Aspettai la sua risposta, ma il cameriere ci interruppe.
- Vi porto il conto signori? -
- Ehm.. Si - rispose Diego
- Torno subito. - si congedò il cameriere
- Stavamo dicendo? - mi chiese poi il ragazzo
- Mi stavi per dire una cosa.. - ricordai
- Sì.. Giusto.. Te la dirò un'altra volta.. Forse è meglio.. - vaneggiò poi
- Ma daaai.. Non puoi fare così.. - feci la cosiddetta faccia da cucciolo
- Haha, non mi convincerai.. Te la dirò alla fine della giornata. Promesso. - concluse mentre tornò il cameriere.
Pagammo il pranzo e uscimmo dal ristorante.
- Ed ora dove si va? - chiesi
- Mmm.. Sorpresa! - rispose lui
Mi prese una mano ed iniziò a correre fino alla fermata di un autobus.
- Dobbiamo prendere il 7 - mi informò una volta arrivati
Annuii. Aspettammo l'autobus sedendoci su una panchina e chiacchierando, poi salimmo sul bus e viaggiammo per un po'. Il veicolo ci
portò fuori città e si fermò davanti ad un luna park.
- Adoro questi posti! - esultai entusiasta
- Non ce ne andremo finché non spendiamo tutti i gettoni! - rispose Diego tirando fuori un sacchetto con circa 50 gettoni.
- Ma sono tantissimi! - esclamai
- Finiranno in fretta, dico io - rise il ragazzo
Entrammo nel luna park e corremmo subito sulle montagne russe. Non c'era molta fila, per cui salimmo quasi direttamente. Il giro
non durò tantissimo e ci scattarono una foto durante un giro della morte.
Quando toccai di nuovo terra corsi a vedere la foto: Diego stava ridendo e aveva le braccia attaccate alla barra che avevamo
davanti mentre io, avendo visto la fotocamera, ero riuscita a mettermi in "posa": sorridevo e avevo il pollice alzato.
- É bellissima la foto! - esordì Diego comparendomi alle spalle
- Si! Fantastica! - concordai
- La prendiamo! Due copie, per favore! - disse poi rivolto alla commessa
- Subito! - rispose lei
Stampò la foto e ce la consegnò dentro una cartellina dove c'era il nome del gioco.
- Tienila tu - disse Diego
- Ma.. - provai a ribattere, ma lui aveva già messo la foto nella mia borsa. - Poi te la ridò! - contestai
- Sisi.. - rispose lui noncurante mentre sí incamminava verso il gioco successivo. Lo raggiunsi con uno scatto e ci fermammo davanti
a quella che doveva essere la casa dei fantasmi.
- Pronta? O hai paura? - scherzò prima di prendere due biglietti
- Io? Paura? Naaaah! - risposi prendendo il mio biglietto dalla sua mano.
Entrammo nella casa uno dopo l'altro. Io ero la prima mentre lui mi teneva le mani sui fianchi per evitare di perderci nel buio.
Appena entrati ci fecero fermare alla "reception" di quello che doveva essere un albergo mezzo distrutto.
- Feeermi! - disse un tipo dietro al banco della reception. Indossava la tipica uniforme rossa dei fattorini, ma aveva il trucco in
faccia che segnava del sangue che volava lungo la fronte ed il collo.
- S-salve - balbettai
- La vostra camera é la 412, buona morte. Oh, ehm.. Scusate, buon soggiorno. - rispose con un sorrisetto l'impiegato consegnandomi
una piccola chiave .
Poi ci fece segno di procedere dietro una porta che si apri per lasciarci entrare e si chiuse pochi passi dietro di noi lasciandoci in
un corridoio mezzo buio. Percorsi lentamente quel luogo tetro e, circa a metà del corridoio si aprì una finestrella all'improvviso e
un altro tipo travestito sbucò fuori urlandoci contro. Io sobbalzai subito per l'urlo improvviso, ma poi tornai a camminare per la
mia strada. Attraversammo diverse sale dove le persone saltavano fuori all'improvviso, sì, sul momento ti veniva da sobbalzare per
l'effetto sorpresa, ma per il resto non faceva paura.
- Paura eh? - scherzò Diego quando fummo fuori
- Haha, mai quanto te che ti attaccavi a me ogni due secondi! - stetti allo scherzo
Lui sorrise e mi abbracciò. Fu un gesto totalmente inaspettato. All'inizio rimasi immobile, sorpresa di tanto affetto così
all'improvviso, poi però ricambiai l'abbraccio. Sentivo il mio cuore tamburellare nel petto preso dall'agitazione e probabilmente
anche lui lo riusciva a sentire da quanto batteva forte.
- Hey calma.. - mi sussurrò all'orecchio - è solo un abbraccio - scherzò sempre sussurrando.
Poi si staccò e mi guardò negli occhi, serio.
- Ok, ora dobbiamo parlare davvero. - disse - Quello che ti volevo dire prima é.. -