Lo spettacolo silente ed invitante delle sue labbra lo attirava con un richiamo viscerale. Aveva bisogno di guardarle più da vicino, ma la cosa suonava molto come una scusa. Le fissò con insistenza schiudendo le proprie in un gesto istintivo. Erano perfette, delineate, carnose, immaginava che fossero morbide e delicate come seta. Si chiese se qualcuno prima d’allora le avesse assaporate o se conservavano ancora l’inviolato, delizioso sapore della verginità. Si chiese se quel corpo fosse già stato profanato, ma la risposta la sapeva bene: no.