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Autore: titty_93    20/01/2014    4 recensioni
Leonardo Abate, salvato miracolosamente da De Silva è stato cresciuto nella fredda città russa di San Pietroburgo. All'età di 21 anni è pronto per ritornare nella sua città d'origine e pianificare così la sua vendetta...(questa storia è il continuo di squadra antimafia 5 e ha come protagonista Leo,ma verrà approfondito anche il rapporto tra Rosy e Domenico e altri vecchi personaggi della fiction).
Genere: Drammatico, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Domenico Calcaterra, Leonardo Abate, Rosalia/Rosy Abate
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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3.Carmen


Leo era in viaggio sul traghetto che l'avrebbe portato dritto al porto siciliano. Sentiva già il profumo della sua terra, del suo mare, del sole cocente che gli era mancato così tanto.
Indossava una camicetta,un jeans e degli occhiali da sole. Era diventato davvero un bel ragazzo, a San Pietroburgo aveva fatto stragi di cuori. Andava a letto con qualsiasi ragazza che gli piaceva,ma non si legò a nessuna. Mettere su famiglia non era di certo nei suoi piani, ormai viveva solo di altro. A distrarlo mentre guardava il mare fu un ragazzo che gridava.
"Giornali,giornali".
Un ragazzino appena maggiorenne vendeva dei giornali,forse lo faceva per professione. Leo ne prese uno e gli diede 2 euro come mancia.
Si sedette su di una sedia e iniziò a sfogliarlo,ma a colpirlo nel profondo fu un articolo posto in prima pagina.
Leo tolse gli occhiali da sole sperando che avesse letto male. 
"VERONICA COLOMBO LIBERA : LA POLITICA CORROTTA HA SCONTATO LA SUA PENA DOPO 16 ANNI DI GALERA".
Ebbe una strana reazione. Non sapeva se gioirne in quanto sarebbe riuscito più facilmente ad attuare la sua vendetta oppure rattristarsi perchè questo voleva dire incontrarla per le strade di Catania.
Gli salì il cuore in gola, una fitta allo stomaco lo rese immobile,pietrificato. Nonostante tutti questi anni, sentiva ancora l'odore della terra umida sopra ai suoi occhi, lo straccio in cui era avvolto macchiato di sangue e una ferita profonda al pancino, un dolore troppo forte per un bambino.
La rabbia lo accecava, non si accorse nemmeno di aver stropicciato il foglio del giornale tra la sua mano, se non fosse stato per una ragazza...
"Che fai prima lo paghi 2 euro e poi lo stracci?".
Leo sollevò gli occhi. Davanti a lui c'era una ragazza adolescente molto carina,acqua e sapone, capelli ricci scurissimi così come i suoi occhi.
Egli non esitò a rispondergli a malo modo "E a te che minchia te ne fotte?".
La giovane donna si risentì e le sbattè in faccia un gran complimento "Stronzo!".

"Scusa sono stato un cafone prima!".
Erano passati pochi minuti. Leo non era di certo il tipo che andava in giro a chiedere perdono,ma in questa circostanza quasi ne sentì l'esigenza. 
Aveva preso di mira una ragazzina che non c'entrava nulla con il mondo crudele e così le scuse gli uscirono spontanee.
La ragazza non si arrabbiò poi più di tanto ed accettò le sue scuse,invitandolo a sedersi accanto a lei.
"Mi chiamo Carmen" le uscì di getto.
Leo allungò la mano "Piacere io sono Tony" esitò per un attimo,stava per riferirgli il suo vero nome e pensava chissà quante volte gli sarebbe capitato.
"Come mai qui?" chiese la ragazza.
"Vacanze" rispose mentendo Leo "Tu?".
"Idem!Sono siciliana anche se l'accento non è proprio marcato. Vivo e studio a Milano con degli zii, mio padre ha uno strano concetto della Sicilia!".
"In che senso?".
"Pensa che tutti siano mafiosi!".
Leo sorrise.
"E cu è tuo padre per dire questo?".
"E' un poliziotto dell'antimafia!".
A questa risposta quasi gli andava di traverso il caffè. 
"Tutto bene?".
Leo annuì continuando a tossire.
"Sei solo?".
Carmen continuava a fargli domande, probabilmente era affascinata dal ragazzo.
"Si, tu?".
"Beh no, sono minorenne. Viaggio con un amica!".
Aveva goduto di una straordinaria compagnia, nonostante Carmela avesse 16 anni sembrava già una ragazza vissuta, con la testa sulle spalle.
Arrivati a destinazione quasi ne dispiacque lasciarla.Lei gli scrisse il suo numero di telefono su un foglietto e lo mise nella valigia di Leonardo.


La casa che condivideva con Andrea e Gennaro, due picciotti fidati, era meno grande rispetto quella in Russia,ma a lui non importava.
Gli interessava di essere ritornato nella sua terra. 
Andrea,uno dei suoi due coinquilini di 35 anni, alto moro e carino, si avvicinò a lui con un aria strana.
"Abbiamo un problema!".
"Che tipo di problema?" domandò subito l'altro ragazzo sbuffando.
"L'hanno beccato!".
"Ma chi?" esordì Leo, incitandolo a farlo parlare.
"La talpa che avevamo nella polizia.L'unica cosa di cui possiamo essere sicuri è che non parlerà. Ha 5 figli!".
"Ma è lo stesso un problema, se non abbiamo spie all'interno della questura dell'antimafia, risulterà difficile muoverci!" parlò Gennaro.
"E che minchia lo chiedete a fare a me?Eh?Volete che mi travesta da poliziotto?" chiese ironicamente Leo.
"No!Questo mai però abbiamo bisogno di qualcuno che possa indicarci gli spostamenti, le indagini degli sbirri".
E fu in quel punto che a Leonardo venne in mente quella ragazza. La figlia del poliziotto. Gli avrebbe fatto comodo averla tra i piedi usandola come una pedina nelle sue mani, un giocattolo. Ci pensò,ma era più che certo che non sarebbe riuscito a portare a termine un piano così meschino.
"Mi sa che allora dovremo aspettare parecchio prima di agire" la buttò lì Andrea mentre accendeva una sigaretta.
Ma Leonardino aveva già aspettato troppo tempo. Non poteva mollare proprio ora che era ad un passo dalla sua vendetta. E così rimase in un bivio, cosa scegliere di fare? Rischiare di far passare mesi prima di trovare qualcuno che sotto minacce avrebbe accettato di fare la spia oppure andare verso l'altra rotta, quella più facile,ma allo stesso tempo più crudele : illudere una bambina di 16 anni.
Rimase qualche minuto in silenzio poi a malincuore fece la sua scelta.
"Ho trovato io il modo di avvicinarmi alla polizia".
  
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