il pacchetto
delicatamente, per paura che si rompesse e venni pervasa da un
dolcissimo odore
di camomilla. Una margherita bianca. Una candela profumata a forma di
margherita bianca. Il regalo più dolce che potessero
farmi… Questo stava a
significare che era stato ad ascoltarmi tutte le volte che gli parlavo.
Mi
scese una lacrima.
-E..ehi.. non volevo farti piangere
-N..no, non ti devi preoccupare. Non è colpa tua, ma mia!
-Non capisco…
-Phil, io ero venuta qui per dirti che ho una cotta per un altro
ragazzo. Per
dirti che non provo niente per te.. E tu mi fai questi regali facendomi
capire
che mi ascolti e io.. –Scoppiai a piangere. Con le lacrime
agli occhi vidi Phil
avvicinarsi a me, si sedette e mi abbracciò forte.
-Non devi scusarti, lo so che ti piace Gerard. Si vede da come lo
guardi, da
come gli parli… Solo che non volevo ammetterlo a me stesso.
Perché tu mi piaci
tanto- si avvicinò ancora a me sollevandomi delicatamente il
viso, con il
pollice mi asciugò le lacrime –non piangere-
continuò- non potrei sopportare
che degli occhi così belli vengano rovinati dal pianto. A
quelle parole piansi
ancora più forte.
-Gerard sta con un’altra donna. Si chiama Becky, hanno la
stessa età.- Non so
cosa successe, come successe e quando successe ma mi ritrovai ad occhi
chiusi…
Quel bacio era così morbido e così pieno di
desiderio, dischiusi le labbra e
lasciai che la sua lingua scivolasse dentro la mia bocca. La sua lingua
accarezzò delicatamente il mio palato e la cosa mi fece
rabbrividire.
Gerard…
D’un tratto spalancai gli occhi accorgendomi che, chi
baciavo, non era Gerard…
Mi staccai dal quel bacio rovistai nella borsa, presi il portafogli
posai sul
tavolo dieci dollari e scappai via dal locale piangendo.
Che
cosa avevo combinato?
Fra
le lacrime presi il
cellulare e composi rapidamente il numero della mia migliore amica.
-Pronto?
-Sher…
ho fatto un casino.
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Salve mie
donnicciole! Scusatemi,
come al solito sono in ritardissimo col postare i capitoli. Un giorno
mi ucciderete, lo so. L O S O. Non ho più tempo,
davvero. Credetemi ç_ç
Anyway... Spero vi piaccia questo capitolo. Eeee bho! non so cos'altro
dirvi...
Vorrei fare un ringraziamento speciale alla mia Sheridan
(sì, lei esiste)
Un bacione, a presto! (Spero c.c)
-Waynne